Firmato il preaccordo sul nuovo contratto delle Funzioni Locali

“Contratto innovativo che dà avvio a percorso di riqualificazione e valorizzazione del personale”

“Un CCNL per 430.000 lavoratori e lavoratrici impegnati ogni giorno negli oltre 8.000 Comuni, nelle Città metropolitane, nelle Regioni, nelle Province, nelle Camere di Commercio e nelle strutture socio sanitarie gestite dagli Enti Locali per fornire ai cittadini servizi diretti e di qualità. Un contratto innovativo che dà avvio ad un importante ed atteso percorso di riqualificazione e valorizzazione, un nuovo impianto ordinamentale che deve rispondere al complesso dell’articolato sistema delle professioni negli Enti”. Così, in una nota stampa, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, commentando la sottoscrizione del nuovo CCNL Comparto Funzioni Locali.
“Festivo infrasettimanale, valorizzazione delle indennità, sviluppi di carriera il cui finanziamento è stato conquistato con la mobilitazione sindacale; una nuova disciplina del lavoro a distanza e delle nuove sezioni contrattuali: Educativo scolastico, Servizi sanitari e socio – sanitari, personale iscritto ad Ordini ed Albi che si aggiungono alla sezione della Polizia locale, rinnovata nei contenuti”, specificano.
“Esprimiamo soddisfazione per un contratto non scontato, maturato in un contesto economico difficile, che dà una risposta anche salariale ai bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto. Siamo da subito impegnati, guardando alla legge di bilancio, per il nuovo contratto. I sindacati confederali in questo momento di grande difficoltà per le lavoratrici e lavoratori continueranno a lavorare per garantire diritti e salari”, concludono i sindacati.


"Il Pane e le Rose", per una pausa pranzo più giusta in Regione

E’ partita dallo scorso mese una campagna di raccolta firme promossa dal Comitato degli Iscritti della FP CGIL della Regione Emilia Romagna , il titolo della petizione è:

“IL PANE E LE ROSE”

Sicuramente un titolo evocativo per denunciare una situazione che da tempo affligge i dipendenti della regione , se  la pausa pranzo è un diritto riconosciuto a tutela della salute psico-fisica del lavoratore e, così è , ai dipendenti devono essere effettivamente garantiti buoni pasto e spazi adeguati per il consumo del pasto e il recupero psico-fisico , dopo ore di lavoro , sia in presenza che in lavoro agile .

Da una indagine conoscitiva è emerso che in nessuna delle sedi regionali sono presenti servizi di ristorazione adeguati al numero dei dipendenti, sia come spazi attrezzati  per il consumo del pasto, che come offerta per la pausa pranzo.

Nelle sedi periferiche non vi sono neanche delle sale ristoro.

La petizione ha raggiunto un numero importante di adesioni e la prossima settimana una delegazione della FP CGIL verrà ricevuta dall’ Assessore Paolo Calvano. Questo sarà un primo step , l’ obiettivo più ambizioso è di richiedere l’ abrogazione dell’ art 5 comma 7 del DL n. 95 del 2012 convertito in Legge n. 135 / 2012.

Sono passati ormai dieci anni da quando il Governo Monti con la famigerata Spending Review; DL 95/ 2012 , convertito nella Legge 135 / 2012 , ha stabilito all’ art 5 c. 7 che:

 “a decorrere dal 1 ottobre 2012 il valore dei buoni pasto attribuiti al personale , anche di qualifica dirigenziale , delle amministrazioni pubbliche … non può superare il valore nominale di 7,00 euro“

Abbiamo sempre giudicato questa norma ; discriminatoria , punitiva , inutile e inadeguata !

La norma è discriminatoria perché introduce un’ ingiustificata disparità di trattamento fra dipendenti pubblici e lavoratori del settore privato, ai quali, il tetto dei 7.00 euro non trova, giustamente, applicazione.

