Pratello: La FP Cgil denuncia gravi carenze nel carcere minorile e chiede interventi urgenti
Pratello: La FP Cgil denuncia gravi carenze nel carcere minorile e chiede interventi urgenti
“Mancanza di letti, scarsa pulizia, sovraffollamento: la situazione critica al Pratello preoccupa la Fp Cgil Bologna”
Una recente visita al carcere minorile del Pratello ha rivelato una serie di gravi carenze nelle condizioni di detenzione dei giovani, secondo quanto denunciato dalla Fp Cgil Bologna. La situazione è così preoccupante che la Fp Cgil sta chiedendo interventi immediati per garantire la dignità e la sicurezza dei detenuti.
La carenza di letti e materassi è diventata allarmante, al punto che alcuni giovani detenuti sono costretti a dormire a terra, con materassi improvvisati. Inoltre, la pulizia è carente, molte camere detentive non hanno finestre e alcune non hanno nemmeno il secondo cancello funzionante, mettendo a rischio la sicurezza dei giovani detenuti.
Nel corso della visita, è emerso che due minorenni sono rimasti intrappolati nella loro camera per un lungo periodo a causa della rottura della serratura della porta blindata. Questi sono solo alcuni dei problemi riscontrati dalla rappresentanza della Fp Cgil durante la loro ispezione al Pratello.
Il direttore della struttura ha anche segnalato il persistente sovraffollamento, aggravato dalla presenza di minori con gravi problemi di salute mentale e dalla grave carenza di personale, che ha portato alla sospensione di attività trattamentali. La situazione è ulteriormente complicata dalla mancanza di un comandante titolare a tempo pieno e dalla lamentela del medico in servizio riguardo all’assenza di una poltrona odontoiatrica per gli interventi urgenti.
La Fp Cgil ha riferito che attualmente al Pratello operano circa 30 agenti di polizia penitenziaria, costretti a lunghe ore di straordinario, doppi turni e servizi aggiuntivi dopo il turno di notte, il che ha reso estremamente difficile la loro condizione di lavoro.
Inoltre, le dotazioni strumentali fornite al personale penitenziario sono insufficienti e malfunzionanti. La Fp Cgil sottolinea che, a causa dell’apertura del secondo piano detentivo senza un adeguato rinforzo del personale, il rapporto numerico tra operatori e minori è ormai quasi di uno a uno, mettendo a repentaglio la sicurezza di tutti e compromettendo la funzione di recupero che dovrebbe essere fondamentale in un carcere minorile.
La Fp Cgil ha ribadito che questa emergenza è perdurata troppo a lungo e sta diventando la norma, e quindi ha richiesto un intervento urgente. La sindacato ha chiesto un incremento adeguato dell’organico di polizia penitenziaria e una maggiore attenzione per educatori e assistenti sociali. Inoltre, è stata proposta una drastica diminuzione del numero dei minori detenuti, con particolare attenzione all’allontanamento dei giovani più problematici, per garantire una situazione più sicura e dignitosa al Pratello.
Situazione esplosiva al carcere della Dozza
Sono arrivati a quasi 800 i detenuti presenti al carcere di Bologna e Salvatore Bianco di FP CGIL riferisce che alcuni “assumono pretese per le loro richieste più disparate e se non accontentati mettono in atto gesti autolesionistici o di ribellione verso le regole di convivenza”.
Il sindacato parla di “una situazione esplosiva nel penitenziario con pochissimi posti rimasti disponibili, continui eventi critici anche molto gravi, il personale di polizia penitenziaria è ridotto ai minimi termini con una carenza organica di circa 80 unità negli ultimi mesi” e un sistema “incapace di dare segnali chiari nella gestione di quei detenuti più problematici che avvertono sempre più il senso di impunità per i loro comportamenti a volte violenti e fuori dalle regole!”
