È necessaria una revisione della Clausola "Obbligo Permanenza" di 5 Anni nelle Aziende Sanitarie dell'Area Metropolitana di Bologna

La Fp Cgil Bologna e Fp Cgil Imola hanno formalmente richiesto una revisione della clausola di “obbligo permanenza” di 5 anni alle dipendenze dell’Amministrazione di prima assunzione, prevista nel regolamento del bando di concorso per l’Area Metropolitana di Bologna. Questa clausola, derivante dall’art. 35 del Dlgs n. 165/2001, limita significativamente la mobilità del personale sanitario, creando diverse problematiche. Ecco una panoramica dei punti salienti della richiesta di revisione.

Ingiustizia della Clausola

Le organizzazioni sindacali ritengono ingiusto negare la mobilità, soprattutto quella di interscambio, poiché limita le possibilità degli operatori sanitari di conciliare esigenze personali e professionali. Questo vincolo impedisce l’acquisizione di nuove risorse lavorative desiderose di entrare a far parte delle strutture sanitarie dell’area metropolitana di Bologna.

Impatto sulla Decisione dei Professionisti

La presenza del vincolo di 5 anni disincentiva i professionisti a scegliere le aziende sanitarie pubbliche dell’area metropolitana di Bologna, influenzando negativamente la loro decisione di accettare un posto di lavoro. Questo porta a una minore attrattività delle aziende, con conseguenti difficoltà nel reperimento del personale necessario per garantire il turnover e l’assistenza sanitaria.

Problemi con la Mobilità per Interscambio

La mobilità per interscambio, che prevede lo scambio di azienda tra due dipendenti senza danni per le amministrazioni, viene sistematicamente rifiutata senza alcuna valutazione preventiva. Questo comportamento provoca un impoverimento delle risorse umane e delle competenze nelle aziende sanitarie, poiché molti professionisti scelgono di dimettersi volontariamente se non ottengono l’interscambio desiderato.

Disparità di Trattamento

Un ulteriore punto critico è rappresentato dal fatto che altre aziende pubbliche, basandosi sul parere Aran N.0103321/2022 del 24/03/2022, non applicano questo vincolo. Ciò crea una disparità di trattamento e diritto per il personale del servizio unico metropolitano.

Richiesta di Revisione

Le organizzazioni sindacali sottolineano la necessità di una riflessione da parte delle direzioni aziendali, poiché le rigidità attuali hanno portato solo danni ai reparti e ai servizi. In caso di mancata revisione della clausola, le organizzazioni sindacali si riservano di intraprendere tutte le azioni necessarie a ogni livello di discussione.


Firmato l'accordo integrativo con la AUSL e AOU di Parma!

Prosegue l’impegno della FP CGIL assunto con le lavoratrici e lavoratori dell’Ausl e della A.O.U. Di Parma sull’attribuzione dei Differenziali Economici di Professionalità (ex fasce).

Nel merito dell’accordo:

  • raddoppiata la quota passando da 400 mila euro a 800 mila euro;
  • impegno a continuare con i DEP nel 2025;
  • impegno nel passaggio tra le aree (progressioni verticali);
  • impegno nel riconoscimento degli incarichi nell’area degli operatori e assistenti;
  • confermata la quota economica di produttività per il 2024;
  • applicazione accordo regionale in merito al pagamento della quota in aggiuntiva a 50 euro a partire dal 1 Maggio 2024, come da richiesta della FP CGIL;
  • per Ausl aumento della quota economica dell’accordo emergenza estiva;
  • per A.O.U. aumento della quota economica sulle assenze improvvise.

Ci riteniamo soddisfatti del risultato raggiunto, ottenuto con un grande lavoro di coerenza e responsabilità iniziato nel 2023, con la sottoscrizione del contratto decentrato 2023-2025, quando qualcuno non ha avuto abbastanza coraggio per crederci. Continueremo nel 2025 per mantenere l’impegno di poter riconoscere una progressione a tutti gli aventi diritto con l’impegno e la coerenza, che ci ha sempre contraddistinto.