La norma è punitiva perché, nella logica del perfetto capro espiatorio, scarica per l’ ennesima volta, le responsabilità della cattiva politica sui dipendenti pubblici, oltre a bloccare il loro stipendio e la loro carriera, si è voluto colpirli persino nella pausa pranzo.

La norma è inutile perché i tanto decantati risparmi che avrebbe dovuto procurare, sono stati, alla prova dei fatti, risibili.

La norma è inadeguata perché con l’ aumento costante e vertiginoso dei prezzi, 7,00 euro non sono assolutamente sufficienti a garantire un pasto dignitoso e salutare!


Contro la Privatizzazione dei servizi educativi. La lotta di FP CGIL paga!

Il 2 dicembre 1971 con la legge 1044 venivano istituiti i nidi di infanzia comunali. Oggi è necessario lo stesso coraggio politico e molte più risorse per dare questo servizio almeno ad altri 176000 bambini.

Se non si procede in questa direzione non solo sarà impossibile raggiungere gli obiettivi dichiarati ma si assisterà alla strisciante privatizzazione dei servizi già oggi gestiti dai Comuni.
Nella nostra regione , sul territorio di Ravenna e di Modena si sono messi in atto dei tentativi da parte delle Amministrazioni dei rispettivi Comuni , di privatizzazione dei servizi educativi e scolastici ; Nidi e scuole d’ infanzia , i Funzionari delle FP CGIL Territoriali hanno messo in atto tutte le azioni sindacali di lotta sino allo sciopero , insieme alle lavoratrici e lavoratori coinvolti . La lotta ha pagato ; il 21 giugno 2022 al termine dell’ incontro con UCMAN , Unione dei Comuni di Concordia , Mirandola , San Felice , San Prospero , l’ Amministrazione ha ritirato la decisione di esternalizzare , i 4 Nidi verranno affidati ad ASP pertanto resterà a gestione pubblica , ora si dovrà avviare il percorso di stabilizzazione del personale precario .
Sotto il video con un momento di lotta e mobilitazione delle lavoratrici e lavoratori con la FP CGIL .

Cinquant’anni di servizi dedicati alla tutela e allo sviluppo dei bambini fino a tre anni, di sostegno alla genitorialitá e di emancipazione femminile. Il 2 dicembre 1971 venne approvata la legge per la costituzione di 3.800 nidi di infanzia pubblici sul territorio nazionale. La medesima spinta deve essere utilizzata adesso per incentivare l’avvio di nuove strutture a gestione diretta e assunzioni di personale stabile, per garantire le stesse tutele e qualità volute dalla legge 1044.

Oggi il dibattito che circonda l’obiettivo dichiarato di raggiungere, grazie alle risorse del PNRR la copertura, in termini di posti negli asili nido, del 40% dei bambini da 0 a 3 anni, appare sempre più astratto.

In primo luogo perché si tratta di un obiettivo ancora limitato, visto che paesi come Francia e Spagna già nel 2019 hanno raggiunto una copertura del 50%.

In secondo luogo perché le risorse destinate per il personale necessario, che pure sembrano tante, ancora sono insufficienti
Infatti, da una parte le risorse del PNRR sarebbero destinate a garantire la costruzione o l’ampliamento di strutture tali da garantire un aumento di 176.320 posti addizionali di asili nido. Dall’altra, la legge di Bilancio stanzia 1,1 miliardi a decorrere dal 2026 da destinare alle spese di gestione e del personale di queste strutture.
Si tratta di risorse importanti ma troppo diluite nel tempo e ancora insufficienti.
Per educare altri 176.320 bambini tra zero e tre anni, oltre a quelli che già oggi hanno garantito il servizio, serve molto personale. In Italia le diverse normative regionali impongono un rapporto medio educatore/bambino che, a seconda della fascia di età e della regione varia da 1 a 4 a 1 a 10.
Se si fa una media delle diverse previsioni se ne conclude che servirebbero su tutta Italia almeno 1 educatore ogni 7,4 bambini. Questo significa che nei prossimi anni occorre assumere come minimo 23.827 educatori pedagogici aggiuntivi, garantendo nel mentre l’integrale sostituzione del personale destinato al pensionamento.

