FP CGIL: "No contratto a ribasso per i medici"
“Lavoratrici e lavoratori non sono disposti a svendere competenze, dedizione e professionalità”
“Per rinnovare il contratto di professionisti che sono, con gli altri, il cuore pulsante dei servizi sanitari, servono adeguate risorse economiche” lo dichiara Andrea Filippi Segretario Nazionale Fp Cgil Medici, Veterinari e Dirigenti SSN, che continua
“nessuna organizzazione sindacale dovrebbe accettare un contratto al ribasso che umilia le retribuzioni di professionisti che hanno già gli stipendi più bassi d’Europa”.
“Anche se siamo ancora in attesa dell’Atto d’Indirizzo che dovrebbe definire le direttive e le risorse per il rinnovo del Contratto dell’Area Sanità, siamo molto preoccupati dopo la sottoscrizione da parte di alcune organizzazioni sindacali dell’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto 2022/2024 del comparto sanità, che di fatto definanzia gli aumenti contrattuali di ben 11 punti percentuali rispetto all’inflazione registrata nel triennio” precisa Filippi.
“Davanti a questo desolante scenario che mortifica ancora una volta il salario dei professionisti non possiamo che rivolgerci a tutte le lavoratrici ed a tutti i lavoratori dell’Area dei Dirigenti Medici, Veterinari, Sanitari e delle Professioni Sanitarie, ed a tutti i loro rappresentanti, perché non si pieghino ad accettare condizioni unilaterali così al ribasso”
“Da anni lamentiamo il definanziamento del SSN, il taglio al personale, il blocco del salario accessorio, il furto delle eccedenze orarie a favore di gettononisti o di improvvisati mercenari che rendono i servizi pubblici sempre meno attrattivi per chi al contrario crede nel valore sociale della professione; da anni chiamiamo tutti a raccolta in occasione di ogni legge di bilancio per chiedere le risorse necessarie a salvare il nostro SSN; quindi non capiamo perchè ora dovremmo accettare passivamente un contratto, quello 2022-2024, fortemente definanziato, per catapultarci di fretta in un contratto, quello 2025-2027, anch’esso ancora definanziato” incalza la Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN.
“Peraltro, allo stato attuale, l’avvio della trattativa dell’Area è fortemente minata dalle sperequazioni che insistono nelle retribuzioni dei professionisti, vedasi le differenze che stiamo cercando di colmare sulle indennità di specificità dei Dirigenti Sanitari e sull’indennità di esclusività dei Dirigenti delle Professioni Sanitarie; al contrario oggi l’aumento disposto nell’ultima legge di bilancio per l’indennità di specificità di medici e veterinari con un finanziamento aggiuntivo di 327 milioni di euro dal 2026, non è stato ancora finanziato per i Dirigenti sanitari, così come non c’è traccia alcuna del finanziamento, comunque minimo, per l’indennità di esclusività dei Dirigenti delle Professioni Sanitarie” chiarisce il segretario.
“Non abbiamo nessuna fretta di sottoscrivere un contratto definanziato, anche perché parte degli aumenti dello stipendio tabellare sono già presenti in busta paga, in virtù dell’anticipo predisposto dal Governo nella legge di bilancio 2024: infatti con le attuali risorse, l’aumento del tabellare probabilmente sarà inferiore ai 250 euro lordi, ma oggi ne stiamo già percependo 121, per cui la differenza reale di quanto aumenteranno le buste paga sarà veramente irrisoria; così come irrisori sono gli arretrati a tutt’oggi maturati. Insomma, non capiamo davvero perchè dovremmo accettare le condizioni unilaterali proposte dal Governo, abdicando al nostro dovere sindacale di negoziare fino alla fine, con risorse inferiori di 11 punti rispetto all’inflazione, con la metà degli aumenti tabellari già percepiti in busta paga, con pochissimi arretrati, senza indennità di specificità e di esclusività finanziate per tutti i Dirigenti, né ci convince la narrazione di anticipare il contratto 2025-2027 che, come detto è anche questo ancora definanziato”.
“L’atto di indirizzo non è ancora uscito, la trattativa non è ancora partita, margini per migliorare le condizioni economiche e normative ci sono, ora si tratta di fare sindacato per lottare per davvero per le richieste che ci arrivano dai professionisti: risorse contrattuali adeguate, sblocco del salario accessorio, finanziamento indennità di specificità e di esclusività per tutti i Dirigenti dell’Area, migliori condizioni di lavoro, più chiarezza sull’eccedenza oraria che le Aziende continuano ad utilizzare in modo discrezionale, nonostante le innovazione introdotte del ccnl 2019/2021. Il ministro Schillaci cosa dice ai colleghi? Che si devono accontentare o ci convoca e si impegna a trovare una soluzione dignitosa per la categoria?”.
Sottoscritto CCNL 19/21 medici, veterinari e dirigenti sanitari
Coinvolti circa 136 mila professionisti, 240 euro lordi medi mensili di aumento, 10 mila euro di arretrati. Filippi: “Ora subito via alla contrattazione nelle Aziende ed al rinnovo del triennio 22/24″
“La sottoscrizione definitiva del CCNL 19/21 è un risultato importante per le lavoratrici e per i lavoratori del SSN. Sono garantiti i diritti su orario di lavoro e carriere. Le carenze di personale non potranno più ricadere solo sulle spalle dei professionisti, perché il nuovo contratto di fatto agisce come leva per un piano assunzionale straordinario. Infatti, per garantire i servizi serve nuovo personale, invece di spremere il poco rimasto. Per rendere attrattivo il Servizio sanitario, inoltre, è necessario intervenire sulle condizioni di lavoro e sulla conciliazione con la vita personale e familiare”. Lo scrive in una nota Andrea Filippi, segretario nazionale Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN.