Accordo per la difesa della sanità modenese

“Abbiamo firmato un importante accordo con Azienda Usl e Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena, nel segno della responsabilità e della difesa del valore strategico della sanità pubblica, delle sue lavoratrici e dei suoi lavoratori. Con questo accordo si pongono basi condivise per iniziare a ridurre la pressione di ritmi logoranti e impossibili da reggere costantemente, si afferma il principio di carichi di lavoro adeguati al numero di personale in servizio e si rimette al centro la necessità di un sistema pubblico dove il lavoro è sostenibile, adeguatamente retribuito e capace di tornare ad essere attrattivo per i nuovi professionisti”.

 

Così Giulia Casamassima (Fp Cgil Modena), Gennaro Ferrara (Cisl Fp Emilia Centrale) e Nicola Maria Russo (Uil Fpl Modena e Reggio Emilia) presentano l’accordo siglato stamane con Azienda Usl e l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena.

 

TROVATO UN PUNTO DI EQUILIBRIO

“Un accordo nel segno del senso di responsabilità. Qui, al livello territoriale, insieme alle due aziende abbiamo posto ordine ad un meccanismo che stava andando fuori controllo, comportando il rischio di burnout e di una emorragia aggravata di personale. Abbiamo trovato un punto di equilibrio per garantire il più grande dei servizi pubblici ai cittadini e sostenibilità professionale ai suoi lavoratori e alle sue lavoratrici. Ora la stessa responsabilità la chiediamo alla Regione e al Governo affinché investano le risorse necessarie per il rilancio della sanità pubblica alle prese con una grave mancanza di fondi”, affermano le tre sigle sindacali.

 

TUTELATI LAVORO E VITA FAMILIARE DEI SANITARI.

LE LISTE D’ATTESA NON SI ABBATTONO TRASFERENDOLE AI PRIVATI

“Abbiamo portato avanti un dialogo serrato con le due Aziende – proseguono Casamassima, Ferrara e Russo – che ci ha permesso di fissare alcuni punti importanti: i carichi di lavoro devono essere adeguati al numero di personale presente in servizio e i piani di produzione aziendale e di smaltimento delle liste d’attesa dovranno necessariamente tenere conto della difficoltà che oggi ha il sistema nel reperire personale infermieristico”.

L’accordo si fonda sulla necessità condivisa dalle parti di “evitare il sovra utilizzo di turni aggiuntivi oltre l’orario di lavoro ordinario perché il personale è allo stremo, sviluppando politiche che vadano verso la conciliazione di tempi di vita e di lavoro del personale sanitario. Le prestazioni aggiuntive – specificano Casamassima, Ferrara e Russo – saranno ben pagate ma il vero obiettivo è creare le condizioni affinché si reperisca nuovo personale per le aziende sanitarie di Modena. Altro punto, fondamentale per preservare il servizio sanitario nazionale, è l’aver messo nero su bianco che dovrà essere assolutamente residuale rispetto al totale il ricorso al privato accreditato per il piano di abbattimento delle liste d’attesa.”

 

MONITORAGGIO OGNI DUE MESI

L’intesa raggiunta tra sindacati, Ausl e Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena sarà sottoposto ad un check bimestrale. “Proveremo a limitare le difficoltà che la sanità pubblica sta vivendo a causa dello scarso finanziamento nazionale e regionale perché non possiamo rischiare – concludono i sindacalisti – che il peso di tutto questo si riversi solo sulle spalle dei lavoratori che da anni lavorano in maniera incessante per assicurare la salute di tutti I cittadini, nonostante le estreme difficoltà di tenuta quotidiane”.


Trattativa per il rinnovo del contratto Sanità Pubblica. A che punto siamo?

Nella mattinata del 25/6/2024 è proseguita la trattativa per il rinnovo CCNL 2022/24 comparto sanità pubblica.

