Noceto, alla Polveriera condizioni di lavoro esplosive

I lavoratori dello Stabilimento Militare Ripristini e Recuperi del Munizionamento di Noceto insieme a FP CGIL e CISL FP territoriali proclamano lo stato di agitazione per protestare contro le condizioni di lavoro e contestare la gestione industriale dell’Ente.
Da troppo tempo nello Stabilimento si registrano condizioni di lavoro critiche sotto il profilo della organizzazione dei processi di lavoro, della sicurezza dei reparti e del benessere degli operatori. Ciò nell’ambito di un contesto produttivo di per sè ad alto rischio per persone e cose, considerando che si maneggia quotidianamente materiale esplosivo.
A questo si aggiunge una scarsa efficienza degli impianti e dei macchinari: ad oggi due forni che rappresentano il cuore dell’impianto produttivo sono rispettivamente uno fuori uso in attesa di manutenzione e, l’altro, in funzione a scarto ridotto e in attesa, anch’esso, di lavori di ripristino.
In un reparto filtra acqua dal tetto nei giorni di pioggia, in un altro vi sono i servizi igienici fuori uso e l’impianto di riscaldamento dell’acqua spesso in blocco, limitando così l’utilizzo delle docce. Tutto questo non considerando la mancanza o l’inefficienza degli impianti di raffrescamento che, in considerazione del tipo di lavorazioni e del periodo estivo, rendono molto difficile lo svolgimento della normale attività quotidiana.
Quale futuro quindi attende lo stabilimento di Noceto? Quale è il ruolo strategico di questo sito all’interno piano industriale di Agenzia Industria Difesa? In termini occupazionali, quale futuro attende le lavoratrici e i lavoratori dell’Ente?
Al momento non si hanno risposte soddisfacenti.


La proposta della Cooperativa Gulliver di Modena di saltare le Ferie per 50 euro al giorno è inaccettabile

La FP CGIL Modena è fermamente dalla parte dei lavoratori e denuncia fermamente le proposte curiose e il comportamento antisindacale della cooperativa sociale Gulliver. La recente offerta di 50 euro in più in busta paga per rinunciare a un giorno di ferie e ricalendarizzarlo successivamente è un fatto grave che non può essere accettato.

Chiediamo il ritiro immediato di questa proposta e la convocazione urgente di un tavolo di confronto tra le parti. È inaccettabile che la Gulliver, dopo aver negato un adeguato trattamento retributivo per le ore supplementari e straordinarie, proponga un’indennità estiva così irrisoria.

Inoltre, la cooperativa ha dimostrato indisponibilità nel rispettare gli impegni presi con i sindacati, rifiutando di incontrarci e dilazionando il confronto. Questa situazione è ancora più critica considerando che i lavoratori hanno già subito negazioni di ferie e permessi in questi mesi difficili.

È necessario adottare misure strutturali ed emergenziali che riconoscano e premiano il contributo dei lavoratori presso la Gulliver. Altrimenti, continueremo a vedere l’emigrazione dei dipendenti verso situazioni lavorative più vantaggiose in termini di organizzazione, remunerazione e diritti.

Siamo al fianco dei lavoratori e continueremo a difendere i loro interessi. Chiediamo alla cooperativa di porre fine a queste proposte inique e di avviare un confronto serio e costruttivo per garantire condizioni di lavoro dignitose e rispettose dei diritti dei dipendenti.


emilia romagna alluvione

Gestione dell'emergenza post-alluvione in Emilia-Romagna: serve una vera pianificazione

Come noto i Vigili del Fuoco dallo scorso maggio, hanno affrontato una delle calamità più nefaste degli ultimi anni, l’alluvione che ha colpito l’ Emilia Romagna.

