Sottoscritto il Contratto Integrativo di ARPAE del 2024
Il 9 luglio 2024 è stato firmato il Contratto Integrativo Aziendale CIA di Arpae, proseguendo il percorso iniziato nel 2023. Questo accordo rappresenta un passo significativo per l’ente e i suoi dipendenti, con diverse novità e conferme. Vediamo insieme i punti salienti:
Proseguimento del Percorso DEP
Il percorso di sviluppo professionale DEP continuerà nel quadriennio, con 319 passaggi previsti solo per il 2024. Questo è un passo fondamentale per la crescita e la valorizzazione del personale.
Aumento del Saldo di Produttività
È stato concordato un aumento del saldo di produttività per l’anno in corso, valido per tutte le aree contrattuali. Questo incremento è volto a premiare l’impegno e l’efficienza del personale.
Nuovo Progetto Regionale dal 1° Agosto 2024
Dal 1° agosto 2024 partirà un nuovo progetto regionale che garantirà la compensazione del disagio per le attività di ispezione e monitoraggio in esterno. Queste attività prevedono 8 ore di lavoro a una distanza dalla sede inferiore a quella delle trasferte, offrendo così un supporto concreto agli operatori.
Prosecuzione dei Progetti Incentivanti
I progetti incentivanti regionali, già attivi nel 2023, verranno proseguiti anche nel 2024. Questi progetti mirano a incentivare il personale, migliorando le condizioni lavorative e l’efficacia dei servizi offerti.
Garanzia dei Fondi Straordinari
È stata garantita la disponibilità dei fondi legati allo straordinario per le varie strutture di Arpae. Inoltre, c’è un impegno a recuperare nel prossimo anno le situazioni di difficoltà verificatesi in alcuni nodi.
Confronto su Organici e Carichi di Lavoro
Sarà aperto un confronto sugli organici e sui carichi di lavoro, con l’obiettivo di raggiungere miglioramenti nelle attività svolte dal personale, ponendo particolare attenzione al tema delle responsabilità.
Questo accordo è stato possibile grazie al contributo delle Rsu, alla partecipazione attiva delle lavoratrici e dei lavoratori, e alle relazioni sindacali che da anni sono impegnate a valorizzare il personale per migliorare i servizi ai cittadini.
Cosa fare in caso di infortuni o malattie professionali: una guida
Se pensi di avere problemi di salute causati dal tuo lavoro, vieni al Patronato Inca Cgil e potrai ottenere il riconoscimento delle TUE tutele.
In caso di infortunio o malattia professionale il Patronato Inca Cgil ti assiste nel percorso di riconoscimento delle tutele derivanti dai danni da lavoro.
INFORTUNIO SUL LAVORO E IN ITINERE
Se ti fai male mentre stai lavorando o hai un incidente stradale nel tragitto casa-lavoro, lavoro-casa o quando ti sposti da un sito produttivo ad un altro,
ricorda
è importante recarsi al Patronato Inca con la documentazione rilasciata dal Pronto Soccorso, che si attiverà nei confronti dell’Inail. Troverai esperienza e professionalità, sia in ambito amministrativo che medico legale.
MALATTIE PROFESSIONALI
La malattia per essere professionale de ve essere contratta a causa e durante il lavoro.
I RISCHI presenti negli ambienti di lavoro, nel tempo, possono provocare danni alla salute:
• DANNI ALL’APPARATO MUSCOLOSCHELETRICO
Ripetitività dei movimenti, movimentazione manuale carichi, sovraccarico degli arti superiori, vibrazioni, posture incongrue possono provocare ernie dicali, sindrome tunnel carpale, tendinopatia alle spalle, meniscopatia ecc.
• TUMORI PROFESSIONALI
Prodotti chimici e agenti fisici rappresentano un significativo rischio per la salute dei lavoratori e delle lavoratrici; le polveri del legno e del cuoio, i raggi solari, i pesticidi, i fitofarmaci, le radiazioni ionizzanti sono fattori che possono provocare vari tipi di tumore al polmone, alla vescica, ai seni paranasali, al colon, al seno, alcune forme di leucemia ecc.
