Rinnovo ANASTE: Non a queste condizioni!

Lo scorso 27 dicembre 2022, Anaste, si è resa responsabile di una scelta che non ha precedenti nelle relazioni sindacali del nostro Paese.

Nel bel mezzo di una trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro che andava avanti da tempo e mentre, FP Cgil Cisl Fp, Fisascat Cisl, Uil Fpl e UilTucs aspettavano risposte alle proposte sui temi della malattia e degli aumenti contrattuali, Anaste procedeva alla firma del contratto con i sindacati di certo non annoverabili tra quelli maggiormente rappresentativi.

Un contratto, quello siglato, che sancisce nuovamente come per Anaste la priorità rimane quella di licenziare liberamente, colpendo economicamente chi si ammala. Anche questa volta non vengono fornite risposte sui permessi ed è previsto un aumento tabellare irrisorio. Il CCNL sottoscritto e già scaduto non presenta clausole di armonizzazione con gli altri contratti del settore e ancora una volta non solo non risponde alle legittime attese dei lavoratori del settore che sono stati in prima fila durante la pandemia, ma, a nostro avviso, lede la loro dignità.

Per le OO.SS. quello di Anaste è un comportamento inqualificabile. Per tutelare le lavoratrici e i lavoratori, -chiosano-, ci vediamo costretti a mettere in campo da subito tutte le azioni di coinvolgimento dei lavoratori e delle Istituzioni a nostra disposizione a partire dall’apertura dello stato di agitazione di tutto il personale. Verrà inoltre segnalata alla Conferenza delle Regioni questa riprovevole condotta fuori da ogni regola pattizia, che fa venir meno la credibilità di Anaste nei rapporti negoziali e istituzionali a tutti i livelli.


Concorso Ministero della Giustizia per 104 Funzionari

Per la partecipazione al presente concorso i candidati  devono essere in possesso diploma di laurea (DL) in:

  • scienze dell’educazione e della formazione, giurisprudenza, psicologia, sociologia;
  • laurea (L):L-19 – Scienze dell’educazione e della  formazione,  L-14  –  Scienze  dei servizi  giuridici,  L-24  Scienze  e  tecniche  psicologiche;   L-40 Sociologia;
  • laurea magistrale (LM): LM-50 – Programmazione e gestione dei servizi educativi e formativi, LM-57  –  Scienze  dell’educazione degli  adulti  e  della  formazione   continua,   LM-85   –   Scienze pedagogiche, LM-93 – Teorie e  metodologie  dell’e-learning  e  della media education, LMG/01 – Giurisprudenza, LM-51 – Psicologia, LM-88 – Sociologia e ricerca  sociale;
  • laurea  specialistica  (LS):  56/S  – Programmazione e gestione dei servizi educativi e formativi,  65/S  – Scienze dell’educazione degli adulti  e  della  formazione  continua, 87/S – Scienze pedagogiche, 22/S – Giurisprudenza, 102/S –  Teoria  e
    tecniche della  normazione  e  dell’informazione  giuridica,  58/S  – Psicologia, 89/S – Sociologia, 49/S – Metodi per la ricerca  empirica nelle scienze  sociali;  ovvero  titoli  equiparati  ed  equipollenti secondo la normativa vigente.

Leggi il bando del Concorso Ministero Giustizia per scopire come inviare la candidatura!

Corso per il Concorso Ministero Giustizia

Abbiamo realizzato, grazie all’aiuto di docenti esperti che hanno prestato la loro professionalità, un corso online per aiutare nella preparazione ai concorsi del Ministero della Giustizia. Video-lezioni teoriche ed esercitazioni con un questionario di 60 domande cui risponde in un’ora, mirate per ogni profilo professionale.

Le materie approfondite:

  • Elementi di Ordinamento giudiziario
  • Elementi di Diritto processuale civile
  • Elementi di Diritto processuale penale
  • Nozioni sui servizi di cancelleria
  • Diritto amministrativo e costituzionale
  • Il lavoro pubblico: caratteristiche e fondamenti
  • La Dirigenza pubblica e le sue responsabilità
  • Diritto civile
  • Elementi di Diritto penale

Per ogni argomento troverete video-lezioni, testi da scaricare e quiz di auto-valutazione.

