Precari da vent'anni: sciopero storico al Rizzoli di Bologna

Blocco del turnover e carenza di personale sanitario, tecnico amministrativo e di ricerca, così come nelle sale operatorie. Criticità di accesso ai servizi per i cittadini, precariato cronico con persone in attesa di “un posto” fino a vent’anni, disagio generalizzato, delusione per la mancata occasione di rilancio post-pandemia. C’è tutto questo e altro nella mobilitazione sulla sanità, generalizzata nel paese, che oggi ha portato ad uno sciopero “storico” all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna.

Fp Cgil lotta su blocco turnover indicato da Regione: “ora basta”

L’adesione allo sciopero è più che buona, riferiscono gli addetti ai lavori sul posto, che parlano di sciopero storico, da record.

È rimasta chiusa la Radiologia, a parte il comparto che garantisce il Pronto soccorso, mentre le sale operatorie lavorano solo al 25%, visto che si è fermato quasi tutto il suo personale (anche in questo caso, sono attive solo le urgenze). E sono chiusi gli uffici amministrativi che si occupano di accettazione.

L’adesione è stata molto alta, da record per l’Istituto Ortopedico Rizzoli, assicurano nel sindacato. A metà mattina, l’ingresso dell’ospedale è tappezzato da striscioni e bandiere della Fp-Cgil, il sindacato che promuove la mobilitazione anche in vista del raduno nazionale Cgil-Cisl-Uil a Bologna, il 6 maggio, con il segretario generale Maurizio Landini.

Sanità pubblica, se non la curi non ti cura”, oppure “Quinto ospedale al mondo, per quanto ancora”, ma anche: “Amministrazione, se non ci senti allora menti”, oppure “Voi comprate F35, a noi date 5 più 5” e quindi “basta precarietà legalizzata”, perché “La Regione non ha ragione”, sono alcuni dei cartelli che campeggiano di buon mattino all’ingresso dello Ior, tra fumogeni rossi e un furgone del sindacato a fianco del quale si tengono i comizi dei vari delegati.

Siamo persone che col lavoro si prendono cura di tutti, delle persone e dei servizi pubblici. Da oltre 20 anni, tuttavia, i finanziamenti alla sanità sono calati. Dopo la pandemia, che avrebbe dovuto insegnare quanto è fondamentale la sanità pubblica, siamo tornati esattamente alle condizioni di prima.

Nel Def del Governo non ci sono risorse per il rinnovo dei contratti, i lavoratori del settore pubblico del nostro paese sono quelli che in proporzione prendono meno rispetto ai loro colleghi degli stessi settori, attacca al microfono della Dire Marco Pasquini, segretario Fp-Cgil, prima e dopo l’intervento di diversi ricercatori e operatori.

Rilancia Mario Iavazzi, responsabile Fp-Cgil all’Istituto Ortopedico RizzoliAltre iniziative all’orizzonte? Per ora c’è solo lo sciopero odierno, poi ragioneremo su come proseguire la manifestazione. Abbiamo un incontro alle 13 di oggi con la direzione del Rizzoli. Vogliamo difendere l’ospedale Rizzoli e la sanità pubblica. Dopo anni di pandemia, oggi la sanità torna a perdere valore e tornano i rischi di tagli. Chiediamo con forza alla Regione e al Governo di scongiurarlo, incalza Iavazzi.

Il quale, tra l’altro, riferisce di alcune indiscrezioni: Di piani di fabbisogno non abbiamo ancora discusso, anzi siamo a conoscenza di un’indicazione da parte della Regione che prevede il blocco delle assunzioni al 50%. Questo ci risulta a partire dal 2023, anche se si tratta per ora di indiscrezioni. Di fatto, comunque, questo blocco, almeno in parte, viene già praticato dall’anno scorso. Al Rizzoli è scaduta infatti una sessantina di cui 51 del comparto, ne è stata sostituita solo una parte.

Le graduatorie degli Operatori sociosanitari e degli infermieri, accusa la Fp-Cgil, sono ferme. Per due infermieri o Oss che andranno pensione, ne sarà assunto solo uno. Era già successo a metà degli anni ’10, poco prima della pandemia. Eravamo riusciti a tamponare, grazie alle dotazioni organiche che avevamo, ma ora si sta passando il limite, insistono i delegati.

Per non parlare del personale della ricercaIn questo istituto, che è un Irccs, ci sono 60 precari, in una condizione che prosegue nel tempo, scuote la testa Iavazzi, che aggiunge: Sei mesi fa ci avevano detto che avrebbero rilanciato il servizio amministrativo, quello che dà informazioni ai dipendenti su paghe e cedolini, ma ancora non ci siamo. E ci sono accordi stipulati alla fine dell’anno scorso che ancora devono essere applicati. Anche il regolamento sull’orario di lavoro ancora non è applicato.