• STRESS DA LAVORO CORRELATO
Ritmi e organizzazione del lavoro, condizioni ambientali, conflitti e vessazioni possono provocare stress e il manifestarsi di disturbi ansiosi, insonnia e senso di inadeguatezza e, inoltre, influire sul l’attenzione e aumentare il rischio di infortunio mentre stai svolgendo la tua mansione.
Se pensi che il tuo problema di salute sia causato dal lavoro, all’Inca trovi personale esperto e medici in grado di valutare il tuo caso, attivare il percorso per il riconoscimento di malattia professionale.
LE TUTELE DELL’INAIL
Il riconoscimento di un infortunio o di una malattia professionale può comportare l’attribuzione di un punteggio di postumi permanenti, dal quale possono derivare riconoscimenti di natura economica:
- Postumi dal 6% al 15%: indennizzo in capitale, pagamentouna tantum
- Postumi dal 16% al 100%: costituzione di una rendita mensile
…E UNA VOLTA OTTENUTO IL RICONOSCIMENTO DALL’INAIL?
INFORTUNIO
PUOI RICHIEDERE L’AGGRAVAMENTO FINO A 10 ANNI DALL’EVENTO
MALATTIA PROFESSIONALE
PUOI RICHIEDERE L’AGGRAVAMENTO FINO A 15 ANNI DALLA DENUNCIA
Premierato: una verticalizzazione del potere senza precedenti e senza paragoni nelle democrazie occidentali
Un’organizzazione come la Cgil, un sindacato confederale che ambisce a far partecipare il mondo del lavoro alla vita democratica del Paese e a incidere sulle scelte politiche generali, non può che manifestare tutta la sua contrarietà al Disegno di Legge sul Premierato, approvato lo scorso 18 giugno in prima lettura dal Senato della Repubblica.
Se questo progetto diventasse legge saremmo di fronte a una formidabile verticalizzazione del potere, senza precedenti e senza paragoni in Occidente. La nostra democrazia cambierebbe completamente i suoi connotati, risultandone sfigurata, ridotta a un guscio vuoto. Le persone che rappresentiamo, lavoratori e pensionati verrebbero trasformate in popolo indistinto, chiamato a votare una delega in bianco ogni cinque anni a favore di chi concentrerebbe nelle sue mani ogni decisione, senza dover rendere conto a nessuno per l’intero mandato. In questo scenario, non solo le organizzazioni sindacali, ma gli stessi partiti politici, i corpi intermedi e la società civile in generale conterebbero poco o nulla.
Per queste ragioni intendiamo utilizzare tutti gli strumenti democratici a disposizione per difendere la centralità del Parlamento, il ruolo di garanzia del Presidente della Repubblica e l’equilibrio dei poteri sancito dalla nostra Costituzione.
Istituzione dell'albo dei Pedagogisti e degli Educatori socio-pedagocici dell'Emilia-Romagna
La Legge 55 del 15/04/2024 prevede l’istituzione dell’Albo dei Pedagogisti e dell’Albo degli Educatori Professionali Socio-Pedagogici.
Il Tribunale di Bologna ha nominato il Commissario per la formazione degli albi. È possibile presentare la domanda per l’albo dell’Emilia-Romagna presso il Tribunale di Bologna entro il 6 agosto 2024.
A chi sono rivolti gli albi?
Ai pedagogisti, agli educatori socio-pedagogici e agli educatori dei servizi educativi per l’infanzia.
Come si presenta la domanda?
Per presentare domanda di iscrizione presso l’albo dell’Emilia-Romagna le due modalità indicate dal Tribunale sono le seguenti:
- presso l’Ufficio Albo CTU del Tribunale di Bologna (Via Farini, 1), dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.00;
- a mezzo raccomandata a/r indirizzata “al Commissario per la formazione degli albi dei pedagogisti e degli educatori socio-pedagogici” presso il Tribunale di Bologna, Via Farini 1, Bologna.
Su ogni istanza dovrà essere apposta una marca da bollo da 16 euro.
L’iscrizione all’Albo è necessaria per l’esercizio della professione.
Le iscrizioni entro il 6 agosto 2024 sono finalizzate alla formazione degli albi ed alla costituzione dell’Ordine regionale delle professioni pedagogiche ed educative. A far data dalla costituzione dell’Ordine verrà normato anche il suo funzionamento.
