Trattative CCNL Federculture: a che punto siamo?

Si è tenuto nella giornata del 13 febbraio 2025 l’incontro tra Federculture e le OO.SS. Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Uil Pa.

La parte datoriale, condividendo la richiesta delle Organizzazioni di voler arrivare a breve alla conclusione delle trattative ha ribadito di avere come priorità quella di estendere il perimetro contrattuale e di operare alcune modifiche normative.

Al fine di dare risposta alle lavoratrici e lavoratori, Federculture ha proposto una rivisitazione economica ben al di sotto della richiesta riportata nella piattaforma unitaria dei sindacati.

L’incontro odierno ha consentito alle parti di confrontarsi sul testo inviato dalla Federazione che, oltre ad adeguare la parte normativa alle recenti disposizioni, ha anche proposto considerevoli modifiche volte all’arretramento dei diritti e tutele fino ad oggi garantiti.

Le parti si sono aggiornate a seguito della necessità di ulteriori valutazioni e con l’intento di riconvocarsi in tempi brevi per proseguire il confronto.

Daremo puntuali aggiornamenti dei prossimi incontri


Contratto sanità, le ragioni del no

Articolo da Collettiva.it

No, proprio non conviene ai lavoratori e alle lavoratrici firmare l’ipotesi di rinnovo contrattuale presentata dall’Aran ai sindacati. Non conviene dal punto di vista degli incrementi economici e non conviene dal punto di vista normativo. E quanto hanno affermato il presidente dell’Aran Naddeo e il ministro Zangrillo assomiglia molto al gioco delle tre carte, ma i numeri reali sono altri.

Le menzogne dalle gambe corte

Dice Naddeo lo scorso 15 gennaio su Quotidiano Sanità: “Un infermiere di pronto soccorso, a decorrere da gennaio 2024, avrebbe avuto un incremento di stipendio di 150 euro, e di indennità di 240 euro al mese, che sarebbero saliti a 305 euro dal 2025 per arrivare a circa 360 euro nel 2026. Cioè 510 euro a regime. Poi era previsto un aumento di 35 euro delle indennità per le ostetriche nel 2024 che diventano 40 nel 2025. E poi a tutti i professionisti della salute nel 2026 venivano riconosciuti ulteriori 58 euro”.

Dice il ministro Zangrillo sullo stesso giornale nello stesso giorno: “Proponevamo un incremento che corrispondeva al 6,8%, quindi 172 euro di aumento, e la possibilità di firmare questo contratto ci avrebbe poi consentito di aprire immediatamente la trattativa per il contratto successivo, quello della tornata 2025-27, che prevedeva un ulteriore 6,9% con altri 186 euro di incremento salariale”.

 

 

 

La verità sugli aumenti contenuti nella proposta di rinnovo

Partiamo dall’inizio, il rinnovo contrattuale di cui si parla è quello per il biennio 2022-24, gli aumenti dovrebbero servire a riconquistare il potere di acquisto dei salari intaccato dall’inflazione. Tra il 2022 e il 2024 il tasso di inflazione è stato del 16,5%. L’incremento contrattuale proposto dal governo per tutto il lavoro pubblico è del 5,75%. Manca oltre il 10% di incremento, e non è affatto poco.

 

 

Veniamo alle cifre. L’aumento tabellare medio per un infermiere, se l’intesa fosse stata firmata, sarebbe stato di 135 euro lordi al mese che decurtato dell’Indennità di vacatio contrattuale già erogata si sarebbe ridotto a 45,87 euro lordi al mese. Analoghe cifre sarebbero entrate nelle buste paga degli altri lavoratori e lavoratrici del comparto: circa 50 euro lordi al mese.

 

E i 510 euro di cui parla Naddeo? Sarebbero toccati solo agli infermieri dei pronto soccorso: mettendo insieme aumenti tabellari e indennità varie, stiamo parlando di meno del 4%, 23 mila in tutto degli infermieri e delle infermiere sugli oltre 580mila in servizio.

