Rinnovo CCNL Federcasa 2022-2024: è arrivato il momento di una consultazione straordinaria!
La trattativa per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) 2022-2024 per il personale di Federcasa ha portato a un testo che presenta ancora alcune distanze tra le richieste delle Organizzazioni Sindacali (OO.SS.) e la proposta dell’Associazione datoriale. Come FP CGIL riteniamo che l’ipotesi presentata non soddisfi pienamente le richieste avanzate nella piattaforma unitaria e non risponda alle aspettative espresse dai lavoratori durante la mobilitazione, per questo promuoviamo una consultazione straordinaria tra i lavoratori e le lavoratrici, così che ognuno possa esprimere la propria opinione sul testo presentato.
Parte Economica
Da una richiesta avanzata in piattaforma di recupero dell’inflazione registrata nel triennio – pari al 16,5% – per non perdere potere d’acquisto, Federcasa è passata da una proposta iniziale di aumento del 2,5% di incremento tabellare ad una proposta del 7,5% a partire dal 1 dicembre 2024.
Per il periodo pregresso, la proposta è di riconoscere una “una tantum” corrispondente al 3% del tabellare per gli anni 2022 e 2023 ed al 7% per i primi 11 mesi del 2024. Da queste somme andrà dedotta l’ Indennità di vacanza Contrattuale già corrisposta.
Secondo Federcasa, la somma rimanente andrà poi suddivisa in 4 rate da versare nel corso del 2025.
Parte Normativa
Per quanto riguarda la parte normativa, sono state avanzate richieste di miglioramento delle relazioni sindacali, di limitazione della precarietà e di revisione della classificazione del personale. Tuttavia, il testo attuale presenta limitazioni significative:
Relazioni sindacali: Le organizzazioni sindacali sono escluse dalla determinazione dei criteri per incentivi tecnici e passaggi di area.
Precarietà: La proposta aumenta la possibilità di contratti a tempo determinato, senza vincoli per la conservazione del posto nei casi di sostituzione.
Formazione e incentivi: Non sono previste risorse aggiuntive per la formazione e lo sviluppo professionale.
Classificazione del personale: La revisione della classificazione è parziale e non risponde pienamente alle richieste di valorizzazione del personale.
Partecipa alla Consultazione Straordinaria
Grazie alla mobilitazione di lavoratrici e lavoratori, quindi, si sono registrati importanti avanzamenti. Ciononostante, il testo presentato da Federcasa è ancora lontano da quanto unitariamente richiesto nella piattaforma.
FP CGIL ha perciò sospeso il proprio giudizio: la parola torna quindi a lavoratrici e lavoratori.
Per questi motivi, FP CGIL chiede di partecipare alla consultazione straordinaria. Nelle prossime due settimane ci saranno assemblee e consultazioni nei luoghi di lavoro per esprimere la propria opinione sul rinnovo del CCNL Federcasa. La partecipazione è fondamentale per garantire che le esigenze e le richieste del personale siano rispettate e rappresentate adeguatamente.
Trattativa CCNL Funzioni Locali. A che punto siamo?
Si è svolto il 30/09/2024 il quinto incontro con l’ARAN per la trattativa del CCNL Funzioni Locali 2022-2024.
Il tavolo, come concordato nel precedente incontro, ha proceduto ad un approfondimento tecnico dei testi che le parti si erano scambiate nei tre incontri precedenti.
L’ARAN ha spiegato perché, a suo parere, alcune proposte erano da respingere, altre da accogliere, altre tali che, pur condividendone le finalità, si è riservata di proporre una diversa formulazione. Vi sono poi alcune proposte che le OO.SS. hanno respinto e alle quali l’ARAN a volte ha rinunciato, a volte non ha rinunciato.
In particolare l’ARAN ha respinto, tra le altre, le seguenti proposte:
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il coinvolgimento nell’ambito di applicazione del CCNL di Aziende speciali e Fondazioni degli enti locali;
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in vincolo temporale dell’invio degli atti oggetto di sol informazione con almeno 10 giorni di anticipo sulla loro adozione;
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lo spostamento da informazione a confronto dei contratti assicurativi di copertura del personale dell’ente;
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il confronto sulla costituzione del Fondo del Salario Accessorio;
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il confronto sui criteri per le progressioni verticali ordinarie;
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l’inserimento dei profili tra le materie oggetto di contrattazione invece che di confronto;
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la possibilità di estendere l’uso dei permessi studio ai corsi universitari telematici seguiti in modalità asincrona.
