Dopo il danno la beffa - Un cumulo di ingiustizie contenuto nel maxiemendamento

DOPO IL DANNO LA BEFFA UN CUMULO DI INGIUSTIZIE

QUELLO CONTENUTO NEL MAXIEMENDAMENTO DEL GOVERNO IN TEMA DI PENSIONI DI DIPENDENTI PUBBLICI.

Per questo continuiamo a chiedere l’abrogazione dell’articolo 33 della Legge di Bilancio 2024, una Legge sbagliata contro la quale abbiamo scioperato il 17 novembre e contro la quale continueremo la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori.

COSA PRODURRÀ IL MAXIEMENDAMENTO:

La conferma del taglio alle pensioni anticipate dei dipendenti pubblici, sanità, enti locali e ufficiali giudiziari, tutti. I dipendenti del SSN e gli infermieri dipendenti degli Enti Locali – solo se iscritti alla cessazione nella gestione Cpdel e CPS- per evitare il pesantissimo taglio, saranno costretti a lavorare tre anni di più. L’allungamento delle finestre pensionistiche di uscita, l’introduzione di discriminazioni tra iscritti alle diverse Casse interessate, un pericoloso principio a forte rischio di incostituzionalità.
La possibilità, solo per i medici e gli infermieri, di fare domanda di trattenimento in servizio fino a 70 anni di età rappresenta, poi, l’ennesima sconfitta di una politica incapace di investire sul Servizio Sanitario Nazionale pubblico e universale e sulla programmazione dei fabbisogni delle professioni sanitarie, valorizzandole economicamente e professionalmente, per garantire davvero i Livelli Essenziali di Assistenza.

Il governo, in sostanza, fa pagare i costi del suo maxiemendamento agli stessi professionisti sanitari: da un lato trattenendoli in servizio e dall’altro attuando il programmato taglio del Fondo Sanitario Nazionale, a partire dal 2033 e per un decennio, pari a oltre 3 miliardi di euro. Altro che valorizzazione del lavoro pubblico e dei servizi pubblici.


Cosa ne pensiamo della Manovra

È una legge di bilancio ingiusta, che favorisce i privilegiati, che aggrava la situazione dei poveri e dei disagiati, che favorisce l’evasione fiscale, che accentua la precarizzazione del mercato del lavoro, che lascia solo briciole a sanità, istruzione e welfare e che non dà risposte al dramma del lavoro, delle diseguaglianze e alla necessità di costruire un nuovo modello di sviluppo e accelerare la transizione ecologica nel nostro Paese.

A pronunciarlo è la Campagna Sbilanciamoci che, come ogni anno, ha presentato una vera e propria Contromanovra. 75 proposte per 53 miliardi e 800 milioni di spesa pubblica orientata ai diritti, alla pace, all’ambiente.

Da dove prendere le risorse

Come ripete anche la Cgil, i soldi per gli investimenti ci sono, basta prenderli dove stanno. Innanzitutto, riformando seriamente il fisco. La contromanovra propone di recuperare oltre 7 miliardi dalla rimodulazione delle aliquote Irpef più alte, e investendone 10 per ridurre quelle più basse. E poi via la flat tax, e così si recuperano due miliardi, altri 6,8 arriverebbero dall’imposta di successione, mentre oltre 16 dalla patrimoniale. E ancora si potrebbero riscuotere 3,5 miliardi da un piano straordinario di accertamento e riscossione, 3,7da una tassa sulle transazioni finanziarie e tre da una revisione della web tax. Infine, sul fronte fiscale, 200 milioni potrebbero arrivare da misure fiscali penalizzanti per il rilascio del porto d’armi e 500 da investimenti pubblicitari. E non finisce qui, ben quattro sono i miliardi che si potrebbero recuperare dai contributi ambientalmente dannosi da destinare al fondo per la decarbonizzazione, e altri 5 miliardi potrebbero arrivare dalla riduzione delle spese militari.

