IREN, appalti raccolta rifiuti e spazzamento: lavoratori e lavoratrici in stato di agitazione. Presidio il 10 luglio alle 10 in piazza Garibaldi

FP CGIL, FIT CISL, FISASCAT CISL, UILTrasporti, FIADEL Ambiente chiedono la corretta applicazione contrattuale. Sciopero in programma per il 12 settembre

 

È stato proclamato da FP CGIL, FIT CISL, FISASCAT CISL, UILTrasporti e FIADEL Ambiente lo stato di agitazione di tutti i lavoratori e le lavoratrici che svolgono per Iren i servizi in appalto su raccolta rifiuti, spazzamento e centri di raccolta che non si vedono ancora applicato il contratto di settore.

I temi posti dalle organizzazioni sindacali sono di estrema importanza per i lavoratori che da anni assicurano servizi pubblici nonostante non vengano loro riconosciute le giuste retribuzioni e le minime attenzioni sui temi della salute e sicurezza da parte della committente Iren.

Tuttavia, agli incontri convocati nei giorni scorsi in Prefettura e in Comune Iren non si é presentata. Questa é la considerazione che la concessionaria di un servizio pubblico mostra verso i lavoratori, le lavoratrici e le istituzioni a fronte dell’apertura di uno stato di agitazione.

Il gruppo Iren ogni anno aumenta gli utili, i dividendi agli azionisti e i premi ai dirigenti, ma non ha nessuna intenzione di rispettare i contratti e le norme di legge sugli appalti.

Gli appalti di quasi tutti i servizi operativi sono stati assegnati nel 2016 e vengono ancora prorogati di anno in anno con risorse non adeguate al costo del lavoro del settore e con una modalità che solleva non pochi dubbi sulla loro regolarità e non permette alle imprese appaltatrici di fare gli investimenti necessari in termini di personale e mezzi.

La raccolta rifiuti con il sistema porta a porta sempre più spinto non ha visto il necessario investimento in termini di squadre di lavoro adeguate e mezzi. Questo significa mettere a rischio la vita e la salute di chi lavora sulle strade e tornare indietro nel tempo ad un lavoro sempre più manuale e inadeguato che non soddisfa nemmeno i cittadini.

Iren ha inoltre avviato nelle scorse settimane le prime parziali procedure di reinternalizzazione attraverso la controllata San Germano dopo più di due anni di ritardo dalla partenza della nuova concessione, con una modalità caotica e senza nessun confronto e condivisione con le organizzazioni sindacali e senza rispettare il piano presentato negli anni scorsi.

Nessuna risposta da parte di Iren e delle imprese appaltatrici sulla richiesta di anticipare l’inizio dei turni di lavoro per prevenire l’eccessiva esposizione al calore dei lavoratori che con le temperature di questi giorni dovevano già vedersi applicate misure concrete di prevenzione.

Il settore evidenzia sempre più problemi di precoce incidenza di malattie professionali che mettono a rischio la salute dei lavoratori e la tenuta occupazionale, con ricadute sociali non trascurabili.

I lavoratori del settore sono anni che aspettano di vedersi riconosciute le giuste tutele ma finora nessuna risposta é arrivata e anzi Iren si appresta a rinnovare gli appalti per i prossimi 13 anni a condizioni inaccettabili.

È indispensabile che la proprietà pubblica riprenda un maggiore controllo sulle modalità attraverso le quali Iren eroga i servizi pubblici pagati dai cittadini e che vi sia maggiore attenzione alla qualità del lavoro e alle condizioni di sicurezza.

In questo quadro di assoluta indifferenza rispetto alle richieste su temi fondamentali di dignità del lavoro e di tutela della sicurezza i lavoratori di tutto il settore raccolta rifiuti e spazzamento saranno in sciopero il prossimo 12 settembre per l’intera giornata e sono pronti a proseguire la mobilitazione per la difesa dei loro diritti.

Nel frattempo, è in programma un presidio per il prossimo giovedì 10 lugliodalle ore 10 alle 12, davanti al Municipio di Parma in piazza Garibaldi.