A fronte di un testo inviato alle OO.SS. con proposte di modifica da parte dell’ARAN nelle sezioni inerenti alle relazioni sindacali, l’orario di lavoro, la pronta disponibilità, prestazioni aggiuntive ed attività di supporto, ciascuna organizzazione ha espresso valutazioni e proposto modifiche del testo.

Dal canto nostro, abbiamo ribadito l’importanza di individuare nel contratto una serie di meccanismi che rendano attrattivo il settore, al diritto alla gestione delle ferie troppo spesso non pienamente disponibile e troppo spesso soggette ad abbattimento indotto o forzoso da parte delle organizzazioni aziendali ed abbiamo confermato l’indisponibilità ad arretramenti in merito a conquiste ottenute con il precedente contratto, come nel caso della pronta disponibilità.

Abbiamo rilanciato la necessità di individuare dei meccanismi di tutela in un contesto di progressivo invecchiamento dei lavoratori, di rendere l’organizzazione del lavoro meno rigida e più attenta ai bisogni di vita dei singoli, ponendo particolare attenzione e della necessità di investire sulla formazione riservando almeno 2 ore a settimana all’aggiornamento professionale ed all’assolvimento degli obblighi in fatto di ECM.

Quanto alle relazioni sindacali è indispensabile ora più che mai riappropriarci di numerose materie che lasciano la possibilità alla azienda di prendere decisioni unilaterali nei confronti dei lavoratori senza passare per la contrattazione e di regolamentare tutto il settore delle prestazioni aggiuntive anche al fine di evitare lo sfruttamento dei professionisti per far fronte alle gravi carenze di organico.

Questa richiesta, neppure troppo nascosta, di aumento dell’orario di lavoro di fatto per guadagnare qualcosa in più a fronte di uno stanziamento del governo che copre a malapena un terzo dell’aumento dei prezzi che le lavoratrici e i lavoratori hanno dovuto fronteggiare nel triennio è, al momento, la cifra principale delle proposte dei datori di lavoro.

E’ evidente che si tratta di un approccio che non fa che confermare tutte le ragioni della nostra mobilitazione, che prosegue, a tutti i livelli, per rivendicare più risorse per finanziare il contratto, garantendo così salario e condizioni di lavoro più adeguate

Il tavolo è stato riaggiornato al 29 luglio, vi terremo aggiornati.


fp cgil parma sanità in crisi

FP CGIL Parma: "Preoccupa lo stato di salute della Sanità del nostro territorio"

“Sottofinanziamento, mancanza di una strategia complessiva e carenza di personale nelle due Aziende Sanitarie della provincia”

La Fp Cgil di Parma insieme a tutti i livelli dell’organizzazione è impegnata da anni in una mobilitazione in difesa della sanità pubblica, del suo finanziamento, e dello “stato di salute” sia nazionale che territoriale.

“La mobilitazione continua perché riteniamo che il periodo della pandemia non abbia insegnato abbastanza, soprattutto in tanti hanno già dimenticato quanto una sanità pubblica e universale sia fondamentale nell’affrontare emergenze ma soprattutto quanto sia fondamentale nella quotidianità delle persone e della loro cura.”

Il sottofinanziamento del sistema, è di fatto cronico e continuo, questo mette in crisi l’intero sistema che difficilmente potrà reggere nelle situazioni attuali.

A livello territoriale e provinciale non possono non sentirsi gli effetti delle problematiche nazionali per questo riteniamo che la situazione a nostro modo di vedere venga dipinta più rosea di quello che effettivamente è.

La situazione del personale nelle due Aziende Sanitarie della provincia con intensità diverse, è preoccupante perché constatiamo dai nostri punti di ascolto, un personale stanco e demotivato non solo perché non remunerato adeguatamente ma soprattutto perché considerato solo un numero e non una risorsa.

In Azienda Ospedaliero Universitaria la pressione sulle lavoratrici e i lavoratori in servizio è pesante e non più sopportabile, i richiami in turno sono continui, la maggior parte delle unità operative ha turni che superano le 36 ore, la prova sono il monte di ore e di ferie residue non godute.

