Verso lo sciopero della sanità privata del 23 settembre!

Stiamo conducendo una serie di azioni di mobilitazione in tutta la regione Emilia-Romagna per difendere i diritti dei lavoratori della sanità privata. Questi sforzi sono volti a richiamare l’attenzione pubblica e politica sulla necessità urgente di rinnovare il contratto collettivo, scaduto da anni, per i professionisti che operano in strutture sanitarie private accreditate.

Protesta nella Provincia di Rimini

Nella provincia di Rimini, le bandiere dei sindacati sono state affisse all’esterno di tutte le strutture che applicano il contratto della sanità privata Aiop. Questo gesto simbolico vuole sottolineare la precarietà di centinaia di lavoratori il cui contratto è fermo da anni. La sanità privata accreditata vive quasi esclusivamente di fondi pubblici, e non è più accettabile continuare a fare accordi sulla pelle dei professionisti. È compito delle regioni e delle associazioni trovare il finanziamento necessario, ma è fondamentale che si arrivi alla sottoscrizione del nuovo contratto il prima possibile. Se la sanità privata deve continuare a far parte del perimetro pubblico, non è concepibile avere professionisti di serie A ed altri di serie B.

Manifestazioni a Bologna

A Bologna, abbiamo manifestato per il mancato rinnovo del contratto della sanità privata, fermo dal 2018. Presidi sono stati organizzati in tutta la città. Un presidio significativo si è tenuto davanti a Villa Torri, dove le lavoratrici e i lavoratori hanno chiesto con forza il rinnovo del contratto collettivo. La mancata apertura di un tavolo di contrattazione con Aiop e Aris ha portato i sindacati a uno stato di agitazione permanente, con oltre 200.000 lavoratori a livello nazionale a rischio.

Presidio a Reggio Emilia

A Reggio Emilia, abbiamo organizzato un presidio davanti al Centro Medico Lazzaro Spallanzani. La richiesta principale è un adeguamento economico di 200 euro per equiparare i lavoratori della sanità privata ai dipendenti pubblici. Il presidio ha coinvolto cinquecento professionisti, tra infermieri, tecnici sanitari e operatori socio sanitari, impiegati presso strutture private accreditate come Villa Verde, Villa Salus, Millefiori a Novellara e Hospice Madonna dell’Uliveto di Albinea. Questi professionisti chiedono maggiori diritti e un adeguamento salariale, lavorando per aziende che generano utili.

Gravi condizioni alla Casa di cura Salus di Ferrara

A Ferrara non si può dire che il contesto sia migliore e la FP CGIL Ferrara denuncia le gravi condizioni lavorative degli operatori sanitari presso la Casa di Cura Salus srl. Una situazione insostenibile e per la quale non si è riusciti ad arrivare alla conciliazione dopo l’incontro in Prefettura dello scorso 24 giugno.

Ci sono poi problemi che proseguono come i “continui mancati versamenti delle quote del Tfr verso i fondi pensionistici ma anche all’atto delle dimissioni. Un comportamento che non solo viola i diritti contrattuali dei lavoratori, ma che dimostra una totale mancanza di rispetto nei confronti degli operatori che, dopo anni di servizio, si vedono negati i loro legittimi compensi.

Davanti a Salus e anche a Qusisana da diverso tempo sono posizionate le bandiere delle organizzazioni sindacali, un gesto simbolico per attirare l’attenzione su migliaia di lavoratrici e lavoratori che fanno lo stesso identico lavoro dei colleghi della sanità pubblica.

Conclusione

La mobilitazione della FP CGIL, insieme a CISL FP e UIL FPL, rappresenta un passo decisivo nella lotta per i diritti dei lavoratori della sanità privata. La determinazione dei lavoratori e lavoratrici dimostra l’importanza di garantire condizioni di lavoro eque e dignitose per tutti i professionisti del settore. Non ci fermeremo, per questo il 23 settembre è previsto un grande sciopero generale dei lavoratori della sanità privata. Più tutele, più diritti!


Sanità privata, contratto scaduto da anni: sarà sciopero!

Come Fp Cgil Rimini, insieme a Cisl Fp Romagna e Uil Fpl abbiamo affisso le nostre bandiere fuori da tutte le strutture che applicano il contratto della sanità privata Aiop nel territorio di Rimini. Un gesto simbolico, volto a tutelare centinaia di lavoratrici e lavoratori il cui contratto è scaduto da troppi anni, una situazione non più tollerabile.

La sanità privata accreditata vive quasi esclusivamente di fondi pubblici, e non è più accettabile continuare a fare accordi sulla pelle dei professionisti. La modalità per il finanziamento è compito delle regioni e delle associazioni trovarlo, a noi interessa che si arrivi alla sottoscrizione il prima possibile. Se la sanità privata deve continuare a essere nel perimetro pubblico, non è più concepibile avere professionisti di serie A ed altri di serie B.

Con il caro vita che grava pesantemente sui redditi, assicurare prestazioni con una paga ferma al 2018 è insostenibile. Nel frattempo, la sanità pubblica ha già ottenuto un ulteriore rinnovo contrattuale (sebbene anch’esso insoddisfacente), mentre il sistema privato è ancora fermo al palo.

Per il prossimo 23 settembre, abbiamo proclamato un grande sciopero generale.

Serve chiarezza e trasparenza, e va rivisto il sistema degli accreditamenti affinché il privato sia obbligato a rinnovare il Ccnl parallelamente ai rinnovi del settore pubblico, pena la decadenza dell’accreditamento stesso. Questa è solo l’inizio di una “battaglia” che deve vedere i professionisti del privato essere considerati alla stregua dei colleghi del pubblico, sia dal punto di vista economico che normativo.