Per pagare gli stipendi di questo personale sarebbero necessari almeno 953 milioni di euro. Senza contare il personale ausiliario.
Inoltre, visto che l’Istat nel suo report 2020 su nidi e servizi educativi per l’infanzia attesta che i costi di gestione di un asilo pubblico nel 2017 erano di 8.472 euro per bambino, ciò vuol dire che ai comuni saranno necessari almeno 1 mld e 494 mln di euro per far funzionare i 176.320 posti addizionali previsti.
Non è solo indispensabile quindi aumentare le risorse del fondo di solidarietà comunale portandole almeno a 1,5 milardi. È necessario nel contempo liberare dai vincoli di spesa sulle assunzioni quelle che i Comuni faranno per sostituire e ampliare gli organici degli asili Nido.
Questo per evitare che mentre si potenzia il servizio dove non c’è, lo stesso venga a regredire là dove già è presente.


Rinnovo contratto Funzioni Locali: il punto della trattativa

In data 27 giugno 2022 è proseguito il negoziato per il rinnovo del CCNL delle Funzioni Locali per il triennio 2019-2021.

L’ARAN ha proposto un testo che presenta alcune differenze ed aggiunte rispetto al precedente. La differenza più rilevante è la scomparsa dei contenuti che precedentemente descrivevano la sezione del personale scolastico educativo. Scompaiono l’area d’inquadramento intermedia, gli articoli che disciplinano l’attività dei diversi servizi e una parte delle relazioni sindacali del settore. L’ARAN ha motivato questa scelta sostenendo che, a fronte di una sostanziale contrarietà delle OO.SS. sul testo precedentemente prodotto, ne presenterà uno diverso nel prossimo incontro.

L’ARAN ha poi illustrato le principali integrazioni al vecchio testo che riguardano: la nuova disciplina dell’indennità di specifiche responsabilità; la sezione della Polizia Locale; la sezione del personale iscritto agli ordini professionali. La nuova disciplina delle specifiche responsabilità proposta supererebbe la distinzione tra particolari e specifiche responsabilità autorizzando, per tutte le responsabilità individuate, l’attribuzione di un’indennità fino a un massimo di 3000 euro.

Inoltre l’elenco delle responsabilità per cui è possibile riconoscere l’indennità si arricchirebbe aggiungendo a quelle individuate dal vecchio articolo anche altre, quali: “specifiche responsabilità derivanti da compiti di tutoraggio o coordinamento di altro personale” oppure “specifiche responsabilità derivanti da incarichi che possono essere assegnati anche temporaneamente a dipendenti direttamente coinvolti in progetti del PNRR: project manager e personale di supporto”.

Restano oggetto di contrattazione i criteri generali per l’attribuzione. La sezione della Polizia Locale verrebbe integrata da una previsione che riconosce al personale che risulti titolare di funzioni di coordinamento, connesse al maggior grado rivestito ai sensi della legge n. 65/1986, dei “differenziali economici” maggiorati rispetto a quelli riconosciuti al personale della stessa area che non ricopra lo stesso grado. La sezione dedicata al personale che per l’esercizio delle rispettive mansioni debba essere iscritto ad un ordine professionale, si sostanzia di un solo articolo che, come per il personale addetto al coordinamento della Polizia Locale, prevede dei “differenziali economici” maggiorati rispetto al restante personale.