Se hai richieste di chiarimenti chiama il tuo funzionario territoriale della FP CGIL!
«Aumentare il divario tra le regioni mette a rischio anche la nostra sanità» Il commento del segretario generale Marco Bonaccini
Da un’intervista del Corriere di Romagna
Il segretario regionale della Fp Cgil Marco Bonaccini: «Vantaggi soltanto a breve termine, aumenterà la migrazione sanitaria e sarà difficile reggere»
«Anche un sistema attrattivo come il nostro verrà affondato sotto i colpi di una domanda che non potrà reggere»
«Mantenere il nostro livello di eccellenza come sanità regionale sarà sempre più difficile. Nessuno si illuda che dare maggiori risorse alle regioni considerate più ricche possa essere un vantaggio, forse lo sarà nel breve periodo, ma non nel lungo. Perché se una parte della nave va a fondo prima o dopo va a fondo tutta la nave».
A parlare sugli effetti dell’autonomia differenziata sulla sanità emiliano romagnola è Marco Bonaccini, segretario regionale della Fp Cgil Emilia Romagna, alle prese in questi giorni con l’analisi di una riforma di cui si percepisce il senso, ma molto meno i contorni.
«La verità è che stiamo parlando di un colossale punto interrogativo – spiega Bonaccini – La traduzione concreta di quanto approvato in parlamento resta un’incognita. Parliamo di una legge che in realtà non conosciamo, dove si parla di criteri, ma poco di sostanza e di risorse»
Bonaccini, pur con tutte le sue criticità ancora presenti (vedi liste d’attesa), la sanità emiliano romagnola resta un’eccellenza a livello nazionale, crede che l’autonomia differenziata possa intaccare i suoi livelli attuali?
«Mantenere quei livelli sarà sempre più difficile. Il primo effetto sarà però quello di una divaricazione territoriale sempre più marcata; con un sud sempre più in difficoltà a garantire una sanità all’altezza».
Un recente studio della fondazione Gimbe a riguardo parla di “frattura strutturale” tra nord e sud Italia «Quel gap già esistente tra regioni settentrionali e meridionali lo dovremo probabilmente moltiplicare per quattro o per cinque e solo allora capiremo a cosa andiamo incontro».
In che senso?
Dopo un primo apparente vantaggio per le regioni del nord, si incrementerà un fenomeno già esistente che è quello della migrazione sanitaria. Al momento, citando lo stesso studio della Fondazione Gimbe di cui mi parlava, in Emilia Romagna siamo al secondo posto in Italia (dopo la Lombardia) come accoglienza di pazienti che arrivano da altre regioni. Se per la nostra sanità dovessero aumentare i pazienti in maniera così esponenziale come potremo dare una risposta a tutti? Anche un sistema attrattivo come il nostro verrà affondato sotto i colpi di una domanda che non potrà reggere. Ecco perché ritengo che solo in apparenza questa ripartizione aiuti le regioni virtuose».
E per i lavoratori della sanità?
«Anche per loro ci saranno conseguenze di questo gap. Che in parte già vediamo in altri settori. Ci sarà una grande affluenza da altre regioni. Ma se da un lato l’Emilia Romagna sa accogliere lavorativamente, dall’altro ormai ha un costo della vita che rende difficile la loro permanenza. E quindi si creerà un problema di reperimento di personale. Ma mi lasci dire una cosa ulteriore»
Prego
«Parliamo molto di sanità, ma molto meno di socio sanità. Ed è proprio la tenuta del sistema socio sanitario che mi preoccupa di più. Un paziente può uscire da un ospedale con un intervento perfettamente riuscito, ma poi ha bisogno di assistenza. Andiamo incontro ad un invecchiamento della popolazione che nei prossimi 15 anni avrà il suo boom. Ma negli ultimi 25 anni le case dei Comuni, a cui questo sistema è affidato, sono state progressivamente prosciugate dai vari governi che si sono succeduti, anche di centro sinistra va detto, e ora devono fare i conti con tutto questo».
L’alternativa quale sarebbe? Un ritorno al centralismo statale?
