Comune di Medolla, lavoratori e lavoratrici in sciopero giovedì 18 settembre
Sciopero per l’intero turno di lavoro dei dipendenti del Comune di Medolla proclamato dal sindacato Fp Cgil per giovedì 18 settembre. L’iniziativa di lotta è stata confermata dopo l’assemblea di stamattina, a fronte dello stallo sul pagamento del salario accessorio da parte dell’Amministrazione comunale.
In occasione dello sciopero, lavoratori e lavoratrici comunali daranno vita a diversi presidi e volantinaggi nella mattinata di giovedì 18 settembre per dare visibilità alla loro protesta. Si comincia alle ore 8 davanti alle scuole elementari e medie di Medolla, poi alle ore 10 saranno davanti al centro Culturale comunale con volantinaggio in piazza Missere (dove si tiene il mercato), per concludere intorno alle ore 12.30 con il presidio davanti alla sede del Comune.
Lo sciopero e il blocco degli straordinari dal 1° settembre e sino alla fine del mese, sono stati decisi all’unanimità dei lavoratori dopo il fallimento del tentativo di conciliazione in Prefettura lo scorso luglio in merito al mancato pagamento da parte dell’Amministrazione comunale del salario accessorio relativo agli anni 2019-2022 e 2023-2024, frutto di precisi accordi sindacali sottoscritti.
“Nulla è cambiato rispetto a luglio e i lavoratori e le lavoratrici hanno confermato la mobilitazione – spiega Veronica Marchesini del sindacato Fp Cgil Modena – da parte dell’Amministrazione comunale non è stato preso in questi mesi nessun impegno per il pagamento delle spettanze”.
“Spiace vedere che il Comune non metta in campo tutte le azioni necessarie per il riconoscimento di chi ogni giorno si adopera per garantire i servizi ai cittadini – prosegue Veronica Marchesini – così facendo non ci ha lasciato alternativa alla mobilitazione”.
Oggi 12 settembre lo sciopero dell'igiene ambientale IREN a Parma
FP CGIL, FIT CISL, UILTRASPORTI, FIADEL: “Gli appalti restano un tema centrale”
Oggi sono in sciopero per l’intera giornata i lavoratori addetti ai servizi in appalto da Iren di raccolta rifiuti, spazzamento stradale e gestione centri di raccolta per protestare contro un sistema di raccolta rifiuti e gestione della concessione pubblica che non rispetta il diritto ad un’equa retribuzione e la salute e sicurezza degli operatori.
Le trasformazioni del sistema di raccolta messe in atto in questi mesi in molti Comuni hanno peggiorato notevolmente i carichi di lavoro, il sistema del porta a porta spinto all’estremo con bidoni individuali o sacchi da movimentare manualmente mette a rischio la tutela della salute dei lavoratori e in mancanza di adeguati investimenti in termini di mezzi e numero di lavoratori sta provocando notevoli disservizi. Il progresso e l’innovazione tecnologica in questo settore sono i grandi assenti e si regredisce sempre pìù verso un ritorno al lavoro manuale di altri tempi.
Le organizzazioni sindacali hanno portato più volte questi temi ai tavoli di confronto con i Comuni interessati e con Iren, finora senza risultati. Non è accettabile oggi la raccolta manuale del vetro in bidoni singoli o pensare di estendere la raccolta porta a porta alle zone di montagna dove un operatore deve scendere da un camion sul lato strada, con notevoli rischi per la sicurezza dei lavoratori e degli altri automobilisti.
Le internalizzazioni dei servizi previste dalla gara Atersir dopo due anni e mezzo non sono ancora state effettuate, si è aperto solo di recente un primo passaggio di soli 22 lavoratori, ben lontano da quanto Iren aveva annunciato nelle trattative degli anni scorsi e senza un piano per il 2026.
Gli appalti, inoltre, restano un problema centrale, poiché Iren continua ad ignorare le norme del contratto nazionale e del codice appalti prevedendo appalti al ribasso che stanno per essere assegnati con l’applicazione del contratto delle coop sociali anziché quello corretto dell’igiene ambientale.
I lavoratori chiedono con forza ad Iren e a tutti gli enti pubblici coinvolti la giusta attenzione ai temi del lavoro, della sicurezza e della qualità dei servizi.
Cgil e sindacati europei sostengono la Global Sumud Flotilla per Gaza
La CGIL insieme a importanti organizzazioni sindacali europee – CGT Francia, FGTB Belgio, CCOO e UGT Spagna – ha espresso pieno sostegno alla Global Sumud Flotilla, la missione internazionale diretta a Gaza per rompere l’assedio, aprire un corridoio umanitario e denunciare carestia e genocidio in corso.