Abbiamo replicato ad ARAN facendo alcune puntualizzazioni sul testo ed avanzando critiche alle principali integrazioni. Sulla sezione degli educativi abbiamo ribadito che la proposta deve rispondere alle esigenze del corretto inquadramento del personale oltre che dover individuare le soluzioni degli annosi problemi interpretativi legati a calendario scolastico e orario di lavoro. In merito alla nuova disciplina dell’indennità di specifiche responsabilità abbiamo apprezzato il fatto che si superi il tetto massimo per le particolari responsabilità e il fatto che si integrino le casistiche per cui può essere attribuita. Perché però l’indennità possa evolvere verso un più compiuto sistema di incarichi pensiamo chela proposta debba essere integrata prevedendo, tra l’altro:

a) un livello massimo di indennità più alto;
b) che siano oggetto di contrattazione non solo i criteri di attribuzione ma anche la gradazione in ragione della complessità dell’incarico e l’individuazione di ulteriori responsabilità che integrino l’elenco esemplificativo previsto dall’articolo.

Sulla sezione della Polizia Locale abbiamo fatto presente che

a) la proposta fatta è insufficiente perché tende a subordinare nel breve periodo il riconoscimento del coordinamento al fatto che enti abbiano attivato o meno attivato l’istituto delle progressioni economiche, ingenerando disparità tra personale che in diversi enti svolge lo stesso ruolo;
b) sarebbe necessaria una soluzione con effetti più omogenei che potrebbe essere perseguita attraverso una rivisitazione dell’indennità di funzione o comunque una soluzione di tipo ordinamentale;
c) sarebbe necessario alzare il valore massimo delle indennità di funzione e di servizio esterno sezione e di aggiornare quella di vigilanza ferma al 2002;
d) prevedere la cumulabilità dell’indennità di ordine pubblico con le altre indennità contrattuali;
e) prevedere la possibilità di esonero dai turni e servizi disagiati e gravosi del personale con età o anzianità di servizio elevate come avviene per la Polizia di Stato.

Sulla sezione del personale iscritto agli ordini abbiamo fatto presente che:

a) non c’è alcuna previsione in merito all’iscrizione all’albo professionale a carico dell’ente;
b) il riconoscimento della maggiorazione a carico dei differenziali economici presentagli stessi limiti dell’analoga proposta fatta per il personale di Polizia Locale;
c) anche in questo caso sarebbe necessario lavorare piuttosto sul sistema degli incarichi;
d) vanno previste norme e profili specifici per il personale socio-sanitario.

Abbiamo infine ribadito che per noi risulta inaccettabile un impianto che non preveda una quarta area per le elevate qualificazioni; che non preveda un’unica area degli operatori con un doppio punto d’ingresso; che non riconosca il giusto inquadramento professionale ai profili che hanno conosciuto in questi anni un’evoluzione professionale, in primis quelli del settore educativo; che non risolva il problema del festivo infrasettimanale. L’ARAN ha replicato registrando le posizioni emerse e proponendo un appuntamento per martedì 5 luglio. In quella data verrà fissato un calendario con l’obiettivo di accelerare il più possibile la conclusione del CCNL.


Contratto funzioni locali - Il punto sulla trattativa

In data 4 maggio 2022 è proseguito il negoziato per il rinnovo del CCNL delle Funzioni Locali per il triennio 2019-2021.

L’Aran ha inviato un ulteriore testo aggiornato rispetto alla precedente riunione ma in cui erano presenti solo integrazioni secondarie. Le integrazioni in questione riguardavano il trattamento del personale in distacco sindacale, la destinazione di una percentuale del salario accessorio al welfare integrativo, il rimborso delle spese del personale in trasferta, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro del lavoro da remoto.

Nell’esaminare il testo siamo partiti dall’approvazione, in sede di comitato di settore, dell’atto di indirizzo che destina al comparto le risorse per affrontare i temi connessi alla riforma del sistema di classificazione, alle sezioni contrattuali, al sistema indennitario, al salario accessorio.