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l’equiparati a servizio effettivamente prestato, ai fini della corresponsione del buono pasto, delle ore di “allattamento”, dei permessi 104, i permessi per assemblea sindacale, la partecipazione ai corsi di formazione, i permessi per attività sindacale. (Su questo punto ARAN si riserva di fare un’ulteriore proposta che però sarebbe limitata ai soli permessi per formazione.)
L’ARAN ha invece accolto, tra le altre, le seguenti proposte:
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l’inserimento, tra le materie oggetto di confronto dei riflessi sui lavoratori delle convenzioni o degli accordi sottoscritti con altre pubbliche amministrazioni e dei criteri per il conferimento delle mansioni superiori;
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l’inserimento, tra le materie oggetto di contrattazione, dell’individuazione delle particolari ipotesi nelle quali è consentita l’erogazione di due buoni pasto nell’arco della stessa giornata lavorativa. (Su questo tema però ARAN reputa necessario stimare un possibile costo contrattuale);
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la possibilità per la contrattazione di discutere dei criteri di priorità per l’accesso al lavoro agile ed al lavoro da remoto nonché individuazione dei casi in cui è possibile aumentare il numero delle giornate di prestazione rese in modalità agile o da remoto;
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la proposta di dichiarazione congiunta in cui si chiarisce che ai fini dell’applicazione del riconoscimento del buono pasto hanno rilievo esclusivamente la durata minima della pausa e la collocazione a cavallo tra periodi del lavoro mattutino (orario 6-12), del lavoro pomeridiano (orario 12-18), del lavoro serale (orario 18-22) del lavoro notturno (orario 22-6);
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la possibilità di riconoscere, attraverso il welfare, dei versamenti aggiuntivi del lavoratore, su base volontaria, al Fondo di previdenza complementare;
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la formulazione dei criteri per l’attribuzione del doppio buono pasto.
L’ARAN si è poi riservata di fare proposte su questioni che, pur condivise, richiedono a suo parere una diversa formulazione rispetto a quella proposta dalle OO.SS.
Tra queste:
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l’eliminazione di ogni attenuante all’obbligo per gli enti di avviare la contrattazione annuale entro il primo quadrimestre di ogni anno;
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l’eliminazione di ogni possibilità di misurazione della pausa pranzo quando collocata, per alcune specifiche categorie, ad inizio o fine orario di lavoro;
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la possibilità di liquidare le festività soppresse se non godute entro l’anno di maturazione;
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la possibilità di godere ad ore delle festività soppresse;
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la possibilità di estendere a tutti gli enti del comparto l’istituto delle ferie ad ore.
L’ARAN ha invece insistito per riproporre due proposte respinte dalle OO.SS., ossia: la possibilità di svolgere la contrattazione in un’unica sessione salvo diverso accordo tra le parti; la possibilità di destinare quota del salario accessorio al fondo straordinario.
L’Agenzia ha invece ritirato, su richiesta delle OO.SS., la formulazione che costringeva i lavoratori a programmare necessariamente e sin dal mese di febbraio di ogni anno, per tutto l’anno, tutte le ferie in maturazione.
Visti gli esiti dell’incontro abbiamo reputato utile chiedere che anche la prossima riunione prosegua nel confronto tecnico con lo scopo di poter presentare delle controdeduzioni alle osservazioni dell’ARAN.
Nel complesso si tratta di un quadro a tinte grigio scure, che vede molte proposte significative fatte dalle OO.SS. respinte, a fronte di qualche concessione su alcuni temi di una certa rilevanza. Inoltre alcune proposte, vedi ad esempio quella sullo straordinario o quella sui possibili costi contrattuali del riconoscimento del doppio buono pasto, non fanno che rimarcare il problema che denunciamo fin dall’inizio della trattativa, ossia la totale insufficienza delle risorse disponibili per il rinnovo.
Il tavolo si è quindi aggiornato alla seconda metà del mese di ottobre.
A proposito di educatori che mancano: capiamo il perché per cambiare le cose
Una riflessione (amara) di Ruggero Maria Manzotti, segretario generale FP CGIL Parma
Ha ragione l’assessora Bonetti (al comune di Parma NDR). Mancano gli educatori. E ne mancheranno sempre di più.