Come fare per iscriversi

Per partecipare ai corsi o consultare la biblioteca i è necessario iscriversi, compilando il modulo di iscrizione.

Se si è già iscritti, per seguire il corso sarà sufficiente registrarsi sul sito.

Fatta la registrazione puoi liberamente accedere al corso.

Quanto costa iscriversi al corso e al portale di FP CGIL Concorsi?

Per chi non ha un contratto di lavoro dipendente: potete contattare le nostre sedi locali della FP CGIL Emilia-Romagna e chiedere informazioni e indicazioni su come fare.

Per chi ha un contratto di lavoro dipendente: è necessario iscriversi attraverso la Cgil del proprio territorio. La registrazione alla piattaforma è valida un anno e ti permette di accedere a TUTTI i corsi e materiali. Trova la Cgil del tuo territorio.

Per chi è già iscritto al sito FP CGIL CONCORSI o alla CGIL: se si è già iscritti, per seguire il corso sarà sufficiente registrarsi sul sito. Fatta la registrazione puoi liberamente accedere ai corsi e alla Biblioteca.


Consiglio Superiore Beni Culturali e Paesaggistici - Il nostro programma elettorale!

LA PRESENZA DEI RAPPRESENTANTI FP CGIL: UNA GARANZIA PER I LAVORATORI

Il Consiglio Superiore, in questa passata gestione, si è distinto per la sua indipendenza di giudizio, la capacità approfondita di analisi, l’emissione di pareri in molti casi disallineati dalle scelte gestionali operate dal Ministero, una valutazione approfondita sulle criticità organizzative, a partire dalla drammatica carenza di personale e dal declino dei settori che si occupano della tutela del nostro patrimonio culturale.

Questo grazie ad una autorevole gestione del Presidente prof. D’Alberti ed alla composizione qualificata del Consiglio, ma anche grazie all’apporto competente e costruttivo che è venuto dai Rappresentanti dei Lavoratori, ai quali è stato consentito, a differenza delle passate gestioni, di partecipare a tutte le sessioni del Consiglio e non solo a quelle che hanno riguardato le politiche del personale.

In tale contesto è stato fondamentale il ruolo del componente eletto per la FP CGIL che ha fornito un apporto specifico sulle politiche di riorganizzazione conseguenti agli ultimi provvedimenti in materia e sulle politiche del personale, coordinando un gruppo di lavoro costituito ad hoc che ha prodotto un puntuale documento sullo stato dell’organizzazione con particolare riferimento alle condizioni occupazionali, al rapporto con la società in house, la ALES s.p.a. e più in generale all’articolazione del mercato del lavoro connesso ai cicli dei beni culturali.

LA CRISI OCCUPAZIONALE: IL VERO DRAMMA DEL MINISTERO

Una diminuzione drammatica del personale interno, dovuta essenzialmente alla mancata programmazione del turnover, i ritardi ingiustificabili che ancora si registrano nell’attuazione del piano assunzionale, i numeri insufficienti verificabili nella
programmazione stessa. Tutto questo si riverbera nella gestione dei servizi culturali, causandone una progressiva compressione, determina una crisi organizzativa profonda in tutti i settori dedicati alla tutela, mina alla base persino gli effetti stessi delle riorganizzazioni operate nel corso di questi anni, determina un ricorso indiscriminato a politiche di esternalizzazione senza tutele per i lavoratori coinvolti che ormai pervade tutta la struttura ministeriale, mette a serio rischio l’attuazione degli obiettivi previsti dal PNRR, tutti sulle spalle dei pochi lavoratori rimasti.

La pandemia ha prodotto una gravissima crisi di tutto il mercato del lavoro legato all’offerta dei servizi culturali, disintegrando livelli occupazionali pervasi da condizioni di sfruttamento e precarietà.

La ripresa post pandemica sembra basarsi unicamente sulla scommessa sul turismo e non si intravvedono linee di discontinuità, almeno nelle dichiarazioni
programmatiche, con il cambio di direzione politica. La scommessa sembra continuare ad essere tutta incentrata sulla valorizzazione estrema del patrimonio museale e non sul rafforzamento delle strutture interne dedicate alla tutela, alla ricerca ed alla conservazione del patrimonio.

IL MINISTERO POST RIFORME: ADDIO ALLA TUTELA?

