Le nostre scelte di merito. I CCNL li ha fatti saltare il Governo con stanziamenti insufficienti
Siamo oltre la soglia della decenza. Che un Ministro della Repubblica si metta a fare disinformazione e campagna attiva contro chi non è accondiscendente ha molto poco di istituzionale e tanto di agonismo politico, ma sbaglia il tiro: noi stiamo al merito.
Sarà che il Ministro ha negato il confronto aperto e vero dal suo insediamento, preferendo scegliersi gli interlocutori “accondiscendenti“ a prescindere, ma se oggi la vertenza sui CCNL è in stallo è tutta responsabilità di chi non ha mai ascoltato le giuste rivendicazioni di chi lavora nella Pa.
Partiamo dalla narrazione tossica sugli aumenti: si prende a riferimento la media tra le aree compresa la 4^ area (inquadramento più alto) che ad oggi è vuota perché onerosa per le amministrazioni.
Perché il Ministro non si assume la responsabilità di dire che aumenti di 135 euro lordi per i professionisti sanitari del comparto, già erosi da anticipi e ivc potenziata che lui ha voluto, producono effetti sulle buste paga di circa 40 euro lordi? Sentiamo e leggiamo di roboanti cifre che verrebbero a mancare, peccato che la realtà per la generalità dei lavoratori pubblici sia ben altra.
E questo mentre aumenta il costo di casa, bollette, trasporti, generi di prima necessità.
In Germania, per lo stesso periodo, i lavoratori hanno percepito un bonus esentasse di 3.000 euro e aumenti minimi di 340 euro al mese pari a oltre l’11% sugli stipendi tabellari.In Spagna per il triennio 22/24 gli aumenti sono stati del 9,8% sul tabellare più i fondi per la contrattazione di secondo livello.
Eppure, le regole sulla fiscalità sono comuni in Europa, quindi è completamente falsa la narrazione che non si poteva fare di più.
La scelta del Governo italiano è stata quella di penalizzare le retribuzioni dei dipendenti pubblici e se ne assumano la responsabilità anziché scaricarla su chi, come noi, da oltre tre anni si è battuto per far aumentare i salari guardando all’inflazione reale e non alle necessità politiche del Governo.
Fino a prova contraria i Sindacati dovrebbero rappresentare i lavoratori ma, vedendo le dichiarazioni delle sigle che hanno dichiarato la volontà di firmare contratti indipendentemente dai contenuti, non è scontato che tutte le federazioni dei settori pubblici in questa stagione stiano dalla parte dei lavoratori: alcuni stanno dalla parte dei datori di lavoro.
È curioso poi che il Ministro attribuisca a FP Cgil il blocco dei contratti. Nella logica del Ministro, lui impone aumenti, norme, peggiora le condizioni di gestione degli orari di lavoro, ha addirittura riportato la spesa per il welfare contrattuale all’interno del tetto ai fondi per il salario accessorio, che rimangono bloccati penalizzando la crescita della produttività, e la colpa è del sindacato che rifiuta di firmare accordi al ribasso?
Se pensa che i lavoratori siano distratti o disattenti si sbaglia, sono esasperati e chiedono, legittimamente, che la valorizzazione del lavoro pubblico non sia uno slogan per interviste e convegni ma una serie di atti concreti economici e normativi.
Quanto poi alle facoltà assunzionali, il Ministro certifica che grazie al dissenso di enti locali, regioni, organizzazioni sindacali, il taglio al turn over non c’è stato per sanità, funzioni locali e comparto sicurezza, che fa capo al Ministero dell’Interno, mentre rimane per le funzioni centrali, che dipendono direttamente da lui. Cioè si è battuto “come un leone” ( citazione di una sua intervista) per conseguire il risultato di tagliare le facoltà assunzionali solo per le amministrazioni centrali. Un trionfo.
Continuano a raccontare che per la prima volta ci sono risorse anche per i futuri rinnovi ma, visto che la programmazione di bilancio ha un ciclo per le nuove regole di medio termine e pluriennale, il Governo ha ipotecato le scelte per i prossimi anni, raccontare che bisogna aspettare nove anni e tre contratti per non recuperare quello che le buste paga dei dipendenti pubblici hanno perso nel 2022 e 2023 è veramente offensivo per la dignità dei lavoratori delle funzioni centrali, della sanità e degli enti locali.
Se il Ministro vuole rinnovare i Contratti con la partecipazione di tutte le sigle sindacali su salari, carriere e contrattazione decentrata deve dare risposte.
Se no è un atto unilaterale su cui ha dato mandato ad Aran di raccogliere le adesioni, registrando che c’è chi ha accettato senza fiatare e chi ha deciso liberamente di tenere aperta la vertenza per dare risposte adeguate ai lavoratori. Alla sanità e alle funzioni locali stiamo dando l’opportunità di battersi per migliorare un Contratto inadeguato alle necessità economiche e professionali dei settori pubblici e stiamo dicendo anche alle Funzioni Centrali, che sono state sacrificate dalla scelta dei firmatari di accontentarsi del 5,78%, che per la Fp Cgil la partita non è chiusa.
