Referendum CCNL Funzioni Centrali - La carica dei 40mila spaventa chi sa che ha firmato un contratto a perdere

Al contrario delle arbitrarie interpretazioni di chi ha firmato, le 40mila espressioni di voto, a cui si aggiungono una pluralità di strumenti e iniziative sindacali, dagli scioperi che hanno caratterizzato questo autunno alle migliaia di lavoratori e lavoratrici che hanno affollato le assemblee di CGIL, UIL e USB, costituiscono un NO chiaro e inequivocabile sul merito di un contratto che, per la prima volta, non recupera neanche l’inflazione determinando quindi una diminuzione del salario reale. In questo scenario, nel quale la contrattazione decide sempre meno, vedi l’erogazione di larga parte degli aumenti per decreto, c’è il serio pericolo che anche nei successivi rinnovi contrattuali, per i quali il Governo ha già predeterminato l’entità degli aumenti salariali, si arrivi a realizzare ulteriori diminuzioni dei salari reali.

Per questo la partita che si sta giocando non è limitata al triennio 2022-2024 e alle sole Funzioni centrali, ma più in generale riguarda l’agibilità del sindacato a svolgere la propria funzione di difesa dei diritti dei lavoratori, a partire dal diritto ad un salario adeguato, in un contesto in cui il Governo, con l’appoggio palese di alcune Organizzazioni Sindacali, sta sterilizzando la contra<azione, sottraendo totalmente ai tavoli il tema salariale, in funzione di una politica di riduzione del costo del lavoro pubblico. Proprio in virtù di tutto questo, non intendiamo alimentare sterili polemiche, ricordando che andrebbero rispetta tutti coloro che hanno deciso di partecipare ai vari momenti di condivisione esprimendo la loro opinione. Riteniamo doveroso, nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici continuare a lottare per difendere diritti e salari da un attacco senza precedenti.

C’è chi ha accettato di rinunciare al 10% di recupero dell’inflazione sacrificando i dipendenti delle funzioni centrali per assecondare la volontà del datore di lavoro e chi legittimamente sceglie di dire che i dipendenti pubblici meritano di più su salario, carriera e diritti.


Referendum 8 e 9 giugno: vota 5 Sì per il lavoro e la cittadinanza

L’8 e 9 giugno 2025, i cittadini italiani sono chiamati a esprimersi su cinque quesiti referendari che riguardano temi fondamentali come il lavoro e la cittadinanza. Questi referendum rappresentano un’opportunità per rafforzare i diritti dei lavoratori e promuovere una società più inclusiva.

1. Reintegro in caso di licenziamento illegittimo

Il primo quesito propone l’abrogazione delle norme introdotte dal Jobs Act che hanno limitato il diritto al reintegro per i lavoratori licenziati senza giusta causa. Votando Sì, si mira a ripristinare la tutela reale, garantendo ai lavoratori la possibilità di essere reintegrati nel proprio posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo.

2. Indennità equa per i licenziamenti nelle piccole imprese

Il secondo quesito riguarda l’eliminazione dei limiti massimi all’indennità per i lavoratori licenziati nelle imprese con meno di 15 dipendenti. Attualmente, questi lavoratori possono ricevere un risarcimento massimo di sei mensilità. Votando Sì, si intende permettere al giudice di determinare l’indennità in base al danno effettivamente subito, senza tetti predefiniti.

3. Limitare l’abuso dei contratti a termine

Il terzo quesito propone l’abrogazione delle disposizioni che facilitano l’uso dei contratti a tempo determinato, spesso utilizzati in modo abusivo per evitare l’assunzione a tempo indeterminato. Votando Sì, si vuole promuovere la stabilità lavorativa e contrastare la precarizzazione del lavoro.

4. Responsabilità solidale negli appalti

Il quarto quesito mira a ripristinare la responsabilità solidale del committente in caso di infortuni sul lavoro nelle aziende appaltatrici o subappaltatrici. Attualmente, il committente è esonerato da responsabilità per i rischi specifici dell’attività delle imprese appaltatrici. Votando Sì, si intende garantire una maggiore tutela per la sicurezza dei lavoratori coinvolti negli appalti.Wikipedia, l’enciclopedia libera

5. Riduzione del periodo di residenza per la cittadinanza

Il quinto quesito propone di ridurre da dieci a cinque anni il periodo di residenza legale richiesto agli stranieri extracomunitari per ottenere la cittadinanza italiana. Votando Sì, si favorisce l’inclusione sociale e si riconosce il contributo di chi vive e lavora in Italia da anni.

Informazioni sul voto

  • Date e orari: Domenica 8 giugno dalle 7:00 alle 23:00 e lunedì 9 giugno dalle 7:00 alle 15:00.

  • Documenti necessari: Tessera elettorale e documento d’identità valido.

  • Voto fuori sede: È possibile votare nel comune di domicilio temporaneo per motivi di studio, lavoro o cure, presentando domanda entro il 4 maggio.

Votare 5 Sì ai referendum dell’8 e 9 giugno significa scegliere un’Italia che valorizza il lavoro dignitoso, la sicurezza e l’inclusione. È un passo fondamentale per costruire una società più equa e solidale.