Opacità e contraddizioni caratterizzano la riorganizzazione del Servizio di Emergenza Territoriale in Ausl Romagna

In seguito all’incontro tenutosi il 04 giugno con la Direzione Aziendale in merito alla riorganizzazione del Servizio di Emergenza Territoriale dell’Ausl Romagna, la FP CGIL esprime la propria netta contrarietà alla decisione di sostituire la leadership infermieristica con equipaggi composti esclusivamente da due autisti soccorritori.

La nostra posizione è motivata  dalla scarsa trasparenza del progetto e dalla manifesta inconsistenza degli elementi che l’Ausl pone a base del percorso: i documenti forniti dall’Azienda alle Organizzazioni Sindacali risultano non sufficienti  per una corretta analisi – si giustifica questa decisione come una misura temporanea, necessaria a fronte delle difficoltà nel reclutamento di personale infermieristico mentre la FP CGIL ricorda che attualmente, in Ausl Romagna ci sono oltre 170 infermieri in graduatoria per assunzioni a tempo indeterminato.

Pur riconoscendo una generale difficoltà nel reclutamento  perché le professioni sanitarie soffrono di scarsa attrattività, frutto di precise scelte politiche che non garantiscono condizioni di lavoro dignitose né un contratto  che recuperi almeno la perdita del potere di acquisto  generato dall’inflazione, non ci sembra questa motivazione possa essere invocata per il caso in oggetto.  Quindi gli Infermieri ci sarebbero,  a meno che la proposta di assunzione della Ausl non sia per un  tempo determinato valido solo per il periodo estivo  che nessun Infermiere oggi accetterebbe .

Sorge quindi una domanda legittima: si tratta davvero di una criticità oggettiva o di una precisa volontà aziendale di ridurre progressivamente la presenza infermieristica a bordo delle ambulanze?

La FP CGIL, ribadendo con forza la necessità di preservare il carattere pubblico del servizio e garantire la sicurezza degli utenti, ha chiesto chiarimenti su un punto fondamentale: perché se si sceglie di dare in gestione al privato 4 mezzi su questi non si prevedono equipaggi con leadership infermieristica? Anche su questo, non è stata fornita alcuna risposta adeguata.

Alla scarsa trasparenza, si aggiungono elementi fra loro contraddittori Secondo la FP CGIL, emerge chiaramente la volontà di destrutturare progressivamente un servizio fondamentale come l’emergenza territoriale.

Per questo, sollecitiamo nuovamente la Direzione Aziendale ad avviare un percorso di confronto reale, fondato sul coinvolgimento delle parti sociali e su scelte organizzative condivise.

Allo stesso tempo, sollecitiamo tutti vari livelli istituzionali, affinché si giunga in tempi celeri al riconoscimento giuridico della figura dell’autista soccorritore, condizione che aiuterebbe ad affrontare alcune criticità garantendo competenza e responsabilità nel sistema di emergenza, a tutela della salute pubblica e della dignità professionale degli operatori.


sciopero uneba 16 settembre

La FP CGIL Ferrara proclama lo stato di agitazione nell'azienda sanitaria di Ferrara

