Rinnovo CCNL Funzioni Centrali: Smascheriamo le bugie!

La FP CGIL ha deciso di non partecipare alla firma della preintesa per il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) delle Funzioni Centrali per il periodo 2022-2024. La nostra scelta deriva da un’analisi approfondita che mette in luce diverse criticità, che, se ignorate, comporterebbero un peggioramento delle condizioni salariali e lavorative di migliaia di lavoratrici e lavoratori. Di seguito, spieghiamo le principali motivazioni che hanno guidato questa decisione.

1. Retribuzioni in calo rispetto all’inflazione

Per la prima volta nei rinnovi contrattuali, il valore reale delle retribuzioni sarà inferiore rispetto al contratto precedente, con un’inflazione che raggiunge il -10,72%. Il nuovo contratto propone un incremento del 5,78%, insufficiente rispetto all’aumento del 16,5% dell’inflazione nel triennio 2022-2024.

2. Incrementi salariali ridotti e promesse non mantenute

Gli aumenti previsti sono in buona parte già stati corrisposti come acconti e, dunque, il beneficio reale è dimezzato rispetto a quanto proclamato. Inoltre, l’ulteriore 0,22% promesso per i fondi salariali accessori non è garantito, e anche se acquisito, risulta irrisorio.

3. Indennità di vacanza contrattuale ridotte

Le indennità di vacanza contrattuale (IVC) sono calcolate solo sullo stipendio tabellare, escludendo i differenziali stipendiali. Questo rappresenta un taglio ulteriore ai guadagni delle lavoratrici e dei lavoratori.

4. Settimana lavorativa di 4 giorni senza garanzia di retribuzione invariata

Il contratto propone una settimana lavorativa ridotta a 4 giorni, ma senza riduzione dell’orario complessivo, rimettendo all’amministrazione la decisione di attivarla o meno.

5. Limitazione delle libertà sindacali

La preintesa limita la partecipazione sindacale, riducendo a 3 ore il tempo riconosciuto per il buono pasto, pur se l’intero monte ore delle assemblee sindacali è già incluso nei costi contrattuali.

6. Mancanza di riconoscimento di tutti i diritti retributivi durante le ferie

Non è previsto il riconoscimento, durante il periodo di ferie, dell’intera retribuzione, inclusi buoni pasto e indennità, nonostante le sentenze della Corte di Cassazione.

Queste e altre problematiche sono alla base della nostra scelta di non sottoscrivere questa preintesa. FP CGIL è impegnata a difendere i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e invita a partecipare allo sciopero generale il 29 novembre per rivendicare condizioni di lavoro eque e dignitose.


Sul rinnovo del CCNL Funzioni Centrali Aran e Governo scelgono la rottura con maggioranza 54.46%!

“Oggi il Governo e Aran si prendono la responsabilità di scegliere la via della rottura di una trattativa ancora in corso, quella del rinnovo del contratto Funzioni Centrali, che lasciava ancora margini per migliorare un testo che non dà risposte adeguate alle lavoratrici e ai lavoratori del comparto. Alla luce anche della convocazione del Presidente del Consiglio dei Ministri con i segretari generali confederali, tra i cui temi c’è anche la vertenza dei settori pubblici, questa forzatura è indice che la parte datoriale, il Presidente Naddeo, giudica inutile il confronto ed è un inedito assoluto, compreso il fatto che la convocazione di oggi non era sulla chiusura del confronto ma sulla “ prosecuzione della trattativa”. Queste le dichiarazioni di Serena Sorrentino e Sandro Colombi, segretari generali di Fp Cgil e Uil Pa a margine della trattativa che si è conclusa con la sottoscrizione della pre-intesa del nuovo contratto Funzioni Centrali, nonostante il mancato accordo con Cgil e Uil.

Un’accelerazione incomprensibile

“Non comprendiamo perché, nonostante la discussione sulla Legge di Bilancio e sulle risorse da destinare al lavoro pubblico sia ancora in corso, si sia sentita la necessità di accelerare i tempi della trattativa, fino allo strappo con due delle organizzazioni sindacali più rappresentative. Nelle prossime continueremo le assemblee per spiegare le ragioni della nostra valutazione alle lavoratrici e ai lavoratori del comparto in tutto il Paese e sarà l’occasione per ribadire le motivazioni che ci portano allo sciopero del prossimo 29 novembre. Lavoratrici e lavoratori dei settori pubblici, che svolgono funzioni essenziali, meritano risposte su salari adeguati e non di subire la pesante ingiustizia di vedere riconosciuto solo un terzo dell’inflazione record registrata nel 22/24. Servono risposte sul diritto alla carriera, che data l’assenza di risorse rimarrà al palo, e alla valorizzazione professionale con la soppressione dei tetti di spesa al salario accessorio per la contrattazione integrativa”.

“Al Governo e al Parlamento diciamo che ci sono le condizioni per trovare aggiustamenti economici e normativi che consentano di dare giuste risposte. Chiederemo alle amministrazioni e alle altre sigle sindacali di procedere all’indizione di un referendum perché la parola per noi deve essere restituita alle lavoratrici e lavoratori e di certo non siamo noi ad aver paura della democrazia”, concludono Sorrentino e Colombi.