Per magnitudo, per estensione, per numero di personale intervenuto – anche dal livello nazionale – e numero di interventi (ad oggi sono oltre sedicimila) l’ emergenza in Emilia Romagna è stata unica nel suo genere. L’azione delle donne e degli uomini del Corpo, durante il suo lungo svolgimento, ha salvato vite umane, posto in sicurezza abitazioni, agito sui movimenti franosi, sulle aree alluvionate, ripristinato viabilità, rimosso fango e detriti.

Ad oggi, in molti Comuni, permane la necessità di numerosi interventi, che rimangono nelle strette competenze dei vigili del fuoco, anche attraverso l’uso di specifici mezzi movimento terra, strumentazioni di monitoraggio movimenti franosi, droni, ecc. ma che necessitano di essere programmati e sostenuti, attraverso una convenzione con la Regione Emilia Romagna, con i Comuni coinvolti e con il Commissario straordinario alla ricostruzione, così come già avvenuto per la ricostruzione post-terremoto in Emilia. Infatti, ci risultano ancora abitazioni isolate con strade comunali e provinciali interrotte, invasi creati in aree una volta coltivate, frane ancora numerose ed i piccoli comuni non hanno le forze per reagire da soli. Se le piogge ricominceranno tutti gli interventi sospesi o non completamente bonificati e messi in sicurezza si ripresenteranno in tutta la loro drammaticità.

Pertanto, la FP-CGIL Emilia Romagna si fa portavoce di tali necessità col fine di mantenere un forte legame tra il bisogno del cittadino, delle amministrazioni comunali e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco che, ancora una volta, mette a disposizione le proprie competenze e donne e uomini che, con senso di abnegazione, continuano a salvaguardare territori e cittadini.


No al taglio dei pasti all'AUSL di Reggio Emilia

Funzione Pubblica Cgil, insieme a Cisl e Uil, ha organizzato una raccolta di firme a Guastalla e Correggio per protestare contro il nuovo servizio mensa dell’Azienda Usl, specialmente nei distretti della Bassa che non dispongono di una mensa interna ospedaliera. Durante l’iniziativa, è stato consegnato a ogni dipendente un pacchetto di crackers, in modo ironico, come compensazione per il servizio mensa scadente fornito a seguito dell’appalto.

Non si fermano qui le azioni intraprese, poiché sono pronte iniziative legali da mettere in campo. La qualità del cibo discutibile, i locali inadeguati e i prezzi troppo alti sono solo alcune delle criticità evidenziate. In particolare, la convenzione costringe i lavoratori dei distretti di Guastalla e Correggio a pagare di tasca propria per poter usufruire di un pasto decente, poiché non hanno a disposizione una mensa interna ospedaliera.

Funzione Pubblica Cgil è pronta a difendere fermamente gli interessi dei lavoratori e a lottare per un servizio mensa dignitoso e adeguato. Siamo dalla vostra parte!


24 giugno - Manifestazione nazionale per la difesa della Sanità Pubblica

La CGIL, insieme a un’ampia rete di associazioni laiche e cattoliche, ha organizzato e portato avanti con grande successo una manifestazione nazionale a Roma il 24 giugno. Migliaia di lavoratori, cittadini e attivisti si sono uniti in questa straordinaria dimostrazione di forza e solidarietà per difendere il diritto alla salute delle persone e nei luoghi di lavoro e per promuovere il rilancio del Servizio Sanitario Nazionale, pubblico e universale.

Siamo stati entusiasti di vedere una così ampia partecipazione e di ricevere il supporto di così tante persone, tutte unite dalla consapevolezza che la salute è un diritto fondamentale per ogni individuo e per l’intera comunità. Abbiamo preso posizione per proteggere e rafforzare il nostro Servizio Sanitario Nazionale, che rappresenta uno dei pilastri fondamentali della nostra società e del nostro benessere collettivo.

Nella splendida cornice di Piazza della Repubblica, alle ore 10 del mattino, ci siamo radunati per dare voce a questa importante causa. Il corteo si è poi mosso verso Piazza del Popolo, dove abbiamo ascoltato interventi appassionati e motivanti dal palco, inclusa la conclusione del discorso del segretario generale della CGIL, Maurizio Landini.