La FP CGIL Parma interviene a proposito delle dichiarazioni del Comandante uscente della Polizia locale di Parma

“Il mio augurio è che chi mi sostituirà sappia riconoscere il valore del corpo di Polizia Locale di Parma”: sono queste le parole pronunciate nei giorni scorsi dal Comandante in uscita della PL di Parma, Roberto Riva Cambrino. La FP CGIL Parma auspica che chi arriverà riconosca più di quanto sia stato riconosciuto finora il valore del corpo, e soprattutto il valore delle lavoratrici e dei lavoratori della Polizia Locale.

Il sindacato di categoria della CGIL concorda tuttavia sul fatto che un nuovo comandante debba essere effettivamente all’altezza di un ruolo così importante e che riconosca davvero le capacità di questi lavoratori. Non commentiamo il bilancio di un dirigente, che dopo due mesi dall’insediamento a Parma partecipa ad un concorso a Rivoli (sicuramente per motivazioni valide) ma che nel mentre lancia una riorganizzazione delle figure apicali del corpo, e soprattutto una proposta di orario di lavoro (tra cui il quarto turno, da svolgere in orario notturno), che necessiterebbe di confronto tra le parti, essendo un argomento molto delicato e potenzialmente divisivo se non affrontato con la giusta organizzazione e le adeguate risorse.

É verissimo che nella serata dei festeggiamenti del Napoli in Piazza Garibaldi gli agenti in servizio si siano dimostrati professionali ed equilibrati rispetto alla situazione in essere, peccato che questi agenti siano rimasti soli per troppo tempo, nonostante le richieste fatte alle altre forze dell’ordine e nonostante una percepita disorganizzazione. Non a caso abbiamo formalmente richiesto all’Amministrazione se per quella serata fosse stato emanato apposito ordine di servizio da parte del Comando, circa le disposizioni da seguire per l’evento.

Rileviamo poi un accanimento vero e proprio nei confronti di alcuni agenti in servizio, verso il lavoro quotidiano di lavoratrici e lavoratori che, per aver dato anima e corpo alla PL negli anni passati, nei quali il sottorganico era conclamato in una condizione di burnout per i carichi di lavoro dovuti alla mancanza di personale, si ritrovano ora in una situazione di lavoro sicuramente meno operativa, ma sempre nel pieno esercizio delle proprie funzioni come previsto dalla normativa vigente. Svolgono un proficuo lavoro ed esercitano le proprie professionalità in quello che è sempre stato il pilastro dell’azione amministrativa di un ente come il Comune di Parma: la costante partecipazione della PL a quella sicurezza integrata che non è fatta di fantomatici e scopiazzati nuclei “anti droga” ma anche di autorevolezza nelle fasi di back office e tutela di tutte quelle azioni e procedimenti che trovano la loro genesi nel lavoro dei colleghi impegnati nei servizi esterni è attuata anche grazie a loro.

Il vero problema è che il corpo della PL di Parma è ancora sprovvisto di un regolamento riguardante l’orario di lavoro. In una situazione dove vi sono problematiche di organico, poche risorse da mettere a disposizione, una non chiara visione di cosa questi agenti debbano effettivamente fare di notte, e come questi possano integrare al meglio il lavoro delle forze dell’ordine, il problema per il comandante diventa “l’elevato numero di persone con criticità sanitarie”. La situazione sarebbe ridicola se non fosse effettivamente cosi grave.

Riteniamo che quanto dichiarato dal Prefetto di Parma alla Gazzetta di Parma risponda alla necessità di quella sicurezza integrata che deve essere raggiunta e continuamente alimentata, ma non a discapito dei lavoratori della Polizia Locale di Parma.

Detto ciò archiviamo il prima possibile questa spiacevole parentesi e come FP CGIL chiediamo al Comune e alla Amministrazione di mettere in essere un vero confronto sindacale per arrivare ad una corretta articolazione dell’orario di lavoro della PL, che riconosca lo sforzo e la responsabilità degli agenti, e che venga retribuita per quello che merita.

Infine chiediamo che questo Corpo abbia pace, che si individuino figure dirigenziali adeguate al ruolo, con prospettive di lavoro di lungo termine, che possano dare stabilità e continuità di lavoro a chi ogni giorno è nelle strade, nelle piazze e negli uffici per assicurare sicurezza e servizio pubblico per tutti i cittadini.