A proposito di Pubblico e Privato, a chi dice che non firmiamo i Contratti, ricordiamo che nei settori privati la nostra categoria ha sottoscritto in queste settimane accordi con percentuali di crescita salariale sempre superiori a quelle proposte dal Governo per il settore pubblico.
Non è che non firmiamo i CCNL, firmiamo quelli che danno risposte ai lavoratori ma non sosteniamo quelle intese che sono peggiorative.
Si chiama coerenza. Firmare qualsiasi cosa ti propone la controparte senza valutarne i contenuti è la strada che hanno intrapreso altre sigle e ne risponderanno a lavoratrici e lavoratori. Noi abbiamo scelto di stare con le ragioni di chi ogni giorno lavora per la collettività, per garantire servizi essenziali, che svolgono una funzione fondamentale e che meritano rispetto e riconoscimento del valore del proprio lavoro.
Trattativa per il rinnovo del contratto Sanità Pubblica. A che punto siamo?
Nella mattinata del 25/6/2024 è proseguita la trattativa per il rinnovo CCNL 2022/24 comparto sanità pubblica.
A fronte di un testo inviato alle OO.SS. con proposte di modifica da parte dell’ARAN nelle sezioni inerenti alle relazioni sindacali, l’orario di lavoro, la pronta disponibilità, prestazioni aggiuntive ed attività di supporto, ciascuna organizzazione ha espresso valutazioni e proposto modifiche del testo.
Dal canto nostro, abbiamo ribadito l’importanza di individuare nel contratto una serie di meccanismi che rendano attrattivo il settore, al diritto alla gestione delle ferie troppo spesso non pienamente disponibile e troppo spesso soggette ad abbattimento indotto o forzoso da parte delle organizzazioni aziendali ed abbiamo confermato l’indisponibilità ad arretramenti in merito a conquiste ottenute con il precedente contratto, come nel caso della pronta disponibilità.
Abbiamo rilanciato la necessità di individuare dei meccanismi di tutela in un contesto di progressivo invecchiamento dei lavoratori, di rendere l’organizzazione del lavoro meno rigida e più attenta ai bisogni di vita dei singoli, ponendo particolare attenzione e della necessità di investire sulla formazione riservando almeno 2 ore a settimana all’aggiornamento professionale ed all’assolvimento degli obblighi in fatto di ECM.
Quanto alle relazioni sindacali è indispensabile ora più che mai riappropriarci di numerose materie che lasciano la possibilità alla azienda di prendere decisioni unilaterali nei confronti dei lavoratori senza passare per la contrattazione e di regolamentare tutto il settore delle prestazioni aggiuntive anche al fine di evitare lo sfruttamento dei professionisti per far fronte alle gravi carenze di organico.
Questa richiesta, neppure troppo nascosta, di aumento dell’orario di lavoro di fatto per guadagnare qualcosa in più a fronte di uno stanziamento del governo che copre a malapena un terzo dell’aumento dei prezzi che le lavoratrici e i lavoratori hanno dovuto fronteggiare nel triennio è, al momento, la cifra principale delle proposte dei datori di lavoro.
E’ evidente che si tratta di un approccio che non fa che confermare tutte le ragioni della nostra mobilitazione, che prosegue, a tutti i livelli, per rivendicare più risorse per finanziare il contratto, garantendo così salario e condizioni di lavoro più adeguate
Il tavolo è stato riaggiornato al 29 luglio, vi terremo aggiornati.
Continua la trattativa per il rinnovo del CCNL Sanità Pubblica 2022/24
Si è svolto nel pomeriggio del 17 aprile il secondo incontro di trattativa per il rinnovo del CCNL Sanità Pubblica 2022/24.
Dopo l’incontro di impostazione politica che ha avviato la trattativa, anche in apertura di questo secondo incontro abbiamo nuovamente affermato come FP CGIL, come il nodo più rilevante, ad oggi, resti quello dell’assoluta insufficienza delle risorse disponibili alla trattativa. Oggi si è trattato della prima occasione nella quale si è entrati nel merito contrattuale.
Aran ha presentato una prima ipotesi di testo che interviene sue due parti del CCNL vigente: la prima sul sistema delle relazioni sindacali, la seconda sulle declaratorie di alcune aree professionali.
Gli interventi proposti da Aran sul sistema di relazioni sindacali restringono il campo del confronto aziendale, in particolare su organizzazione del lavoro, salute e sicurezza e programmazione delle pronte disponibilità, allargando il campo di iniziativa unilaterale delle Aziende /Enti.
Per noi, per la FP Cgil, l’obiettivo resta sempre quello di ricondurre i temi che attengono l’organizzazione del lavoro e il suo impatto sulle condizioni di lavoro al confronto e alla contrattazione integrativa aziendale e, nel contempo, di rendere l’informativa aziendale davvero preventiva agli atti e alle delibere e di renderla più cogente ed esigibile sotto il profilo del dettaglio delle informazioni che devono essere fornite alle OOSS e alle RSU, a partire dai Fondi Contrattuali e il relativo utilizzo delle risorse per ciascun istituto contrattuale.