19 aprile: sciopero all'istituto Rizzoli di Bologna

L’Istituto ortopedico Rizzoli sta solidarizzando con la manifestazione del 6 maggio per difendere la sanità pubblica e si prepara per un’iniziativa di sciopero di tutto il giorno il prossimo mercoledì.

Saranno garantite le emergenze e i servizi minimi, tuttavia, alcune prestazioni potrebbero essere rimandate.

Il segretario della Fp Cgil di Bologna, Marco Pasquini, assicura che questo non è uno sciopero contro i cittadini, ma per preservare i servizi per i cittadini.

La vertenza del Rizzoli si intreccia con le preoccupazioni sindacali per i tagli al servizio pubblico. Problemi specifici, come la mancanza di personale, si mescolano a problemi di interesse generale, come il blocco del turnover che potrebbe minacciare il funzionamento del sistema pubblico. Il rischio reale è di una carenza di 1.800 operatori in tre anni con una copertura del 50% delle uscite, che sono 1.100-1.200 l’anno a Bologna. La prossima riunione della Conferenza socio-sanitaria sarà dedicata a illustrare il nuovo piano di emergenza-urgenza e il sindacalista non sa dove verranno fatti i tagli al turn over. Questo rischia di portare alla chiusura dei reparti e di saltare le prestazioni.

Inoltre, l’Istituto ortopedico Rizzoli è anche alle prese con una carenza di personale, in particolare nel servizio che gestisce i cartellini dei dipendenti dell’ospedale. Ci sono disguidi nella gestione del personale che si riflettono sulle buste paga e anche questioni sui riposi e le indennità degli operatori delle sale operatorie. Pasquini ritiene che questi problemi si inseriscano nella vertenza generale e che il problema reale sia l’accesso ad una sanità eccellente.

Mercoledì mattina si terrà un presidio di fronte al Rizzoli dove parteciperanno anche i sanitari degli altri ospedali di Bologna.


Il Rizzoli di Bologna verso lo Sciopero: "Adesso basta!"

Personale del Rizzoli pronto allo sciopero. L’annuncio arriva dalle funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil, Fials, Nursind e Fsi-Usae. I sindacati “dichiarano la propria volontà di indire lo stato di agitazione, compreso blocco dello straordinario ed eventuale iniziative di sciopero, delle lavoratrici e dei lavoratori dell’istituto ortopedico Rizzoli di Bologna”.

A scatenare la reazione la decisione della direzione dello Ior, “in seguito a nuove valutazioni tecniche”, di eliminare “l’indennità di rischio radiologico” e il “corrispondente riposo biologico di 15 giorni annui ad oltre 50 unità infermieristiche di sala operatoria” a partire dal 1 gennaio. Per il sindacato “è evidente l’obiettivo della direzione di recuperare unità infermieristiche e il disinteresse ad utilizzare quest’istituto contrattuale che ha lo scopo di tutelare preventivamente il personale esposto a rischio radiologico”.

Ma ci sono altri motivi di disagio da parte dei lavoratori.

A partire dalla “mancata riapertura del confronto sulle criticità del Pronto soccorso più volte evidenziate e analizzate ma che non hanno visto nessuna presa in carico rispetto alla creazione di percorsi per gestire pazienti pediatrici o di implementazione del personale per ridurre i tempi di attesa dell’utenza o gli sforamenti oltre l’orario di apertura al pubblico del servizio”.
Inoltre c’è “carenza di personale in molti servizi sia di area sanitaria, sia di area tecnico amministrativa, a partire dai servizi sopra menzionati. Il turn over è stato decisamente rallentato nel corso del 2022 con conseguenze negative in termini di carichi di lavoro. Si chiede di garantire il turn over in tempi celeri e di assumere laddove siano presenti carenze”. Infine i sindacati parlano di “poca attenzione a garantire un corretto sistema di relazioni sindacali”.

La direzione “ha sottoscritto accordi sindacali i cui impegni non sono mantenuti”. Ad esempio si segnalano “tempi lunghi di applicazione di accordi sottoscritti mesi prima come sulle progressioni economiche orizzontali” e la “mancata apertura del tavolo di contrattazione in merito alla finalizzazione delle risorse contrattuali previsti per i fondi anno 2022 in applicazione del rinnovo” del contratto nazionale. Infine le “criticità determinate dai servizi unici amministrativi sulla contrattazione sono sempre più pesanti e inaccettabili”.

I rappresentanti dei lavoratori “chiedono pertanto che si attivi la procedura di raffreddamento e conciliazione tra le parti”. Intanto le diverse sigle sindacali “proclameranno le iniziative di mobilitazione (con il relativo preavviso previsto dalla legge in caso di sciopero) trascorsi i periodi previsti dalla norma”.