Sanità RSU 2022 - Il nostro programma elettorale!

Puoi leggere il programma elettorale delle liste di FP CGIL del comparto sanità. Siamo presenti in tutte le 14 AUSL e aziende ospedaliere.

LA SICUREZZA PRIMA DI TUTTO

Dalle ultime elezioni della Rappresentanza Sindacale (2018) il nostro percorso di delegate e delegati Cgil non è stato semplice. La situazione emergenziale determinatasi con la diffusione del Covid 19 ci ha costretto ad affrontare nuove sfide, molte anche inedite, per continuare a garantire la tutela e la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici. Rivendichiamo perciò con orgoglio il lavoro fatto nelle salette sindacali durante l’esplosione dell’epidemia attraverso il confronto aziendale, il monitoraggio costante dell’andamento dell’epidemia tra il personale delle aziende sanitarie, i protocolli per la sicurezza costruiti e le vertenze fatte contro il decreto Speranza che abolì la quarantena al personale sanitario e contro il quale abbiamo raccolto 25.000 firme, sull’abolizione dello screening fatto dalla direzione generale dell’assessorato regionale poi revocato a seguito della protesta e sul riconoscimento dell’infortunio per coloro i quali, lavorando in sanità, hanno contratto il virus.

Sulla sicurezza vogliamo mettere in evidenza anche l’impegno e il lavoro fatto sul dramma delle aggressioni al personale in sanità sul quale abbiamo costruito una vera e propria campagna di informazione e organizzato un corso di formazione, accreditato ECM, rivolto alle lavoratrici ed ai lavoratori della sanità, su tutti i territori della nostra regione che ha ottenuto un grande successo.

CONTRATTARE AI TEMPI DEL COVID, I NUOVI BISOGNI DIVENTANO NUOVI DIRITTI

Negli ultimi due anni le nostre certezze sono state spazzate via dall’arrivo dell’epidemia da COVID19 e anche la nostra azione sindacale si è chiaramente orientata a rappresentare nuovi diritti emergenti. Oltre alla sicurezza, nella prima fase della pandemia si è rivelata fondamentale la costruzione di permessi per garantire ai genitori la possibilità di stare con i propri figli costretti a casa dalla didattica a distanza, permessi che abbiamo letteralmente inventato all’interno del confronto sindacale e che poi sono diventati un riferimento per la normativa nazionale sull’emergenza.

Siamo inoltre riusciti a costruire un accordo che ha erogato il cosiddetto “bonus covid” a tutto il personale del S.S.R., il primo firmato in Italia che ha garantito risorse aggiuntive a tutto il personale, nessuno escluso, del settore amministrativo a quello tecnico fino a quello sanitario. Infine, abbiamo esteso l’indennità di malattie infettive a tutto il personale che lavora nelle unità operative dove vengono ricoverati i pazienti con COVID, un risultato importante e per nulla scontato in relazione alle troppe rigidità delle norme.

L’ACCORDO SULLE GUIDE DI TIROCINIO: LA FORMAZIONE SEMPRE AL CENTRO

Siamo l’unica regione sul territorio nazionale che, attraverso un accordo sindacale, riesce a garantire un incentivo a chi svolge il ruolo di guida di tirocinio agli studenti delle professioni sanitarie nei reparti, attraverso lo stanziamento della Regione di 5 milioni di euro aggiuntivi rispetto al contratto nazionale di lavoro. Lo riteniamo un accordo fondamentale, non solo perché riesce a garantire risorse economiche aggiuntive, ma soprattutto perché qualifica e migliora la struttura della formazione pratica da parte dei professionisti verso i nuovi che si stanno formando e rappresenteranno il futuro del nostro S.S.R.

LO SVILUPPO DELLE PROFESSIONI SANITARIE UNO DEI TEMI DEL FUTURO

Per noi quella dello sviluppo professionale è una questione fondamentale, ed è per questo che tutti gli anni organizziamo un iniziativa politica dove promuovere la discussione su questo tema invitando gli ordini e i responsabili delle professioni delle Aziende, oltre ai responsabili politici e tecnici della sanità. All’interno di questo precorso abbiamo promosso la nascita della figura del direttore assistenziale che porterà, caso unico sul territorio nazionale, le professioni sanitarie nel cuore della direzione strategica.