Le richieste sono tra le più disparate: dallo spostamento in camera singola al rifiuto dell’assegnazione nei vari reparti, quando qualche posto si libera: “In questa situazione il personale avverte sempre più un senso di abbandono – spiega FP CGIL – davanti a una Amministrazione che resta inerme e non prende provvedimenti anche su quei soggetti che da diversi mesi continuano a creare situazioni critiche” e chiede che il blocco dei “dei continui ingressi registrati negli ultimi giorni, n.10 detenuti in più in circa 24 ore – quindi – la drastica riduzione del numero dei detenuti presenti nell’istituto, allontanando principalmente tutti quei soggetti ampiamente conosciuti per i loro comportamenti critici. Se ciò non avverrà si andrà incontro ad un periodo estivo molto complicato e l’amministrazione tutta ne sarà responsabile” conclude il sindacato.
Polizia penitenziaria: denunciamo criticità e assenza di relazioni positive nel distretto Emilia-Romagna e Marche
Le segreterie regionali delle organizzazioni sindacali del distretto Emilia-Romagna e Marche denunciano la criticità e l’assenza di relazioni sindacali e mettono in dubbio la gestione del Provveditorato. Nonostante la precorsa interlocuzione con la S.V., il tono immotivatamente indispettito nel precedente riscontro ha dimostrato la scarsa considerazione riservata ai rapporti con le OO.SS. e l’assenza di responsabilità da parte dei dirigenti.
Chiediamo che l’Amministrazione individui un luogo idoneo alla consultazione con i rappresentanti sindacali e denunciano anche l’inosservanza degli accordi pattizi sottoscritti tra Parte Pubblica e OO.SS. La richiesta di comunicare i nominativi dei delegati locali per partecipare ai lavori del PIL del PRAP e la convocazione dell’incontro sindacale sul FESI 2022 in modalità telematica viene vilipesa ed esprimiamo l’ intenzione di disertare l’incontro.
Le organizzazioni sindacali dichiarano lo stato di agitazione e si riservano di interrompere le trattative in sede distrettuale fino a quando non si registrerà un evidente e necessario cambiamento delle relazioni sindacali e delle condizioni lavorative del personale di Polizia Penitenziaria. Contestano infine gli interpelli emanati e le relative assegnazioni e chiedono di sospendere tali procedimenti almeno fino all’ufficialità delle nuove piante organiche.
In conclusione, chiediamo il rispetto delle trattative sindacali e la presa di responsabilità da parte del Provveditorato per migliorare le condizioni lavorative del personale penitenziario e la sicurezza degli istituti penitenziari del distretto.
Ennesimo suicidio in carcere, questa volta a Forlì
Da un articolo di ForlìToday
Un uomo di 28 anni di origine albanese e senza fissa dimora si è tolto la vita, per impiccagione, nella nottata tra venerdì e sabato nel penitenziario di Forlì. Da quanto si apprende il detenuto era stato portato ieri pomeriggio nella struttura forlivese a seguito di un ordine di carcerazione per scontare una condanna definitiva di due anni. Si tratta del settimo suicidio in Emilia-Romagna nel 2022 e del sessantaduesimo nel paese.
“Davanti a tragedie come queste bisogna reagire con tutti gli strumenti possibili, per cercare di contrastare un fenomeno che si presenta sempre più grave e minaccioso – commenta il Garante regionale dei detenuti, Roberto Cavalieri – Anche le amministrazioni locali sedi di carceri – prosegue – devono contribuire al contrasto del fenomeno suicidiario per i detenuti, nominando i garanti dove ancora mancano, provvedendo prima di tutto all’adozione degli atti per il riconoscimento di questa figura di garanzia”. Una recente circolare del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) include il garante dei detenuti tra i soggetti coinvolti nelle strategie di contrasto al fenomeno suicidario in carcere, “cosa non realizzabile – conclude – là dove questa figura non è presente”.