Ma l’inganno è ben peggiore

Lo spiega Michele Vannini, segretario nazionale della Fp Cgil: “Il governo non ha stanziato le risorse necessarie per aumenti contrattuali dignitosi, le ha previste da una parte per la flat tax sulle prestazioni orarie aggiuntive che altro non sono che ore di lavoro straordinario pagate di più rispetto allo straordinario ordinario, e sull’abbattimento della tassazione al 5% solo ed esclusivamente per gli infermieri. Il messaggio – aggiunge Vannini – è chiaro: se vuoi guadagnare di più devi essere disponibile a lavorare di più”. Insomma, non si assume personale, non si aumentano gli stipendi ma si paga di più solo lo straordinario oltre quello previsto. Davvero una specie di truffa, e per di più è bene ricordare che, sebbene sia sbagliato “strizzare” i dipendenti, il 70% del personale è donna e per loro è assai più difficile accedere a tanto straordinario dovendo conciliare vita professionale e vita familiare.

Privatizzazione surrettizia

La conseguenza di tutto ciò è semplice e duplice, da un lato l’invecchiamento del personale, tanto più che in manovra c’è il blocco al 75% del turn over, e dall’altro la fuga dal pubblico degli operatori e operatrici sanitari che non ce la fanno più. È ancora Vannini a spiegare: “Se non si corregge questo processo, inevitabilmente si arriverà a esternalizzare i servizi. Quando il pubblico non ce la fa, il privato è pronto a entrare”.

Il contratto, si sa, serve anche a migliorare condizioni di lavoro e di carriera e invece nella proposta dell’Aran “non ci sarebbero stati strumenti sufficienti per la valorizzazione dei professionisti, e l’introduzione dell’assistente infermiere, così come proposta, servirebbe solo ad abbassare la qualità dell’assistenza e il costo del lavoro”. Ancora, nulla per il welfare aziendale e nessun aumento dei buoni pasto e nemmeno l’eliminazione di 1/5 a carico di lavoratori e lavoratrici.

E per la parte normativa non va meglio

Le richieste sindacali non hanno ricevuto risposte positive, nulla per i profili amministrativi e tecnici, né per le progressioni di carriera. E per quanto riguarda le ferie nessuna risposta: “Nessuna modifica alla retribuzione per le ferie, nonostante le sentenze della Cassazione abbiamo affermato che durante i periodi di ferie spettino tutte le indennità percepite relativamente alle mansioni ordinariamente svolte”.

La vertenza proseguirà

Inevitabile continuare la vertenza aperta e che ha visto nello sciopero generale dello scorso novembre un momento importante. Sottolinea il dirigente sindacale: “Questo rinnovo contrattuale in realtà altro non è che spremere i lavoratori e le lavoratrici il più possibile. E serve per continuare anche per via contrattuale a svuotare la sanità pubblica. Continueremo la vertenza per questo come per gli altri contratti pubblici che ancora non sono stati sottoscritti, e lavoreremo anche con le regioni, molte di loro si sono pronunciate sulla necessità di nuove risorse per il Ssn”.


Rinnovo CCNL Federcasa 2022-2024: è arrivato il momento di una consultazione straordinaria!

La trattativa per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) 2022-2024 per il personale di Federcasa ha portato a un testo che presenta ancora alcune distanze tra le richieste delle Organizzazioni Sindacali (OO.SS.) e la proposta dell’Associazione datoriale. Come FP CGIL riteniamo che l’ipotesi presentata non soddisfi pienamente le richieste avanzate nella piattaforma unitaria e non risponda alle aspettative espresse dai lavoratori durante la mobilitazione, per questo promuoviamo una consultazione straordinaria tra i lavoratori e le lavoratrici, così che ognuno possa esprimere la propria opinione sul testo presentato.

Parte Economica

Da una richiesta avanzata in piattaforma di recupero dell’inflazione registrata nel triennio – pari al 16,5% – per non perdere potere d’acquisto, Federcasa è passata da una proposta iniziale di aumento del 2,5% di incremento tabellare ad una proposta del 7,5% a partire dal 1 dicembre 2024.

Per il periodo pregresso, la proposta è di riconoscere una “una tantum” corrispondente al 3% del tabellare per gli anni 2022 e 2023 ed al 7% per i primi 11 mesi del 2024. Da queste somme andrà dedotta l’ Indennità di vacanza Contrattuale già corrisposta.

Secondo Federcasa, la somma rimanente andrà poi suddivisa in 4 rate da versare nel corso del 2025.

Parte Normativa

Per quanto riguarda la parte normativa, sono state avanzate richieste di miglioramento delle relazioni sindacali, di limitazione della precarietà e di revisione della classificazione del personale. Tuttavia, il testo attuale presenta limitazioni significative:

Relazioni sindacali: Le organizzazioni sindacali sono escluse dalla determinazione dei criteri per incentivi tecnici e passaggi di area.