La Flotilla rappresenta una delle più significative forme di mobilitazione non violenta e di solidarietà della storia recente. Numerosi sindacalisti sono presenti a bordo delle navi, sostenuti dalle proprie organizzazioni, e i sindacati europei chiedono che i Governi garantiscano loro sicurezza e protezione diplomatica.
Condanna dell’attacco a Sidi Bou Saïd
Le organizzazioni condannano con forza l’attacco con drone avvenuto l’8 settembre contro una nave della Flotilla nel porto di Sidi Bou Saïd, in Tunisia, ribadendo il carattere pacifico e pienamente legale della missione secondo il diritto internazionale.
Le richieste dei sindacati
I sindacati chiedono ai Governi europei azioni concrete e immediate:
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cessate il fuoco immediato;
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accesso umanitario senza ostacoli;
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liberazione di ostaggi e prigionieri palestinesi detenuti illegalmente;
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sospensione dell’accordo di associazione UE-Israele;
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sanzioni contro il governo israeliano;
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stop alle forniture di armi;
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sostegno al lavoro della Corte Penale Internazionale (CPI).
Solidarietà con i lavoratori e la popolazione palestinese
Dal 7 ottobre migliaia di civili, lavoratrici e lavoratori palestinesi sono stati uccisi, mentre giornalisti, operatori sanitari e insegnanti non possono svolgere le loro missioni. Centinaia di migliaia di lavoratori palestinesi hanno perso il lavoro in Israele e continua la colonizzazione della Cisgiordania.
I sindacati europei sottolineano la necessità del riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina come passo fondamentale verso un processo di pace giusto e duraturo. Intanto, molte organizzazioni hanno avviato raccolte fondi per sostenere l’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite che fornisce assistenza ai rifugiati palestinesi.
Dogane e monopoli: una riorganizzazione finita male
Nonostante il tentativo di escludere dal confronto sulla riorganizzazione le sigle non firmatarie del contratto Funzioni Centrali, che peraltro nell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli rappresentino la maggioranza delle Lavoratrici e dei Lavoratori, durante l’incontro sindacale di ieri CGIL UIL e USB hanno consegnato al Direttore del Personale di ADM un documento di sintesi delle problematiche emerse nell’assemblea che si è svolta il 3 settembre in Emilia-Romagna e Marche, le regioni interessate dalla fase sperimentale.
CGIL – UIL e USB denunciano che i tentativi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di scegliersi gli interlocutori non funzioneranno e non aiuteranno a correggere le falle di una “disorganizzazione” che nella fase sperimentale si è rivelata un disastro e che rischia di avere ricadute professionali ed economiche negative per la maggioranza delle Lavoratrici e Lavoratori.
Nella nota sono state rappresentate le criticità che le lavoratrici e i lavoratori di Emilia Romagna e Marche hanno segnalato a seguito dell’avvio sperimentale della riorganizzazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Continuano a persistere problematiche organizzative, informatiche e procedurali che appesantiscono i processi lavorativi e manca un percorso fomativo adeguato che porti alla reale omogenizzazione delle attività per superare l’attuale distinzione tra Uffici Doganali e Uffici dei Monopoli.
Queste sono solo alcune delle varie incongruenze e contraddizioni della nuova riorganizzazione che, così frammentata, crea al momento solo confusione e inadempienze, con aggravio inutile di lavoro, malcontento generale e soprattutto non migliora il servizio per l’utenza.
Non da meno sarà la negativa ricaduta dovuta al declassamento di Uffici doganali provinciali in territori ad alta incidenza economica, questione già attenzionata anche dagli Enti locali interessati e da varie interrogazioni Parlamentari, a conferma che questa Riorganizzazione così come pensata e messa in atto non incontra il giudizio positivo di chi nei territori ha a che fare con l’economia locale.
Infine questa riorganizzazione la pagheranno i dipendenti di Dogane e Monopoli perché, alla luce delle proposte in campo sul nuovo assetto delle Posizioni Organizzative, sarà finanziato in maniera maggiore dal Fondo del Personale a discapito del loro salario accessorio.
CGIL – UIL e USB, a queste condizioni, se non saranno superate prima tutte le problematiche tecniche e organizzative che già la sperimentazione ha messo in evidenza, compreso il declassamento di Uffici provinciali importanti per le economie dei territori a favore di Uffici a nostro avviso inutili, e se non ci saranno ulteriori risorse economiche da destinare ai Fondi del personale e una politica del personale volta ad un aumento della dotazione organica del personale ADM (con relativo riconoscimento delle professionalità interne in termini di progressioni verticali verso la terza e quarta Area), dichiarano la propria contrarietà a questa Riorganizzazione e di conseguenza valuteranno nella fase di applicazione definitiva, ogni azione utile a tutela del personale tutto.