Assemblea Sindacale Retribuita a Parma: Rinnovo CCNL Sanità Pubblica 2022/2024

L’11 dicembre 2024, dalle ore 10:00 alle 13:00, presso la Sala Congressi dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria (AOU) di Parma, si terrà un’importante assemblea sindacale retribuita organizzata dalla Funzione Pubblica CGIL Parma. L’incontro è dedicato alle lavoratrici e ai lavoratori iscritti e simpatizzanti dell’Area Comparto AOU Parma e Azienda U.S.L. Parma, con l’obiettivo di affrontare i temi legati al rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per la Sanità Pubblica 2022/2024.

Programma dell’Assemblea

  • Introduzione:
    Ruggero Maria Manzotti, Segretario Generale FP CGIL Parma.
  • Interventi:
    Rosalba Calandra Checco, Segretaria FP CGIL Emilia Romagna con delega alla sanità.
    Michele Vannini, Segretario FP CGIL Nazionale con delega alla sanità.

Un’occasione per approfondire

L’assemblea rappresenta un momento di confronto essenziale per tutti coloro che lavorano nel settore della sanità pubblica e sono coinvolti nella contrattazione collettiva. Verranno discussi i punti chiave del nuovo CCNL e le prospettive per migliorare le condizioni di lavoro e i servizi offerti ai cittadini.

Non perdere l’opportunità di partecipare e contribuire al dibattito!


Stato di agitazione della sanità a Parma: situazione critica nelle aziende della provincia

La FP CGIL Parma dichiara lo stato d’agitazione nelle aziende sanitarie della provincia

La Funzione Pubblica CGIL di Parma ha recentemente espresso preoccupazione per la condizione del personale sanitario in Azienda Usl e Azienda Ospedaliero-Universitaria della provincia. L’organizzazione sindacale denuncia da tempo l’aumento dello stress e dei carichi di lavoro a cui sono sottoposti i lavoratori e le lavoratrici.

Nuovi servizi senza personale aggiuntivo

Nel corso del 2024, l’Azienda Usl ha inaugurato nuovi servizi, come i CAU (Centri emergenza urgenza) e le COT (Centrale operativa territoriale), senza tuttavia prevedere un’adeguata assunzione di personale. Sebbene nel CAU di Parma siano state inserite nuove unità, nelle altre sedi provinciali la situazione rimane critica. Nel CAU di Fornovo, ad esempio, il personale del servizio di emergenza 118 è stato incaricato di coprire anche i turni del nuovo centro, sovraccaricando un servizio già impegnato su tutto il territorio. A Fidenza, invece, il CAU è gestito in maniera “ibrida”, con una gestione mista che causa confusione e carichi aggiuntivi.

Esternalizzazione del CAU di Langhirano: una gestione contestata

Un altro elemento di forte criticità è rappresentato dalla gestione del CAU di Langhirano, affidata tramite convenzione all’Assistenza Pubblica. Questa esternalizzazione risulta inaccettabile per un servizio che dovrebbe essere interamente pubblico e conforme alle direttive regionali.

Una situazione ancora più grave nell’azienda ospedaliera

La carenza di personale all’interno dell’Azienda Ospedaliera della provincia è ancor più acuta, come dimostrato dal numero eccessivo di ore lavorative e di ferie arretrate del personale. Questo accumulo di straordinari testimonia la difficoltà nel garantire un diritto fondamentale dei lavoratori: il recupero psicofisico. La mancanza di adeguato riposo mina, infatti, la qualità della vita dei dipendenti, con effetti negativi sul loro benessere psico-fisico.

L’indizione dello stato di agitazione e la mobilitazione per la sanità pubblica

Di fronte a queste criticità, la FP CGIL Parma ha proclamato lo stato di agitazione. Diversi incontri e tentativi di negoziazione con i vertici delle due aziende sanitarie non hanno portato ai risultati sperati, spingendo il sindacato a procedere con l’iniziativa di mobilitazione. In mancanza di interventi concreti e di ascolto proseguiremo la mobilitazione, anche a livello nazionale, con lo sciopero previsto per il 29 novembre.

Ribadiamo così la necessità di sostenere una sanità pubblica che sia a tutela non solo dei lavoratori e delle lavoratrici, ma anche di tutta la cittadinanza.