La situazione nelle Aziende Sanitarie di Ferrara ha ormai superato il limite della sostenibilità: organici ridotti al minimo, turni massacranti, uso sistematico di prestazioni aggiuntive e negazione di diritti contrattuali. Con l’estate alle porte, l’assenza di rinforzi è drammatica: i reparti, gli uffici e i servizi sono in forte sofferenza.
Preoccupa in modo crescente il numero di dimissioni, non solo per pensionamento, ma soprattutto tra il personale neoassunto. Segno evidente di un disagio che non può più essere ignorato. Nei reparti, si lavora sotto organico stabile, con una situazione che rasenta la soglia di sicurezza e dignità lavorativa.
Ancora più grave è il fatto che, a fronte di una richiesta ufficiale di conoscere il piano di assunzioni, la Direzione abbia eluso completamente il tema durante l’ultima trattativa, senza fornire alcun documento o impegno concreto.
Non possiamo accettare che una malattia venga trattata come emergenza sistemica: le vere emergenze – pandemia, terremoti, eventi climatici estremi – sono altre. E in quei casi, le lavoratrici e i lavoratori si sono sempre fatti trovare pronti, con responsabilità e dedizione.
A peggiorare il quadro, la decisione della Direzione di non pubblicare il bando per la verticalizzazione del profilo di autista soccorritore, ignorando un chiaro parere favorevole dell’ARAN. Questo significa continuare a discriminare economicamente lavoratrici e lavoratori che, pur svolgendo le stesse mansioni, percepiscono trattamenti retributivi diversi.
Per queste ragioni, la FP CGIL di Ferrara proclama ufficialmente lo stato di agitazione. Non resteremo a guardare: metteremo in campo tutte le azioni sindacali necessarie.
Come prima iniziativa, nel mese di giugno organizzeremo dei presìdi in tutti gli ospedali delle Azienda Sanitarie Ferraresi:
– 5 giugno – Ospedale di Cona, ingresso 1
– 12 giugno – Ospedale di Cento, ingresso principale
– 19 giugno – Ospedale di Argenta, ingresso principale
– 26 giugno – Ospedale del Delta, ingresso principale
Tutti i presìdi si terranno dalle ore 10:00 alle 12:00.
Continueremo a batterci, in ogni sede, con determinazione e coerenza, seguendo quella che per noi non è solo una rivendicazione, ma un principio irrinunciabile:
Stesso lavoro, stesso salario, stessi diritti.
Per la difesa della sanità pubblica, e per il rispetto di chi ogni giorno la rende possibile.


Cardinal Ferrari, FP CGIL Parma proclama lo sciopero per il 18 giugno

I motivi della protesta: problemi organizzativi, organici ridotti, mancanza di adeguati salari accessori e stop alla contrattazione aziendale. Presidio e volantinaggio dalle ore 9 alle 11 davanti agli ingressi del CCF

 

A seguito della rottura del tavolo di trattativa aziendale, dei tantissimi problemi irrisolti e della situazione di elevata sofferenza organizzativa che si è determinata tra le lavoratrici ed i lavoratori, la Segreteria provinciale FP CGIL di Parma, insieme ai Rappresentanti Sindacali Aziendali, ha proclamato, per mercoledì 18 giugno 2025, lo sciopero per le prime 2 ore di ogni turno di lavoro, con presidio e volantinaggio dalle ore 9 alle 11 davanti agli ingressi del Centro Cardinal Ferrari, in via IV Novembre 21, a Fontanellato.

L’iniziativa di lotta si inserisce in un percorso di mobilitazione, partito una settimana fa con la proclamazione dello stato di agitazione, con il quale FP CGIL auspica di riportare al tavolo di trattativa la delegazione padronale del Gruppo KOS per poter arrivare a individuare finalmente soluzioni vere e tangibili alle molte criticità che fin qui si sono evidenziate.

Il Sindacato chiede a gran voce che la dignità del lavoro e la valorizzazione della qualità delle prestazioni nel Centro Cardinal Ferrari tornino davvero ad essere i punti cardine tutti i giorni di una struttura conosciuta da tutti come un centro d’eccellenza.


stato di agitazione

Proclamato lo stato di agitazione al Centro Cardinal Ferrari - Kos Group: la proprietà torni al tavolo delle trattative

Turni e carichi di lavoro insostenibili, assenza di valorizzazione della produttività e di percorsi di carriera rivolti a tutto il personale, sono alla base della protesta indetta dal Sindacato.

FP CGIL Parma, su mandato delle assemblee di lavoratrici e lavoratori del Centro Cardinal Ferrari – Kos Group, ha proclamato lo stato di agitazione e sta per iniziare un articolato percorso di mobilitazione contro le inaccettabili condizioni di lavoro ed il mancato rispetto dei diritti del personale dipendente che si ripercuote anche sui servizi resi all’utenza.

Da tempo le tematiche inerenti la gestione del personale, quelle relative ai sistemi di incentivazione e di progressione di carriera, e, più in generale, tutte le materie di contrattazione decentrata previste dai Contratti Nazionali ed Integrativi, non vengono affrontate al tavolo di trattativa aziendale, se non in maniera sporadica, e questo sta avvelenando decisamente il clima organizzativo e lavorativo.

I rappresentanti sindacali aziendali (RSA), Federico Bertozzi, Laurentiu Ferent e Vita Salerno, unitamente al Segretario FP CGIL Gianluca Mezzadri, per stare nel merito delle questioni, mettono l’accento sul fatto che: “L’azienda ha adottato cambiamenti organizzativi e di turnistica, l’ultimo a partire dal corrente mese di maggio 2025 (ritirato appena dopo la proclamazione dello stato di agitazione, segno evidente che abbiamo colpito nel segno), senza coinvolgere le Organizzazioni Sindacali”.