E sarebbe anche ora di cominciare a chiedersi le vere motivazioni che stanno alla base di questa grave situazione, che nel tempo, nel breve tempo, metterà in seria crisi tutti quei fondamentali servizi alla persona, come i servizi per adolescenti, per disabili, per minori, e tutti gli altri servizi destinati alle più differenti fragilità, che oggi, solo grazie a questi lavoratori e lavoratrici, reggono un sistema sempre più impoverito e sempre più precario.
In parole povere: gli educatori servono solo quando mancano.
Questa è la considerazione generale che esce in questa situazione. Diverso è invece per le famiglie, quelle famiglie che senza queste professionalità avrebbero una vita ben peggiore e ben più dura di quella che hanno già. Per loro, per queste famiglie, le educatrici e gli educatori sono fondamentali.
Questo fenomeno ha tante possibili spiegazioni ma vi sono alcuni elementi di base che inevitabilmente portano questi professionisti a fare diverse scelte nel corso della loro vita lavorativa.
La figura educativa non è ancora nè culturalmente nè istituzionalmente riconosciuta, raramente le viene riconosciuto il ruolo che effettivamente ha nel contesto delle politiche sociali delle nostre società. Non viene ancora riconosciuta come professionalità che porta la sua competenza e i suoi studi oltre alla sua infinita passione.
I salari sono tendenzialmente bassi e poveri, anche tenendo conto che la privatizzazione dei sistemi sociali ha creato differenze significative di applicazioni contrattuali, e quindi un dumping contrattuale legalizzato e sotto gli occhi di tutti. E se nella gestione pubblica diretta (in calo un po’ ovunque) si può avere almeno una omogeneità contrattuale, il sistema della gestione in appalto è una vera e propria giungla di contratti diversi, di trattamenti orari differenti, di periodi di non lavoro, e in generale di situazioni lavorative che diventano precariato strutturato.
La situazione negli appalti
Terzo aspetto: il sistema degli appalti e la gestione da parte del terzo settore di questi servizi è sì fondamentale nel nostro sistema integrato regionale, che vede la componente pubblica e quella privata lavorare insieme per assicurare un alto standard di qualità dei servizi, ma questo sistema nel tempo è stato drogato, portando a situazioni tutt’altro che positive sia per i tanti lavoratori che vi lavorano sia per i servizi stessi. In questo il mondo cooperativo ha le sue responsabilità. Parliamo di un mondo che oggi si chiede dove siano gli educatori ma che fa ancora poco per fidelizzare, strutturare, programmare miglioramenti contrattuali e salariali e soprattutto organizzativi per queste tipologie di lavoratori.
E considerato che le condizioni lavorative, contrattuali e organizzative sono definite dentro gli appalti scritti dagli enti pubblici, sarebbe interessante e importante che l’ente pubblico in primis si chieda cosa fare per migliorare tale situazione partendo appunto da appalti che siano consoni e che delimitino e definiscano subito il perimetro di azione e di organizzazione degli enti gestori, questo per rendere più omogenee e stabili le condizioni di lavoro di queste persone.
Tutte queste motivazioni hanno portato e stanno portando ad una vera e proprio fuga da questi servizi, perché gli educatori non sono esseri metafisici che scendono dal cielo ma sono lavoratrici e lavoratori, con le loro famiglie con le loro difficoltà e con i loro problemi, che hanno necessità come ognuno di noi di vivere una vita degna e di avere un lavoro riconosciuto e pagato.
Serve una discussione seria
Crediamo sia giunto il momento di iniziare una discussione e un confronto su queste problematiche che interessi la politica, le istituzioni, gli enti gestori, il mondo cooperativo, perché non c’è tempo da perdere: presto potremmo dover constatare il crollo di alcuni servizi per questa mancanza di personale che sta diventando prolungata e cronica.
Grande partecipazione alla manifestazione contro le minacce ai dipendenti comunali di Alfonsine
Martedì 1 ottobre, la piazza Gramsci di Alfonsine ha visto una grande partecipazione di cittadini, sindacati e rappresentanti delle istituzioni in risposta alle minacce e intimidazioni subite dai dipendenti dell’ufficio tecnico comunale. L’iniziativa, promossa dall’amministrazione comunale e supportata da CGIL, CISL e UIL, ha raccolto un forte sostegno, con centinaia di persone presenti per esprimere solidarietà ai lavoratori vittime di gravi episodi minatori.
