Il Governo Penalizza i Lavoratori delle Funzioni Locali
Indignazione per il Ritardo nella Firma del Contratto 2019-2021
A quasi sei mesi dalla firma del CCNL 2019-2021 per l’area dirigenza Funzioni Locali, il governo non ha ancora autorizzato la firma definitiva della preintesa. Questo ritardo è stato definito come una “penalizzazione intollerabile” per i lavoratori delle funzioni locali, secondo la segretaria nazionale di FP CGIL, Tatiana Cazzaniga.
Una Vergognosa Indifferenza
Tatiana Cazzaniga, in una nota, ha espresso la sua indignazione: “Nonostante la preintesa abbia superato il controllo di tutti i soggetti preposti, il governo non ha ancora trovato il tempo di metterla all’ordine del giorno. Dopo l’approvazione mancherà solo il controllo della Corte dei conti.”
Una Situazione Insostenibile
“L’indifferenza del governo verso un settore che conta oltre 5.000 lavoratori, tra cui dirigenti delle autonomie locali, dirigenti professionali, tecnici amministrativi del servizio sanitario, segretari comunali e provinciali, è vergognosa”, ha proseguito Cazzaniga.
Urgenza di Azione
Con un contratto in ritardo di tre anni, l’attesa di sei mesi per la firma definitiva è insostenibile. “Il governo deve urgentemente porre fine a questa situazione autorizzando la firma definitiva del contratto al primo Consiglio dei Ministri utile”, ha concluso la segretaria.
Cosa ne pensiamo della Manovra
È una legge di bilancio ingiusta, che favorisce i privilegiati, che aggrava la situazione dei poveri e dei disagiati, che favorisce l’evasione fiscale, che accentua la precarizzazione del mercato del lavoro, che lascia solo briciole a sanità, istruzione e welfare e che non dà risposte al dramma del lavoro, delle diseguaglianze e alla necessità di costruire un nuovo modello di sviluppo e accelerare la transizione ecologica nel nostro Paese.
A pronunciarlo è la Campagna Sbilanciamoci che, come ogni anno, ha presentato una vera e propria Contromanovra. 75 proposte per 53 miliardi e 800 milioni di spesa pubblica orientata ai diritti, alla pace, all’ambiente.
Da dove prendere le risorse
Come ripete anche la Cgil, i soldi per gli investimenti ci sono, basta prenderli dove stanno. Innanzitutto, riformando seriamente il fisco. La contromanovra propone di recuperare oltre 7 miliardi dalla rimodulazione delle aliquote Irpef più alte, e investendone 10 per ridurre quelle più basse. E poi via la flat tax, e così si recuperano due miliardi, altri 6,8 arriverebbero dall’imposta di successione, mentre oltre 16 dalla patrimoniale. E ancora si potrebbero riscuotere 3,5 miliardi da un piano straordinario di accertamento e riscossione, 3,7da una tassa sulle transazioni finanziarie e tre da una revisione della web tax. Infine, sul fronte fiscale, 200 milioni potrebbero arrivare da misure fiscali penalizzanti per il rilascio del porto d’armi e 500 da investimenti pubblicitari. E non finisce qui, ben quattro sono i miliardi che si potrebbero recuperare dai contributi ambientalmente dannosi da destinare al fondo per la decarbonizzazione, e altri 5 miliardi potrebbero arrivare dalla riduzione delle spese militari.
Come spendere le risorse
Il riorientamento della spesa previsto dalla manovra di Sbilanciamoci è presto detto: più investimenti pubblici per i diritti. E allora 10 miliardi per portare la spesa per la sanità al 7% del Pil, e altri due circa per i farmaci innovativi, i Lea e il fondo per la non autosufficienza. E poi un miliardo e mezzo verrebbe investito per il diritto all’abitare, uno per il varo di una missione di soccorso in mare. Si chiuderebbero i Cas e verrebbe riorganizzata l’accoglienza diffusa sul territorio, 900 milioni andrebbero a finanziare il miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti. Per rendere il diritto all’istruzione e formazione, e anche quello alla cultura, davvero esigibile la spesa prevista si aggira attorno ai tre miliardi. Come è ovvio, non solo non si prevedono tagli al RdC, ma nella manovra della 50 associazioni che aderiscono alla Campagna Sbilanciamoci è prevista la costituzione di un vero diritto alla presa in carico per chi è sotto la soglia di povertà. A prendersi cura di cittadini e cittadine sono gli enti locali e allora ecco destinati a loro ben due miliardi e 300 in più.