AVANTI CON LE ASSUNZIONI E STABILIZZARE TUTTI I PRECARI PER IL BENE DEL S.S.R.

Quella degli organici e delle stabilizzazioni è una battaglia identitaria della nostra organizzazione. Abbiamo raccolto oltre 3000 firme dentro e fuori i posti di lavoro e fatto banchetti, presidi e tutto quello che potevamo fare per portare a casa un risultato importantissimo e, come detto prima, identitario. Chi ha lavorato come precario e ha dato un contributo al nostro S.S.R. deve essere stabilizzato. Questo abbiamo fatto e questo vogliamo fare in futuro. Sono ragazze e ragazzi giovani che rappresentano un valore assoluto da preservare e garantire, anche in futuro. Dove ci sono precari c’è la CGIL che lotta per dargli un contratto a tempo indeterminato.

Così come la CGIL continuerà la sua battaglia perché la Regione continui ad assumere per garantire oltre alla copertura dei pensionamenti anche le necessità che il sistema deve garantire in funzione alla nascita dei nuovi bisogni sanitari. Una battaglia che ha portato ad un aumento dell’organico del SSR da 51.000 a 55.000 dipendenti.

LA CONTRATTAZIONE INTEGRATIVA MIGLIORA LA QUALITA’ DEI SERVIZI, AUMENTARE LE RISORSE

Sui fondi della contrattazione chiediamo da tempo un adeguamento che ne ridetermini la consistenza in relazione all’aumento delle dotazioni organiche. L’annoso problema dei tetti previsti dalla normativa va sgomberato dal tavolo per continuare nella direzione che già abbiamo intrapreso. Abbiamo infatti realizzato accordi per incrementi nel biennio 2021/2022, per un valore superiore a 100 milioni di euro che ha permesso di garantire i valori attuali della contrattazione integrativa. Ma serve di più, serve un incremento strutturale. Chi ha permesso al nostro sistema di superare l’emergenza COVID va valorizzato con tutti gli strumenti a disposizione.

IL CONTRATTO COME STRUMENTO DI CAMBIAMENTO

Siamo alle porte di un rinnovo del CCNL, e come il precedente ha permesso l’estensione di alcuni diritti fondamentali a categorie di lavoratrici e lavoratori, quello nuovo deve garantire una ristrutturazione del sistema di classificazione. L’erogazione dell’indennità di sub-intensiva agli infermieri del P.S., dell’indennità di blocco operatorio, di intensiva, sub-intensiva, nefrologia e dialisi e malattie infettive agli OSS, dell’indennità di assistenza domiciliare alle assistenti sociali, categorie prima escluse, sono stati un risultato importante ma ora bisogna risolvere la questione legata al blocco delle progressioni verticali e le difficoltà sulle progressioni orizzontali, superando l’attuale sistema per categorie a favore di un nuovo sistema di aree che permetta di semplificare le possibilità di valorizzare le persone dando a tutte e tutti un’opportunità. È inoltre già garantita nella proposta ARAN del nuovo CCNL la valorizzazione di infermieri, ostetriche, tecnici di laboratorio e di radiologia, fisioterapisti e tecnici della prevenzione, attraverso un’indennità specifica. Infine, il nuovo sistema degli incarichi permetterà di valorizzare il personale sanitario oltre a quello amministrativo estendendo la possibilità di assegnarli anche all’attuale categoria Bs e C, cosa fino a oggi non consentita.

I NOSTRI SERVIZI, UN PUNTO DI FORZA PER TUTTI

L’assicurazione sulla colpa grave per il personale sanitario e socio sanitario, la patrimoniale per il personale amministrativo, la garanzia dei crediti ECM necessari attraverso una piattaforma on-line, i corsi di preparazione ai concorsi senza nessun costo aggiuntivo per gli iscritti, rappresentano un offerta che, oltre alla tutela collettiva, si rivolge anche a quella individuale insieme ai servizi di INCA e TEOREMA. Cosi come le nostre convenzioni con le Università telematiche per l’accesso a prezzi scontati ai corsi e ai master, con UNIPOL per le assicurazioni individuali, sono insieme a tanti altri servizi una garanzia per chi entra in FP CGIL.