«Sono assolutamente contrario a un ritorno al centralismo statale. L’alternativa è un’altra: riequilibrare queste dinamiche. Da un lato parlare di autonomia delle regioni, dall’altro si uccidono i Comuni. Qualcosa è evidente che non va.
Il nodo restano quindi le risorse
«E su questo è ovvio che non possiamo prescindere da una riforma fiscale che non attinga solo dal gettito fiscale sicuro di pensionati e dipendenti come avviene ora.»
Su queste colonne Vasco Errani invocava come argine politico all’Autonomia Differenziata la carta del referendum è d’accordo?
Sì lo sono. Le grandi riforme costituzionali sono state accompagnate nella storia della repubblica da un Referendum. Ed è bene ricordare che spesso ha dato esiti diversi da quelli che i governi si aspettavano.
L'Europa Che Vogliamo: Appello al Voto per le Elezioni Europee 2024
L’8 e il 9 giugno si terranno le elezioni per il Parlamento Europeo. Questa è l’unica istituzione di governo dell’Unione Europea eletta direttamente dai cittadini. La sua formazione determinerà l’indirizzo politico generale del continente per i prossimi cinque anni, in un contesto di crescenti sfide globali. Le decisioni prese influenzeranno il modello economico, sociale e culturale dell’Europa, con ripercussioni sulle relazioni internazionali.
Le Sfide Globali dell’Europa
L’Europa deve affrontare tensioni internazionali, crisi economiche e sociali, cambiamenti climatici, trasformazioni tecnologiche, crisi demografiche e migrazioni massive. Questi problemi rappresentano minacce ma anche opportunità per un’Europa che in passato ha saputo unire i cittadini attorno ai valori di uguaglianza, libertà e democrazia.
L’Appello ai Cittadini e alle Forze Politiche
Invitiamo i cittadini a partecipare attivamente alle elezioni europee del 2024. Votare consapevolmente significa scegliere i rappresentanti che affronteranno le questioni cruciali per milioni di persone. Alle forze politiche chiediamo di presentare proposte concrete e di coinvolgere i cittadini nelle decisioni di cambiamento per il benessere collettivo.
Rifiutare l’Estrema Destra
Il Manifesto della Confederazione Europea dei Sindacati invita a respingere l’estrema destra, che attacca sindacati e diritti democratici. È essenziale non collaborare con tali forze nelle istituzioni europee.
La Reazione dell’Europa alla Pandemia
Durante la pandemia da Covid-19, le istituzioni europee hanno reagito sospendendo i rigidi vincoli del Patto di Stabilità e attuando piani come NextGenerationEU e SURE, interrompendo le politiche di austerità che avevano aumentato le disuguaglianze e limitato i diritti sociali.
La Nuova Governance Economica
Nonostante gli sforzi recenti, la revisione della governance economica reintroduce vincoli di bilancio che ostacolano investimenti per lo sviluppo economico, la sanità, l’istruzione e le misure sociali. Questo approccio rischia di alimentare il consenso per le forze antieuropeiste.
Un’Europa Unita e Solidale
Serve un’Europa che consideri il proprio modello sociale come perno centrale delle sue azioni. Un’Europa che redistribuisca benessere e ricchezze, garantendo opportunità e dignità a tutti i cittadini. Un’Europa che promuova la pace e rafforzi le relazioni multilaterali.
Le Proposte della CGIL
La CGIL propone un’Europa che metta il lavoro al centro dell’agenda, proteggendo e creando nuovi posti di lavoro nei settori strategici, aumentando salari e pensioni, combattendo la precarietà e garantendo sicurezza sui luoghi di lavoro. Un’Europa che promuova la giustizia economica, tassando le grandi ricchezze e gli extra-profitti, e che archivi definitivamente l’austerità per investire in crescita economica e sociale.
Verso le Elezioni Europee 2024
In vista delle elezioni europee del 2024, è fondamentale che i cittadini, le associazioni, le realtà imprenditoriali e le forze politiche riflettano sull’Europa che vogliamo. Un’Europa inclusiva, giusta, sostenibile e democratica.