Abbiamo sollevato diverse questioni cruciali che riguardano la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. È inaccettabile che ancora oggi vi siano così tante vittime di infortuni e malattie professionali, e siamo determinati a porre fine a questa situazione.

La nostra lotta si è concentrata su dieci priorità chiave, che necessitano di un intervento urgente da parte delle istituzioni. Abbiamo chiesto una campagna di controlli straordinaria per assicurarci che tutte le aziende rispettino le norme di sicurezza e di legalità, e abbiamo sottolineato l’importanza di investire in personale specializzato per monitorare e prevenire tali situazioni.

Abbiamo richiesto di non concedere finanziamenti alle imprese che non rispettano i diritti dei lavoratori e le norme di salute e sicurezza sul lavoro. Inoltre, abbiamo proposto l’istituzione di una patente a punti per l’accesso alle gare di appalto pubbliche, in modo da garantire che solo le aziende che rispettano tali norme possano partecipare.

Abbiamo evidenziato la necessità di investire maggiormente nella ricerca sull’incidenza degli infortuni e delle malattie professionali, per poter adottare misure sempre più efficaci nella loro prevenzione.

Riteniamo che l’educazione sia uno strumento cruciale per la prevenzione, per questo abbiamo proposto di introdurre l’insegnamento della sicurezza sul lavoro fin dai primi cicli scolastici.

La formazione e l’addestramento dei lavoratori sono diritti fondamentali che devono essere garantiti da leggi e normative adeguate. Per questo, abbiamo chiesto che venga assicurato il rispetto di tali diritti e che i datori di lavoro siano obbligati a fornire la formazione necessaria ai propri dipendenti.

Abbiamo sottolineato l’importanza di modificare le norme sugli appalti pubblici per garantire che le risorse necessarie per la salute e la sicurezza siano allocate in modo adeguato.

Infine, abbiamo chiesto di garantire l’autonomia e il ruolo centrale del medico competente nella salvaguardia della salute dei lavoratori.

Questa manifestazione è stata un momento di grande importanza per la CGIL e per tutti coloro che credono nel diritto alla salute e alla sicurezza sul lavoro. Siamo orgogliosi di aver promosso una mobilitazione così significativa e determinata, e continueremo a lottare per garantire un futuro migliore per i lavoratori e per l’intera società italiana.


Cooperativa sociale Dolce, dopo lo stato di agitazione riconosciuto il corretto inquadramento alle lavoratrici

Nell’incontro di mercoledì 14 giugno in Prefettura a Modena è stato raggiunto l’accordo tra il sindacato Funzione Pubblica Cgil e la cooperativa Dolce Società Soc.Coop per il riconoscimento delle professionalità delle 15 educatrici impiegate nei nidi d’infanzia L’Aquilone, Le Coccinelle e Virgilia del Comune di Maranello, riconoscendo il titolo di educatore come un valore di qualità nel servizio erogato in appalto.

La Cooperativa Dolce si è impegnata dal 1° luglio 2023 ad applicare alle lavoratrici impiegate nel ruolo di educatrici con titolo di studio abilitante per il lavoro nei nidi dell’infanzia, il corretto inquadramento in categoria D, posizione economica D2 del Ccnl cooperative settore socio-sanitario, assistenziale-educativo e di inserimento lavorativo, ripristinando il rispetto del Ccnl e del capitolato d’appalto.

“La delegazione sindacale insieme alle lavoratrici esprime soddisfazione per l’accordo raggiunto – afferma Mohcine El Arrag della Fp Cgil – sia per le lavoratrici che per l’avvio di un percorso che ha come scopo finale la soddisfazione delle esigenze dei propri assistiti. Un obiettivo che passa anche attraverso il miglioramento delle condizioni delle lavoratrici stesse”.

