Ai Vigili del fuoco di Piacenza mezzi di scarto e obsoleti. Sicurezza a rischio
Le organizzazioni sindacali del vigli del fuoco di Piacenza, tramite una nota firmata da tutte le sigle, lanciano un allarme scrivendo tra gli altri anche al prefetto Daniela Lupo, al sindaco Katia Tarasconi e alla presidente della Provincia Monica Patelli. Il problema che viene sollevato è importante: al comando dei pompieri di Piacenza manca un’autoscala, una dotazione fondamentale e determinante per prestare soccorso ai cittadini.
«Tutti i comandi provinciali dei vigili del fuoco dovrebbero essere dotati di due autoscale perché questo è considerato dall’amministrazione un mezzo speciale, insostituibile ed estremamente necessario per i soccorsi in altezza – scrivono i rappresentanti di Conapo, Cgil, Confsal e Cisl – A Piacenza avevamo un’autoscala di circa 35 anni ed una che oggi ne ha 20; quella di 35 anni è stata messa fuori uso circa 4 anni fa e non è mai stata sostituita, mentre quella più recente è ferma da oltre sei mesi perché ha un preventivo di riparazione di circa 80mila
euro. L’Amministrazione in prima battuta come sostituzione, ha inviato una vecchia autoscala in servizio al Comando di Ferrara che però ora si trova in officina con un preventivo di 50.000 euro per le riparazioni e in rimpiazzo ci ha fornito un’autoscala immatricolata nel 1994 che era in servizio ad un distaccamento volontario del Comando di Lecco».
«In questi giorni sul territorio nazionale sono state consegnate ben 60 nuove autoscale – dicono i sindacati – alcune di queste arriveranno sicuramente in Emilia Romagna, quindi auspichiamo che una di queste arrivi al Comando di Piacenza per evitare l’assegnazione dell’ennesimo mezzo di ripiego, comunque poco efficiente, di un altro comando della regione».
«I cittadini della Provincia di Piacenza in primis non si meritano un trattamento del genere – conclude la nota – e nemmeno i Vigili del Fuoco di questa provincia che da troppo tempo sono costretti a lavorare con mezzi di scarto forniti da altri comandi avvilendoci nella nostra professionalità e nel nostro impegno che da sempre mettiamo al servizio della comunità».
Firmato accordo sul premio territoriale di risultato di Piacenza della cooperazione sociale
Lo scorso 12 dicembre è stato firmato l’accordo provinciale che riguarda l’erogazione ai lavoratori e alle lavoratrici della cooperazione sociale piacentina del Premio Territoriale di Risultato, che si sostanzia in un riconoscimento fino ad un massimo di 500 euro annui.
Il confronto con le centrali cooperative è stato lungo e complesso soprattutto perché la piattaforma sindacale di partenza affrontava nel loro complesso i principali problemi del lavoro nel mondo della cooperazione, come ad esempio il corretto inquadramento contrattuale dei lavoratori, il rispetto delle ore contrattuali, i tempi di vestizione, oltre ad aspetti più di dettaglio come banca delle ore, ferie, reperibilità.
Abbiamo comunque ritenuto importante mantenere viva la contrattazione e arrivare a un primo risultato sul fronte delle risorse economiche e la regolamentazione trasparente dell’utilizzo del mezzo proprio per ragioni di servizio da parte delle lavoratrici e dei lavoratori. Gli altri temi saranno oggetto di prossime azioni sindacali e confronti con le centrali cooperative.”
Inoltre terremo monitorato l’andamento dell’accordo per verificare la sua capacità di dare i benefici sperati, dato che la parte datoriale ha condizionato l’accordo a una clausola che assoggetta la cifra effettiva ai risultati economici conseguiti delle cooperative.
Da tempo la cooperazione lamenta difficoltà economiche ed il difficile rapporto con la committenza pubblica, tuttavia ribadiamo l’indispensabile esigenza di dare un tangibile segnale alle lavoratrici ed ai lavoratori della cooperazione, perno del settore e senza i quali il sistema socio sanitario piacentino collasserebbe, che ci hanno dato mandato di sottoscrivere l’accordo dopo una fitta campagna di assemblee.
Polizia locale di Piacenza, a rischio riposi compensativi
I “vigili” per come erano intesi una volta ora non esistono più. La Polizia Locale è quotidianamente chiamata a svolgere funzioni sempre più complesse e gravose, spesso a scapito della propria sicurezza. Agenti e Ufficiali, con un organico gravemente insufficiente – gli ufficiali si contano sulle dita delle mani, gli agenti non abbondano di certo – devono assicurare l’ordine pubblico, a supporto e talvolta in sostituzione delle forze di polizia statali, e hanno vissuto l’esperienza dolorosa della pandemia svolgendo un ruolo decisivo di controllo e contenimento sui territori, spesso in condizioni estremamente precarie e pagando un alto tributo in termini di infezioni da covid. Così, in una nota, la Fp Cgil di Piacenza sulle numerose criticità affrontate dalle lavoratrici e dei lavoratori distanza in via Rogerio, alla polizia locale di Piacenza.
«Il malessere serpeggia da tempo spiega Alberto Gorra, Responsabile funzioni locali della Fp Cgil di Piacenza – risultato di molti fattori in parte legati alla normativa (vetusta e del tutto inadeguata a rispondere alle esigenze attuali), in parte al sistema di lavoro venutosi a creare in questi anni e purtroppo anche alla rigidità burocratica dell’Amministrazione comunale, alla quale chiediamo di trovare insieme soluzioni che tutelino la qualità del lavoro e quindi del servizio reso ai cittadini. È finalmente arrivato un comandante che pensiamo possa assicurare al corpo la stabilità tanto attesa – prosegue Gorra – tuttavia le lavoratrici e lavoratori, provati per gli eventi degli ultimi due anni e l’intensità dell’esposizione a cui sono sottoposti, scoprono con amarezza la messa in discussione dei meccanismi che sostengono la possibilità del recupero psicofisico. Si paventa infatti la cancellazione del riposo compensativo per il lavoro prestato nei giorni festivi infrasettimanali, e – pare – la revisione dell’articolazione oraria sulle 35 ore frutto di un faticoso accordo sindacale di alcuni anni fa».
Agenti e ufficiali della Polizia Locale, pur mantenendo l’appartenenza al sistema degli enti locali e il radicamento sul territorio, chiedono di avere le tutele legali, infortunistiche, previdenziali che sono assicurate alle forze di polizia statale. Valga per tutte, l’esempio del riconoscimento, ad oggi negato, dello status di lavoro usurante. L’istituto del riposo compensativo e articolazione oraria settimanale sono assai dibattuti anche in giurisprudenza e sono oggetto in queste settimane della discussione sul rinnovo contrattuale. « Le richieste sindacali all’Amministrazione di non intervenire in modo peggiorativo e di attendere quantomeno, per discuterne in modo condiviso, la revisione normativa (la Legge 65/1986 che disciplina la Polizia Locale è finalmente in discussione in Parlamento) e la firma del nuovo contratto nazionale, finora sono state inascoltate. Non dovranno perciò stupirsi i piacentini – conclude Gorra – se nelle prossime settimane o nei prossimi mesi leggeranno di nuove mobilitazioni della polizia locale. La Fp Cgil lavora per trovare insieme alle amministrazioni soluzioni condivise e costruire diritti. Tuttavia quando le porte restano chiuse, è necessario trovare altre strade per far valere le ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori. La sicurezza degli slogan elettorali, nei fatti e tutti i giorni la realizzano loro, con la loro professionalità»