Precarietà: La proposta aumenta la possibilità di contratti a tempo determinato, senza vincoli per la conservazione del posto nei casi di sostituzione.

Formazione e incentivi: Non sono previste risorse aggiuntive per la formazione e lo sviluppo professionale.

Classificazione del personale: La revisione della classificazione è parziale e non risponde pienamente alle richieste di valorizzazione del personale.

Partecipa alla Consultazione Straordinaria

Grazie alla mobilitazione di lavoratrici e lavoratori, quindi, si sono registrati importanti avanzamenti. Ciononostante, il testo presentato da Federcasa è ancora lontano da quanto unitariamente richiesto nella piattaforma.

FP CGIL ha perciò sospeso il proprio giudizio: la parola torna quindi a lavoratrici e lavoratori.

Per questi motivi, FP CGIL chiede di partecipare alla consultazione straordinaria. Nelle prossime due settimane ci saranno assemblee e consultazioni nei luoghi di lavoro per esprimere la propria opinione sul rinnovo del CCNL Federcasa. La partecipazione è fondamentale per garantire che le esigenze e le richieste del personale siano rispettate e rappresentate adeguatamente.


Trattativa rinnovo CCNL Sanità: ancora non ci siamo!

Il 23 ottobre, si è svolto un nuovo incontro con ARAN riguardante il rinnovo del CCNL Sanità Pubblica 2022-2024. Nonostante alcune risposte alle nostre richieste, la questione delle risorse disponibili continua a rappresentare un ostacolo cruciale. ARAN ha presentato modifiche all’ultimo testo solo nella giornata di ieri, ma molte delle proposte restano insoddisfacenti per chi lavora nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e per il futuro delle condizioni contrattuali.

Proposte di ARAN e criticità segnalate

Durante l’incontro, ARAN ha ridimensionato alcune sue richieste, come quella di aumentare il numero massimo di turni di pronte disponibilità mensili. Tuttavia, resta aperta la nostra richiesta di mantenere il limite a sette turni, senza alcun peggioramento rispetto al contratto vigente. Inoltre, non è stata ancora introdotta alcuna proposta di aumento delle indennità di disponibilità, elemento essenziale per valorizzare il lavoro dei professionisti della sanità.

Un’altra tematica fondamentale riguarda il concetto di retribuzione per ferie che includa tutte le indennità professionali e relative alle condizioni di lavoro, una richiesta che stiamo portando avanti in maniera decisa anche alla luce delle recenti sentenze della Corte di Giustizia Europea. Questo principio è indispensabile per garantire che le lavoratrici e i lavoratori ricevano una retribuzione adeguata durante il periodo di ferie.

Altri punti discussi e il nodo delle indennità

ARAN ha inoltre avanzato proposte riguardanti la fruizione delle ferie pregresse durante il preavviso, la mobilità e la conservazione delle ferie maturate, ma restano aperte numerose preoccupazioni, in particolare riguardo alla fruizione ad ore delle ferie pregresse. Questo strumento, pur rispondendo a esigenze organizzative delle aziende sanitarie, non deve compromettere il diritto al recupero psico-fisico delle lavoratrici e dei lavoratori.

Sulle indennità di specificità infermieristica, di tutela del malato e di pronto soccorso, permane l’assenza di un incremento concreto. Al momento, il Governo ha stanziato risorse che non coprono in modo adeguato le esigenze del personale sanitario, proponendo solo un aumento del 5,78% per il triennio 2022/2024. Abbiamo richiesto con forza che l’indennità di specificità venga estesa anche alle ostetriche.

Valore del buono pasto e mensa: mancano risposte

Sul fronte normativo, abbiamo chiesto miglioramenti relativi all’orario di lavoro, al diritto alla mensa e ai buoni pasto, con particolare attenzione alla loro fruibilità e al valore economico. Finora, ARAN non ha dato risposte concrete su questo punto, né ha accolto la richiesta di eliminare la contribuzione a carico dei lavoratori.

La questione delle risorse resta centrale

Al settimo incontro di trattativa, rivendichiamo la necessità di ottenere risposte puntuali e concrete su ogni richiesta presentata. Ma soprattutto, permane il problema cruciale della mancanza di risorse. Senza uno stanziamento aggiuntivo per questo triennio, il valore reale degli stipendi resta ben al di sotto dell’inflazione, peggiorando le condizioni economiche dei lavoratori della sanità pubblica.