La Fp Cgil è costantemente impegnata nella difesa dei diritti e della professione degli educatori del terzo settore che spesso è un lavoro povero nonostante tali mansioni richiedano un’alta qualificazione, mentre la condizione contrattuale degli operatori è spesso incerta e precaria. Basta solo pensare alla mancata retribuzione nel periodo estivo e la revisione dei contratti del part time involontario ad ogni inizio di anno scolastico.

Occorre comunque trovare una risposta per arginare le forme di precarietà in questo settore a tutti i livelli, territoriale e nazionale, a cominciare da risposte strutturali e permanenti di sostegno al reddito per i part time ciclici.


ausl Reggio Emilia

All'AUSL di Reggio Emilia oltre 7.500 lavoratori rischiano di non aver garantito il pasto

Sono oltre 1.200 dipendenti Ausl di Correggio e Guastalla che dal 1 giugno non hanno la sicurezza di poter accedere alla mensa. Oltre ai circa 6.000 che nei festivi rischiano di dover pagare come oro un semplice panino o un trancio di pizza. E’ il risultato dell’applicazione della nuova convenzione aziendale per il servizio sostitutivo della mensa voluta dalla direzione dell’Ausl”. Così Gaetano Merlino, Fp Cgil, Alberto Ansaloni, Cisl Fp e Franco Danese, Uil Fpl in una nota. 

Il problema riguarda in particolare i distretti di Guastalla – dove lavorano circa 720 dipendenti tra infermieri, operatori socio-sanitari, amministrativi, tecnici sanitari e medici – e Correggio, a cui sono assegnati oltre 500 operatori.

“Questi sono gli unici due ospedali della provincia – spiegano i sindacalisti – che non hanno una mensa interna. Se fino al 31 maggio avevano un locale dove, a prezzo convenzionato, tutti potevano consumare un pasto completo al termine del turno di lavoro, oggi questa possibilità non c’è più. Per quanto riguarda Guastalla e Correggio i locali che secondo la direzione dovrebbero poter servire un pasto completo, incluso nel valore del buono pasto, per oltre 1.200 persone sono tre bar e un pub. Numeri con tutta evidenza insufficienti”.

Numerose invece le possibilità di accesso a locali che offrono il pasto a valore, ossia al prezzo standard proposto dagli esercizi. “In questo caso – spiegano i dirigenti sindacali – è evidente che con 7 euro non si mangia. Si obbliga così il dipendente a dover pagare di tasca sua, incidendo ancora di più su stipendi che già sono inadeguati”.

Questo, infatti, è il problema che invece riguarda tutto il resto dell’Azienda, a partire dal Santa Maria ma che interessa anche gli altri distretti: Montecchio, Scandiano, Castelnovo Monti e tutti i servizi territoriali. Nell’ospedale del capoluogo tra l’altro è stata cancellata la convenzione con i bar interni alle strutture ospedaliere, che hanno prezzi importanti per pietanze come panini o insalatone, che arrivano a sfiorare i 7 euro ciascuno, ossia il valore dell’intero buono pasto.

In più l’azienda da maggio ha scelto di eliminare il servizio di take-away dalle mense aziendali che, nato nel periodo pandemico, era apprezzatissimo da tutti i dipendenti e dava una risposta anche rispetto alla conciliazione dei tempi di lavoro e vita privata.

“Il 15 giugno abbiamo incontrato l’azienda chiedendo una soluzione tempestiva per i colleghi di Correggio e Guastalla, dal riaprire i vecchi appalti mensa fino alla riattivazione del servizio da asporto, o la possibilità di usare i buoni ad esempio nei supermercati o in tutte le fasce orarie. – concludono Merlino, Ansaloni e Danese – Le risposte sono state negative o vaghe rispetto ai tempi di risoluzione. Per questo nei prossimi giorni si svolgeranno degli incontri con i lavoratori di tutta l’Azienda, a partire dagli ospedali di Correggio e Guastalla, per valutare le iniziative del caso”.