Sono diverse le motivazioni di queste carenze di figure professionali: sicuramente il
rispetto dei tetti di spesa del personale vincola le aziende ma vi sono altre motivazioni più specifiche degne di attenzione.

Una città poco “accogliente” dal punto di vista del costo della vita, del costo degli affitti, elementi che portano a fare scelte differenti ai professionisti sanitari e addirittura li porta a valutare altre soluzioni lavorative.

Un numero ormai non sufficiente a coprire il fabbisogno provinciale.

Crediamo però che le nostre aziende sanitarie, al netto dei proclami entusiastici fatti anche a mezzo stampa, stiano agendo in modo non sempre adeguato ai problemi importanti e concreti che si trovano davanti e che da anni le organizzazioni sindacali sottolineano.

“A nostro modo di vedere manca una strategia complessiva in grado di sopperire alle problematiche citate perché troppo impegnati a tenere gli equilibri politici del territorio e non a dare risposte concrete ai propri dipendenti.”

I Cau non solo non funzionano come dovrebbero, ma pur essendo un servizio in capo alle cure primarie, ancora ad oggi non hanno personale dedicato e stanno dando risposte solo grazie all’impegno del personale che fa di tutto per riuscire a dare risposte ai cittadini.

Al problema delle liste di attesa sono state date soluzioni precarie e fragili, sdoganando di fatto anche la partecipazione del privato accreditato, senza mai proporre o prospettare percorsi assunzionali strutturati, percorsi imposti anche dall’importante accordo regionale sottoscritto tra Organizzazioni confederali, di categoria e Regione in aprile 2024.

Accordo che sancisce anche l’incremento dei fondi per dare continuità a percorsi di carriera e continuare il percorso di contrattazione integrativa.

Di contro, notiamo tentativi di riorganizzazione che mancano di programmazioni definite e strutturali, anzi, vi è un susseguirsi di istituzioni di incarichi dirigenziali, di dipartimenti fatti ad personam, incarichi 15 septis ad esterni quando da tempo professionisti sono in attesa di veder riconosciuto l’impegno e l’attaccamento alle Aziende, vediamo in queste settimane un numero alto di dimissioni e uscite dalle aziende sanitarie verso il mondo privato.

Abbiamo bisogno di risposte

“Come Fp Cgil nel porre questi temi, tra l’altro posti più volte ai tavoli sindacali, vorremmo che il disagio delle lavoratrici e lavoratori trovasse risposte perché le pacche sulle spalle ormai non sono più sufficienti, come non è più tollerabile la mancanza di decisioni strategiche in nome di percorsi che senza norme nazionali non potranno essere attuate.”

Abbiamo sempre creduto nelle buone relazioni sindacali gestite con trasparenza e soprattutto crediamo nelle istituzioni che gestiscono il bene comune ma allo stato attuale, nella gestione delle due aziende questi temi sembrano non essere presenti.

“La Fp Cgil valuterà le più opportune azioni da mettere in campo per il presente e per il futuro per fare in modo che le risposte vengano date e per la tutela generale delle lavoratrici e lavoratori.”


Terzo Incontro di trattativa per il rinnovo del CCNL Sanità

Insufficienza delle Risorse per il Rinnovo Contrattuale

Si è svolto la mattina del 7 maggio il terzo incontro di trattativa sul Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) 2022/24. In apertura, Aran ha illustrato il quadro delle risorse disponibili per il rinnovo contrattuale, sottolineando come le risorse derivanti dalle ultime tre leggi di bilancio, in particolare quella per il 2024, siano pari al 5,78%. Queste risorse non coprono neppure un terzo dell’inflazione effettiva certificata per il 2022 (8,7%), per il 2023 (5,7%) e quella prevista per il 2024 (2,7%).