Proprio per queste ragioni, FP CGIL, insieme a UIL, hanno confermato la partecipazione allo sciopero generale del 29 novembre!


Rinnovo CCNL Pubblico impiego: ancora non ci siamo, mobilitiamoci!

In questi giorni si leggono articoli su testate giornalistiche nazionali, riferiti ai rinnovi dei contratti del pubblico impiego, nei quali emerge uno scenario da rush finale dato da un aumento inverosimile, verso l’alto, delle retribuzioni complessive. La realtà dei fatti, però, è un’altra.

Ai tavoli di trattativa delle Funzioni Locali e Sanità le stesse continuano lentamente mentre, per le Funzioni Centrali, da ieri, si legge della volontà del presidente di Aran, Antonio Naddeo, di chiudere entro il 2024 ma a risorse date. Andiamo per ordine. In generale, Aran sta concentrando l’approfondimento su 2 blocchi: relazioni sindacali e rapporto di lavoro non affrontando ancora i temi del salario e dell’orario che, invece per noi, sono nevralgici. Non si affrontano perché le linee guida, inviate dal Governo all’Aran, significano perdita del potere di acquisto. Capiamo il perché. Nero su bianco le risorse a disposizione sarebbero il 5,78% nel triennio 2022/2024 (comprese le risorse già erogate a titolo di vacanza contrattuale ed anticipo contrattuale e da ripartire prevalentemente sul salario accessorio)  a fronte di una inflazione che, per quegli anni, ha registrato numeri in doppia cifra. Da sottolineare che con il PSB (Piano Strutturale di Bilancio) il Governo afferma che darà solo il 2% per il prossimo triennio 2025/2027.

Inoltre, si registra un arretramento nelle relazioni sindacali in quanto sono scritte chiaramente le materie che vengono sottratt e alla contrattazione (puntando a togliere valore alla funzione del CCNL). Riassumendo, l’aumento contrattuale non sta dietro all’inflazione e limito fortemente la capacità di agire, alle Rsu e alle Organizzazioni Sindacali, in tema di diritti.

Da parte nostra, gli obiettivi della FP CGIL sono noti:

• recupero del potere di acquisto

• risorse per portare a compimento il nuovo sistema di classificazione

• sblocco dei tetti ai fondi di contrattazione

oltre alla nostra volontà di inserire nel nuovo CCNL elementi innovativi, che però non si possono fare perché non sono finanziati. Al contrario, il Governo sta guardando alle e ai dipendenti pubblici solo come una possibilità di risparmio: dopo la modifica al ribasso dei coefficienti previdenziali dello scorso anno (pensioni più leggere) ora paventa la possibilità, per il settore pubblico, di restare al lavoro fino a 70 anni di età. Forse per tamponare le mancate assunzioni? Continuando di questo passo nel 2030 saranno ben 1.200.000 le lavoratrici ed i lavoratori pubblici in meno rispetto al 2010: una vera e propria desertificazione della pubblica amministrazione.

Altro punto nevralgico. Oltre alla mancanza di risorse necessarie per i rinnovi dei CCNL, è prevista una forte contrazione dei servizi pubblici.  Cambiano quindi i connotati di cittadinanza. Lo scenario che abbiamo davanti è di impoverimento sociale. Al contrario, bisognerebbe:

  • aumentare i salari
  • avere una strategia di politica industriale
  • investire sul welfare
  • attuare una diversa politica fiscale
  • tenere in considerazione le forti disparità territoriali.

In sintesi, a giudicare dalle notizia sui media, l’impegno del Ministro pare quello di ricercare una maggioranza sindacale disposta a rinnovare i CCNL non sulla base di una trattativa ma su quanto richiesto dal Governo. Infatti, nella pubblica amministrazione un contratto nazionale è valido se sottoscritto da organizzazioni sindacali che insieme rappresentino la maggioranza di lavoratrici e lavoratori. La rappresentatività di un’organizzazione sindacale è data dalla media del dato di adesione (iscritti ed iscritte) con il risultato delle elezioni RSU. Ecco perché, fra le altre motivazioni, è così importante iscriversi alla FP CGIL e votare alle elezioni della prossima primavera. I nostri obiettivi sono chiari, la nostra azione coerente. Rafforzarci ulteriormente significa creare le condizioni per avere un  contratto nazionale di lavoro migliore e adeguato alle attuali esigenze.