Programma FP CGIL RSU 2022 Ministero della Cultura

IL MINISTERO DELLA CULTURA AD UN BIVIO

POCA OCCUPAZIONE E ORGANICI RIDOTTI ALL’OSSO

sono stati quattro anni estremamente difficili, di cui gli ultimi due attraversati dalla pandemia che ha comportato una forte riduzione dei servizi culturali. La chiusura dei luoghi della cultura durante i periodi di lockdown ha paradossalmente nascosto l’aggravarsi dei problemi dovuti al progressivo forte calo degli organici interni, che ormai tende a raggiungere la metà del personale previsto. La ripresa delle attività ha svelato la drammatica situazione degli Uffici sul territorio, mentre i concorsi in atto registrano ritardi ingiustificabili, non solo dovuti alla pandemia, ma anche alle farraginosità burocratiche dei meccanismi autorizzativi ed alla centralizzazione delle procedure in capo ad organi esterni al Ministero.

IL MIC E IL PNRR

Su questa situazione di grave crisi organizzativa si innesta la sfida del PNRR, per il quale il Ministero è chiamato a spendere 6 miliardi e mezzo di euro entro il 2026. Una sfida importante che vede il MIC impegnato in una battaglia in difesa del paesaggio a fronte dei gravi tentativi di esclusione dai procedimenti autorizzativi che si sono registrati in modo trasversale anche da settori interni al Governo. Il problema vero a questo punto è la sostanziale incapacità organizzativa ad affrontare una sfida così complessa e il ridondante carico aggiuntivo piomba addosso ai pochi lavoratori rimasti nel ciclo della tutela, senza alcun investimento significativo da parte dei vertici del ministero.

UNA RIORGANIZZAZIONE INTERMINABILE

La riforma avviata dal Ministro Franceschini si traduce in una sequenza interminabile di interventi che continuano ad incidere sulla carne viva dell’organizzazione ministeriale. Gli ultimi provvedimenti hanno portato a 43 i musei autonomi, operato una ulteriore sottrazione di aree archeologiche alle Soprintendenze e ridefinito ancora una volta gli assetti degli Uffici territoriali. La separazione artificiale che si è determinata tra i cicli dedicati alla tutela e quelli volti alla valorizzazione ha prodotto la moltiplicazione di strutture complesse, molte delle quali stazioni appaltanti, a cui non corrispondono investimenti organizzativi adeguati sul piano dei fabbisogni professionali che la stessa riorganizzazione esige. Il risultato è un generale impoverimento delle strutture operative, il mancato decollo delle autonomie ad eccezione dei grandi attrattori, una ulteriore mortificazione del patrimonio museale diffuso sul territorio. In questo contesto si assiste ad un ulteriore inaccettabile marginalizzazione dei sistemi dedicati alla tutela – Archivi, Biblioteche, Soprintendenze e Istituti Centrali – dove, insieme alla grave carenza di personale, si sconta un generale ritardo nei processi di innovazione organizzativa dovuti ad una concezione delle semplificazioni procedurali tutta finalizzata a limitarne i poteri di intervento e le prerogative di tutela e pochissimo attenta ad una corretta rimodulazione dei fabbisogni organizzativi necessaria alla velocizzazione delle prassi amministrative.

IL MIC E LA DIGITALIZZAZIONE

La pandemia poteva essere una utilissima occasione di operare investimenti significativi sulla digitalizzazione delle prassi amministrative. Una opportunità mancata: nelle risorse individuate per il PNRR non risultano investimenti organizzativi in tal senso e la fase di lavoro agile emergenziale, che pur ha visto coinvolta la maggioranza dei lavoratori, ha messo a nudo il drammatico gap tecnologico che pervade l’organizzazione interna. Solo l’1% dei lavoratori in smart working ha operato da remoto con strumenti messi a disposizione dall’amministrazione e ancora oggi non si rintracciano nella programmazione di bilancio risorse significative allocate per queste finalità. Manca una visione strategica rispetto ai benefici che questo servizio pubblico può portare nei cicli di tutela del patrimonio culturale ed i programmi di digitalizzazione contenuti nel PNRR sembrano essere perlopiù rivolti ad incrementare la fruizione dell’offerta culturale aumentando i costi a carico dei cittadini tramite la commercializzazione dei prodotti culturali.