Il capitolo lavoro, e l’ambiente
Otto potrebbero essere i miliardi per il sostegno al sistema produttivo, 500 quelli da destinare all’aumento della dotazione del Fondo per occupazione e formazione e 35 per un piano straordinario sulla sicurezza sul lavoro. Sul versante ambiente gli investimenti potrebbero essere rilevanti se si seguisse la strada della contromanovra. Del quattro miliardi al fondo per la decarbonizzazione abbiamo detto, altri mille sarebbero destinati a interventi contro il rischio idrogeologico a fronte del quasi niente previsto dal governo Meloni
Insomma, ha sottolineato Giulio Marcon portavoce della Campagna nel corso della conferenza stampa di presentazione della contromanovra: “Il Paese avrebbe bisogno di altre misure e scelte per un modello di sviluppo nuovo e per un’Italia capace di futuro. Servono maggiori investimenti pubblici per la scuola, la sanità, il welfare e l’ambiente. Serve una dura lotta contro le diseguaglianze e la povertà. Abbiamo bisogno di politiche per la pace e il disarmo, per la cooperazione allo sviluppo, per i diritti dei migranti. Bisogna dare risposte al lavoro e alla politica industriale”.
Cura e salute devono essere la nostra priorità
Le parole del nostro Segretario Generale dell’Emilia-Romagna Mauro Puglia
La crisi di Governo che sta attraversando il nostro Paese, si scontra con una realtà quotidiana in cui è esplosa un’ emergenza sociale sempre più drammatica, con un aumento della povertà, della precarietà e della disuguaglianza sociale sempre maggiori.
Questa crisi mette in discussione l’ agenda sociale che la CGIL stava presentando, anche nei confronti delle forze politiche, e che riassumiamo per punti: crisi energetica, superamento della precarietà, strumenti fiscali per tutelare i salari e le pensioni dall’aumento dell’inflazione, salario minimo e legge sulla rappresentanza, rinnovo dei contratti, politiche industriali, scuola, sanità, una vera riforma fiscale, pensioni, politiche dell’abitare, vecchie e nuove povertà.
Guardando ai contenuti è evidente come la nostra categoria sia coinvolta.
Infatti, chiediamo da tempo un maggior impegno alla lotta alla precarietà (sia per quei lavoratori con contratti privati che svolgono funzioni pubbliche sia per i tanti precari della pubblica amministrazione) ed un piano straordinario di occupazione. Come dichiarato dalla nostra Segretaria Generale Serena Sorrentino “siamo in una situazione di allarme rosso: senza un piano straordinario per l’occupazione nel settore pubblico sono a rischio i servizi ai cittadini” ma, se per investire nella PA le risorse del PNRR sono un’occasione che deve essere sfruttata, è necessario aumentare anche le risorse nella spesa corrente.
Facciamo un esempio, non si può pensare di costruire nuovi ospedali (risorse da PNRR) se non assumi anche il personale per farlo funzionare (risorse da legge di bilancio). Quindi, rilanciare e riorganizzare il SSN per una sanità pubblica ed universale, ecco perché stiamo portando avanti una “vertenza sanità” nella nostra regione, con manifestazioni e proteste in tutti i territori e proclamazione di stato di agitazione in diverse realtà, che ha avuto un punto di sintesi nel presidio tenutosi davanti al palazzo della Regione a Bologna il 13 giugno u.s.
Non solo, nell’ultimo Comitato Direttivo FP CGIL è stato approvato un ordine del giorno che ben spiega l’urgenza di intervenire sulla cura e sulla salute. In conclusione, queste sono le priorità da affrontare in Italia: occupazione e salute, esigenze primarie per noi imprescindibili e per tali ragioni in autunno, in attesa della prossima legge di bilancio, è prevista una mobilitazione generale.