Trattativa rinnovo CCNL Funzioni Centrali. A che punto siamo?

La trattativa per il rinnovo del CCNL Funzioni Centrali rischia di naufragare a causa della mancata volontà del governo e del Ministro per la Pubblica Amministrazione di destinare le risorse necessarie per garantire un adeguato aumento salariale, in linea con l’inflazione del triennio 2022/2024. Come FP CGIL denunciamo con forza questa situazione: i funzionari pubblici hanno subito una perdita di potere d’acquisto pari a 290 euro, ma la proposta avanzata dall’Aran copre appena 141 euro.

Un contratto dignitoso per lavoratori pubblici

Non è sufficiente vantare una rapidità nella firma dei contratti: ciò che conta è che siano contratti dignitosi, che riconoscano il giusto valore al lavoro pubblico. Non accettiamo che si parli di un contratto che non risponde alle esigenze reali dei lavoratori. Un contratto che non copre l’inflazione e che blocca la crescita salariale e professionale è inaccettabile.

Il confronto con il passato

Il precedente governo, con Brunetta e Draghi, aveva messo a disposizione fondi, attraverso la legge di bilancio del 2022, per finanziare il nuovo ordinamento e per sostenere la contrattazione anche dopo la scadenza del contratto. Oggi, invece, ci troviamo di fronte a un governo che con il PSB (Piano Strutturale di Bilancio) offre solo un 2% di aumento per il prossimo triennio 2025/2027, insufficiente per affrontare la crisi inflazionistica che stiamo vivendo.

Mobilitazione e azioni future

Per questo motivo saremo in piazza il 19 ottobre a Roma: per chiedere risorse adeguate sul salario e per difendere il diritto alla contrattazione collettiva. Dopo il 19 ottobre, continueremo la nostra campagna di mobilitazione, chiedendo che la legge di bilancio venga modificata. Il governo può trovare i fondi necessari, tassando i grandi patrimoni e gli extraprofitti, e non sacrificando i salari dei lavoratori che ogni giorno fanno funzionare ciò che resta di uno Stato al collasso.

Continueremo a presidiare il tavolo delle trattative per garantire condizioni dignitose a tutte le lavoratrici e i lavoratori. Il nostro obiettivo è chiaro: ottenere un contratto che valorizzi il lavoro pubblico e dia risposte concrete su salari, carriere e attrattività della pubblica amministrazione, soprattutto per le nuove generazioni.


Trattativa rinnovo CCNL Sanità. A che punto siamo?

Si è svolto oggi, in sede Aran, un incontro nell’ambito della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale del comparto sanità pubblica.

In apertura di confronto, l’Aran ha illustrato una proiezione ipotetica relativa agli incrementi economici che deriverebbero dalla distribuzione delle risorse attualmente a disposizione del contratto.

Si tratta, com’é noto, di un incremento della massa salariale pari al 5,78% (a fronte un incremento del costo della vita che nel triennio di riferimento sarà superiore al triplo) a cui vanno aggiunte le risorse stanziate dal D.L. 34 del marzo 2023 destinate esclusivamente a coloro che operano nei pronto soccorso.

L’ipotesi che Aran ha consegnato alla discussione destinerebbe il 5,2% (su un totale, ripetiamo, di 5,78) agli incrementi tabellari, lasciando al restante 0,58% il finanziamento di tutto il resto (indennità, fondi, incarichi, dep, costo delle modifiche normative etc. etc.).

Tradotto in cifre questo porterebbe a un incremento medio a regime sul tabellare di 130€ lordi (115, 120, 127, 135, 193, partendo dall’area del personale di supporto a crescere fino all’area di elevata qualificazione) a cui si aggiungerebbero poco meno di 15€ lordi per il finanziamento degli altri istituti sopra descritti.

Va sottolineato che più della metà delle risorse che sarebbero destinate agli incrementi in busta paga (circa il 52%) vengono già percepiti in busta paga a titolo di indennità di vacanza contrattuale. Questo significa, utilizzando l’ipotesi proposta da Aran, che su 130€ lordi medi 67 vengono già percepiti in busta paga e l’incremento residuo sarebbe di circa 63 euro.