Il quadro che presenta il Ministero a seguito dello “tsunami” Franceschini è sostanzialmente caratterizzato dalla disarticolazione organizzativa delle strutture che si occupano delle tutela del patrimonio culturale.

La creazione del sistema Museale ha assorbito circa la metà del personale previsto nell’organico ed il maggior numero dei Dirigenti, sottratti ai cicli di tutela. La creazione della Soprintendenza Unica, presentata come una operazione di semplificazione burocratica, in realtà è il prodotto finale di un processo di marginalizzazione del sistema delle Soprintendenze, trasformati in Uffici indeboliti nelle funzioni di tutela sul territorio, senza poteri di spesa, con un organico fortemente ridimensionato e con i Funzionari cosiddetti Capi Area a sostituire i Dirigenti sottratti dai circuiti Museali. Analoga situazione di degrado la vivono Archivi e Biblioteche, che hanno perduto quasi interamente il loro corpus dirigenziale e buona parte del personale, diventando sostanzialmente i settori “cenerentola” del MIC. In tale contesto abbiamo assistito ad operazioni la cui funzionalità è assai dubbia: una proliferazione dei Musei autonomi che ha prodotto la frammentazione dei più importanti circuiti archeologici e museali, il tentativo di coinvolgere le Biblioteche nelle politiche di valorizzazione estrema tramite l’integrazione di alcune di esse nei circuiti museali, una politica dell’offerta culturale legata al principio della mercificazione e dell’utilizzo improprio dei luoghi della cultura, una condizione di insufficienza strutturale rispetto alle disponibilità relativa ai cicli manutentivi e di tutela del patrimonio culturale. La creazione della Soprintendenza Nazionale per il PNRR si è rivelata un utile espediente per operare la cosiddetta “semplificazione” tramite un accentramento delle competenze relative al rilascio dei pareri sui progetti che hanno impatto sul paesaggio.

Una scatola vuota che ha solo comportato un aggravio esponenziale dei carichi di lavoro in capo alla DG ABAP ed alle Soprintendenze Territoriali.

IL MINISTERO CHE VOGLIAMO

La premessa indispensabile è che il nostro Paese torni ad investire sulla Cultura perlomeno ai livelli dei più avanzati Paesi Europei e comunque nel giusto rapporto alla quantità ed alla qualità dello straordinario patrimonio che l’Italia possiede. Se si vuole davvero operare per il cambiamento allora bisogna partire dalla riqualificazione dei servizi pubblici e dal rafforzamento delle strutture che si occupano della tutela del patrimonio culturale. Le riorganizzazioni non sono un esercizio ideologico basato su visioni preordinate senza alcuna attenzione al concreto svolgersi del lavoro ed alle problematiche connesse.

Di conseguenza noi vogliamo confrontarci rispetto ad un progetto di riorganizzazione che comporti prioritariamente i seguenti investimenti organizzativi:

  • UN PIANO SERIO DI REVISIONE DEI FABBISOGNI PROFESSIONALI:

    occorre riconoscere e inserire all’interno dell’organizzazione generale tutti i processi di innovazione tecnologica legati all’evoluzione ed alla modernizzazione dei modelli organizzativi. Tramite:

    1. la revisione della distribuzione degli organici nelle aree. Questo comporta una revisione adeguata dei fabbisogni interni alle Aree funzionali, mirata al riconoscimento di ciò che effettivamente serve, nei termini dell’apporto professionale, al funzionamento dei servizi;

    2. l’inglobamento nell’organico previsionale di figure professionali che emergono dai processi formativi e che non trovano allocazione nell’ordinamento interno. Questo comporta un processo di riordino generale dell’ordinamento professionale, da attuarsi tramite gli strumenti che il nuovo CCNL offre nella identificazione delle nuove famiglie professionali;

    3. una valutazione su un possibile ampliamento dell’organico teorico, recuperando il taglio ultimo prodotto dalla manovra spending review sia per gli organici delle aree che di quelle dirigenziali;

    4. un investimento straordinario sulla formazione riqualificazione del personale interno, tramite il reperimento e l’allocazione di risorse utili a rispettare la previsione contenuta nel CCNL di un investimento pari all’1% del monte salari. La crescita professionale continua dei lavoratori è condizione essenziale al miglioramento dei servizi ed al giusto riconoscimento dell’apporto dei lavoratori.