AUMENTA LA DEREGOLAMENTAZIONE DELLE ESTERNALIZZAZIONI

Il depauperamento progressivo degli organici interni ha prodotto ulteriori ampliamenti dei settori in cui si sperimentano forme sempre più diffuse di esternalizzazione che ormai toccano tutti i settori di attività del Ministero. Un processo accompagnato da norme specifiche come quelle che hanno prodotto la selezione dei collaboratori professionali esterni a cui il legislatore ha attribuito compiti di Responsabile Unico del Procedimento, in palese contrasto con il Codice degli Appalti, o quelle che consentono alla società in house, la ALES S.p.a. di selezionare tutte le figure professionali interne e non solo quelle previste per le funzioni di supporto. A questo si accompagna la costante pratica degli appalti al massimo ribasso, con evidenti ricadute sul costo del lavoro che contraddistinguono condizioni diffuse di bassi salari, dumping contrattuale, precarietà strutturale e sfruttamento dei lavoratori esternalizzati.

IL MIC E LA CONTRATTAZIONE

Nel contesto desolante del declino apparentemente inarrestabile del Ministero la nota positiva è lo sviluppo della contrattazione integrativa, molto aiutata dal CCNL, che ha prodotto in questi anni significativi risultati per le lavoratrici ed i lavoratori. Di seguito gli obiettivi raggiunti:

  • una sostanziale tenuta delle risorse del Fondo risorse decentrate. Una attenta gestione della contabilità del Fondo ha consentito di non perdere le risorse spese nel triennio 2015/18 per  e progressioni economiche mantenendone intatte le capacità di spesa, anche a fronte dei  tagli che le varie normative hanno prodotto nel corso degli anni con l’introduzione del tetto  invalicabile del Fondo stesso;
  • un trasferimento delle risorse alla contrattazione delle RSU sostanzioso e superiore alla stessa percentuale prevista dal CCNL;
  • l’ampliamento delle risorse messe a disposizione per le posizioni organizzative e l’estensione della platea dei beneficiari a tutti i settori del Ministero. A questo occorre aggiungere un indennità pari a 4.000 euro l’anno riconosciuta ai funzionari direttori di Archivi e Biblioteche per lo svolgimento di funzioni datoriali;
  • l’incremento sostanzioso delle indennità di turnazione;
  • l’utilizzo permanente e strutturale di risorse extra Fondo per retribuire le prestazioni ricomprese nei Piani di Valorizzazione;
  • l’incremento delle indennità di amministrazione che hanno consentito di diminuire sensibilmente  il gap con i valori più elevati di indennità presenti nel settore dei Ministeri;
  • le stabilizzazioni del personale distaccato;
  • la definizione dei passaggi orizzontali;
  • la definizione puntuale dei Protocolli di Intesa sul lavoro agile, che hanno consentito una gestione corretta di questa modalità di lavoro sia nella fase sperimentale che in quella emergenziale, tutelando i diritti contrattuali e sociali dei lavoratori, compreso il riconoscimento del buono pasto;
  • la gestione delle politiche di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, tramite la messa a disposizione delle RSU e degli RLS strumenti essenziali durante la fase più acuta della pandemia;
  • gli ulteriori scorrimenti della graduatoria relativa ai passaggi di area.

TUTTI OBIETTIVI RAGGIUNTI GRAZIE ALLA DETERMINAZIONE DELLA FP CGIL CHE, CON SPIRITO UNITARIO, HA SEMPRE MESSO A DISPOSIZIONE LE SUE COMPETENZE AL SERVIZIO DEI LAVORATORI.

PER UNA NUOVA STAGIONE CONTRATTUALE: QUALI OBIETTIVI E QUALI PROPOSTE

la recente sottoscrizione del CCNL 2019/21 per le Funzioni Centrali apre uno scenario del tutto nuovo alla contrattazione integrativa per le significative novità in esso contenute e che riguardano tutti gli aspetti della vita lavorativa, dalla revisione dei sistemi ordinamentali professionali alla gestione delle risorse del Fondo risorse decentrate, dalla migliore fruibilità delle tutele sociali alla prima regolamentazione contrattuale del lavoro agile e del lavoro da remoto.