A fronte di questa ipotesi abbiamo ribadito, al pari di altre organizzazioni sindacali, come l’insufficienza delle risorse non consenta di poter concretizzare la discussione sul rinnovo e come, quindi, sia indispensabile reperire ulteriori risorse. Motivo per il quale crescono le ragioni della mobilitazione che stiamo portando avanti, che deve intensificarsi al fine di costringere il governo a farsi carico della necessità di dare risposte adeguate alle lavoratrici e ai lavoratori del comparto. Ad oggi infatti siamo di fronte a un quadro che, oltre ad essere del tutto insufficiente per la parte che riguarda gli stipendi, sostanzialmente non ha che briciole da destinare alla valorizzazione professionale, ai fondi, al necessario incremento delle indennità.

La discussione é poi proseguita su alcuni aspetti della parte normativa, su testi che Aran ha inviato implementando l’articolato con alcuni temi ulteriori inerenti il rapporto di lavoro. Su questo resta la nostra contrarietà al tentativo, che si legge in trasparenza, di stressare le materie relative all’orario di lavoro per tentare di far funzionare le strutture gravate da una cronica carenza di organico. Anche su questo, ovviamente, lavoreremo con le nostre proposte per modificare questa impostazione.

Vi terremo aggiornati sul prosieguo della trattativa e della mobilitazione.


Trattativa CCNL Funzioni Locali. A che punto siamo?

Si è svolto il 30/09/2024 il quinto incontro con l’ARAN per la trattativa del CCNL Funzioni Locali 2022-2024.

Il tavolo, come concordato nel precedente incontro, ha proceduto ad un approfondimento tecnico dei testi che le parti si erano scambiate nei tre incontri precedenti.

L’ARAN ha spiegato perché, a suo parere, alcune proposte erano da respingere, altre da accogliere, altre tali che, pur condividendone le finalità, si è riservata di proporre una diversa formulazione. Vi sono poi alcune proposte che le OO.SS. hanno respinto e alle quali l’ARAN a volte ha rinunciato, a volte non ha rinunciato.

In particolare l’ARAN ha respinto, tra le altre, le seguenti proposte:

  • il coinvolgimento nell’ambito di applicazione del CCNL di Aziende speciali e Fondazioni degli enti locali;

  • in vincolo temporale dell’invio degli atti oggetto di sol informazione con almeno 10 giorni di anticipo sulla loro adozione;

  • lo spostamento da informazione a confronto dei contratti assicurativi di copertura del personale dell’ente;

  • il confronto sulla costituzione del Fondo del Salario Accessorio;

  • il confronto sui criteri per le progressioni verticali ordinarie;

  • l’inserimento dei profili tra le materie oggetto di contrattazione invece che di confronto;

  • la possibilità di estendere l’uso dei permessi studio ai corsi universitari telematici seguiti in modalità asincrona.

  • l’equiparati a servizio effettivamente prestato, ai fini della corresponsione del buono pasto, delle ore di “allattamento”, dei permessi 104, i permessi per assemblea sindacale, la partecipazione ai corsi di formazione, i permessi per attività sindacale. (Su questo punto ARAN si riserva di fare un’ulteriore proposta che però sarebbe limitata ai soli permessi per formazione.)

L’ARAN ha invece accolto, tra le altre, le seguenti proposte:

  • l’inserimento, tra le materie oggetto di confronto dei riflessi sui lavoratori delle convenzioni o degli accordi sottoscritti con altre pubbliche amministrazioni e dei criteri per il conferimento delle mansioni superiori;

  • l’inserimento, tra le materie oggetto di contrattazione, dell’individuazione delle particolari ipotesi nelle quali è consentita l’erogazione di due buoni pasto nell’arco della stessa giornata lavorativa. (Su questo tema però ARAN reputa necessario stimare un possibile costo contrattuale);

  • la possibilità per la contrattazione di discutere dei criteri di priorità per l’accesso al lavoro agile ed al lavoro da remoto nonché individuazione dei casi in cui è possibile aumentare il numero delle giornate di prestazione rese in modalità agile o da remoto;

  • la proposta di dichiarazione congiunta in cui si chiarisce che ai fini dell’applicazione del riconoscimento del buono pasto hanno rilievo esclusivamente la durata minima della pausa e la collocazione a cavallo tra periodi del lavoro mattutino (orario 6-12), del lavoro pomeridiano (orario 12-18), del lavoro serale (orario 18-22) del lavoro notturno (orario 22-6);

  • la possibilità di riconoscere, attraverso il welfare, dei versamenti aggiuntivi del lavoratore, su base volontaria, al Fondo di previdenza complementare;

  • la formulazione dei criteri per l’attribuzione del doppio buono pasto.

