FP CGIL Forlì-Cesena interviene con forza sulla situazione della Casa Residenza Anziani di Santa Sofia, gestita dall’Asp San Vincenzo de’ Paoli e affidata in appalto alla cooperativa sociale Il Cigno. Da tempo, insieme a Fisascat CISL Romagna e UIL FPL, denunciamo criticità gravi e persistenti, che mettono a rischio il benessere del personale e la qualità dei servizi offerti.

Una struttura nel mirino: controlli tecnici non bastano

L’amministrazione comunale di Santa Sofia – rispondendo alle sollecitazioni della minoranza consiliare – ha recentemente affermato che la struttura di via Unità d’Italia ha superato positivamente tutti i controlli effettuati da commissioni distrettuali, NAS, Azienda sanitaria e Carabinieri. Ma per noi questo non basta. I controlli istituzionali, infatti, si limitano a verifiche tecnico-sanitarie: non affrontano il tema del clima lavorativo, dello stress organizzativo, della tutela dei diritti individuali o del crescente senso di sfiducia tra le lavoratrici e i lavoratori.

Un contesto lavorativo insostenibile

Dal nostro punto di vista, la situazione è preoccupante. Le lavoratrici e i lavoratori ci parlano ogni giorno di:

  • un clima oppressivo, fatto di richiami verbali e sanzioni ingiustificate;

  • turni instabili, spesso modificati senza congruo preavviso o confronto;

  • totale assenza di dialogo con le rappresentanze sindacali;

  • introduzione unilaterale di un “premio di produttività” attribuito secondo criteri selettivi e discriminatori, che penalizza chi ha fatto ricorso a diritti tutelati come maternità, malattia o Legge 104.

Una politica aziendale che non valorizza, ma mortifica. Che non premia, ma divide. Con un effetto devastante: fuga di personale, sfiducia crescente, malessere organizzativo.

La responsabilità della carenza di personale

Il Comune – pur riconoscendo le difficoltà nel reperire operatori socio-sanitari – non ha mai menzionato la responsabilità gestionale dell’appaltatore, che anche nella Rsa di Premilcuore, sempre affidata alla stessa cooperativa, dimostra gli stessi problemi.

Il silenzio delle istituzioni è inaccettabile

A seguito della nostra segnalazione del 18 giugno scorso, non abbiamo ricevuto alcuna risposta istituzionale. Nessun incontro. Nessun confronto. Nessuna assunzione di responsabilità. Il Comune di Santa Sofia, pienamente informato della situazione, ha scelto deliberatamente di ignorare le nostre istanze e quelle delle lavoratrici.

Non basta un progetto di riqualificazione edilizia

Sappiamo dell’intervento di riqualificazione in corso sulla Comunità Alloggio – progetto da 320.000 euro, finanziato in parte dalla Fondazione Carisp – ma i muri non bastano se chi ci lavora non è messo nelle condizioni di farlo con dignità, sicurezza e serenità.

Serve una svolta, subito

Come FP CGIL, chiediamo con urgenza:

  • un tavolo istituzionale con i Comuni coinvolti;

  • un confronto aperto con la cooperativa affidataria;

  • il rispetto dei diritti contrattuali e sindacali del personale;

  • un cambio netto nella gestione delle risorse umane, che parta dalla centralità del lavoro.

La dignità del lavoro di cura non può essere sacrificata in nome di logiche economiche o di silenzi istituzionali.