CGIL Emilia-Romagna e la FP CGIL Emilia-Romagna ricordano l’esempio che Paolo Nerozzi ha lasciato al sindacato e a tutto il Paese
La scomparsa di Paolo Nerozzi rappresenta una grave perdita per tutto il movimento sindacale. Paolo è arrivato a ricoprire incarichi di grande responsabilità a livello nazionale – prima Segretario Generale della FP CGIL e poi Segretario della CGIL nelle segreterie di Sergio Cofferati e Guglielmo Epifani – partendo dal bagaglio e dall’esperienza maturate nel nostro territorio regionale sia in segreteria confederale che come Segretario Generale della FP CGIL Emilia-Romagna.
Ha gestito da protagonista la fase di contrattualizzazione del rapporto di lavoro nel pubblico impiego, tenendo insieme innovazione contrattuale, valorizzazione della rappresentanza e pratica della democrazia.
Da convinto assertore del ruolo pubblico nella garanzia dei diritti universali, ha sempre difeso e rilanciato il ruolo del welfare pubblico come elemento di qualificazione di una società autenticamente democratica.
Il suo attaccamento alla Cgil, dimostrato fino agli ultimi giorni di vita, il suo voler bene alle lavoratrici e ai lavoratori restano di esempio per tutti i militanti del sindacato.
Per tributare l’ultimo commosso saluto a Paolo e stringersi alla famiglia la Cgil e la FP Cgil Emilia-Romagna annunciano che sarà allestita la camera ardente presso il salone Di Vittorio della Camera del Lavoro Metropolitana di Bologna giovedì 11 settembre dalle ore 11 alle ore 13.
Attacco alle pensioni pubbliche: tagli retroattivi e penalizzazioni senza precedenti
Per la prima volta nella storia della previdenza italiana, il Governo è intervenuto sulle posizioni contributive già maturate, introducendo tagli alle pensioni dei dipendenti pubblici. Una misura senza precedenti, giudicata a forte rischio di incostituzionalità e che avrà conseguenze pesantissime per centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori.
Pensioni pubbliche nel mirino
Con la Legge di Bilancio 2024 (L. 213/2023) e la successiva Legge di Bilancio 2025 (L. 207/2024), il Governo Meloni ha colpito la quota retributiva delle pensioni dei dipendenti pubblici con meno di 15 anni di contributi al 31 dicembre 1995.
Il recente Messaggio INPS n. 2491 del 25 agosto 2025 ha confermato l’applicazione dei tagli, prevedendo una riduzione delle aliquote di rendimento per tutte le pensioni anticipate erogate prima dei 67 anni.
Una misura retroattiva e incostituzionale
Si tratta di un intervento retroattivo che va a incidere su diritti già maturati, in contrasto con i principi di certezza del diritto. Secondo le stime, nel 2043 saranno oltre 730.000 i lavoratori pubblici colpiti, per un totale di 33 miliardi di euro di tagli a regime.
Gli effetti economici sono gravissimi:
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Retribuzione annua 30.000 € → da -927 € a -6.177 € annui
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Retribuzione annua 50.000 € → da -1.545 € a -10.296 € annui
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Retribuzione annua 70.000 € → da -2.163 € a -14.415 € annui
Contratti poveri, pensioni tagliate e uscite ritardate
Oltre ai tagli, la Legge di Bilancio 2024 ha introdotto l’allungamento delle finestre di uscita, fino a 9 mesi in più per i dipendenti pubblici che vanno in pensione anticipata.
Altro che “quota 41 per tutti”: il rischio concreto è che chi ha iniziato a lavorare giovane debba rimanere in servizio anche con 48 o 49 anni di contributi per evitare penalizzazioni.
Il nodo irrisolto del TFR/TFS
La situazione si aggrava con il blocco del TFR/TFS: nonostante la Corte costituzionale abbia richiesto un intervento, il Governo non ha ancora risolto il problema. Anzi, si ipotizza che per il pensionamento anticipato si possa ricorrere al TFR, un paradosso se si considera che i dipendenti pubblici attendono ancora tempi lunghissimi per la liquidazione.
L’impegno della CGIL
Il messaggio INPS introduce anche interpretazioni restrittive che superano la legge, restringendo diritti già tutelati. Di fronte a questo scenario, CGIL, FP CGIL e FLC CGIL proseguono la vertenza a tutela delle pensioni, rafforzando il contenzioso legale sui tagli alle aliquote di rendimento e sul TFR/TFS, fino al possibile ricorso alla Corte Costituzionale.