Referendum 8 e 9 giugno: vota 5 Sì per il lavoro e la cittadinanza
L’8 e 9 giugno 2025, i cittadini italiani sono chiamati a esprimersi su cinque quesiti referendari che riguardano temi fondamentali come il lavoro e la cittadinanza. Questi referendum rappresentano un’opportunità per rafforzare i diritti dei lavoratori e promuovere una società più inclusiva.
1. Reintegro in caso di licenziamento illegittimo
Il primo quesito propone l’abrogazione delle norme introdotte dal Jobs Act che hanno limitato il diritto al reintegro per i lavoratori licenziati senza giusta causa. Votando Sì, si mira a ripristinare la tutela reale, garantendo ai lavoratori la possibilità di essere reintegrati nel proprio posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo.
2. Indennità equa per i licenziamenti nelle piccole imprese
Il secondo quesito riguarda l’eliminazione dei limiti massimi all’indennità per i lavoratori licenziati nelle imprese con meno di 15 dipendenti. Attualmente, questi lavoratori possono ricevere un risarcimento massimo di sei mensilità. Votando Sì, si intende permettere al giudice di determinare l’indennità in base al danno effettivamente subito, senza tetti predefiniti.
3. Limitare l’abuso dei contratti a termine
Il terzo quesito propone l’abrogazione delle disposizioni che facilitano l’uso dei contratti a tempo determinato, spesso utilizzati in modo abusivo per evitare l’assunzione a tempo indeterminato. Votando Sì, si vuole promuovere la stabilità lavorativa e contrastare la precarizzazione del lavoro.
4. Responsabilità solidale negli appalti
Il quarto quesito mira a ripristinare la responsabilità solidale del committente in caso di infortuni sul lavoro nelle aziende appaltatrici o subappaltatrici. Attualmente, il committente è esonerato da responsabilità per i rischi specifici dell’attività delle imprese appaltatrici. Votando Sì, si intende garantire una maggiore tutela per la sicurezza dei lavoratori coinvolti negli appalti.Wikipedia, l’enciclopedia libera
5. Riduzione del periodo di residenza per la cittadinanza
Il quinto quesito propone di ridurre da dieci a cinque anni il periodo di residenza legale richiesto agli stranieri extracomunitari per ottenere la cittadinanza italiana. Votando Sì, si favorisce l’inclusione sociale e si riconosce il contributo di chi vive e lavora in Italia da anni.
Informazioni sul voto
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Date e orari: Domenica 8 giugno dalle 7:00 alle 23:00 e lunedì 9 giugno dalle 7:00 alle 15:00.
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Documenti necessari: Tessera elettorale e documento d’identità valido.
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Voto fuori sede: Puoi votare nel comune di domicilio temporaneo per motivi di studio, lavoro o cure, se hai presentato domanda entro il 4 maggio.
Votare 5 Sì ai referendum dell’8 e 9 giugno significa scegliere un’Italia che valorizza il lavoro dignitoso, la sicurezza e l’inclusione. È un passo fondamentale per costruire una società più equa e solidale.
Strage di Suviana - Giovedì 11 aprile sciopero generale regionale!
Di fronte alla strage di lavoratori avvenuta alla centrale idroelettrica di Bargi (bacino di Suviana), giovedì 11 aprile sciopero generale di tutti i settori (pubblici e privati), per l’intera giornata in tutta l’Emilia-Romagna indetto da Cgil e Uil. Presidi e manifestazioni in tutti i territori e province!
Parla il segretario generale della Camera del lavoro di Bologna: “In città per avere questo numero di vittime bisogna andare indietro cent’anni”
“Siamo tutti sconvolti a Bologna. La memoria corre alle grandi stragi sul lavoro della storia del nostro Paese. Alla Mecnavi. Alla Thyssenkrupp. Per avere questi numeri di morti sul lavoro a Bologna bisogna andare indietro di cent’anni. Siamo di fronte all’ennesima strage, in un Paese che ha 1500 morti all’anno secondo i dati dell’Osservatorio indipendente di Bologna sui morti sul lavoro. A Bologna giovedì raddoppiamo lo sciopero: tutti i settori pubblici e privati si fermano per otto ore con manifestazione alle ore 9:00 in piazza XX settembre. Sfileremo dietro a uno striscione che dice solo ‘Adesso basta’. Sarà un momento di rabbia. Di rabbia anche per un senso di impotenza. Perché si continua a morire. Adesso è tempo di scioperare”.