“Nel contratto – ha osservato – abbiamo migliorato la possibilità di conciliazione dei tempi di vita-lavoro anche intervenendo sulle condizioni economiche del part time e del lavoro agile, ma servono soprattutto assunzioni di nuovi professionisti. Quanto alle retribuzioni, garantiamo la concentrazione delle risorse disponibili per aumentare le voci fisse e ricorrenti della busta paga, con 240 euro lordi medi mensili di aumento, di cui circa 190 sono destinati al trattamento fondamentale. Le restanti risorse sono per posizioni, performance e condizioni di lavoro. Gli arretrati maturati dal 2019 ad oggi sono pari a circa 10 mila euro lordi procapite che potranno essere erogati già nella busta paga di febbraio/marzo”.
“Inoltre – ha spiegato ancora Filippi – introduciamo finalmente l’indennità di specificità anche per i dirigenti sanitari e l’indennità per turno nei servizi prestati presso i pronto soccorso. Quanto agli incarichi professionali, non sono più un miraggio ma un diritto certo: le aziende dovranno assegnarlo a tutti ‘entro e non oltre 60 giorni dall’esito positivo della valutazione’ così come dovranno finalmente organizzarsi per consentire il recupero dell’extraorario lavorato che fino ad oggi poteva essere azzerato”.
“La Fp Cgil – ha assicurato – si è battuta e continuerà a battersi per l’equiparazione retributiva di tutti i Dirigenti anche in riferimento al riconoscimento dell’indennità di esclusività per i dirigenti delle professioni sanitarie sin dal prossimo contratto. Mentre sui media si sviluppano le polemiche sull’emergenza dei pronto soccorso e la carenza di medici dovuta alle condizioni di lavoro, nel Ccnl introduciamo strumenti che costituiscono delle prime risposte, ma diciamo sin da ora che il Ministro deve convocare i sindacati della dirigenza per affrontare la questione salariale e occupazionale con strumenti ben diversi da quelli messi in campo finora”.
In definitiva, “abbiamo lavorato per qualificare il Contratto collettivo nazionale per garantire tutele, diritti e carriere delle professioniste e dei professionisti, ma siamo consapevoli che sono necessari investimenti e più risorse oltre che più contrattazione, anche aziendale, per riconoscere il ruolo di chi sceglie di lavorare per il Ssn, con orgoglio e spirito di servizio e adesione all’art. 32 della Costituzione. Ora subito via alla contrattazione nelle Aziende ed al rinnovo del triennio 22/24”, ha concluso Andrea Filippi.
Sanità: Grande riuscita del presidio sotto la sede della Regione
Grande riuscita del presidio sotto la sede della Regione della FP CGIL ER, per chiedere più risorse, stabilizzazioni dei precari, nuovo personale e più fondi per la contrattazione collettiva. “Non ci basteranno le parole”, avverte il sindacato.
È riuscito ben oltre le aspettative il presidio indetto dalla FP CGIL Emilia-Romagna, sotto la sede della Regione a Bologna, sui tanti temi sul tavolo che riguardano la sanità. Più di 300 le persone presenti questa mattina, che hanno deciso di raggiungere Bologna da tutti i territori dell’Emilia-Romagna per manifestare insieme, con tanti interventi di lavoratrici e lavoratori della sanità a testimoniare la grande difficoltà che si vive dentro alle strutture sanitarie delle Aziende.
Sono quattro le richieste fondamentali avanzate dal sindacato e dai lavoratori e dalle lavoratrici: più risorse per garantire il diritto alla salute; stabilizzazione dei precari assunti per la gestione della pandemia; assumere personale in relazione alla grave carenza presente nei reparti e nei servizi; rivendicare l’aumento dei fondi per la contrattazione integrativa ed evitare il calo dei salari delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità.
Intervento dell’assessore Donini
In chiusura c’è stato anche un intervento dell’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini che ha marcato le grandi difficoltà delle Regioni nei confronti di un governo che pare non ascoltare, per ora, le necessità di chi gestisce la sanità sul territorio. Donini ha anche rassicurato i manifestanti sull’apertura di un tavolo di confronto, convocato per venerdì prossimo per iniziare la discussione sulle risorse.
“Non ci basteranno le parole” ha sottolineato Mauro Puglia, segretario generale della FP CGIL Emilia-Romagna. Frase che lascia presagire a una nuova stagione di lotte per la sanità regionale. “Un grande grazie a chi è venuto a manifestare con noi sotto la Regione – ha aggiunto Marco Blanzieri della segreteria della FP CGIL Emilia-Romagna -.
Insieme siamo una forza e dobbiamo continuare in questa battaglia per la difesa della salute di tutti e della sanità pubblica”.
A fare da sfondo alla giornata, uno striscione lasciato davanti alla sede della Regione che recita così: “Speranza e Draghi fuori I soldi della sanità”. Uno degli slogan più azzeccati della protesta.