Questi gli obiettivi:

  • la stipula dell’accordo di mobilità volontaria. È una delle code contrattuali ancora da definire e l’obiettivo è quello di garantire la possibilità periodica dei trasferimenti su base volontaria dei lavoratori;
  • la revisione dei percorsi e dei profili professionali. L’applicazione del nuovo ordinamento professionale presuppone la revisione dei percorsi di carriera dei lavoratori e dei contenuti professionali dei profili esistenti. Il nuovo CCNL riporta la materia nell’ambito della contrattazione e questo sarà il primo importante passo per porre al centro la questione professionale, che, per la varietà dei profili esistenti, è uno dei nodi centrali che incide sulle prospettive di innovazione dei cicli organizzativi;
  • l’avvio dei processi di riqualificazione giuridica dei lavoratori. Il nuovo CCNL mette a disposizione risorse importanti per i passaggi di area, una quota pari allo 0,55% calcolato sull’ammontare complessivo del costo del lavoro registrato nel 2018, da utilizzare entro il 31 dicembre 2024. Accanto a questo il Piano dei Fabbisogni 2020/2022 prevede l’accantonamento di ulteriori risorse per i passaggi di area già nel 2022. Occorre da subito avviare questi processi tenendo conto delle specificità professionali del Ministero salvaguardando le competenze e le specializzazioni dei lavoratori. La quantificazione dei passaggi dipenderà dalla quantità di risorse assegnate e riguarderà tutto il personale che attualmente si trova in Prima Area e una quota significativa del personale in Seconda;
  • l’istituzione dell’Area delle elevate professionalità. Il nuovo CCNL interviene ridefinendo gli ambiti professionali di questa nuova area e prefigurando un sistema di opportunità di accesso anche per il personale interno. Occorre che la nuova area venga istituita e dimensionata già a partire dal nuovo Piano dei Fabbisogni e che, nel contempo, venga concretamente attivata la possibilità di passaggio del personale interno sulla base dei requisiti previsti dal CCNL (titolo di studio e incarichi gestionali e/o professionali) nella misura del 50% dell’organico previsto;
  • l’avvio di una nuova fase di progressioni economiche. Il nuovo CCNL sblocca e periodizza le progressioni economiche. È necessario rinnovare un patto almeno triennale, ridefinire i criteri sulla base delle previsioni contrattuali, tramite una regolamentazione seria ed oggettiva dei meccanismi valutativi e dell’esperienza professionale;
  • l’avvio di un piano di formazione straordinario del personale, tramite l’utilizzo di quota parte delle risorse aggiuntive stanziate dalla legge (50 milioni di euro), nonché l’individuazione, nei centri di spesa, di quote ulteriori di risorse nel bilancio ordinario, al fine di rispettare la previsione contrattuale che prevede la destinazione dell’1% del monte salario a tale finalità. Il piano dovrà essere incentrato sui fabbisogni concreti espressi dalle specifiche condizioni organizzative, con particolare riferimento ai processi di innovazione digitale, ai temi inerenti la qualità degli ambienti di lavoro ed alle riqualificazioni professionali;
  • l’utilizzo degli incrementi previsti dal nuovo CCNL per i Fondi risorse decentrate, nonché l’abbattimento dei tetti contabili rispetto alla possibilità di recupero di risorse fisse e variabili, per finanziare le nuove progressioni economiche e ampliare le risorse destinate alle posizioni organizzative, comprendendo anche l’individuazione delle posizioni da assegnare in area seconda;
  • il mantenimento degli standard qualitativi e quantitativi nella assegnazione di risorse alla contrattazione di posto di lavoro con percentuali adeguate rispetto alla ripartizione del Fondo e rispettando la piena autonomia delle scelte contrattuali delle RSU;
  • la costruzione di un sistema di valutazione della performance individuale e collettiva che elimini valutazioni meritocratiche astratte e discrezionali tramite una correlazione stretta con gli obiettivi assegnati alle unità organizzative, garantendo meccanismi di tutela effettiva dei lavoratori nel processo valutativo. In tale contesto si colloca la necessità di rivedere i progetti nazionali di efficienza e produttività e di ampliamento degli orari al fine di adeguarli al contesto organizzativo, in particolare per quanto riguarda l’apertura generalizzata a 11 ore, garantendo il mantenimento delle quote di salario accessorio;
  • l’inserimento strutturale della possibilità di lavoro agile per tutti i lavoratori tramite la piena applicazione delle previsioni contenute nel CCNL, anche per quel che riguarda le altre forme regolamentate di lavoro da remoto (coworking e telelavoro);
  • il pieno ripristino della funzionalità dell’Organismo Paritetico per l’Innovazione e l’implementazione delle attività del CUG in riferimento alle politiche di genere ed al contrasto ai fenomeni di mobbing;
  • la valorizzazione del ruolo degli RLS e lo sviluppo di una cultura della prevenzione, tramite specifici cicli formativi, rispetto ai rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori. In tale ambito si colloca la vertenza per il riconoscimento dei rischi derivanti dai lavori insalubri, con l’obiettivo del concreto riconoscimento dei benefici previdenziali ai lavoratori interessati e la loro regolamentazione tramite una normazione di settore;
  • la gestione del welfare contrattuale tramite un accordo che renda disponibili risorse certe e criteri trasparenti nelle modalità di accesso ai benefici;
  • l’applicazione di forme di tutela assicurativa a tutti i  lavoratori impegnati in attività a rilevanza esterna tramite la previsione di specifiche risorse nel bilancio ordinario in applicazione delle previsioni contenute nel CCNL.

