La Funzione Pubblica CGIL ha depositato la propria memoria scritta presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati sul disegno di legge “Disposizioni in materia di sviluppo della carriera dirigenziale e della valutazione della performance del personale delle pubbliche amministrazioni” (AC 2511), il cosiddetto DDL Merito.
Un provvedimento che, secondo la FP CGIL, rischia di compromettere l’autonomia, l’imparzialità e l’efficacia della Pubblica Amministrazione, sostituendo criteri oggettivi di valutazione con logiche discrezionali e politiche.
Un impianto pensato per le funzioni centrali, ma imposto a tutte le PA
Il disegno di legge appare concepito per le amministrazioni centrali, ma esteso anche agli enti locali senza tener conto delle differenze organizzative e operative del sistema dei Comuni.
Le norme si sovrappongono a disposizioni già disciplinate dalla contrattazione collettiva nazionale, generando confusione nei sistemi di valutazione e nella gestione della performance.
Valutazione dei dirigenti: più controllo politico, meno autonomia
La FP CGIL contesta la volontà del legislatore di subordinare i dirigenti alla politica, attraverso sistemi di valutazione diretta e discrezionale che incidono anche sul trattamento economico.
Si introduce inoltre un meccanismo di carriera “in prova” per 4-5 anni, legato a valutazioni continue da parte del dirigente sovraordinato, con rischi di licenziamento e incertezze sulla conservazione del posto.
Penalizzati i lavoratori, a costo zero per lo Stato
Il disegno di legge prevede una differenziazione della valutazione del personale senza risorse aggiuntive, ridistribuendo i fondi esistenti e creando competizione interna invece che valorizzazione.
Con la limitazione al 30% delle valutazioni più alte e al 20% delle “eccellenze”, si finisce per penalizzare la maggioranza dei lavoratori e vanificare i principi di equità.
Il ridimensionamento degli OIV: un arretramento per la trasparenza
La riforma degli Organismi Indipendenti di Valutazione (OIV) rappresenta, secondo la FP CGIL, un grave arretramento.
Gli OIV vengono svuotati del loro ruolo tecnico e ridotti a organi consultivi, restituendo la valutazione ai vertici politico-amministrativi.
Questo apre la strada a decisioni arbitrarie e mina la credibilità dei sistemi di valutazione, soprattutto negli enti locali.
Un modello che rischia di precarizzare la dirigenza pubblica
Il DDL prevede percorsi di carriera fondati su valutazioni soggettive, non anonime e potenzialmente retroattive, affidando al dirigente sovraordinato un ruolo predominante nella selezione.
La FP CGIL ribadisce la preferenza per il sistema concorsuale pubblico, come sancito dall’articolo 97 della Costituzione, a garanzia di imparzialità e merito effettivo.
Norme da sopprimere e proposte di emendamento
La FP CGIL chiede la soppressione di due disposizioni ritenute inaccettabili:
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la cessazione automatica degli incarichi dirigenziali ex art. 110 TUEL alla scadenza del mandato del sindaco;
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la deroga che consente il transito nella prima fascia ai dirigenti di seconda con almeno 24 mesi di incarico.
Il DDL Merito non valorizza il personale pubblico, ma accentua gerarchie e discrezionalità.
Sistemi di valutazione imposti dall’alto, indebolimento degli OIV e precarizzazione della dirigenza allontanano la prospettiva di una Pubblica Amministrazione indipendente e autorevole.
La FP CGIL chiede un confronto vero per riforme che rafforzino professionalità, formazione e percorsi di carriera, nell’interesse dei cittadini e della qualità dei servizi pubblici.