A proposito di educatori che mancano: capiamo il perché per cambiare le cose

Una riflessione (amara) di Ruggero Maria Manzotti, segretario generale FP CGIL Parma

Ha ragione l’assessora Bonetti (al comune di Parma NDR). Mancano gli educatori. E ne mancheranno sempre di più.

E sarebbe anche ora di cominciare a chiedersi le vere motivazioni che stanno alla base di questa grave situazione, che nel tempo, nel breve tempo, metterà in seria crisi tutti quei fondamentali servizi alla persona, come i servizi per adolescenti, per disabili, per minori, e tutti gli altri servizi destinati alle più differenti fragilità, che oggi, solo grazie a questi lavoratori e lavoratrici, reggono un sistema sempre più impoverito e sempre più precario.

In parole povere: gli educatori servono solo quando mancano.

Questa è la considerazione generale che esce in questa situazione. Diverso è invece per le famiglie, quelle famiglie che senza queste professionalità avrebbero una vita ben peggiore e ben più dura di quella che hanno già. Per loro, per queste famiglie, le educatrici e gli educatori sono fondamentali.

Questo fenomeno ha tante possibili spiegazioni ma vi sono alcuni elementi di base che inevitabilmente portano questi professionisti a fare diverse scelte nel corso della loro vita lavorativa.

La figura educativa non è ancora nè culturalmente nè istituzionalmente riconosciuta, raramente le viene riconosciuto il ruolo che effettivamente ha nel contesto delle politiche sociali delle nostre società. Non viene ancora riconosciuta come professionalità che porta la sua competenza e i suoi studi oltre alla sua infinita passione.

I salari sono tendenzialmente bassi e poveri, anche tenendo conto che la privatizzazione dei sistemi sociali ha creato differenze significative di applicazioni contrattuali, e quindi un dumping contrattuale legalizzato e sotto gli occhi di tutti. E se nella gestione pubblica diretta (in calo un po’ ovunque) si può avere almeno una omogeneità contrattuale, il sistema della gestione in appalto è una vera e propria giungla di contratti diversi, di trattamenti orari differenti, di periodi di non lavoro, e in generale di situazioni lavorative che diventano precariato strutturato.

La situazione negli appalti

Terzo aspetto: il sistema degli appalti e la gestione da parte del terzo settore di questi servizi è sì fondamentale nel nostro sistema integrato regionale, che vede la componente pubblica e quella privata lavorare insieme per assicurare un alto standard di qualità dei servizi, ma questo sistema nel tempo è stato drogato, portando a situazioni tutt’altro che positive sia per i tanti lavoratori che vi lavorano sia per i servizi stessi. In questo il mondo cooperativo ha le sue responsabilità. Parliamo di un mondo che oggi si chiede dove siano gli educatori ma che fa ancora poco per fidelizzare, strutturare, programmare miglioramenti contrattuali e salariali e soprattutto organizzativi per queste tipologie di lavoratori.

E considerato che le condizioni lavorative, contrattuali e organizzative sono definite dentro gli appalti scritti dagli enti pubblici, sarebbe interessante e importante che l’ente pubblico in primis si chieda cosa fare per migliorare tale situazione partendo appunto da appalti che siano consoni e che delimitino e definiscano subito il perimetro di azione e di organizzazione degli enti gestori, questo per rendere più omogenee e stabili le condizioni di lavoro di queste persone.

Tutte queste motivazioni hanno portato e stanno portando ad una vera e proprio fuga da questi servizi, perché gli educatori non sono esseri metafisici che scendono dal cielo ma sono lavoratrici e lavoratori, con le loro famiglie con le loro difficoltà e con i loro problemi, che hanno necessità come ognuno di noi di vivere una vita degna e di avere un lavoro riconosciuto e pagato.

Serve una discussione seria

Crediamo sia giunto il momento di iniziare una discussione e un confronto su queste problematiche che interessi la politica, le istituzioni, gli enti gestori, il mondo cooperativo, perché non c’è tempo da perdere: presto potremmo dover constatare il crollo di alcuni servizi per questa mancanza di personale che sta diventando prolungata e cronica.


Firmato l'accordo integrativo con la AUSL e AOU di Parma!

Prosegue l’impegno della FP CGIL assunto con le lavoratrici e lavoratori dell’Ausl e della A.O.U. Di Parma sull’attribuzione dei Differenziali Economici di Professionalità (ex fasce).