Le intimidazioni, avvenute tra il 26 e il 27 settembre, hanno incluso telefonate anonime e lettere minatorie rivolte sia agli impiegati che alle loro famiglie. La vicenda sembra essere collegata alla gestione di un appalto, ma non ha nulla a che vedere con le recenti alluvioni che hanno colpito il territorio, come ha chiarito il sindaco Riccardo Graziani.
Solidarietà unanime da sindacati e istituzioni
Alla manifestazione, CGIL, CISL e UIL hanno preso una posizione forte e decisa contro ogni forma di intimidazione. In una nota congiunta, i sindacati hanno definito queste minacce «gravissime e inaccettabili, lontane dai valori del nostro territorio». La partecipazione massiccia ha dimostrato quanto la comunità locale sia unita nel condannare questi atti e nel chiedere giustizia per i lavoratori colpiti.
Anche le istituzioni hanno espresso il loro sostegno ai dipendenti comunali. Il sindaco Graziani ha ribadito che le autorità stanno lavorando per identificare i responsabili e ha chiesto ai cittadini di continuare a collaborare. La grande affluenza alla manifestazione è stata una risposta chiara: Alfonsine non tollererà l’illegalità e farà fronte comune per difendere i diritti dei suoi lavoratori.
Un messaggio chiaro: illegalità e intimidazione non trovano spazio
La manifestazione del 1 ottobre ha rappresentato un momento cruciale per riaffermare l’importanza della legalità e del rispetto dei lavoratori. Il messaggio lanciato da CGIL, CISL e UIL è stato netto: atti intimidatori come quelli avvenuti ad Alfonsine non troveranno mai spazio in una comunità che valorizza il lavoro e i diritti.
Trattativa per il rinnovo del CCNL Funzioni Locali. A che punto siamo?
Nel recente incontro all’Aran sul rinnovo del CCNL Funzioni Locali, la segretaria nazionale Fp Cgil, Tatiana Cazzaniga, ha espresso con fermezza la posizione del sindacato riguardo all’aumento del 5,78%. Di seguito, i punti salienti della nostra dichiarazione.
Aumento del 5,78% Insufficiente
Tatiana Cazzaniga ha sottolineato che l’aumento del 5,78% è del tutto inadeguato per compensare l’aumento del costo della vita. Questo problema è particolarmente grave per i dipendenti delle funzioni locali, che sono tra i dipendenti pubblici con il salario più basso.
Problemi di Finanziamento
Le risorse economiche stanziate e in parte già erogate dovrebbero coprire una serie di aspetti cruciali, tra cui:
- Indennità
- Produttività
- Incentivi
- Progetti
- Nuovo sistema di classificazione previsto nel contratto precedente
Tuttavia, a causa dei finanziamenti limitati, questi aspetti sono stati poco utilizzati. Cazzaniga ha affermato che per rendere attrattivo il lavoro negli Enti Locali, è necessario un investimento significativo.
Piano Straordinario di Assunzioni
La segretaria nazionale ha evidenziato che il contratto è solo una parte della soluzione. È indispensabile anche un Piano straordinario di assunzioni per affrontare le sfide attuali.
Mobilitazione Imminente
Siamo pronti a mobilitarci se la legge di bilancio non risponderà alle richieste di risorse necessarie per il contratto. Cazzaniga ha concluso ribadendo l’importanza di un sostegno concreto da parte del governo per garantire condizioni di lavoro dignitose e attrattive per i dipendenti delle funzioni locali.
Trattativa per il rinnovo del contratto delle Funzioni Locali. A che punto siamo?
È stato convocato il 14.06.2024 il secondo incontro con l’ARAN per la discussione del CCNL Funzioni Locali 2022-2024.
Ci è stato inviato un testo che:
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allarga gli obiettivi del contratto ma non prevede, se non nell’ambito dell’Organismo paritetico per l’innovazione, un ampliamento delle materie oggetto di confronto e contrattazione, impedendo il diretto coinvolgimento delle rsu su materie come la sicurezza e il miglioramento delle condizioni di lavoro e le modalità di lavoro che consentano una migliore armonizzazione con la vita privata e familiare.
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Prevede una unica sessione negoziale per tutte le materie oggetto di contrattazione. Su questa proposta abbiamo espresso la contrarietà nel metodo e nel merito perché renderebbe il contratto decentrato rigido rispetto alle innovazioni normative e alle modalità innovative e sperimentali di utilizzo di singoli istituti.