Queste le proposte contro il precariato e lo sfruttamento nei beni culturali

  • un Piano di occupazione straordinaria che contempli il pieno utilizzo delle risorse ordinarie a disposizione dell’amministrazione, attualmente utilizzate per circa la metà del quantum disponibile, ed uno stanziamento straordinario adeguato ai fabbisogni che si dovranno determinare nell’Area delle elevate professionalità, la cui consistenza si aggiungerà all’attuale dotazione teorica. In tale contesto vanno pienamente applicate le previsioni del D. Lgs 75/2017 (Legge Madia) per quel che riguarda il riconoscimento del diritto alla stabilizzazione del personale esterno in regime di collaborazione diretta;
  • una piena revisione delle politiche di esternalizzazione, tramite l’abbattimento nel ricorso ai massimi ribassi negli appalti e la piena applicazione delle clausole sociali di salvaguardia dei livelli retributivi e contrattuali nei cambi appalto. In tale contesto rivendichiamo la revisione normativa delle clausole che estendono l’esternalizzazione alle attività hard core del Ministero, tramite una progressiva reinternalizzazione delle attività strategiche, l’applicazione del CCNL Federculture alla società in house Ales s.p.a., il riconoscimento di trattamenti economici e normativi standard ed in linea con le tariffe presenti sul mercato  per le prestazioni di natura professionale, l’estensione del diritto di rappresentanza a tutte le forme di lavoro presenti nei cicli produttivi del MIC.

QUESTE SONO LE NOSTRE PROPOSTE PER DARE FORZA E SOSTANZA ALLA CONTRATTAZIONE INTEGRATIVA, RAFFORZARE IL DIRITTO DI RAPPRESENTANZA DELLE RSU, DETERMINARE UN CAMBIO DI PASSO NELLE POLITICHE CULTURALI, RICONOSCERE I DIRITTI DEI LAVORATORI, COMBATTERE IL PRECARIATO E LO SFRUTTAMENTO ED ESTENDERE LA DEMOCRAZIA NEI LUOGHI DI LAVORO.


Siamo come sei - La storia di Marco

“Siamo come sei” è un viaggio fra i volti e le voci delle persone che ogni giorno si impegnano per rendere le nostre comunità più accessibili, sicure e giuste.
Sono le storie delle iscritte e degli iscritti di FP CGIL in Emilia-Romagna. La terza tappa del nostro viaggio è in centro a Ferrara, per conoscere Marco che fa l’impiegato presso la sede INPS di Ferrara.

Guarda tutto il video con l’intervista a Marco.

Parto da Bologna in macchina in direzione Ferrara. E’ una bella e stranamente giornata calda di inizio febbraio.

Arrivo in centro, proprio sotto la sede dell’INPS, parcheggio la macchina e mi dirigo verso il primo bar per prendere un caffè. Aspetto qualche minuto prima che Marco scenda e si presenti. Andiamo in un parco e iniziamo l’intervista.

Marco ha origini piemontesi ed ha una formazione economica e storica. Si è trasferito a Ferrara qualche anno fa proprio in seguito ad un trasferimento ottenuto grazie all’aiuto della CGIL.

“Ho vinto il concorso per l’INPS e mi hanno assegnato alla sede di Modena. Dovevo fare ogni giorno quasi tre ore di viaggio come pendolare visto che la mia compagna e poi anche le mie figlie vivevano qui. Appena c’è stata la possibilità il sindacato mi ha aiutato a chiedere il trasferimento e da qualche anno ora lavoro nella sede INPS di Ferrara“.