Dettagli delle Risorse Disponibili

Il totale delle risorse disponibili ammonta a 1,5 miliardi di euro a partire dal 2024, di cui 836 milioni già erogati sotto forma di Indennità di Vacanza Contrattuale (IVC). A questi si aggiungono 140 milioni per l’incremento dell’indennità di pronto soccorso a partire dal 1° giugno 2023. Tuttavia, questi fondi sono inferiori a quelli ottenuti per il rinnovo del comparto sanità 2019/21 e non includono arretrati.

Necessità di Ulteriori Risorse

Non ci sono risorse aggiuntive per incrementare altre indennità professionali e per le condizioni di lavoro, né per la crescita professionale delle lavoratrici e dei lavoratori. I sindacati hanno ribadito la necessità di trovare ulteriori risorse immediatamente per incrementare le retribuzioni del personale sanitario. È possibile farlo con provvedimenti immediati senza attendere la prossima Legge di Bilancio, evitando che il Servizio Sanitario Nazionale venga travolto da bassi salari, carichi di lavoro insostenibili e carenza di organico.

Mobilitazione Sindacale

Per queste ragioni, la Federazione è impegnata a continuare la mobilitazione a sostegno di queste rivendicazioni, a partire dalla grande manifestazione del 25 maggio a Napoli. Questa manifestazione ha volute mettere al centro la difesa della Carta costituzionale, contro l’autonomia differenziata e per una piena attuazione dell’articolo 32 della Costituzione.


ospedale imola

Fp Cgil Imola non ratifica l'accordo sui fondi per il 2024: Ecco le Ragioni

La Fp Cgil Imola, insieme ai rappresentanti RSU, ha deciso di non sottoscrivere l’accordo con l’AUSL di Imola sulla “Finalizzazione delle risorse dei fondi per l’anno 2024 – Primo stralcio”, a differenza delle altre organizzazioni sindacali.

La decisione è motivata dalla mancanza di coerenza nell’allocazione di 120 mila euro per progetti individuali, senza garantire una distribuzione equa della produttività tra tutti i dipendenti, mantenendo le quote del 2023.

Il disaccordo si estende anche alla modalità con cui si richiede di destinare queste risorse prima di stabilire i criteri e le quote annuali, che verranno discussi solo entro giugno 2024, successivamente alla firma dell’accordo prevista per il 6 maggio 2024. La Fp Cgil si interroga su come sia possibile accettare una riduzione del salario accessorio quando non si registrano miglioramenti nelle condizioni lavorative, mentre i carichi di lavoro e le pressioni continuano ad aumentare.

Il malcontento cresce anche per l’aumento del tempo di attesa per il personale entrante tramite graduatorie, aggravando la situazione di chi già opera in condizioni difficili, come nel blocco operatorio, dove si superano le sette reperibilità mensili stabilite dal CCNL. La situazione è resa ancora più critica dalla mancanza di personale dedicato, come evidenziato dalla grave carenza di tecnici di radiologia.

Nonostante queste sfide, la Fp Cgil e la RSU hanno concordato sulla destinazione di 350 mila euro per i DEPP (valorizzazione della professionalità acquisita) a partire dal 1° gennaio 2024, in linea con l’accordo regionale che prevede strumenti per la crescita professionale del personale sanitario della Regione Emilia Romagna.

In conclusione, la Fp Cgil e la RSU si riserveranno di valutare complessivamente la situazione durante la contrattazione integrativa per il “Secondo stralcio dei fondi 2024”, decidendo se procedere alla firma completa dell’accordo o avviare una mobilitazione del personale.


Continua la trattativa per il rinnovo del CCNL Sanità Pubblica 2022/24

Si è svolto nel pomeriggio del 17 aprile il secondo incontro di trattativa per il rinnovo del CCNL Sanità Pubblica 2022/24.

Dopo l’incontro di impostazione politica che ha avviato la trattativa, anche in apertura di questo secondo incontro abbiamo nuovamente affermato come FP CGIL, come il nodo più rilevante, ad oggi, resti quello dell’assoluta insufficienza delle risorse disponibili alla trattativa. Oggi si è trattato della prima occasione nella quale si è entrati nel merito contrattuale.