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Il diritto al salario accessorio per Infortuni sul lavoro, malattie professionali e malattie dovute a causa di servizio. Su questo tema abbiamo espresso l’opinione che vada previsto e ulteriormente finanziato il principio di non disincentivazione economica di tutti i diritti costituzionalmente garantiti.
La bozza interviene anche sul rapporto di lavoro precisando meglio alcuni istituti già esistenti quali:
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il diritto alla partecipazione alle assemblee anche in modalità telematica
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il diritto al pasto gratuito per chi fa assistenza e vigilanza di minori e per gli addetti alla preparazione dei pasti.
All’incontro abbiamo riproposto, senza la pretesa di esaurire oggi le questione discusse, i punti della piattaforma contrattuale e l’allargamento delle relazioni sindacali. Tra i punti da noi toccati ci sono:
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L’estensione dell’applicazione del CCNL Funzioni locali alle aziende speciali, Consorzi, fondazioni, etc.
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Tempi certi per l’informazione preventiva
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l’ampliamento delle materie oggetto di confronto e contrattazione (Piano dei fabbisogni, criteri per le mansioni superiori, progressioni verticali ordinarie, costituzione dei fondi del salario accessorio, ecc.)
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Alcuni chiarimenti nei termini per rendere le relazioni sindacali fruibili evitando interpretazioni restrittive
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la valutazione di soluzioni per rendere ancora più stringente i termini di negoziazione dei contratti decentrati
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la possibilità di rivedere il diritto di assemblea in maniera di favorirne la modalità territoriale.
Il tavolo si è aggiornato senza ancora fissare una data. La nuova data che verrà successivamente concordata sarà individuata nell’arco della prima settimana di luglio.
L'appello dei lavoratori Federcasa "Vogliamo un contratto dignitoso"
Siamo le lavoratrici e i lavoratori che quotidianamente operano negli Enti e nelle Aziende che amministrano il patrimonio immobiliare pubblico residenziale. Con la nostra professionalità ed esperienza contribuiamo a garantire il diritto all’abitare a una fascia di popolazione in condizione di fragilità economica.
Da troppo tempo attendiamo il rinnovo del CCNL 2022-2024, quasi arrivato alla scadenza e su cui, al tavolo di trattativa, come parte datoriale siete ancora lontani dal presentare una proposta che possa tutelare i nostri salari a fronte dell’aumento del costo della vita che si è registrato in questi anni, e che possa valorizzare la nostra professionalità.
È quanto si legge in una lettera promossa da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl e sottoscritta da ben oltre la metà del personale di Federcasa (oltre 2000 lavoratrici e lavoratori su poco meno di 4000 complessivi), indirizzata ai vertici di Federcasa e al presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga.
Lavoratori e lavoratrici che lo scorso 28 giugno a Roma hanno promosso un presidio in contemporanea con l’assemblea nazionale di Federcasa, e consegnato le firme raccolte al Presidente uscente.
“Il 20 febbraio, dopo mesi di stato di agitazione – prosegue la lettera – abbiamo scioperato con convinzione per rifiutare l’ennesima proposta insoddisfacente arrivata allora sul tavolo della trattativa: un incremento tabellare del 6%. Oggi, a mesi di distanza, non averla migliorata è un atto irrispettoso nei confronti di chi tutti i giorni lavora nelle vostre aziende per gestire il patrimonio pubblico. Adesso basta! L’assemblea dei Presidenti degli enti aderenti a Federcasa deve dare subito risposte adeguate. Vogliamo il contratto e lo vogliamo dignitoso, equo e tempestivo!”.
la spesa sociale in Italia per la Casa
La spesa sociale in Italia per la casa è tra le più basse d’Europa (0,5% del PIL). Il nostro Paese, stima l’OCSE, ha solo il 2,4% del patrimonio abitativo di edilizia pubblica (in Francia è il 14%, in EU 8%).
Il patrimonio gestito dalle aziende-casa è di circa 725.000 alloggi, circa 58.000 sono sfitti, e oltre il 10% non assegnabili o inadeguati. Le domande inevase sono circa 600.000. La realizzazione di nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica (ERP) è progressivamente diminuita negli anni e si è anche eroso fortemente il patrimonio per la dismissione e la vendita di alloggi (oltre 200.000). L’ultima legge di Bilancio ha tagliato il Fondo per il sostegno agli affitti e il Fondo per la morosità incolpevole in un contesto sociale che vede il 45% delle famiglie in condizione di povertà vivere in affitto.