L’ARAN si è poi riservata di fare proposte su questioni che, pur condivise, richiedono a suo parere una diversa formulazione rispetto a quella proposta dalle OO.SS.

Tra queste:

  • l’eliminazione di ogni attenuante all’obbligo per gli enti di avviare la contrattazione annuale entro il primo quadrimestre di ogni anno;

  • l’eliminazione di ogni possibilità di misurazione della pausa pranzo quando collocata, per alcune specifiche categorie, ad inizio o fine orario di lavoro;

  • la possibilità di liquidare le festività soppresse se non godute entro l’anno di maturazione;

  • la possibilità di godere ad ore delle festività soppresse;

  • la possibilità di estendere a tutti gli enti del comparto l’istituto delle ferie ad ore.

L’ARAN ha invece insistito per riproporre due proposte respinte dalle OO.SS., ossia: la possibilità di svolgere la contrattazione in un’unica sessione salvo diverso accordo tra le parti; la possibilità di destinare quota del salario accessorio al fondo straordinario.

L’Agenzia ha invece ritirato, su richiesta delle OO.SS., la formulazione che costringeva i lavoratori a programmare necessariamente e sin dal mese di febbraio di ogni anno, per tutto l’anno, tutte le ferie in maturazione.

Visti gli esiti dell’incontro abbiamo reputato utile chiedere che anche la prossima riunione prosegua nel confronto tecnico con lo scopo di poter presentare delle controdeduzioni alle osservazioni dell’ARAN.

Nel complesso si tratta di un quadro a tinte grigio scure, che vede molte proposte significative fatte dalle OO.SS. respinte, a fronte di qualche concessione su alcuni temi di una certa rilevanza. Inoltre alcune proposte, vedi ad esempio quella sullo straordinario o quella sui possibili costi contrattuali del riconoscimento del doppio buono pasto, non fanno che rimarcare il problema che denunciamo fin dall’inizio della trattativa, ossia la totale insufficienza delle risorse disponibili per il rinnovo.

Il tavolo si è quindi aggiornato alla seconda metà del mese di ottobre.


punto contratti

A che punto è la trattativa per il rinnovo contrattuale del comparto sicurezza e difesa 2022/2024

A due mesi dall’incontro del 24 luglio, si è svolta ieri, lunedì 30 settembre, una nuova convocazione della trattativa con il Dipartimento della Funzione Pubblica per il rinnovo contrattuale 2022/2024 per il comparto sicurezza e difesa. Purtroppo, non ci sono novità significative da parte della controparte pubblica.

La novità principale rispetto a luglio è stata la richiesta di numerose organizzazioni sindacali di accelerare la chiusura delle trattative e distribuire le risorse messe a disposizione dal governo. Tuttavia, SILP CGIL e Funzione Pubblica CGIL si sono opposte fermamente a questa proposta.

Le ragioni del No di SILP CGIL e Funzione Pubblica CGIL

Abbiamo detto No perché riteniamo che il contratto proposto non sia il miglior accordo possibile per le forze di polizia, come invece viene fatto credere. Si parla di un aumento di circa 100 euro netti per gli agenti (la qualifica più bassa), ma non si menziona che, durante il triennio 2022/2024, l’inflazione è aumentata del 16,5%, causando una perdita di potere d’acquisto significativa. In termini concreti, uno stipendio mensile lordo di 1.700 euro si è ridotto di circa 290 euro lordi (circa 230 euro netti). I fondi stanziati per il nuovo contratto, nonostante le promesse governative, non superano un incremento del 5,78%.

Nel contratto precedente (2019/2021), con un costo della vita cresciuto del 2%, l’incremento delle retribuzioni fu del 3,78%. Una disparità evidente rispetto alla situazione attuale.

Le richieste di luglio e la mancanza di risposte

Durante l’incontro di luglio, SILP CGIL e Funzione Pubblica CGIL avevano avanzato una serie di richieste chiave:

  • Rivalutare le Indennità.
  • Modificare il sistema di pagamento degli straordinari per renderli più equi, come promesso dal governo. Attualmente, un’ora di straordinario è pagata meno del lavoro ordinario.
  • Definire una previdenza dedicata per il personale prossimo alla pensione e una previdenza complementare per i nuovi assunti.

Nonostante l’impegno della parte pubblica a rispondere con delle proposte, al momento queste non sono arrivate.