Aran ha presentato una prima ipotesi di testo che interviene sue due parti del CCNL vigente: la prima sul sistema delle relazioni sindacali, la seconda sulle declaratorie di alcune aree professionali.

Gli interventi proposti da Aran sul sistema di relazioni sindacali restringono il campo del confronto aziendale, in particolare su organizzazione del lavoro, salute e sicurezza e programmazione delle pronte disponibilità, allargando il campo di iniziativa unilaterale delle Aziende /Enti.

Per noi, per la FP Cgil, l’obiettivo resta sempre quello di ricondurre i temi che attengono l’organizzazione del lavoro e il suo impatto sulle condizioni di lavoro al confronto e alla contrattazione integrativa aziendale e, nel contempo, di rendere l’informativa aziendale davvero preventiva agli atti e alle delibere e di renderla più cogente ed esigibile sotto il profilo del dettaglio delle informazioni che devono essere fornite alle OOSS e alle RSU, a partire dai Fondi Contrattuali e il relativo utilizzo delle risorse per ciascun istituto contrattuale.

Sulle declaratorie delle aree professionali, Aran ha formulato una prima, parziale, proposta che intenderebbe dare seguito alla dichiarazione congiunta n° 7 del CCNL 19/21, sul profilo dell’educatore socio pedagogico, inserendolo, come noi rivendichiamo da sempre, nelle declaratorie del comparto.

Abbiamo riaffermato come per noi sia necessario dare pratica attuazione a tutto quanto è previsto in quella dichiarazione congiunta e costruire le declaratorie anche per autista soccorritore, mediatore culturale, operatore tecnico specializzato, operatore tecnico di centrale e, inoltre, qualificare le declaratorie, all’interno dell’Area dei funzionari, per alcuni profili del ruolo tecnico quali, ad esempio, i collaboratori tecnici informatici.

Abbiamo anche riaffermato come sia per noi importante lavorare per una riunificazione contrattuale per tutto il personale dell’area della ricerca in ambito sanitario e per una sezione contrattuale dedicata alle Agenzie per la Protezione dell’Ambiente.

Per tutte queste ragioni, sinteticamente qui riportate, abbiamo giudicato insufficienti le proposte ricevute sin qui, riservandoci di produrre un nostro testo sul merito e dichiarando che la discussione sul sistema delle relazioni sindacali e sulle declaratorie professionali deve proseguire nei prossimi incontri.

A chiusura di questa prima nota, ribadiamo come questa trattativa si confermi essere molto in salita, stante le risorse disponibili da Legge di Bilancio 2024 per i rinnovi contrattuali dell’Area Sanità come di tutti i comparti pubblici, risorse insufficienti anche solo per recuperare il potere d’acquisto dei salari di questo triennio. Per questo rinnoviamo il nostro impegno a proseguire la nostra mobilitazione in vista della manifestazione di sabato 20 aprile prossimo a Roma.


ausl rimini

Turni più lunghi la FP CGIL di Rimini porta la Ausl Romagna in tribunale. «Vittoria, revocati tutti gli atti»

A dicembre la Cgil aveva portato in tribunale l’Ausl Romagna rea di non aver rispettato il contratto nazionale di lavoro.

Appena quattro mesi dopo, le nostre istanze vengono accolte.

«Il Giudice del lavoro, Lucio Ardigò – spiega FP CGIL Rimini- ha represso la condotta antisindacale di Ausl Romagna, accolto le nostre osservazioni, e chiarito, in maniera inequivocabile, che il comportamento aziendale aveva leso le prerogative sindacali e con esse dei diritti dei lavoratori. Il provvedimento del Tribunale di Rimini prevede anche la revoca da parte di Ausl Romagna degli atti unilaterali che hanno violato il contratto di lavoro».

