Bonus Mamme 2025: il decreto attuativo ancora bloccato, lavoratrici penalizzate

A due mesi dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2025, il Governo non ha ancora adottato il decreto attuativo necessario per rendere operativo il Bonus Mamme 2025. Questo ritardo impedisce a molte lavoratrici madri di beneficiare dell’esonero contributivo previsto, causando incertezza e disagi per migliaia di famiglie.

Cosa prevede il Bonus Mamme 2025?

La misura, introdotta con la Legge di Bilancio 2024 e poi modificata con la Manovra 2025, prevede un esonero contributivo per:

Lavoratrici dipendenti (con contratto a tempo indeterminato, escluse le lavoratrici domestiche).
Lavoratrici autonome (novità del 2025).
Madri di due o più figli, fino al compimento del 10° anno di età del più piccolo.
Madri di tre o più figli, fino al compimento del 18° anno del più piccolo (dal 2027).

L’agevolazione è riservata alle lavoratrici con un reddito imponibile non superiore a 40.000 euro annui e prevede un tetto massimo di 3.000 euro annui di esonero contributivo fino al 31 dicembre 2026.

Dov’è il decreto attuativo?

Nonostante la normativa sia entrata in vigore, il mancato decreto attuativo blocca di fatto l’accesso al Bonus Mamme 2025. Senza questo provvedimento, non sono ancora state definite le modalità per richiedere l’agevolazione, lasciando nel limbo migliaia di lavoratrici aventi diritto.

Cosa chiediamo al Governo?

La CGIL sollecita l’emanazione immediata del decreto attuativo e misure correttive per garantire un accesso equo al bonus:

📌 Riconoscere gli arretrati alle lavoratrici con 2 figli, comprese quelle con contratto a tempo determinato e le lavoratrici autonome.
📌 Estendere l’esonero contributivo anche alle lavoratrici domestiche, attualmente escluse dalla misura.
📌 Superare le criticità della normativa, che avvantaggia maggiormente chi ha redditi più elevati.

Servono vere politiche di sostegno alla genitorialità

Il Bonus Mamme 2025 è solo una delle misure necessarie per migliorare le condizioni delle lavoratrici madri. Occorre investire in servizi per l’infanzia, con asili nido accessibili e politiche di conciliazione lavoro-famiglia realmente efficaci.

Non possiamo aspettare oltre: il decreto deve essere approvato subito!