Turni e carichi di lavoro insostenibili, assenza di valorizzazione della produttività e di percorsi di carriera rivolti a tutto il personale, sono alla base della protesta indetta dal Sindacato.

FP CGIL Parma, su mandato delle assemblee di lavoratrici e lavoratori del Centro Cardinal Ferrari – Kos Group, ha proclamato lo stato di agitazione e sta per iniziare un articolato percorso di mobilitazione contro le inaccettabili condizioni di lavoro ed il mancato rispetto dei diritti del personale dipendente che si ripercuote anche sui servizi resi all’utenza.

Da tempo le tematiche inerenti la gestione del personale, quelle relative ai sistemi di incentivazione e di progressione di carriera, e, più in generale, tutte le materie di contrattazione decentrata previste dai Contratti Nazionali ed Integrativi, non vengono affrontate al tavolo di trattativa aziendale, se non in maniera sporadica, e questo sta avvelenando decisamente il clima organizzativo e lavorativo.

I rappresentanti sindacali aziendali (RSA), Federico Bertozzi, Laurentiu Ferent e Vita Salerno, unitamente al Segretario FP CGIL Gianluca Mezzadri, per stare nel merito delle questioni, mettono l’accento sul fatto che: “L’azienda ha adottato cambiamenti organizzativi e di turnistica, l’ultimo a partire dal corrente mese di maggio 2025 (ritirato appena dopo la proclamazione dello stato di agitazione, segno evidente che abbiamo colpito nel segno), senza coinvolgere le Organizzazioni Sindacali”.

“Ma soprattutto la mancanza di vere risposte alle richiesta che abbiamo avanzato da tempo” continuano i sindacalisti “sta a testimoniare la grave indifferenza da parte dell’azienda nei confronti delle lavoratrici e lavoratori ed è un comportamento che riteniamo veramente inaccettabile. Se si tiene conto del contesto socio-economico che negli ultimi anni sta attraversando il Paese, dove si è registrata una pesante perdita del potere d’acquisto dei salari per tutte le lavoratrici e i lavoratori, il non aver certezze, anche temporali, sull’individuazione e sulla retribuzione degli emolumenti di competenza della contrattazione decentrata aggrava la situazione all’inverosimile”.

Le difficoltà che si stanno vivendo attualmente all’interno di questa struttura che è definita “d’eccellenza” in ambito assistenziale/riabilitativo (e dire “attualmente” è anche sbagliato, visto che le si stanno vivendo da alcuni anni, senza reali risposte da parte di chi ha il governo del Centro) stanno anche causando una fuga di professionisti ed operatori, verso altre esperienze più gratificanti e questo sta diventando oltremodo insostenibile da parte di chi rimane (dipendenti e utenti).

Per entrare nel concreto, i riferimento è a questi problemi:

1. il Contratto Nazionale di Lavoro applicato nella struttura non è rinnovato da oltre 6 anni e questo ha causato una differenza di oltre 200 euro al mese rispetto ai colleghi che lavorano nei servizi sanitari pubblici (che fanno lo stesso lavoro); e teniamo conto che KOS è uno dei più grandi gruppi italiani ed è parte attiva nell’attuale fase di stallo delle trattative;

2. da anni, nonostante le richieste sindacali, la struttura non si è mai dimostrata veramente disponibile a valorizzare in alcun modo, anche economicamente, la qualità del lavoro che i professionisti e gli operatori svolgono con passione e impegno tutti i giorni;

3. il rapporto operatori/utenti nella struttura spesso non è rispettato, cioè ci si trova a dover assistere più utenti/pazienti di quelli che si potrebbero, secondo le norme in vigore, e questo si ripercuote sulle attenzioni e sulla qualità del servizio all’utenza;

4. non c’è la garanzia, nonostante il Sindacato lo chieda da anni e nonostante sia prevista dalla Legge e dai Contratti Nazionali di Lavoro, di facilitazioni all’accesso a percorsi di formazione e di aggiornamento professionale, indispensabili per garantire il mantenimento della qualità dei servizi.

“Per tutti questi motivi – concludono Bertozzi, Ferent, Salerno e Mezzadri – abbiamo avviato il percorso di mobilitazione che, avrà momenti di sensibilizzazione dell’utenza, delle famiglie e della cittadinanza, per culminare anche in iniziative di sciopero e informazione sulla stampa e sui social.”

FP CGIL chiede con forza che la dignità del lavoro e la valorizzazione della qualità delle prestazioni nel Centro Cardinal Ferrari tornino davvero ad essere i punti cardine tutti i giorni. Non è più il tempo dell’attesa e delle false promesse.