Il Piano Casa annunciato dal Ministro Salvini, con uno stanziamento insufficiente di 100 milioni per 2027 e 2028, avrebbe dovuto prevedere anche linee guida per l’edilizia residenziale pubblica e sociale. Sembra però abbandonato.
Comune di Parma: Raggiunta l'Intesa sul Contratto Decentrato 2024
Dopo due mesi di trattative, siglato il contratto decentrato del Comune di Parma per il 2024
Manzotti, FP CGIL Parma: “Riteniamo buoni i risultati raggiunti”
Dopo circa due mesi di trattative, il 24 giugno è stato finalmente sottoscritto il Contratto Decentrato Integrativo del Comune di Parma per l’anno 2024. Ruggero Maria Manzotti, segretario generale FP CGIL Parma, ha commentato: “Riteniamo buoni i risultati raggiunti nell’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori del Comune di Parma.”
Contenuti dell’Intesa
Nuovo Regolamento sul Lavoro a Distanza: Entrerà in vigore il primo settembre 2024 e disciplinerà il lavoro agile e da remoto, favorendo la conciliazione tra vita privata e lavoro.
Differenziali Stipendiali: Continuerà il percorso delle progressioni orizzontali, garantendo nuovi aumenti per la Polizia locale.
Fondo Salario Accessorio: Confermate le somme per la produttività, con un aumento dell’indennità per i dipendenti dei front office.
Welfare Aziendale: Confermato il contributo per il trasporto pubblico urbano e l’aumento del buono spesa per tutti i dipendenti.
Regolamento per gli Incentivi Tecnici: Approvato il regolamento basato sul nuovo codice degli appalti pubblici, promuovendo maggiore trasparenza ed equità.
Utilizzo delle Risorse da Recupero dell’Evasione dei Tributi Locali: Il sindacato si impegna a monitorare attentamente l’applicazione di questo strumento.
“Questa contrattazione – aggiunge Manzotti – è durata circa due mesi e ci ha visti impegnati al tavolo delle trattative, come sempre, in maniera chiara e determinata. Ringraziamo tutte le RSU per il lavoro paziente e costante svolto anche in questa occasione e, con loro, da settembre riprenderemo il confronto sugli altri importanti argomenti che volta per volta la parte pubblica porterà ai tavoli di contrattazione.”
Prossimamente saranno calendarizzate le assemblee per i vari settori per esporre i contenuti del contratto decentrato 2024.
Le Sfide del rinnovo del CCNL Funzioni Locali 2022-2024
“Le sfide che ha davanti il comparto delle funzioni locali hanno un tasso di complessità molto più alto di quelle che abbiamo in alcuni comparti, perché siamo in una situazione di contrazione occupazionale che porta a volte all’impraticabilità di alcune scelte.”.
Lo ha detto la segretaria generale di Fp Cgil Serena Sorrentino in occasione della riunione per l’apertura della trattativa per il rinnovo contrattuale del CCNL personale funzioni locali 2022-2024.
A fronte all’intenzione del rappresentante della Conferenza delle Regioni di ricercare condivisione, Sorrentino ha replicato: “Se l’appello è quello della condivisione noi rispondiamo positivamente all’idea – ha aggiunto – ma la condivisione non può significare accettare passivamente il definanziamento, la svalorizzazione del salario dei dipendenti delle funzioni locali. La condivisione può essere, invece, costruire insieme una strategia per la quale sul titolo valorizzazione del personale, crescita dei salari maggiore dell’inflazione, finanziamento della contrattazione decentrata e del salario accessorio, sul tema del superamento di tanti tetti, non solo quello sul salario accessorio ma anche sulle facoltà assunzionali, le parti sedute al tavolo possono convergere su un’univoca richiesta al Governo di intervenire su questi temi. Sicuramente sarà un impegno della Cgil proseguire sul terreno della mobilitazione che noi abbiamo intrapreso e quindi sono un po’ meno ottimista del Presidente dell’Aran nel dire che parte la trattativa per il contratto delle funzioni locali. Ci siamo incontrati ma, se queste sono le premesse, pensare che insediamo il tavolo che inizia a discutere di merito sarà molto complicato”.
