La FP CGIL Bologna contesta la riorganizzazione del Pronto Soccorso di Bazzano
FP CGIL, insieme a CISL e UIL territoriali, esprime forte contrarietà rispetto alla decisione della Regione Emilia-Romagna che, nell’ambito della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria Metropolitana (CTSSM), ha scelto di non rispettare gli impegni condivisi in merito al futuro del Pronto Soccorso dell’Ospedale Dossetti di Bazzano. Una scelta unilaterale che rappresenta un grave passo indietro nella difesa della sanità pubblica.
Una mediazione interrotta dalla Regione
Nel corso della CTSSM del 16 giugno 2025, dopo ore di confronto, si era giunti a una mediazione condivisa tra parti sociali, professionisti sanitari e istituzioni:
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rinviare ogni decisione definitiva sulla trasformazione del Pronto Soccorso fino all’attuazione degli investimenti previsti dal PNRR, tra cui la realizzazione di 20 posti letto OSCO e di una Casa di Comunità presso l’ospedale di Bazzano;
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costruire un percorso metropolitano di analisi di tutti i pronto soccorso, con il coinvolgimento delle lavoratrici, dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali, al fine di affrontare la carenza strutturale di personale e risorse.
Tuttavia, l’intervento dell’assessore regionale Fabi, assente alla seduta ma rappresentato in modo determinante, ha fatto saltare la mediazione, bloccando il percorso di confronto condiviso.
Stato di agitazione: la risposta dei lavoratori
A seguito della rottura del tavolo, le lavoratrici e i lavoratori dell’Ospedale Dossetti, riuniti in assemblea con FP CGIL, CISL e UIL, hanno dato mandato per avviare tutte le azioni di mobilitazione sindacale disponibili:
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blocco degli straordinari;
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iniziative pubbliche di protesta;
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proclamazione dello sciopero.
L’obiettivo è difendere il Pronto Soccorso di Bazzano e il diritto delle persone a ricevere cure immediate e di qualità all’interno del perimetro pubblico della sanità.
Un presidio essenziale per il territorio
Il Pronto Soccorso di Bazzano serve un bacino di utenza che supera i 100.000 abitanti, ben oltre i requisiti previsti dal DM 70/2015 per il mantenimento di un presidio di emergenza. La sua eventuale trasformazione in Punto di Primo Intervento comprometterebbe l’accesso tempestivo alle cure per una vasta area della Valsamoggia e dei comuni limitrofi, con conseguenze negative sull’intero sistema sanitario metropolitano.
Le richieste di FP CGIL
FP CGIL chiede con forza:
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il mantenimento del Pronto Soccorso in forma piena e funzionale presso l’Ospedale Dossetti;
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il ripristino immediato del confronto interrotto;
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il rispetto degli impegni presi in sede di CTSSM;
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una pianificazione trasparente, partecipata e fondata sui bisogni reali del territorio e delle lavoratrici e lavoratori della sanità.
La mobilitazione continuerà in tutte le sedi necessarie, con determinazione e senso di responsabilità, fino a quando non verranno garantiti i diritti delle persone e la tutela della sanità pubblica.
Pronto soccorso. Buone le proposte della Regione, ma serve aprire un tavolo sul DM 71
La soluzione dei problemi dei Pronto soccorso passa dalla riorganizzazione della rete territoriale delle cure primarie. Apprezziamo le proposte della Regione, ma serve aprire un tavolo sul DM 71.
È sufficiente contare il numero di codici bianchi che si rivolgono ai Pronto soccorso per capire cosa non funzioni nel sistema e quali interventi siano necessari.
Ad oggi sono migliaia le persone che tutti i giorni in Emilia-Romagna si rivolgono al Pronto soccorso chiedendo di usufruire prestazioni di base che nulla hanno a che fare con l’emergenza e con l’urgenza.
Di conseguenza, pur apprezzando le proposte della Regione, riteniamo che da sole non bastino e che sia necessario fare altro per dare risposta alle difficoltà e per evitare fughe di professionalità ed esperienze fondamentali per il nostro servizio sanitario regionale.
Iniziando da cose semplici e basilari, come evitare di assegnare ai medici dei Pronto soccorso, oltre alle normali funzioni, anche quelle di guardia ospedaliera, come spesso accade negli ospedali di piccole e medie dimensioni. Con il rischio di trovare fuori dalla struttura il medico che dovrebbe sostare in PS perché obbligato a controllare anche altri reparti, trovandosi poi in difficoltà nella gestione di un’emergenza improvvisa. E tornando a sviluppare i protocolli per la gestione dell’emergenza territoriale, per garantire la massima efficacia ed efficienza utilizzando in maniera proficua i medici dipendenti all’interno del Pronto soccorso.
Dopodiché, va aperta una discussione sul decreto ministeriale numero 71 per la riorganizzazione della rete territoriale delle cure primarie, indirizzando chi ha problemi non urgenti/emergenti verso strutture idonee per evitare inutili intasamenti. Provando a capire se è bene che eventuali ambulatori di gestione dei codici bianchi rientrino nei Pronto soccorso (come nella proposta della Regione) o all’interno delle Case della Salute (come immaginiamo noi) evitando così di legittimare flussi di prestazioni che provocano ulteriori intasamenti.
Riteniamo anche fondamentale progettare la necessaria formazione/informazione nell’utilizzo dei servizi, uscendo dalla logica punitiva del superticket nei confronti di chi si rivolge erroneamente al Pronto soccorso, ed entrando in quella dell’uso consapevole della rete dei servizi.
FP CGIL Medici
Vittorio Dalmastri
Marco Blanzieri