Quando gli chiedo le motivazioni che lo hanno spinto ad iscriversi al sindacato mi risponde che lui vede nella CGIL quell’organizzazione in grado di tenere insieme i diritti e le tutele di lavoratori e lavoratrici e la necessità di garantire alle cittadine e ai cittadini servizi efficienti.

Garantire che gli enti centrali funzioni correttamente significa vigilare sulla corretta applicazione dei diritti di cittadinanza per tutti e tutte.

“Gli impiegati pubblici non fanno niente”

Così, un po’ per provocare un po’ per sapere cosa ne pensa, chiedo a Marco cosa ne pensa del luogo comune che vede gli impiegati pubblici come dei fannulloni. Sorride e mi racconta come l’esempio dell’INPS di Ferrara sia emblematico in questo senso.

Fino a qualche anno fa c’erano circa 130 funzionari all’INPS di Ferrara. Oggi sono poco meno di 100 e le competenze che oggi quei lavoratori e lavoratrici si ritrovano a gestire si sono moltiplicate notevolmente. Inoltre mi dice che durante la Pandemia in poco tempo gli uffici sono stati costretti a riorganizzarsi per garantire l’erogazione di milioni di pratiche ai cittadini e cittadine. I dipendenti dell’INPS hanno garantito soglie e livelli di produttività molto elevati e maggiori rispetto a quelli già garantiti precedentemente.

L’impegno delle elezioni RSU 2022

Marco, come molti suoi colleghi e colleghe, è candidato alle elezioni RSU 2022 che si svolgeranno il 5, 6, 7 aprile nelle liste di FP CGIL. In questi anni ha svolto la funzione di delegato sindacale e adesso vuole impegnarsi per monitorare le condizioni di lavoro e per tutelare i diritti di tutti e di tutte.

Mi spiega che bisogna tutelare questi momenti di vera democrazia, che permettono di dibattere e mettere a fuoco i problemi del mondo del lavoro pubblico, e che bisogna fare in modo che più lavoratori e lavoratrici possibili vadano a votare.

Se vuoi altre informazioni sulle elezioni RSU 2022 visita il sito www.elezionirsu.it!


Gruppo Kos, siamo pronti alla mobilitazione!

Articolo apparso sul sito di collettiva.it

Cgil Emilia Romagna: “Dopo la decisione aziendale di esternalizzare servizi e trasferire addetti delle aree del pulimento e delle cucine, con conseguente modifica del loro contratto, è necessario l’intervento della Regione”

Nei giorni scorsi, si è riunita l’assemblea dei lavoratori del gruppo Kos Emilia Romagna che, all’unanimità, si è dichiarata pronta alla mobilitazione dopo la decisione di esternalizzare e dunque trasferire presso un’altra società dello stesso gruppo i lavoratori delle aree del pulimento e delle cucine.

All’assemblea hanno partecipato i lavoratori delle strutture interessate: Villa Pineta di Pavullo, Cardinal Ferrari di Fontanellato (Parma) e Villa Azzurra di Riolo Terme (Ravenna), che sono tra l’altro le principali strutture di sanità privata del gruppo Kos in Emilia Romagna. I lavoratori delle pulizie e delle cucine di queste strutture, secondo quanto deciso da Kos, saranno trasferiti presso un’altra società del gruppo con conseguente modifica del contratto nazionale di lavoro, peggiorativo e non firmato dalla Cgil.

A questi lavoratori, attualmente viene applicato il contratto nazionale Aiop della sanità privata, il più importante contratto di settore; con il trasferimento passerebbero al contratto Aris dove subirebbero un aumento delle ore di lavoro da 36 a 38 e stipendi inferiori soprattutto per gli eventuali nuovi assunti che, a parità di mansioni, percepirebbero anche 400 euro in meno.   