Come spendere le risorse

Il riorientamento della spesa previsto dalla manovra di Sbilanciamoci è presto detto: più investimenti pubblici per i diritti. E allora 10 miliardi per portare la spesa per la sanità al 7% del Pil, e altri due circa per i farmaci innovativi, i Lea e il fondo per la non autosufficienza. E poi un miliardo e mezzo verrebbe investito per il diritto all’abitare, uno per il varo di una missione di soccorso in mare. Si chiuderebbero i Cas e verrebbe riorganizzata l’accoglienza diffusa sul territorio, 900 milioni andrebbero a finanziare il miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti. Per rendere il diritto all’istruzione e formazione, e anche quello alla cultura, davvero esigibile la spesa prevista si aggira attorno ai tre miliardi. Come è ovvio, non solo non si prevedono tagli al RdC, ma nella manovra della 50 associazioni che aderiscono alla Campagna Sbilanciamoci è prevista la costituzione di un vero diritto alla presa in carico per chi è sotto la soglia di povertà. A prendersi cura di cittadini e cittadine sono gli enti locali e allora ecco destinati a loro ben due miliardi e 300 in più.

Il capitolo lavoro, e l’ambiente

Otto potrebbero essere i miliardi per il sostegno al sistema produttivo, 500 quelli da destinare all’aumento della dotazione del Fondo per occupazione e formazione e 35 per un piano straordinario sulla sicurezza sul lavoro. Sul versante ambiente gli investimenti potrebbero essere rilevanti se si seguisse la strada della contromanovra. Del quattro miliardi al fondo per la decarbonizzazione abbiamo detto, altri mille sarebbero destinati a interventi contro il rischio idrogeologico a fronte del quasi niente previsto dal governo Meloni

Insomma, ha sottolineato Giulio Marcon portavoce della Campagna nel corso della conferenza stampa di presentazione della contromanovra: “Il Paese avrebbe bisogno di altre misure e scelte per un modello di sviluppo nuovo e per un’Italia capace di futuro. Servono maggiori investimenti pubblici per la scuola, la sanità, il welfare e l’ambiente. Serve una dura lotta contro le diseguaglianze e la povertà. Abbiamo bisogno di politiche per la pace e il disarmo, per la cooperazione allo sviluppo, per i diritti dei migranti. Bisogna dare risposte al lavoro e alla politica industriale”.

Da un articolo di Collettiva.it


Una manovra inadeguata! Manifestazione 1 dicembre Bologna

Mercoledì 1 dicembre in piazza dell’Unità a Bologna, dalle ore 10, la manifestazione regionale di CGIL CISL e UIL per cambiare la legge di Bilancio.


Dal sito della CGIL Emilia-Romagna

La manovra non dà risposte sufficienti per contrastare le diseguaglianze sociali, economiche e geografiche del Paese.

Ecco le nostre rivendicazioni:

  • 𝗣𝗘𝗡𝗦𝗜𝗢𝗡𝗜

    No a quota 102. Serve una pensione di garanzia per giovani, più sostegno a donne, ai lavoratori disoccupati, discontinui e precoci e forti incentivi per la previdenza complementare.
    Possibilità di pensione:
    – da 62 anni di età.
    – con 41 anni di contributi senza limiti di età.
    Migliorare Opzione donna e rafforzare l’Ape sociale estendendo la platea dei lavori gravosi e usuranti.

  • 𝗙𝗜𝗦𝗖𝗢

    Incrementare le risorse da destinare alla riduzione delle tasse a lavoratori e pensionati.
    Contrastare lavoro nero, evasione ed elusione fiscale.
    Basta incentivi a pioggia alle imprese.

  • 𝗟𝗔𝗩𝗢𝗥𝗢

    Servono investimenti per creare buona occupazione, ammortizzatori sociali universali e politiche attive.
    Contrastare la precarietà e rilanciare il potere di acquisto di salari e pensioni.
    Occorre stabilizzare il lavoro e rilanciare le assunzioni nei settori pubblici, a partire da sanità e scuola.

  • 𝗦𝗩𝗜𝗟𝗨𝗣𝗣𝗢

    Rafforzare le politiche industriali e di sviluppo.
    Sbloccare gli investimenti in ricerca, innovazione e formazione.
    Affrontare le sfide della transizione ambientale e digitale.
    Risolvere le tante crisi aziendali ferme da troppo tempo al Mise.

  • 𝗦𝗢𝗖𝗜𝗔𝗟𝗘

    Incrementare le risorse e introdurre i livelli essenziali in vista della legge sulla non autosufficienza.
    Contrastare la povertà, migliorando il reddito di cittadinanza e potenziando le politiche di inclusione.

Interverranno i delegati e le delegate dei sindacati confederali e concluderà la manifestazione Domenico Proietti, segretario nazionale UIL. 

Se vuoi partecipare da fuori Bologna contatta  la FP CGIL del tuo territorio!

Scarica il volantino unitario della manifestazione!