La vicenda è quella del nuovo orario di lavoro al dipartimento di sanità pubblica. «Che, a gennaio sarebbe dovuto partire in barba al Ccnl di settore – sottolinea Fp-Cgil –. In sostanza sarebbe stata applicata la disponibilità di 13,5 ore giornaliere a fronte delle 12 ore massime previste con un turno di lavoro che avrebbe potuto superare le 7 ore e 12 minuti, su cinque giorni, e che la pronta disponibilità potesse essere svolta anche per unità operative di servizi diversi da quelli di afferenza. Su più punti, in definitiva, veniva messo in discussione l’accordo che Aran e parti sociali avevano trovato dopo mesi di faticosa trattativa».

Così dopo la richiesta di un incontro e la sospensione della riorganizzazione «da Ausl Romagna erano giunte solo risposte evasive con la ferma volontà di procedere senza l’adeguato confronto». Da qui la decisione di aprire una via giudiziaria.

«Il sindacato – continua la FP CGIL Rimini – deve prima di tutto pretendere il rispetto del Ccnl, perciò non agire avrebbe prestato il fianco a qualsiasi altra deroga. Viste anche le difficoltà quotidiane di chi lavora nella sanità, aggredita da tagli alle risorse e soggetta a un tetto di spesa per il personale che mette in ginocchio i professionisti e le aziende stesse».

«Con il Pnrr si è dato il via ad un grande piano di investimenti che non trova però lo stesso finanziamento per il personale; la tendenza quindi è quella di depauperare le Unità operative a favore delle strutture territoriali (cau, cot). Abbiamo quindi fatto emergere tutte le criticità di una riorganizzazione calata dall’alto. La decisione dell’Ausl, infatti, avrebbe impattato sulla qualità del lavoro anche di settori connessi agli accertamenti su salute e sicurezza sul lavoro in provincia di Rimini. E ora si apre una nuova stagione di rivendicazioni nei confronti di Ausl Romagna, a partire dall’accesso alla mensa per tutti i dipendenti e da meccanismi che rendano certo il godimento delle ferie».


FP CGIL Parma: "Preoccupati per la situazione dei Centri Unici di Prenotazione dell'Ausl". Dichiarato lo stato d'agitazione

Carenza di personale e continui aumenti dei carichi di lavoro incidono anche sulla qualità del servizio ai cittadini

 

La FP CGIL PARMA dichiara lo stato di agitazione nell’Azienda USL di Parma per le mancate risposte alle richieste sindacali su tutti i CUP – Centri Unici di Prenotazione – del Distretto, per la carenza di personale (6 unità in meno rispetto al 2023) e per il continuo aumento dei carichi di lavoro dovuto ad attività e incombenze che prima erano svolte da altri servizi.

Questa situazione sta causando problematiche operative gravi su tutto il servizio, con file interminabili agli sportelli che esasperano gli animi dei cittadini e sono causa anche di aggressioni verbali, e non solo, agli operatori.

Una situazione critica, che sta diventando rapidamente insopportabile e che non merita il disinteresse della direzione aziendale a cui tali problematiche sono state sottoposte numerose volte, in tutte le sedi.

La FP CGIL PARMA metterà in campo tutte le azioni necessarie per richiamare l’attenzione su un servizio di peculiare importanza come questo; dal blocco degli straordinari, all’informazione costante alle lavoratrici e lavoratori e alla cittadinanza, aumentando la mobilitazione fino allo sciopero se non arriveranno risposte concrete.

“I servizi di prossimità come il CUP -precisa Alfredo Vettone, funzionario della Fp Cgil- a partire da quelli di Parma, hanno certamente la situazione più urgente ma, se non arriveranno risposte adeguate, proseguiremo la mobilitazione anche nel resto della provincia perché anche gli altri CUP sono in difficoltà e non meritano questo atteggiamento e disinteresse da parte della direzione aziendale; noi siamo per servizi sanitari di qualità che siano sempre nelle condizioni di dare risposte vere e concrete ai bisogni di tutti, lo stiamo sostenendo a livello nazionale e lo sosterremo a livello aziendale. Siamo dispiaciuti per questa nuova modalità di gestire le relazioni sindacali che non è mai appartenuta all’Azienda Usl ma prendiamo atto e ci comporteremo di conseguenza”.