La reazione dalla CGIL di Forlì: “Tragedia annunciata”
“Abbiamo appreso della morte di un giovane detenuto nel carcere di Forlì. Per chiunque, ma ancor più per chi sente su di sé la grande responsabilità della rappresentanza sociale, di fronte al suicidio di un giovane ventottenne, si accompagna al cordoglio, il rammarico, la sensazione che questo paese non stia facendo abbastanza per evitare drammi come quello avvenuto durante la notte a Forlì. Non sono bastate le nostre molteplici denunce, territoriali, regionali e nazionali riguardo alla situazione carceraria nel nostro paese, piena di difficoltà, dal sovraffollamento ed alla ormai endemica carenza di personale e alla situazione di disagio profondo dei detenuti” si legge in una nota della CGIL
“Oggi dopo la morte del ragazzo detenuto, che questa notte si è impiccato in cella nel carcere forlivese, le Segretarie Generali della Cgil di Forlì e della FP Cgil di Forlì tornano a denunciare la mancanza di risposte. “Il tema riguarda tutto il paese, ma è innegabile che a Forlì, come denunciamo da anni, la situazione sia particolarmente aggravata da una struttura obsoleta e da una carenza endemica del personale – denuncia Daniela Avantaggiato Segretaria Generale della Fp Cgil di Forlì – Si tratta drammaticamente di una tragedia annunciata, da anni il personale denuncia la necessità di aumentare gli organici, inoltre è evidente che la struttura del Carcere di Forlì non sia mai stata adeguata e lo sarà sempre meno.”
Aggiunge Maria Giorgini Segretaria Generale della CGIL di Forlì “Il progetto per la costruzione del nuovo carcere, che sarebbe dovuto terminare dieci anni fa, è nei fatti un’opera incompiuta, le denunce pubbliche sono molteplici, dalla stessa direzione del Carcere, l’ultima del 25 luglio di quest’anno dove la Direttrice denunciava la mancanza di 30 agenti, come anche gli interventi delle Istituzioni locali e di diverse forze politiche sul tema organici come sullo sblocco del nuovo carcere, ma le risposte sono sempre tardive e insufficienti , per questa ragione tutti si devono sentire responsabili e tutti a partire dal Ministero devono sapere di non aver fatto abbastanza”.
“Sembra che il tema non riesca ad occupare posto nell’agenda politica di nessun governo, forse perché non crea consenso elettorale, mentre secondo noi, CGIL Forlì e CGIL FP Forlì, il rispetto della dignità umana, di chi vive in regime di restrizione della propria libertà per espiare la pena e il rispetto della dignità degli operatori penitenziari che con sacrificio e responsabilità, spesso in solitudine, ne accompagnano il percorso, dovrebbe trovare spazio e non certo ostacoli, blocchi e rinvii. Questa ennesima tragedia pone come non più rinviabile la necessità di una immediata risposta alla emergenza carceraria che a Forlì ha raggiunto livelli non più tollerabili e pertanto chiediamo l’istituzione urgente di un tavolo di confronto per fare ogni sforzo, perché non solo non è accettabile quanto accaduto ma è evidente, che se non si mettono in campo soluzioni immediate ai problemi denunciati, in particolare organici e struttura, il rischio che questi drammi continuino a verificarsi e aumentino resta”
Serve una profonda revisione del sistema penitenziario
“È giunto il momento che il Ministero della Giustizia e i vertici dell’Amministrazione prendano coscienza che il sistema penitenziario necessita di una profonda rivisitazione”. Così la Fp Cgil in merito all’operazione di polizia giudiziaria di oggi in relazione agli eventi avvenuti al carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile dello scorso anno.
“Le rivolte – prosegue – sono state la chiara dimostrazione di una gestione organizzativa inadeguata, e in strutture fatiscenti, nel sistema penitenziario. Da tempo abbiamo chiesto ai vertici un incontro finalizzato ad una riorganizzazione, resa ancor più necessaria nella pandemia, per garantire agli agenti di polizia penitenziaria carichi di lavoro sostenibili e un nuovo modello custodiale, insieme ad interventi di ristrutturazione e di implementazione delle tecnologie. Ferma restando la fiducia nella magistratura nell’accertamento delle responsabilità individuali, il nostro obiettivo deve essere quello di ridurre le situazioni di disagio ridando da subito dignità a tutti gli agenti di Polizia penitenziaria, anche a tutela degli stessi detenuti e della qualità del sistema penitenziario”, conclude la Fp Cgil.