“Chiedo all’Aran di farsi portatrice presso il ministro della Pubblica Amministrazione: abbiamo bisogno di una proroga esigibile sulle progressioni verticali in deroga. E’ un punto imprescindibile per noi, altrimenti la riforma dell’ordinamento professionale conseguita nel 19-21 viene vanificata. Quanto allo risorse stanziate sino ad ora (0,55%) – ha proseguito Sorrentino – lo abbiamo interpretato come un primo segnale di attenzione verso la valorizzazione professionale di lavoratori e lavoratrici. Oggi noi chiediamo di aumentare il valore di quel fondo, così come chiediamo di avere certezza sull’aumento dei finanziamenti per quello 0,22% che era stato solo un parziale sblocco. Sul terreno della valorizzazione professionale noi chiediamo al Governo di avere delle risorse aggiuntive”.
Per Fp Cgil, “un altro tema è l’orario di lavoro: sicuramente la leva retributiva è importante, ma l’altra leva di soddisfazione per lavoratori e lavoratrici è quella della condizione di lavoro. Affrontare il tema della carenza di personale dicendo a lavoratori e lavoratrici, come prima risposta, che l’unico strumento che hanno per aumentare la valorizzazione economica è aumentare l’orario di lavoro è una sconfitta e una contraddizione in termini con il tema del benessere organizzativo. Aumento dell’orario di lavoro che per alcune categorie usuranti e gravose, anche nel comparto delle funzioni locali, è impraticabile”.
“Infine – ha concluso la segretaria generale Fp Cgil – quanto al personale educativo, non saremo mai d’accordo su una ipotesi di doppio inquadramento differenziale che divide e dequalifica coloro i quali da anni svolgono questa attività con un titolo differente. Occorre affrontare la gestione tecnica di questo contratto, e su questo abbiamo delle proposte”.
Decreto Lavoro e Modifiche al Programma GOL: Le Sfide dei Centri per l’Impiego
Il Decreto Lavoro (D.L. 48/2023) e le recenti modifiche al Programma GOL stanno esasperando le difficoltà affrontate da anni dai Centri per l’Impiego (CPI) e dagli utenti, inclusi disoccupati, inoccupati e lavoratori in transizione.
La Sfida dei Centri per l’Impiego
Invece di rafforzare i CPI nella loro funzione di attivazione lavorativa e collaborazione con i Comuni per i percorsi di inclusione delle persone più fragili, si è deciso di allargare la partecipazione dei soggetti privati nell’erogazione dei servizi al lavoro. Il Piano di potenziamento è ancora fermo al 50% delle assunzioni previste e, anche dove ha raggiunto gli obiettivi, non garantisce un adeguato turnover.
L’Impatto del Governo
Il Governo continua a non riconoscere il ruolo centrale dei servizi pubblici territoriali nel rispondere ai bisogni della popolazione. Le lavoratrici e i lavoratori devono essere messi nelle condizioni di fornire un’accoglienza e un supporto adeguati a chi vive già situazioni di difficoltà.
Decreto Coesione n. 60/24
Il decreto coesione n. 60/24 prevede che il sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa utilizzi l’intelligenza artificiale per l’ottimale abbinamento tra domanda e offerta di lavoro. Questo, senza una preventiva informativa e discussione sul funzionamento del sistema e sulla interrelazione con l’architettura dei Servizi per l’Impiego, crea ulteriori complicazioni.
La Difesa della CGIL
La CGIL difende la valorizzazione e il ruolo dei Centri per l’Impiego e la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori. Viene richiesta:
- Un Ripensamento Strategico delle Politiche Attive: Un concreto strumento di contrasto alle diseguaglianze nel mercato del lavoro, mettendo al centro i diritti e i bisogni delle persone in cerca di occupazione.
- Attuazione del Piano Straordinario per l’Occupazione: Potenziare gli organici e garantire la qualità del servizio pubblico e i percorsi di inclusione.
- Piattaforme Informatiche Funzionanti: Effettiva interoperabilità delle banche dati con sistemi gestionali condivisi.
- Colmare le Carenze Strutturali: Fornire postazioni di lavoro, strumentazioni, spazi e infrastrutture adeguate per accogliere un’utenza fragile e garantire condizioni di lavoro dignitose, assicurando salute e sicurezza sul lavoro.
- Aumento delle Risorse per il Rinnovo del CCNL: Valorizzare economicamente i lavoratori dei CPI con retribuzioni adeguate a tutelare i salari dall’inflazione.
Mobilitazione Nazionale
La CGIL invita alla mobilitazione nazionale contro la privatizzazione dei servizi per il lavoro.