Nel merito dell’accordo:

  • raddoppiata la quota passando da 400 mila euro a 800 mila euro;
  • impegno a continuare con i DEP nel 2025;
  • impegno nel passaggio tra le aree (progressioni verticali);
  • impegno nel riconoscimento degli incarichi nell’area degli operatori e assistenti;
  • confermata la quota economica di produttività per il 2024;
  • applicazione accordo regionale in merito al pagamento della quota in aggiuntiva a 50 euro a partire dal 1 Maggio 2024, come da richiesta della FP CGIL;
  • per Ausl aumento della quota economica dell’accordo emergenza estiva;
  • per A.O.U. aumento della quota economica sulle assenze improvvise.

Ci riteniamo soddisfatti del risultato raggiunto, ottenuto con un grande lavoro di coerenza e responsabilità iniziato nel 2023, con la sottoscrizione del contratto decentrato 2023-2025, quando qualcuno non ha avuto abbastanza coraggio per crederci. Continueremo nel 2025 per mantenere l’impegno di poter riconoscere una progressione a tutti gli aventi diritto con l’impegno e la coerenza, che ci ha sempre contraddistinto.


fp cgil parma sanità in crisi

FP CGIL Parma: "Preoccupa lo stato di salute della Sanità del nostro territorio"

“Sottofinanziamento, mancanza di una strategia complessiva e carenza di personale nelle due Aziende Sanitarie della provincia”

La Fp Cgil di Parma insieme a tutti i livelli dell’organizzazione è impegnata da anni in una mobilitazione in difesa della sanità pubblica, del suo finanziamento, e dello “stato di salute” sia nazionale che territoriale.

“La mobilitazione continua perché riteniamo che il periodo della pandemia non abbia insegnato abbastanza, soprattutto in tanti hanno già dimenticato quanto una sanità pubblica e universale sia fondamentale nell’affrontare emergenze ma soprattutto quanto sia fondamentale nella quotidianità delle persone e della loro cura.”

Il sottofinanziamento del sistema, è di fatto cronico e continuo, questo mette in crisi l’intero sistema che difficilmente potrà reggere nelle situazioni attuali.

A livello territoriale e provinciale non possono non sentirsi gli effetti delle problematiche nazionali per questo riteniamo che la situazione a nostro modo di vedere venga dipinta più rosea di quello che effettivamente è.

La situazione del personale nelle due Aziende Sanitarie della provincia con intensità diverse, è preoccupante perché constatiamo dai nostri punti di ascolto, un personale stanco e demotivato non solo perché non remunerato adeguatamente ma soprattutto perché considerato solo un numero e non una risorsa.

In Azienda Ospedaliero Universitaria la pressione sulle lavoratrici e i lavoratori in servizio è pesante e non più sopportabile, i richiami in turno sono continui, la maggior parte delle unità operative ha turni che superano le 36 ore, la prova sono il monte di ore e di ferie residue non godute.

Sono diverse le motivazioni di queste carenze di figure professionali: sicuramente il
rispetto dei tetti di spesa del personale vincola le aziende ma vi sono altre motivazioni più specifiche degne di attenzione.

Una città poco “accogliente” dal punto di vista del costo della vita, del costo degli affitti, elementi che portano a fare scelte differenti ai professionisti sanitari e addirittura li porta a valutare altre soluzioni lavorative.

Un numero ormai non sufficiente a coprire il fabbisogno provinciale.

Crediamo però che le nostre aziende sanitarie, al netto dei proclami entusiastici fatti anche a mezzo stampa, stiano agendo in modo non sempre adeguato ai problemi importanti e concreti che si trovano davanti e che da anni le organizzazioni sindacali sottolineano.

“A nostro modo di vedere manca una strategia complessiva in grado di sopperire alle problematiche citate perché troppo impegnati a tenere gli equilibri politici del territorio e non a dare risposte concrete ai propri dipendenti.”

I Cau non solo non funzionano come dovrebbero, ma pur essendo un servizio in capo alle cure primarie, ancora ad oggi non hanno personale dedicato e stanno dando risposte solo grazie all’impegno del personale che fa di tutto per riuscire a dare risposte ai cittadini.