Abbiamo pertanto sottolineato che ormai non ci sono più scuse per affrontare in maniera diretta e ancora più del merito questi temi, partendo dalle nostre proposte che abbiamo puntualmente ricordato all’ARAN con particolare riferimento:

  • all’introduzione di un’Area per le elevate professionalità; alla corretta riclassificazione dei profili;
  • all’introduzione di un sistema indennitario più efficace nel riconoscere la professionalità dei lavoratori;
  • alla revisione e la scrittura delle sezioni professionali.

Nel merito delle proposte odierne abbiamo fatto alcuni rilievi evidenziando che mancano:

  • nelle relazioni sindacali alcune materie in primis quelle relative al calendario scolastico dei servizi educativi;
  • sulla destinazione di quote del salario accessorio al welfare integrativo abbiamo ribadito il nostro no.

Mentre abbiamo apprezzato il richiamo alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nel lavoro da remoto e ci siamo riservati di far pervenire una nuova formulazione sull’articolato relativo alla transizione di genere.

L’ARAN ha registrato i punti di convergenza delle OO.SS. in particolare sulla nostra proposta in merito alle relazioni sindacali per il calendario scolastico nei settori educativi e sulle sezioni professionali, anticipando possibili controproposte e ulteriori scritture. Il tavolo è stato quindi aggiornato al giorno 16 maggio alle ore 10.30.


Resoconto dell'incontro con la sottosegretaria del ministero del MEF

Il 25 marzo 2022 a Roma, dopo la dichiarazione e la proclamazione dello Stato di agitazione dei Comparti delle Funzioni Locali e della Sanita Pubblica del 22 febbraio 2022, le Organizzazioni Sindacali nazionali;  FP CGIL , CISL FP , UIL FPL erano in Presidio davanti al Ministero dell’ Economia e delle Finanze per richiedere ai ministeri dell’ Economia e delle Finanze e della Pubblica Amministrazione che fossero garantite le risorse necessarie per la copertura degli oneri derivanti dal rinnovo dei CCNL  scaduti lo scorso 31.12.2018 , per la parte relativa all’ ordinamento , alla contrattazione decentrata e alle risorse per dare attuazione al ” Patto per l’ innovazione e la coesione sociale ” del 10 marzo 2021 .

La Sottosegretaria Alessandra Sartore ha ricevuto la delegazione sindacale composta dai rappresentanti di FP CGIL , CISL FP , UIL FPL nazionali che hanno riconfermato le richieste avanzate al Governo :

* esigibilità , in tutti i suoi punti del Patto per l’ innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale , sottoscritto il 10 marzo 2021 

* la copertura economica completa dei rinnovi dei contratti collettivi nazionali dei comparti ; Funzioni Locali e Sanità Pubblica 

E’ stata rimarcata da parte delle OO.SS . Nazionali l’ assenza delle risorse necessarie per :

* procedere alla revisione di tutti i sistemi indennitari fermi da oltre dieci anni 

* valorizzare la professionalità del personale delle Autonomie Locali e della Sanità attraverso la riforma degli ordinamenti e dei sistemi di classificazione 

* incrementare i fondi per la contrattazione integrativa , rimuovendo i vincoli normativi esistenti 

* avviare il piano straordinario sull’ occupazione nelle pubbliche amministrazioni , oggi più che mai necessario per la tenuta dei sistemi di welfare e per la garanzia dei diritti di cittadinanza .

La Sottosegretaria ha riconosciuto la necessità di individuare nuove risorse da destinare ai contratti del personale delle Funzioni Locali e della Sanità pubblica ed ha assicurato un impegno del Governo .

Le prossime settimane quindi , saranno decisive per il reperimento delle risorse necessarie al fine di giungere alla sottoscrizione dei contratti di lavoro ancora aperti.

Ribadiamo con fermezza  , che in assenza di fatti concreti da parte del Governo , inaspriremo la mobilitazione per ottenere le risorse necessarie utili a chiudere le trattative in Aran per la sottoscrizione dei CCNL .


Contratto delle funzioni locali. A che punto siamo?