Il piano proposto da Kos è inaccettabile: con il trasferimento, ai lavoratori interessati si prospetta anche la diminuzione delle ore di lavoro e il taglio di alcuni posti. Fortissima poi la preoccupazione, da parte di tutti, che misure di questo tipo possano in seguito interessare anche le aree amministrative delle strutture, al momento fuori dal progetto di riorganizzazione. Si tratta di misure ingiustificate che sottintendono idee di organizzazione del lavoro, che per noi sono inaccettabili, come la volontà aziendale di aumentare i margini di guadagno intervenendo sulla qualità del lavoro e sui diritti dei lavoratori. Nonché l’idea, altrettanto negativa, che vi sia una sorta di classifica del prestigio delle mansioni al cui fondo, secondo Kos, ci sono le mansioni delle pulizie e delle cucine che quindi possono essere retrocesse con contratti più modesti”, sostiene la Cgil Emilia Romagna.

“Si prospetta anche un problema di natura politica. La Regione ha infatti previsto d’incrementare i finanziamenti per quelle strutture che avessero scelto di adottare il contratto nazionale Aiop, per così sostenere le aziende che sceglievano di tutelare anche la qualità dei contratti. Il gruppo Kos, invece, si prepara a continuare a intascare maggiori rimborsi ma cambiando il contratto, scegliendo uno che costa meno. Si tratterebbe di un precedente molto pericoloso e per questa ragione abbiamo già chiesto un incontro alla Giunta”, conclude il sindacato.

Quest’anno si svolgeranno le elezioni per il rinnovo dei rappresentanti di lavoratrici e lavoratori del pubblico impiego. Le elezioni RSU coinvolgono anche te!
Per saperne di più leggi il nostro approfondimento! CLICCA QUI


Elezioni RSU 2022 - Il 5, 6, 7 aprile si votano i rappresentanti dei lavoratori!

Sei una dipendente o un dipendente pubblico e hai a cuore i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici? Unisciti alle liste di FP CGIL Emilia-Romagna!

Il 5, 6, 7 aprile 2022 si svolgeranno le elezioni per le rappresentanti e i rappresentanti di lavoratrici e lavoratori dei servizi pubblici.

Cosa sono le RSU?

RSU vuol dire Rappresentanza Sindacale Unitaria. È un organismo sindacale, presente nei luoghi di lavoro,  che rappresenta le lavoratrici e i lavoratori.  E’ costituito da non meno di tre persone elette da tutte le lavoratrici e i lavoratori iscritti e non iscritti al sindacato.

La RSU si forma con le elezioni. Le procedure sono regolate principalmente dall’Accordo Quadro e prevedono la partecipazione al voto di almeno il 50% +1 degli elettori in ogni singolo ente. In caso contrario la RSU non si costituisce e occorre indire nuove elezioni. È questo il primo passo della sua legittimazione. I componenti delle RSU sono eletti su liste del sindacato ma possono anche non essere iscritte o iscritti a quel sindacato, in ogni caso le elette e gli eletti rappresentano lavoratrici e lavoratori, non il sindacato nella cui lista sono stati eletti.

Cosa fanno le RSU?

La RSU non è un sindacalista, bensì un lavoratore che rappresenta le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori e ne tutela i diritti.

Come? Controllando l’applicazione del contratto o attraverso le vertenze. Se è in grado, la RSU può anche farsi carico di una prima tutela, cercando di risolvere il contrasto del lavoratore con il datore di lavoro, per poi passare eventualmente la tutela al sindacato e ai legali.

Ma la forza della RSU non deriva solamente dal potere assegnato dal contratto e dalle leggi ma anche dalla capacità di creare consenso intorno alle sue proposte e azioni e un’ampia condivisione degli obiettivi. La RSU funziona come unico organismo che decide a maggioranza la linea di condotta e se firmare un accordo.

La RSU svolge il suo ruolo a tempo determinato. Infatti, rimane in carica tre anni, alla scadenza dei quali decade automaticamente e si devono fare nuove elezioni. Svolgendo un ruolo esposto, il delegato RSU ha una tutela rafforzata rispetto a quella data ad ogni lavoratore (art. 1-15 dello Statuto dei Lavoratori).

Se vuoi avere maggiori informazioni sulle elezioni RSU visita il sito www.elezionirsu.it!

Se lavori nel pubblico impiego e vuoi candidarti con le liste di FP CGIL contatta la nostra sede territoriale più vicina a te!

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FP CGIL Emilia-Romagna è il primo sindacato dei servizi pubblici in regione. Siamo una comunità con più di 50 mila iscritte e iscritti in tutte le province e posti di lavoro. Clicca qua sotto per maggiori informazioni!

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