All'ospedale Santa Maria della Scaletta di Imola troppe situazioni critiche

Nonostante l’Ausl di Imola abbia comunicato recentemente diversi risultati positivi, in termini di qualità dei servizi, di vari reparti dell’Ospedale Santa Maria della Scaletta, la FP CGIL di Imola ribadisce che questi risultati non cancellano “le annose criticità di personale ancora presenti in diverse unità operative, che si traducono in un peggioramento delle condizioni di lavoro a causa dell’incremento di ore straordinarie e in reperibilità, richieste di doppi turni, salti di riposo e, in alcuni casi, non garanzia delle 11 ore di riposo tra un turno e l’altro“. Su questi temi, insiste la FP, “continuano infatti giornalmente le segnalazioni, che riguardano un numero di organici di sostituzione non idonei a coprire le assenze, la mancanza di un numero adeguato di Oss, in particolare nelle fasce notturne nei reparti di degenza, e l’incremento esponenziale dei carichi di lavoro”. Una situazione che “è frutto anche del ‘piano di rientro’ che la Regione ha chiesto alle Ausl sul fronte del personale dopo le assunzioni straordinarie Covid, con l’input di tornare ai numeri del 2019”. Allo stesso tempo, si legge però in una nota congiunta, “ci aspettiamo che l’Ausl evidenzi le criticità e discuta con i sindacati soluzioni condivise, anziché minimizzare e far ricadere le conseguenze sui lavoratori”.

Programmazione estiva

Tra le criticità che si riscontrano, la FP CGIL segnala, ad esempio, che “la programmazione dell’attività estiva del blocco operatorio che ci è stata presentata prevede circa 30 sedute di sala operatoria in più rispetto all’anno precedente, in un contesto in cui permane la criticità del superamento delle reperibilità mensili del personale infermieristico, di gran lunga superiore alle sette previste contrattualmente”. Vengono poi “le perplessità sulla rimodulazione prevista per luglio e agosto del servizio Residenza trattamento intensivo, che garantisce l’appropriatezza dell’intervento per pazienti in condizioni di scompenso psicopatologico acuto o subacuto. I 10 posti letto “saranno chiusi e trasferiti alla clinica per la salute mentale di Villa Azzurra di Riolo Terme”, con le motivazioni di voler “garantire le ferie estive del personale e dell’impossibilità di formare il personale in tempi brevi”. Motivazioni che però “si contrappongono alla discussione fatta sui tavoli sindacali degli ultimi anni per trovare una soluzione organizzativa appropriata”.

Altro problema è dato dal fatto che “le lavoratrici e i lavoratori di quel reparto non sanno ancora dove la Direzione infermieristica intende ricollocarli durante l’estate“, e nel Piano delle riduzioni estive “non si evince nessuna variazione in capo al servizio immuno-trasfusionale”, per il quale “ad oggi sono stati reclutati quattro tecnici di laboratorio, di cui tre da pochi mesi e per questo non formati alla possibilità di gestire sacche di sangue in autonomia ed in reperibilità, su un totale di otto tecnici”. Di conseguenza, tirano le somme le sigle confederali, “durante il turno notturno e nei festivi sarà il personale dei reparti a gestire il supporto trasfusionale dei pazienti, con ulteriore carico di lavoro e di responsabilità”.


dozza carcere bologna

Situazione esplosiva al carcere della Dozza

Sono arrivati a quasi 800 i detenuti presenti al carcere di Bologna e Salvatore Bianco di FP CGIL riferisce che alcuni “assumono pretese per le loro richieste più disparate e se non accontentati mettono in atto gesti autolesionistici o di ribellione verso le regole di convivenza”.