Il 23 febbraio 2022 , Aran ; aveva presentato un testo che affrontava il tema dell’ ordinamento professionale con riferimento al nuovo sistema di classificazione , ma non ci soddisfaceva , a nostro avviso non rispondeva alle esigenze delle lavoratrici e dei  lavoratori , pertanto abbiamo ribadito ad Aran , le rivendicazioni della Piattaforma contrattuale che  , tra i diversi obiettivi si prefiggono ; la semplificazione del sistema delle categorie ; il reinquadramento di alcuni profili , una innovazione profonda del sistema di sviluppo professionale nell’ arco della carriera lavorativa ,  la richiesta di certezze sulle risorse disponibili per il sistema indennitario , per la valorizzazione professionale e per l’ incremento dei fondi di contrattazione .

Negli ultimi due incontri ; quello del 3 marzo e dell’ 8 marzo la trattativa è entrata maggiormente su alcuni temi : nell’ incontro del 3 marzo  l’ Aran ha accolto la nostra proposta di superamento della categoria A mediante il  reinquadramento nella Categoria superiore , ma sul restante impianto dell’ ordinamento professionale Aran non era stata in grado di proporre alcuna novità .

Nel Tavolo negoziale dell’ 8 marzo 2022 Aran ha riproposto un testo senza significative modifiche rispetto al testo presentato in precedenza .

Noi abbiamo ribadito con forza i punti ancora assenti e che riteniamo fondamentali : una nuova area delle Elevate professionalità che parta vuota , ma parallela alla futura area dei Funzionari :

*l’ integrazione del sistema di attribuzione dei futuri ” differenziali stipendiali ” ( ex peo) attraverso espliciti riferimenti all’ esperienza , alla formazione e ad altri criteri che dovesse individuare la contrattazione decentrata

* la necessità di chiarire come valutare i periodi di sospensione del rapporto di lavoro , es. maternità obbligatoria , ai fini del conteggio degli anni di valutazione per i passaggi tra le aree e nelle aree

* l’ implementazione delle sezioni professionali

* la conferma dell’ istituto delle Posizioni Organizzative da affiancare con un più articolato sistema di incarichi professionali e organizzativi per tutte le aree

* che il nuovo sistema garantisca l’ attribuzione del differenziale economico anche al personale attualmente nelle fasce economiche apicali .

Quando Aran è entrato nel merito degli incrementi contrattuali , ossia l’ incremento percentuale del 3,78% a cui si aggiunge lo 0,73% a conferma dell’ elemento perequativo , ci ha confermato l’ allarme che ci aveva indotto a proclamare lo stato di agitazione , difatti Aran ;  ha confermato l’ indisponibilità di ulteriori risorse stanziate nell’ ultima legge di Bilancio pari rispettivamente ad un ulteriore 0,55% per la revisione del sistema di classificazione e allo 0,22%per l’ integrazione dei fondi del salario accessorio . Per utilizzare queste risorse serve un atto d’ indirizzo che al momento non c’è . Noi abbiamo chiesto di conglobare l’ elemento perequativo nel tabellare e al contempo di trovare una soluzione per il personale passato sulle nuove fasce apicali che ha perso l’ istituto al momento dell’ attribuzione della fascia ( es. C5 ha l’ elemento perequativo , il C6 lo perde )

Sul welfare abbiamo chiesto che le ulteriori risorse vengano attinte dai bilanci e non dai fondi del salario accessorio .