LA SOLIDARIETÀ E IL CORDOGLIO DEL PRESIDENTE MATTARELLA
Gli occhi e i pensieri del Paese sono rivolti al territorio scioccato dalla strage. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è messo in contatto con il presidente della regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, dal quale ha assunto informazioni sulla tragedia avvenuta nella centrale elettrica del Lago di Suviana. Nel corso della telefonata il Presidente Mattarella ha espresso il suo cordoglio per gli operai deceduti e solidarietà ai feriti, alle famiglie e ai colleghi di lavoro delle vittime, auspicando che sia fatta piena luce sulla dinamica dell’incidente.
ORA BASTA MORTI SUL LAVORO. GIOVEDÌ 11 APRILE SCIOPERO GENERALE

Sottoscritto accordo unitario sulla sanità regionale!
Un importante risultato che valorizza il personale delle aziende sanitarie
L’accordo unitario raggiunto tra Fp Cgil, Cisl Fp, e Uil Fpl e l’Assessorato Regionale alla Sanità segna un momento importante per il futuro del personale sanitario nella nostra regione. Ecco i punti chiave di questo importante accordo, delineati per garantire miglioramenti significativi nell’organizzazione del lavoro e nelle condizioni del personale impegnato nel settore.
📌 Organizzazione del Lavoro e Liste d’Attesa
Previsto un confronto preventivo sull’organizzazione del lavoro mira a effettuare un’analisi approfondita dei piani per il recupero delle liste d’attesa. Questo è un passo fondamentale per migliorare l’efficienza del servizio sanitario, garantendo tempi di attesa ridotti per i pazienti.
📌 Tariffa Uniforme per le Prestazioni Aggiuntive
È definita una tariffa omogenea a livello regionale di 50 Euro/ora per le prestazioni aggiuntive. Questo assicura una remunerazione equa per il personale e una gestione più flessibile e decentrata dell’organizzazione del lavoro.
📌 Garanzia sul Turn-over del Personale
Turn-over: mantenimento del personale al 31/12/2024 e per gli anni successivi almeno come al 31/12/2023, al netto delle assunzioni per il recupero liste d’attesa.
📌 Percorso di Stabilizzazione e Fondi di Contrattazione
Continuerà il percorso di stabilizzazione del personale. Inoltre, c’è l’impegno a utilizzare tutti gli strumenti normativi previsti dai decreti emergenziali per riconoscere il salario accessorio oltre il tetto attuale.
📌 Sviluppo Professionale e Direzioni Assistenziali
Apertura di un tavolo regionale per valorizzare i ruoli di tutor e direttori delle attività didattiche nelle professioni sanitarie nonché la funzione di coordinamento per le direzioni assistenziali a livello regionale, con l’obiettivo di implementare lo sviluppo di tutte le professioni sanitarie.
📌 Diritto alla mensa
Impegno per un tavolo regionale sul diritto alla mensa.
Un importante risultato che valorizza il personale delle aziende sanitarie
Riconoscimento delle indennità collegate alle mansioni durante le ferie
La Corte di giustizia europea riconosce come principio generale il diritto del lavoratore, durante il periodo di ferie, a una retribuzione che includa “qualsiasi importo pecuniario che si ponga in rapporto di collegamento all’esecuzione delle mansioni e che sia correlato allo status personale e professionale del lavoratore”.
Nel caso in cui non ti vengano riconosciute le indennità correlate all’esecuzione delle tue mansioni e allo status personale e professionale nei periodi di ferie, spesso causate dalla differenziazione delle amministrazioni stesse, rivolgiti alla Fp CGIL del tuo territorio per il modello di messa in mora alle amministrazioni e per mantenerti informato per le eventuali successive azioni di rivendicazione.
La Fp CGIL sarà impegnata al pieno riconoscimento all’ attuazione dei principi sanciti dalla Corte di Giustizia europea a partire dall’ apertura della prossima stagione contrattuale .