Dipendenze, tuteliamo il Servizio Sanitario Pubblico e gli operatori dei SerT
CGIL e Funzione Pubblica CGIL Parma esprimono forte contrarietà e preoccupazione per le recenti dichiarazioni dell’On. Priamo Bocchi in merito alle attività di riduzione del danno portate avanti dall’AUSL di Parma e, in particolare, rispetto alla distribuzione di strumenti di consumo sicuro presso i Servizi per le Dipendenze (SerT).
Tali affermazioni, oltre a rappresentare una lettura superficiale e stigmatizzante del lavoro svolto dai professionisti del settore, rischiano di delegittimare un percorso di sanità pubblica fondato su evidenze scientifiche, previsto dalla normativa nazionale e riconosciuto dalle istituzioni sanitarie internazionali.
La distribuzione di strumenti come le pipe, al pari di siringhe sterili e altri presidi, rientra infatti in una strategia di riduzione del danno che ha come obiettivo prioritario la tutela della salute pubblica, la prevenzione delle malattie infettive e il contatto con le persone più fragili. Un approccio che non incoraggia il consumo, ma riduce i rischi sanitari e sociali, offrendo nel contempo un aggancio fondamentale ai percorsi di cura e riabilitazione.
Difendere il Servizio Sanitario Nazionale significa riconoscere e sostenere l’impegno quotidiano di medici, psicologi, educatori, assistenti sociali e di tutte le lavoratrici e i lavoratori dei SerT, che operano in condizioni spesso difficili per garantire diritti, salute e dignità a tutte e tutti.
CGIL e FP CGIL Parma respingono con fermezza ogni tentativo di strumentalizzazione politica su questi temi e ribadiscono la necessità di rafforzare i servizi pubblici territoriali, valorizzando la professionalità e l’abnegazione di chi vi lavora.
Solo attraverso una sanità pubblica forte, basata su prevenzione, cura e inclusione, è possibile costruire una comunità più giusta e sicura.
Bonus mamme 2025: cosa cambia, a chi spetta e come richiederlo
A sei mesi dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2025, il Governo interviene nuovamente sul bonus mamme, modificando in corsa le modalità di accesso e di erogazione. Un cambiamento importante che riguarda migliaia di lavoratrici italiane, per il solo anno 2025.
Cosa prevede il nuovo bonus mamme 2025
Con il Decreto Legge 95/2025, il previsto esonero contributivo per le madri lavoratrici (introdotto con la Legge di Bilancio) viene sostituito da un bonus economico di 40 euro per ogni mese lavorato, da corrispondere in un’unica soluzione a fine anno.
Il nuovo bonus mamme 2025 è una misura una tantum, destinata a semplificare l’accesso al sostegno economico ma anche, secondo CGIL e INCA, a ridurne l’efficacia strutturale.
Chi può richiedere il bonus
Il bonus spetta alle lavoratrici madri autonome o dipendenti (escluse le lavoratrici domestiche) che rispettano i seguenti requisiti:
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Reddito da lavoro non superiore a 40.000 euro annui
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Madri di 2 figli, con il figlio più piccolo di età non superiore a 10 anni
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Oppure madri di almeno 3 figli, con il figlio più piccolo di età non superiore a 18 anni
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Solo per rapporti di lavoro autonomo o a tempo determinato
Restano invece escluse le lavoratrici dipendenti con contratto a tempo indeterminato, madri di almeno tre figli: queste continuano a beneficiare del precedente esonero contributivo, fino a un massimo di 3.000 euro annui, secondo quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2024.
Come ottenere il bonus: richiesta all’INPS
Le modalità operative per presentare domanda e ottenere il bonus devono ancora essere definite. CGIL e INCA chiedono al Governo di emanare immediatamente il decreto attuativo, per garantire certezza e chiarezza alle lavoratrici.
Nel frattempo, è possibile rivolgersi alle sedi del Patronato INCA per ricevere una consulenza personalizzata in base alla propria situazione lavorativa e familiare. INCA è presente in tutte le regioni italiane, con 117 sedi provinciali e oltre 700 sedi zonali, per coprire più di 5.000 comuni in Italia.
Una misura tampone: le critiche di CGIL e INCA
CGIL e INCA esprimono forte contrarietà a misure spot, non strutturali né progressive. Il bonus, erogato in un’unica soluzione, viene percepito come un intervento tampone che non risponde ai bisogni reali delle famiglie. L’organizzazione sindacale chiede politiche pubbliche vere e continuative a sostegno della genitorialità, investimenti nei servizi per l’infanzia e nella conciliazione vita-lavoro.