Il prossimo incontro dovrebbe essere convocato  dopo la metà di  aprile 2022.


polizia locale piacenza

Polizia locale di Piacenza, a rischio riposi compensativi

Da un articolo de La Libertà

I “vigili” per come erano intesi una volta ora non esistono più. La Polizia Locale è quotidianamente chiamata a svolgere funzioni sempre più complesse e gravose, spesso a scapito della propria sicurezza. Agenti e Ufficiali, con un organico gravemente insufficiente – gli ufficiali si contano sulle dita delle mani, gli agenti non abbondano di certo – devono assicurare l’ordine pubblico, a supporto e talvolta in sostituzione delle forze di polizia statali, e hanno vissuto l’esperienza dolorosa della pandemia svolgendo un ruolo decisivo di controllo e contenimento sui territori, spesso in condizioni estremamente precarie e pagando un alto tributo in termini di infezioni da covid. Così, in una nota, la Fp Cgil di Piacenza sulle numerose criticità affrontate dalle lavoratrici e dei lavoratori distanza in via Rogerio, alla polizia locale di Piacenza.

«Il malessere serpeggia da tempo spiega Alberto Gorra, Responsabile funzioni locali della Fp Cgil di Piacenza – risultato di molti fattori in parte legati alla normativa (vetusta e del tutto inadeguata a rispondere alle esigenze attuali), in parte al sistema di lavoro venutosi a creare in questi anni e purtroppo anche alla rigidità burocratica dell’Amministrazione comunale, alla quale chiediamo di trovare insieme soluzioni che tutelino la qualità del lavoro e quindi del servizio reso ai cittadini. È finalmente arrivato un comandante che pensiamo possa assicurare al corpo la stabilità tanto attesa – prosegue Gorra – tuttavia le lavoratrici e lavoratori, provati per gli eventi degli ultimi due anni e l’intensità dell’esposizione a cui sono sottoposti, scoprono con amarezza la messa in discussione dei meccanismi che sostengono la possibilità del recupero psicofisico. Si paventa infatti la cancellazione del riposo compensativo per il lavoro prestato nei giorni festivi infrasettimanali, e – pare – la revisione dell’articolazione oraria sulle 35 ore frutto di un faticoso accordo sindacale di alcuni anni fa».

Agenti e ufficiali della Polizia Locale, pur mantenendo l’appartenenza al sistema degli enti locali e il radicamento sul territorio, chiedono di avere le tutele legali, infortunistiche, previdenziali che sono assicurate alle forze di polizia statale. Valga per tutte, l’esempio del riconoscimento, ad oggi negato, dello status di lavoro usurante. L’istituto del riposo compensativo e articolazione oraria settimanale sono assai dibattuti anche in giurisprudenza e sono oggetto in queste settimane della discussione sul rinnovo contrattuale. « Le richieste sindacali all’Amministrazione di non intervenire in modo peggiorativo e di attendere quantomeno, per discuterne in modo condiviso, la revisione normativa (la Legge 65/1986 che disciplina la Polizia Locale è finalmente in discussione in Parlamento) e la firma del nuovo contratto nazionale, finora sono state inascoltate. Non dovranno perciò stupirsi i piacentini – conclude Gorra – se nelle prossime settimane o nei prossimi mesi leggeranno di nuove mobilitazioni della polizia locale. La Fp Cgil lavora per trovare insieme alle amministrazioni soluzioni condivise e costruire diritti. Tuttavia quando le porte restano chiuse, è necessario trovare altre strade per far valere le ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori. La sicurezza degli slogan elettorali, nei fatti e tutti i giorni la realizzano loro, con la loro professionalità»


Unione dei comuni modenesi area Nord - Aperto lo stato di agitazione

dal sito della CGIL Modena

I sindacati FP Cgil di Modena e FP/Cisl Emilia Centrale, unitamente alle Rsu e ai lavoratori dell’Unione Comuni Modenesi Area Nord (Ucman), preannunciano lo stato di agitazione per le decisioni unilaterali assunte a seguito della revoca del Comune di Mirandola dall’Unione di alcuni servizi ed il conseguente trasferimento del personale.