Al problema delle liste di attesa sono state date soluzioni precarie e fragili, sdoganando di fatto anche la partecipazione del privato accreditato, senza mai proporre o prospettare percorsi assunzionali strutturati, percorsi imposti anche dall’importante accordo regionale sottoscritto tra Organizzazioni confederali, di categoria e Regione in aprile 2024.

Accordo che sancisce anche l’incremento dei fondi per dare continuità a percorsi di carriera e continuare il percorso di contrattazione integrativa.

Di contro, notiamo tentativi di riorganizzazione che mancano di programmazioni definite e strutturali, anzi, vi è un susseguirsi di istituzioni di incarichi dirigenziali, di dipartimenti fatti ad personam, incarichi 15 septis ad esterni quando da tempo professionisti sono in attesa di veder riconosciuto l’impegno e l’attaccamento alle Aziende, vediamo in queste settimane un numero alto di dimissioni e uscite dalle aziende sanitarie verso il mondo privato.

Abbiamo bisogno di risposte

“Come Fp Cgil nel porre questi temi, tra l’altro posti più volte ai tavoli sindacali, vorremmo che il disagio delle lavoratrici e lavoratori trovasse risposte perché le pacche sulle spalle ormai non sono più sufficienti, come non è più tollerabile la mancanza di decisioni strategiche in nome di percorsi che senza norme nazionali non potranno essere attuate.”

Abbiamo sempre creduto nelle buone relazioni sindacali gestite con trasparenza e soprattutto crediamo nelle istituzioni che gestiscono il bene comune ma allo stato attuale, nella gestione delle due aziende questi temi sembrano non essere presenti.

“La Fp Cgil valuterà le più opportune azioni da mettere in campo per il presente e per il futuro per fare in modo che le risposte vengano date e per la tutela generale delle lavoratrici e lavoratori.”


Comune di Parma: Raggiunta l'Intesa sul Contratto Decentrato 2024

Dopo due mesi di trattative, siglato il contratto decentrato del Comune di Parma per il 2024

Manzotti, FP CGIL Parma: “Riteniamo buoni i risultati raggiunti”

Dopo circa due mesi di trattative, il 24 giugno è stato finalmente sottoscritto il Contratto Decentrato Integrativo del Comune di Parma per l’anno 2024. Ruggero Maria Manzotti, segretario generale FP CGIL Parma, ha commentato: “Riteniamo buoni i risultati raggiunti nell’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori del Comune di Parma.”

Contenuti dell’Intesa

Nuovo Regolamento sul Lavoro a Distanza: Entrerà in vigore il primo settembre 2024 e disciplinerà il lavoro agile e da remoto, favorendo la conciliazione tra vita privata e lavoro.

Differenziali Stipendiali: Continuerà il percorso delle progressioni orizzontali, garantendo nuovi aumenti per la Polizia locale.

Fondo Salario Accessorio: Confermate le somme per la produttività, con un aumento dell’indennità per i dipendenti dei front office.

Welfare Aziendale: Confermato il contributo per il trasporto pubblico urbano e l’aumento del buono spesa per tutti i dipendenti.

Regolamento per gli Incentivi Tecnici: Approvato il regolamento basato sul nuovo codice degli appalti pubblici, promuovendo maggiore trasparenza ed equità.

Utilizzo delle Risorse da Recupero dell’Evasione dei Tributi Locali: Il sindacato si impegna a monitorare attentamente l’applicazione di questo strumento.

“Questa contrattazione – aggiunge Manzotti – è durata circa due mesi e ci ha visti impegnati al tavolo delle trattative, come sempre, in maniera chiara e determinata. Ringraziamo tutte le RSU per il lavoro paziente e costante svolto anche in questa occasione e, con loro, da settembre riprenderemo il confronto sugli altri importanti argomenti che volta per volta la parte pubblica porterà ai tavoli di contrattazione.”

Prossimamente saranno calendarizzate le assemblee per i vari settori per esporre i contenuti del contratto decentrato 2024.



FP CGIL Parma: "Preoccupati per la situazione dei Centri Unici di Prenotazione dell'Ausl". Dichiarato lo stato d'agitazione

Carenza di personale e continui aumenti dei carichi di lavoro incidono anche sulla qualità del servizio ai cittadini

 

La FP CGIL PARMA dichiara lo stato di agitazione nell’Azienda USL di Parma per le mancate risposte alle richieste sindacali su tutti i CUP – Centri Unici di Prenotazione – del Distretto, per la carenza di personale (6 unità in meno rispetto al 2023) e per il continuo aumento dei carichi di lavoro dovuto ad attività e incombenze che prima erano svolte da altri servizi.