  • UN PIANO STRAORDINARIO PER L’OCCUPAZIONE

    Le misure predisposte appaiono del tutto insufficienti a garantire un corretto ricambio generazionale. La riduzione del 50% del personale, l’innalzamento dell’età media degli addetti sono i fattori che occorre affrontare tramite una corretta programmazione delle assunzioni.

    A tal fine è necessario:

    1. Reperire risorse straordinarie, procedere immediatamente alle assunzioni già autorizzate, avviare da subito la programmazione assunzionale e l’emanazione dei bandi di concorso con procedure semplificate e velocizzate al fine di evitare l’impasse degli Uffici che quasi certamente si determinerà in rapporto tra le tempistiche delle uscite per pensionamento e quelle necessarie all’espletamento dei nuovi concorsi;

    2.Realizzare la riforma dell’ordinamento professionale prevista dal CCNL 2019/21, determinando le giuste opportunità di crescita professionale dei lavoratori, definire gli accordi per le progressioni economiche, attuare i passaggi d’area finanziati dal CCNL e tramite le riserve concorsuali per i lavoratori interni da inserire nella programmazione ordinaria;

    3. Garantire le riserve concorsuali al personale interno.

  • DIRITTI E DIGNITÀ PER TUTTI I LAVORATORI.
    È assolutamente necessario introdurre regole che definiscano tutele e diritti per tutti i lavoratori che, a vario titolo, contribuiscono al funzionamento dei servizi. Una sorta di Codice Etico che uniformi il comportamento del Ministero nella definizione e regolazione del mercato delle esternalizzazioni. In particolare occorre:1. riconoscere finalmente le professioni dei Beni Culturali tramite l’adozione degli atti applicativi la legge n.110/2014;

    2. definire regole di comportamento che determinino le modalità del ricorso ai professionisti esterni, garantendo trattamenti minimi dal punto di vista delle condizioni normativo-contrattuali ai professionisti in regime di collaborazione;

    3. eliminare i massimi ribassi negli appalti e rafforzare le clausole sociali di garanzia dei livelli occupazionali, normativi e contrattuali al momento del rinnovo delle concessioni;

    4. determinare un trattamento contrattuale uniforme di tutti i lavoratori dipendenti presenti nei cicli esternalizzati, garantendo agli stessi l’applicazione di un CCNL coerente con le finalità delle attività svolte;

    5. prevedere una definizione analitica dei costi relativi al lavoro esternalizzato e pretendere la puntuale applicazione dell’anagrafe delle prestazioni, che deve essere riportata su un piano di trasparenza in modo coerente con le previsioni normative in materia;

    6. procedere alla progressiva reinternalizzazione delle attività cedute all’esterno e/o relative a fabbisogni professionali emergenti;

    7. garantire le riserve concorsuali ai contratti flessibili in applicazione della legge Madia.

  • RIPRENDIAMOCI LA TUTELA 

    La proliferazione di riforme dell’apparato ministeriale, che hanno trovato la loro conclamazione nello “tsunami“ Franceschini, è stata uno dei fattori determinanti della grave crisi organizzativa che affligge il Ministero A noi interessa invece un vero spirito riformista che si occupi concretamente dei problemi e trovi soluzioni condivise e fatte proprie dai lavoratori. Nel MIC il vero spirito riformista non può che partire dall’esigenza di un profondo rafforzamento delle strutture che si occupano della tutela del patrimonio: Soprintendenze, Archivi, Biblioteche e Istituti Centrali e dalla ricomposizione della frattura determinata dalla separazione dei cicli di tutela da quelli della valorizzazione del patrimonio culturale. Il MIC deve riacquisire la dignità e la funzionalità del lavoro di tutela e di ricerca e ritrovare il senso vero delle dinamiche dell’offerta culturale nei modi previsti dal Codice dei Beni Culturali e non certo tramite la sua mercificazione che ha trasformato i luoghi della cultura in palcoscenici per eventi estranei alla loro funzione ed in molti casi mortificanti per quello che gli stessi rappresentano per le comunità ed i territori di appartenenza. La fruizione della Cultura è un diritto costituzionale di tutti i cittadini, una finalità dichiarata dall’art. 9 della Costituzione e non una prerogativa cui possono accedere solo i cittadini più abbienti ed i turisti. Il nostro impegno in seno al Consiglio Superiore, se avremo la fiducia dei lavoratori, continuerà ad essere costante nel sollecitare il mantenimento di uno spirito autonomo e, qualora necessario, critico verso le scelte operate dall’amministrazione, nella consapevolezza che solo il senso dell’autonomia istituzionale di questo importante organo possa garantire un utile e costruttivo apporto alla determinazione degli obiettivi che ci prefiggiamo.