Da mesi, infatti, il Comune di Mirandola ha comunicato il recesso dei servizi di Polizia Locale, Tributi, Suap (Sportello Unico Attività Produttive), Ambiente e Marketing Territoriale, e nonostante esistano convenzioni e accordi tra Unione ed Enti appartenenti ad essa in ordine al trasferimento del personale, nelle ultime settimane sono state comunicate modalità diverse e nettamente peggiorative per i lavoratori di Ucman, sconfessando anche gli intenti degli accordi raggiunti durante la costituzione dell’Unione stessa.

Le Organizzazioni Sindacali denunciano come siano state prese decisioni unilaterali per cui, oltre ai lavoratori che ritornano giustamente al Comune di Mirandola da cui provengono, come previsto dagli accordi, Ucman decida di tagliare capacità assunzionali, ovvero possibilità di occupare personale nel presente e nel futuro, proprio quando si affronta una riorganizzazione dell’Ente, e nonostante il Comune di Mirandola possa implementare il proprio organico in base alla normativa vigente, senza dover procedere con la cessione di ulteriori capacità assunzionali da parte di Ucman.

Tutto questo avrà conseguenze sulle condizioni di lavoro del personale dell’Unione, già negativamente caratterizzate da sottoccupazione e precariato, prevedendo anche un taglio del loro salario accessorio proprio in relazione all’ulteriore cessione delle capacità assunzionali al Comune di Mirandola non previste dagli accordi.
Condizioni economiche, tra l’altro, già segnate dal mancato pagamento della produttività del 2020 e dalla totale assenza di contrattazione per il 2021.

Risulta, quindi, evidente la responsabilità politica di Ucman nella scelta di privarsi della capacità di assumere personale indebolendo, in questo modo, gli stessi servizi resi nei confronti dei cittadini, mettendo fortemente in discussione la tenuta ed il progetto dell’Unione stessa. Resta l’assenza di una politica del personale adeguata ad affrontare le necessità e le sfide sociali che sempre più richiedono una presenza importante del pubblico, ma le scelte di Ucman prefigurano un arretramento ed esternalizzazioni dei servizi come unica risposta.

Per questi motivi i lavoratori di Ucman riuniti in assemblea hanno dato pieno mandato alle Organizzazioni Sindacali FP/Cgil e FP/Cisl di aprire lo stato di agitazione, con richiesta di convocazione da parte della Prefettura di Modena per l’espletamento della procedura conciliativa.

“Riteniamo inaccettabile – affermano Veronica Marchesini Fp/Cgil e Sabrina Torricelli Fp/Cisl – che si prendano decisioni a scapito dei lavoratori di Ucman e si mettano a repentaglio servizi preziosi per i cittadini. Dall’incontro in Prefettura ci aspettiamo un cambio di atteggiamento e la disponibilità a mettere in campo tutte le azioni necessarie al fine di tutelare le condizioni lavorative ed economiche di tutti i lavoratori, fortemente minate da decisioni politiche irrispettose e senza alcuna prospettiva”.


Fermiamo le esternalizzazione dei servizi educativi - 29 ottobre, raccolta firme

Stop alle esternalizzazioni dei servizi educativi.

Oggi, venerdì 29 ottobre la Fp Cgil Emilia-Romagna, insieme a tutta la categoria nazionale, promuove una giornata nazionale per la raccolta di firme a sostegno della vertenza contro l’esternalizzazione dei servizi educativo scolastici comunali. Il sindacato denuncia infatti come sia a rischio la gestione comunale del sistema integrato 0-6, sempre più sottoposto ad esternalizzazioni da parte di decine di amministrazioni comunali.

Vengono portate avanti le seguenti richieste:

  • Che vengano fermate le esternalizzazioni dei nidi;
  • Che si vari un piano straordinario di assunzioni nei servizi 0-6 comunali di almeno 20 mila unità;
  • Che le risorse dedicate ai servizi 0-6 siano scomputate dai vincoli di spesa dei comuni;
  • Che si riconosca l’evoluzione professionale e la qualità del lavoro del personale che garantisce e garantirà questi servizi, attraverso corretti inquadramenti contrattuali

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