Questa situazione sta causando problematiche operative gravi su tutto il servizio, con file interminabili agli sportelli che esasperano gli animi dei cittadini e sono causa anche di aggressioni verbali, e non solo, agli operatori.

Una situazione critica, che sta diventando rapidamente insopportabile e che non merita il disinteresse della direzione aziendale a cui tali problematiche sono state sottoposte numerose volte, in tutte le sedi.

La FP CGIL PARMA metterà in campo tutte le azioni necessarie per richiamare l’attenzione su un servizio di peculiare importanza come questo; dal blocco degli straordinari, all’informazione costante alle lavoratrici e lavoratori e alla cittadinanza, aumentando la mobilitazione fino allo sciopero se non arriveranno risposte concrete.

“I servizi di prossimità come il CUP -precisa Alfredo Vettone, funzionario della Fp Cgil- a partire da quelli di Parma, hanno certamente la situazione più urgente ma, se non arriveranno risposte adeguate, proseguiremo la mobilitazione anche nel resto della provincia perché anche gli altri CUP sono in difficoltà e non meritano questo atteggiamento e disinteresse da parte della direzione aziendale; noi siamo per servizi sanitari di qualità che siano sempre nelle condizioni di dare risposte vere e concrete ai bisogni di tutti, lo stiamo sostenendo a livello nazionale e lo sosterremo a livello aziendale. Siamo dispiaciuti per questa nuova modalità di gestire le relazioni sindacali che non è mai appartenuta all’Azienda Usl ma prendiamo atto e ci comporteremo di conseguenza”.


Personale Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, le preoccupazioni della Funzione Pubblica CGIL

Monica Marvasi: “Occorrono risposte immediate per la salvaguardia complessiva del sistema sanitario territoriale”

“Nell’arco degli ultimi mesi abbiamo assistito a mobilitazioni significative da parte dei lavoratori del settore sanitario, inclusi medici, infermieri e altri professionisti della salute. A fine dicembre 2023, alcuni sindacati hanno guidato due scioperi cruciali, enfatizzando la necessità di un intervento deciso a sostegno della sanità pubblica, seguiti da una serie di mobilitazioni”.

Ad intervenire sul tema, di stringente e stridente attualità, è Monica Marvasi, della segreteria FP CGIL Parma, che dà voce all’allarme della categoria: “Il Governo, attraverso varie misure legislative, sembra allontanarsi sempre di più dall’obiettivo di garantire un servizio sanitario universale e pubblico. Le politiche attuate negli ultimi anni, tra cui il mantenimento di rigidi tetti di spesa per il personale e per i salari, la mancata attuazione di riforme cruciali per l’assistenza territoriale e la crescente privatizzazione del sistema sanitario nazionale, sono sintomatiche di un disinvestimento nella salute pubblica e nella valorizzazione dei suoi operatori”.

“Stiamo chiedendo al Governo di intraprendere azioni concrete per superare le attuali difficoltà, tra cui l’implementazione di un piano straordinario di assunzioni e l’eliminazione dei vincoli che limitano la crescita salariale e occupazionale nel settore sanitario e soprattutto, il rinnovo di un Contratto Nazionale scaduto da ormai due anni con risorse sufficienti a recuperare l’inflazione. Allo stesso tempo come FP CGIL  evidenziamo la carenza di personale che ormai persiste in Azienda Ospedaliero-Universitaria per i vari blocchi ed invitiamo tutte le istituzioni, le lavoratrici e i lavoratori ad unirsi al nostro percorso di mobilitazione”.

Marvasi conclude con l’impegno da parte della categoria a “sollecitare l’Azienda affinché ponga tutta l’attenzione nel dare risposte immediate ai professionisti sanitari, senza dimenticare tecnici e amministrativi, valorizzando il lavoro di questi anni pesantissimi perché oltre alle risposte economiche le lavoratrici e i lavoratori rivendicano una programmazione lavorativa, di carichi di lavoro, di sviluppo professionale che permetta di migliorare e conciliare i tempi di vita”.