La prossima fase: legge di bilancio e prospettive future

Il governo dovrà preparare la legge di bilancio entro dicembre, una fase cruciale per definire le risorse disponibili per il rinnovo contrattuale. Mentre alcuni sindacati sono pronti a dichiarare la sconfitta, SILP CGIL e Funzione Pubblica CGIL continuano a lottare per ottenere un contratto che tuteli veramente i diritti delle donne e degli uomini in divisa.

Il 31 luglio siamo scesi in piazza a Montecitorio, rivendicando maggiori risorse per i contratti del comparto sicurezza. Ora, mentre i ministri richiedono ulteriori fondi per sanità e scuola, le forze di polizia rischiano di ricevere meno degli altri lavoratori pubblici, nonostante le promesse della premier Meloni. Nel recente decreto sicurezza, inoltre, alcune categorie come il personale penitenziario hanno visto riconosciute indennità aggiuntive, mentre per la polizia nulla è stato fatto.

SILP CGIL e Funzione Pubblica CGIL non si arrenderanno e attendono il prossimo incontro, fiduciosi che la parte pubblica possa finalmente presentare nuove proposte concrete.


CCNL del Pubblico Impiego: Mancano le risorse adeguate!

Sta accadendo una cosa “curiosa” negli ultimi giorni. Una parte della stampa nazionale – a cui in verità non è mai interessato granché dei dipendenti pubblici – ha pubblicato una serie di articoli tesi a sostenere la firma, a breve, dei vari contratti collettivi nazionali del pubblico impiego 2022/2024, lasciando intendere che l’aumento sarà attorno ai 150/160 €.

Ma le cose stanno veramente così?

La risposta, come si può immaginare, è negativa. Proviamo a capire perché.

Il Governo nella Legge di bilancio ha stanziato una cifra pari all’aumento del 5,78%.

Prima considerazione. Ovviamente si tratta di una media. Ci sono tanti contratti, tanti comparti e tante professionalità: dai magistrati agli infermieri, dalle educatrici agli impiegati, dai militari all’estero, ai medici, dai vigili del fuoco alla polizia penitenziaria…

Quindi i 150 € previsti sono la classica media del pollo.

Seconda considerazione. L’inflazione nel periodo considerato è stata molto più alta, ha viaggiato ben oltre le due cifre perciò, quel 5,78% non si avvicina nemmeno a coprire  quanto perso, come potere d’acquisto, dalle retribuzioni.

Ma continuiamo con altre considerazioni.

In quella cifra sono comprese anche l’indennità di vacanza contrattuale (ivc, quella piccola cifra che troviamo in busta paga da aprile 2022), nonché l’anticipo contrattuale, deciso unilateralmente dal Governo, che qualche amministrazione ha erogato lo scorso dicembre (causando anche un danno dal punto di vista fiscale e contributivo) ed altre stanno invece erogando mese per mese nel 2024.

E’ quindi facile capire come le risorse a disposizione siano poche.

Con quel poco bisognerebbe almeno completare la riqualificazione del personale, avviata con gli ultimi CCNL, rafforzare il sistema delle indennità, valorizzare professioni e peculiarità lavorative.

Quanto è rimasto da erogare? Poco, forse nulla.

A questo punto diamo anche uno sguardo alla direttiva del Governo sui rinnovi contrattuali, il cosiddetto atto di indirizzo.

La volontà che emerge è quella di togliere materie dalla contrattazione e aumentare il peso della valutazione.

Perciò, maggiore discrezionalità, meno trasparenza, meno coinvolgimento di lavoratrici e lavoratori nelle scelte, forte perdita del potere di acquisto.

Inoltre, rimane il tetto al fondo del salario accessorio (cioè alla loro produttività) quindi, le amministrazioni che vorrebbero investire risorse sui propri dipendenti, sul proprio capitale umano, non potranno farlo.

Per non parlare dell’assoluta assenza di un piano straordinario di assunzioni di cui la pubblica amministrazione ha assolutamente bisogno.

In sintesi? Oltre ad un rispetto maggiore di chi ancora crede nella pubblica amministrazione e vi lavora, servono ulteriori risorse.

Non ci sono? Beh, per una tassazione iniqua che favorisce alcune categorie ci sono. Per i condoni ci sono. Per la “rottamazione” delle cartelle fiscali ci sono. Per regalare concessioni balneari ci sono…

Noi i contratti li vogliamo firmare, sia chiaro! Ma contratti equi, dignitosi.

Non un’elemosina, né un ricatto.