E’ ripresa oggi in ARAN la trattativa per il rinnovo del CCNL 2019-2021 del Comparto sanità -sezione del personale del ruolo della ricerca sanitaria e delle attività di supporto alla ricerca sanitaria.

In previsione della riunione, l’Agenzia ci ha inviato inviato una proposta di articolato sulla quale confrontarci, peraltro identica a quella che ci aveva trasmesso in occasione dell’ultimo incontro avvenuto lo scorso 16 novembre. Nei nostri interventi abbiamo innanzitutto posto all’attenzione del tavolo che quanto introdotto nell’ordinamento dal Governo con l’art. 10 del D. Lgs 200/2022-recante “Riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico”, nella misura in cui ha affidato agli Istituti il compito di definire, nell’ambito dei posti della dotazione organica del personale, il numero di posti destinati alle attività di ricerca per l’inquadramento a tempo indeterminato del personale della ricerca sanitaria, ha di fatto introdotto una fondamentale novità che ci obbliga a valutare con grande attenzione la proposta di ARAN –predisposta ben prima dell’emanazione della norma in questione -anche alla luce del fatto che presto potranno entrare a far parte del ruolo pure lavoratori con contratto a tempo indeterminato, sia per l’attuazione della previsione normativa di cui al D. Lgs. 200/2022, sia a seguito dei processi di stabilizzazione che stiamo sostenendo in tutti gli iter di approvazione dei provvedimenti di legge attualmente in discussione al Parlamento.

In relazione a quanto sopra, ci siamo impegnati di inviare all’ARAN nostre proposte unitarie di modifica al testo .Nell’ambito di tali proposte ribadiremo nuovamente il diritto del personale inquadrato a tempo determinato con contratti della durata di 5 anni più ulteriori5 anni, di poter fruire di alcuni istituti normativi fino ad ora assenti e/o non riconosciuti dagli Istituti, a partire dall’aspettativa, la mobilità –ancor più complessa tra IRCCS e IZS -come anche la necessità di rendere certe ed esigibili le risorse necessarie a finanziare la valorizzazione del personale, a partire dagli incarichi –fino ad ora assenti ma che andranno istituiti -e dalla premialità.