Ausl Imola, grave criticità di organico

Cgil Imola, Funzione Pubblica e Spi Cgil Imola hanno inviato una lettera alla Direzione dell’Ausl di Imola, al sindaco Marco Panieri e all’assessore regionale Raffaele Donini per chiedere azioni urgenti a fronte di una situazione non più sostenibile.
Manca il personale e questo ricade sui carichi di lavoro del personale dell’Azienda sanitaria e sul servizio ai cittadini e sul continuo allungamento dei tempi di attesa.

Di seguito il testo della Lettera dal sito della CGIL Imola.

 

La scrivente Organizzazione Sindacale è costretta di nuovo a denunciare una grave situazione di criticità di personale, anche in riferimento all’aumento dei contagi covid degli utenti e degli operatori.

Stiamo ricevendo innumerevoli segnalazioni da parte dei lavoratori per l’aumento dei carichi di lavoro, modifiche continue sui turni e, in particolare nei reparti, l’istituzione di turni dove non vengono garantite le 11 ore di riposo giornaliere, operatori che vengono richiamati in servizio nonostante non sia attivo l’istituto della reperibilità, continue richieste di salti di riposo e richieste di doppi turni che incidono con un aumento importante dello straordinario.
Tutto questo ricade sulla qualità dei servizi e sul continuo allungamento dei tempi di attesa, creando disagio ai cittadini che in questi due anni di pandemia si sono visti allungare i tempi per gli interventi e per le visite specialistiche. Come richiesto anche in sede di Conferenza Sociale Sanitaria Metropolitana, le aziende sanitarie e nello specifico l’Ausl di Imola hanno necessità di implementare l’organico per ridurre i tempi di attesa degli utenti e allo stesso tempo garantire il diritto al riposo e alle ferie estive. Non ci basta quanto scaturito dall’incontro in CTSSM che, per prendere tempo, vuole attivare incontri per definire settore per settore dove manca il personale.

Le Ausl sanno molto bene quanto personale manca e se non lo sanno possono ascoltare le Organizzazioni Sindacali che ogni giorno ricevono segnalazioni di aiuto dagli operatori e dai cittadini del territorio.

Non c’è più tempo: è necessario un piano di assunzioni ben definito e in tempi velocissimi.
In Azienda sono disponibili delle graduatorie attive di OSS e infermieri dalle quali si poteva attingere già da tempo proprio in previsione del periodo di ferie estive e delle malattie da covid del personale sanitario. Chiediamo perciò che venga preso con urgenza ogni provvedimento per la salvaguardia psicofisica del personale e degli istituti contrattuali, per non mettere a rischio la sicurezza dei lavoratori e di tutti i cittadini che si rivolgono a questa Azienda per ricevere cure.

Chiediamo uno sforzo e un impegno concreto ed urgente da parte delle istituzioni, dal Sindaco di Imola con delega alla Sanità, all’Assessore alle politiche per la salute Raffaele Donini, perché crediamo nella Sanità pubblica come unico strumento di garanzia della tutela della salute, una Sanità Pubblica che deve essere efficiente ed efficace ma non a discapito di chi ogni giorno ha messo a disposizione la propria professionalità con sacrificio continuo per garantire l’assistenza ai pazienti.

Anche in data 13 giugno durante il presidio indetto dalla Fp Cgil Emilia Romagna abbiamo evidenziato il bisogno di assumere personale in relazione alle carenze presenti nei reparti e nei servizi di questa Azienda.
Le assunzioni fatte fino ad oggi risultano insufficienti per garantire l’assistenza sanitaria.

I lavoratori, le lavoratrici della sanità e i cittadini non si meritano tutto questo!
Se non avremo risposte in tempi brevi a queste nostre richieste, avvieremo percorsi di mobilitazione.


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