Sulle declaratorie delle aree professionali, Aran ha formulato una prima, parziale, proposta che intenderebbe dare seguito alla dichiarazione congiunta n° 7 del CCNL 19/21, sul profilo dell’educatore socio pedagogico, inserendolo, come noi rivendichiamo da sempre, nelle declaratorie del comparto.
Abbiamo riaffermato come per noi sia necessario dare pratica attuazione a tutto quanto è previsto in quella dichiarazione congiunta e costruire le declaratorie anche per autista soccorritore, mediatore culturale, operatore tecnico specializzato, operatore tecnico di centrale e, inoltre, qualificare le declaratorie, all’interno dell’Area dei funzionari, per alcuni profili del ruolo tecnico quali, ad esempio, i collaboratori tecnici informatici.
Abbiamo anche riaffermato come sia per noi importante lavorare per una riunificazione contrattuale per tutto il personale dell’area della ricerca in ambito sanitario e per una sezione contrattuale dedicata alle Agenzie per la Protezione dell’Ambiente.
Per tutte queste ragioni, sinteticamente qui riportate, abbiamo giudicato insufficienti le proposte ricevute sin qui, riservandoci di produrre un nostro testo sul merito e dichiarando che la discussione sul sistema delle relazioni sindacali e sulle declaratorie professionali deve proseguire nei prossimi incontri.
A chiusura di questa prima nota, ribadiamo come questa trattativa si confermi essere molto in salita, stante le risorse disponibili da Legge di Bilancio 2024 per i rinnovi contrattuali dell’Area Sanità come di tutti i comparti pubblici, risorse insufficienti anche solo per recuperare il potere d’acquisto dei salari di questo triennio. Per questo rinnoviamo il nostro impegno a proseguire la nostra mobilitazione in vista della manifestazione di sabato 20 aprile prossimo a Roma.
Carenza di personale Ausl Imola - La situazione è preoccupante
Fp Cgil, Cisl FP, Uil Fpl denunciano una situazione preoccupante che riguarda la carenza di personale alla AUSL di Imola. Una situazione che riguarda diverse unità operative e servizi della AUSL e che è stata oggetto di acceso dibattito con la Direzione nei recenti incontri sindacali.
La nostra preoccupazione si è accentuata a seguito di una assemblea molto partecipata svolta con i lavoratori del Blocco Operatorio. Questo reparto dell’Ospedale di Imola è in grave difficoltà a causa di un aumento delle ore di pronta disponibilità per garantire gli interventi in urgenza. Le richieste di pronta disponibilità per ogni operatore eccedono molto spesso il limite massimo di 6 al mese come previsto dal CCNL Sanità Pubblica.
La causa? La grave mancanza di personale infermieristico e di supporto.
Gli stessi operatori si gravano, inoltre, di ore fatte attraverso prestazioni aggiuntive per garantire prestazioni specialistiche di sala operatoria.
La criticità si estende poi al Day Surgey di Castel San Pietro, per il quale da tempo si parla di un trasferimento a Imola, che vede spesso il personale infermieristico “reinventarsi” anche ausiliario per fronteggiare le carenze di personale.
E’ una situazione che riguarda solo il blocco operatorio?
Possiamo dire proprio di no. Le ore di straordinario complessivamente infatti aumentano ovunque. E parliamo di lavoratrici e lavoratori che lavorano sotto pressione da due anni per garantire i servizi ordinari e gestire i reparti Covid.
Riteniamo che questa modalità organizzativa non sia più sostenibile.
Come organizzazioni sindacali abbiamo condotto una vertenza per l’eliminazione di una prassi che era quella delle ferie richiamabili non previste da alcun contratto. Queste, però, non devono essere sostituite da salti di riposi o continui cambi turno o addirittura a continui prolungamenti dei turni da parte del personale.
La carenza di personale infermieristico sappiamo essere un problema a carattere nazionale, ma questo non può essere risolto sulle spalle degli stessi e sempre gli stessi operatori.
Per questo ci rivolgiamo anche alle istituzioni del territorio le quali, nelle scelte di programmazione che riguardano la sanità in raccordo con le altre aziende metropolitane, devono tenere in considerazione l’assetto organico a disposizione senza scelte calate dall’alto che impattano sulla professionalità dei lavoratori e di conseguenza anche sul livello di servizio offerto.
Allo stesso tempo abbiamo già chiesto alla AUSL di Imola un incontro urgente per affrontare il tema delle piante organiche, ci aspettiamo che venga utilizzata ogni leva a disposizione per far fronte a questa situazione e stabilire un punto zero per partire dai numeri necessari di dotazione di personale, così che le persone in servizio siano sempre quelle che servono.
In attesa di proposte concrete e urgenti da parte degli attori richiamati, siamo pronti ad una mobilitazione del personale.