Elezioni Rsu pubblico impiego: siamo il primo sindacato
“Si è conclusa definitivamente la certificazione dell’Aran dei voti delle elezioni Rsu 2025 nel pubblico impiego, e con grande soddisfazione possiamo dire che siamo il primo sindacato”. Lo affermano, in una nota, Cgil nazionale, Fp Cgil e Flc Cgil.
“Un risultato importantissimo – prosegue la Confederazione insieme alle due categorie – che premia la nostra coerenza e il nostro impegno nella difesa del ruolo delle rappresentanze sindacali unitarie nei luoghi di lavoro e nel garantire salari dignitosi, maggiori risorse per il rinnovo dei Ccnl e per la stabilizzazione dei precari”.
“La Fp Cgil – si legge nella nota – è il primo sindacato complessivamente delle amministrazioni pubbliche mantenendo il primato delle funzioni locali, ottenendo il primato nelle funzioni centrali e incrementando notevolmente i voti sul comparto sanità”. Inoltre, prosegue la nota “la Flc Cgil con 273 mila voti è il sindacato più votato nella scuola, nell’università, nella ricerca e nell’alta formazione artistica e musicale. Nettamente distanziate sia la seconda organizzazione a 50mila voti di differenza che la terza a 100mila voti di distanza”.
“Un successo, quello dei risultati, che si somma a quello della partecipazione, che ha visto un’altissima affluenza al voto delle lavoratrici e dei lavoratori dell’istruzione e della ricerca, università e Afam, della sanità, delle funzioni locali e delle funzioni centrali. Tutto ciò – concludono Cgil, Fp Cgil e Flc Cgil – sostiene con ancora più forza la nostra battaglia per rafforzare il valore delle Rsu e per estendere, per legge, il sistema del pubblico impiego a tutti i settori privati”.
Accordo FP CGIL – UIL FPL con Coop Cidas sul Premio di Risultato 2023: vittoria per tutti i lavoratori
Nessun escluso, premio pieno e rivalutato: tuteliamo chi lavora, senza sconti né imposizioni
Un risultato importante per le lavoratrici e i lavoratori della cooperazione sociale a Piacenza: FP CGIL e UIL FPL hanno siglato un accordo con Coop Cidas che garantisce il pagamento integrale del Premio Territoriale di Risultato (PTR) 2023, con una maggiorazione del 3,5% per interessi e rivalutazione Istat.
Dopo mesi di trattative e dopo che altri avevano firmato accordi al ribasso, imponendo limiti e buoni spesa non negoziati, arriva finalmente una vera intesa che riconosce il valore del lavoro.
Cosa prevede l’accordo
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Pagamento completo del premio PTR 2023 a tutti i lavoratori e lavoratrici, senza esclusioni;
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Maggiorazione del 3,5% per il ritardo e per l’adeguamento all’indice ISTAT;
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Libertà di scelta tra erogazione in busta paga (comprensiva di contributi previdenziali e assistenziali) o in buoni spesa rivalutati, da usare in esercizi convenzionati;
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Inclusione anche di chi aveva aderito all’accordo CISL, senza penalizzazioni.
Una firma per la dignità del lavoro
“Abbiamo tenuto la barra dritta – dichiarano Antonio De Leo (FP CGIL) e Agostino Zanotti (UIL FPL) – mentre altri firmavano intese che garantivano solo il 50% del premio e solo in buoni spesa imposti. Il nostro accordo è serio, trasparente e rispettoso degli impegni assunti”.
Questa intesa si inserisce nel solco tracciato dall’Integrativo Provinciale Piacenza Coop Sociali 2022, che FP CGIL continua a difendere come strumento di equità, coesione e giustizia per chi lavora.
Una controparte responsabile
Il confronto con Coop Cidas, supportata da Legacoop, ha mostrato che si può trovare un’intesa vera e responsabile, che non divide i lavoratori ma li tutela tutti. Il premio sarà corrisposto nella prossima busta paga, oppure tramite buoni rivalutati a scelta del lavoratore. Nessuna imposizione, solo trasparenza e rispetto.
FP CGIL: “Noi non facciamo favoritismi, facciamo sindacato”
“Questo risultato è per tutti. Anche chi aveva, forse con troppa fretta, accettato condizioni peggiori, oggi potrà beneficiare del miglior accordo possibile. È così che intendiamo fare sindacato: con determinazione, dignità e responsabilità”.