Gruppo Kos, siamo pronti alla mobilitazione!

Articolo apparso sul sito di collettiva.it

Cgil Emilia Romagna: “Dopo la decisione aziendale di esternalizzare servizi e trasferire addetti delle aree del pulimento e delle cucine, con conseguente modifica del loro contratto, è necessario l’intervento della Regione”

Nei giorni scorsi, si è riunita l’assemblea dei lavoratori del gruppo Kos Emilia Romagna che, all’unanimità, si è dichiarata pronta alla mobilitazione dopo la decisione di esternalizzare e dunque trasferire presso un’altra società dello stesso gruppo i lavoratori delle aree del pulimento e delle cucine.

All’assemblea hanno partecipato i lavoratori delle strutture interessate: Villa Pineta di Pavullo, Cardinal Ferrari di Fontanellato (Parma) e Villa Azzurra di Riolo Terme (Ravenna), che sono tra l’altro le principali strutture di sanità privata del gruppo Kos in Emilia Romagna. I lavoratori delle pulizie e delle cucine di queste strutture, secondo quanto deciso da Kos, saranno trasferiti presso un’altra società del gruppo con conseguente modifica del contratto nazionale di lavoro, peggiorativo e non firmato dalla Cgil.

A questi lavoratori, attualmente viene applicato il contratto nazionale Aiop della sanità privata, il più importante contratto di settore; con il trasferimento passerebbero al contratto Aris dove subirebbero un aumento delle ore di lavoro da 36 a 38 e stipendi inferiori soprattutto per gli eventuali nuovi assunti che, a parità di mansioni, percepirebbero anche 400 euro in meno.   

Il piano proposto da Kos è inaccettabile: con il trasferimento, ai lavoratori interessati si prospetta anche la diminuzione delle ore di lavoro e il taglio di alcuni posti. Fortissima poi la preoccupazione, da parte di tutti, che misure di questo tipo possano in seguito interessare anche le aree amministrative delle strutture, al momento fuori dal progetto di riorganizzazione. Si tratta di misure ingiustificate che sottintendono idee di organizzazione del lavoro, che per noi sono inaccettabili, come la volontà aziendale di aumentare i margini di guadagno intervenendo sulla qualità del lavoro e sui diritti dei lavoratori. Nonché l’idea, altrettanto negativa, che vi sia una sorta di classifica del prestigio delle mansioni al cui fondo, secondo Kos, ci sono le mansioni delle pulizie e delle cucine che quindi possono essere retrocesse con contratti più modesti”, sostiene la Cgil Emilia Romagna.

“Si prospetta anche un problema di natura politica. La Regione ha infatti previsto d’incrementare i finanziamenti per quelle strutture che avessero scelto di adottare il contratto nazionale Aiop, per così sostenere le aziende che sceglievano di tutelare anche la qualità dei contratti. Il gruppo Kos, invece, si prepara a continuare a intascare maggiori rimborsi ma cambiando il contratto, scegliendo uno che costa meno. Si tratterebbe di un precedente molto pericoloso e per questa ragione abbiamo già chiesto un incontro alla Giunta”, conclude il sindacato.

Quest’anno si svolgeranno le elezioni per il rinnovo dei rappresentanti di lavoratrici e lavoratori del pubblico impiego. Le elezioni RSU coinvolgono anche te!
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Sanità privata - Pronti alla vertenza contro il gruppo KOS

Pronti alla vertenza contro il gruppo KOS che ha annunciato una cessione di ramo d’azienda con meno ore e salari più bassi per i lavoratori. Apriremo un confronto anche con la Regione, perché modello KOS non è quello del Patto per il lavoro e il clima.

Oggi siamo stati convocati per un incontro dal gruppo KOS SERVIZI, che ha strutture nei territori di Modena, Parma e Ravenna. KOS ci ha comunicato la volontà di operare una cessione di ramo di azienda per trasferire dal gruppo KOS CARE al gruppo KOS SERVIZI tutto il personale dei servizi di supporto.

Nessuna sorpresa, chiaramente, nel constatare che in virtù del trasferimento di gruppo, quel personale avrà un contratto con salari più bassi e un orario di 38 ore e non più di 36.

Funziona così nell’imprenditoria moderna della sanità, un gruppo fa una cessione di ramo d’azienda e come per magia la gente lavora di più e guadagna meno. Ma siccome l’appetito viene mangiando, ci hanno pure proposto di ridurre le ore dei servizi: meno ore di pulizie, meno ore di ristorazione e via dicendo. Imprenditori che peraltro operano in un settore che negli ultimi tempi pare non avere carenza di richiesta, ovvero quello della sanità.

Chiaramente apriremo una vertenza con tutta la forza possibile per contrastare che ciò avvenga. Gli utili, garantiti dai contratti di servizio, non si aumentano sulla pelle di chi lavora. Apriremo un confronto anche con la Regione, per capire in questo territori la politica che ruolo e che valore vuole dare alle persone e al lavoro. Anche in relazione ai contenuti del Patto per il lavoro e per il clima, documento che abbiamo sottoscritto come organizzazione sindacale. Nel Patto, il modello che prospetta il gruppo KOS non è certamente quello delineato per caratterizzare il nostro territorio regionale. Infine, anche in relazione al fatto che la Regione ha appena rivalutato in aumento le tariffe dei servizi, vincolandole all’applicazione del CCNL della sanità privata.

Se sei una lavoratrice e un lavoratore del gruppo KOS contattaci!