Il sindacato parla di “una situazione esplosiva nel penitenziario con pochissimi posti rimasti disponibili, continui eventi critici anche molto gravi, il personale di polizia penitenziaria è ridotto ai minimi termini con una carenza organica di circa 80 unità negli ultimi mesi” e un sistema “incapace di dare segnali chiari nella gestione di quei detenuti più problematici che avvertono sempre più il senso di impunità per i loro comportamenti a volte violenti e fuori dalle regole!”

Le richieste sono tra le più disparate: dallo spostamento in camera singola al rifiuto dell’assegnazione nei vari reparti, quando qualche posto si libera: “In questa situazione il personale avverte sempre più un senso di abbandono – spiega FP CGIL – davanti a una Amministrazione che resta inerme e non prende provvedimenti anche su quei soggetti che da diversi mesi continuano a creare situazioni critiche” e chiede che il blocco dei “dei continui ingressi registrati negli ultimi giorni, n.10 detenuti in più in circa 24 ore – quindi – la drastica riduzione del numero dei detenuti presenti nell’istituto, allontanando principalmente tutti quei soggetti ampiamente conosciuti per i loro comportamenti critici. Se ciò non avverrà si andrà incontro ad un periodo estivo molto complicato e l’amministrazione tutta ne sarà responsabile” conclude il sindacato.


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Stato di agitazione alla cooperativa sociale Dolce a Maranello

Le educatrici dei nidi d’infanzia “L’Aquilone”, “Le Coccinelle” e “Virgilia” di Maranello dell’appalto della Cooperativa Dolce, dopo la difficoltà del covid che le ha messe a dura prova, si trovano ora a dover aprire una vertenza sindacale per arrivare ad avere il riconoscimento del titolo di Educatrice (livello D2) previsto dal Ccnl delle Cooperative Sociali.

La non volontà della cooperativa di riconoscere il corretto inquadramento è finalizzata ad aumentare il profitto dell’impresa a scapito delle retribuzioni delle educatrici. Inoltre questa scelta rischia di non garantire la qualità e la continuità dei servizi nei nidi d’infanzia in appalto, poiché le educatrici possono essere maggiormente orientate a spostarsi verso i contratti che garantiscono maggiormente il riconoscimento della loro professione.

La professione degli educatori impiegati nel terzo settore continua ad essere un lavoro sempre più povero nonostante che tali mansioni richiedano un’alta qualificazione, mentre la loro condizione contrattuale è incerta e precaria. Basta solo pensare alla mancata retribuzione nel periodo estivo e la revisione dei contratti del part time involontario ad ogni inizio di anno scolastico.

La Cooperativa Dolce Società Soc.Coop ad oggi continua a non riconoscere al personale educativo il corretto inquadramento D2 nel rispetto del Ccnl, nonostante sia previsto anche dal capitolato di appalto e le lavoratrici siano in possesso dei titoli previsti dalle norme vigenti.

Il sindacato Fp Cgil di Modena ha avviato una vertenza per il riconoscimento del corretto inquadramento delle 15 educatrici impegnate nell’appalto del Comune di Maranello, e non accetta la proposta della Cooperativa di un copertura solo economica del differenziale di livello da “D1” a “D2”, in quanto al primo cambio di gestione/appalto le suddette educatrici rischiano di trovarsi senza il corretto inquadramento e il differenziale economico, e in caso di futuri aumenti contrattuali il differenziale verrebbe assorbito. In altre parole, la proposta è solo fumo negli occhi!

Le lavoratrici della cooperativa Dolce Società Soc.Coop insieme alla Funzione Pubblica Cgil hanno preannunciato presso la Prefettura di Modena uno stato di agitazione per vedersi riconosciuto il rispetto dei loro diritti. “Ci aspettiamo di raggiungere un accordo in Prefettura il 14 giugno per ripristinare il rispetto del contratto nazionale e il capitolato dell’appalto a maggiore ragione in un servizio pubblico – afferma Mohcine El Arrag della Fp Cgil – Viceversa lavoratrici e sindacato saranno uniti nel continuare la battaglia fino in fondo per il rispetto di norme e contratto”.