“Ma soprattutto la mancanza di vere risposte alle richiesta che abbiamo avanzato da tempo” continuano i sindacalisti “sta a testimoniare la grave indifferenza da parte dell’azienda nei confronti delle lavoratrici e lavoratori ed è un comportamento che riteniamo veramente inaccettabile. Se si tiene conto del contesto socio-economico che negli ultimi anni sta attraversando il Paese, dove si è registrata una pesante perdita del potere d’acquisto dei salari per tutte le lavoratrici e i lavoratori, il non aver certezze, anche temporali, sull’individuazione e sulla retribuzione degli emolumenti di competenza della contrattazione decentrata aggrava la situazione all’inverosimile”.

Le difficoltà che si stanno vivendo attualmente all’interno di questa struttura che è definita “d’eccellenza” in ambito assistenziale/riabilitativo (e dire “attualmente” è anche sbagliato, visto che le si stanno vivendo da alcuni anni, senza reali risposte da parte di chi ha il governo del Centro) stanno anche causando una fuga di professionisti ed operatori, verso altre esperienze più gratificanti e questo sta diventando oltremodo insostenibile da parte di chi rimane (dipendenti e utenti).

Per entrare nel concreto, i riferimento è a questi problemi:

1. il Contratto Nazionale di Lavoro applicato nella struttura non è rinnovato da oltre 6 anni e questo ha causato una differenza di oltre 200 euro al mese rispetto ai colleghi che lavorano nei servizi sanitari pubblici (che fanno lo stesso lavoro); e teniamo conto che KOS è uno dei più grandi gruppi italiani ed è parte attiva nell’attuale fase di stallo delle trattative;

2. da anni, nonostante le richieste sindacali, la struttura non si è mai dimostrata veramente disponibile a valorizzare in alcun modo, anche economicamente, la qualità del lavoro che i professionisti e gli operatori svolgono con passione e impegno tutti i giorni;

3. il rapporto operatori/utenti nella struttura spesso non è rispettato, cioè ci si trova a dover assistere più utenti/pazienti di quelli che si potrebbero, secondo le norme in vigore, e questo si ripercuote sulle attenzioni e sulla qualità del servizio all’utenza;

4. non c’è la garanzia, nonostante il Sindacato lo chieda da anni e nonostante sia prevista dalla Legge e dai Contratti Nazionali di Lavoro, di facilitazioni all’accesso a percorsi di formazione e di aggiornamento professionale, indispensabili per garantire il mantenimento della qualità dei servizi.

“Per tutti questi motivi – concludono Bertozzi, Ferent, Salerno e Mezzadri – abbiamo avviato il percorso di mobilitazione che, avrà momenti di sensibilizzazione dell’utenza, delle famiglie e della cittadinanza, per culminare anche in iniziative di sciopero e informazione sulla stampa e sui social.”

FP CGIL chiede con forza che la dignità del lavoro e la valorizzazione della qualità delle prestazioni nel Centro Cardinal Ferrari tornino davvero ad essere i punti cardine tutti i giorni. Non è più il tempo dell’attesa e delle false promesse.


Aperto lo stato di agitazione degli infermieri e degli operatori socio-sanitari della chirurgia di Baggiovara

Le lavoratrici ed i lavoratori del reparto di chirurgia di Baggiovara da mesi segnalano numerose criticità dovute alla carenza del personale infermieristico e assistenziale (operatori socio assistenziali) rispetto alla complessità clinica dei pazienti ricoverati con elevate necessità assistenziali. Per sopperire alla mancanza del personale assistenziale una parte del personale infermieristico per una sezione del turno è impiegato anche in attività alberghiera. Talvolta il numero del personale in servizio è pari ai contingenti minimi pur dovendo garantire le attività ordinarie e alcuni operatori si trovano soppresso il riposo dopo la notte per alcune matrici orarie, con conseguenze sul recupero psico-fisico dei lavoratori.

Come se non bastasse il personale infermieristico e assistenziale deve occuparsi anche del servizio trasporti dei pazienti interni nei giorni festivi e dalle ore 19.00 dei giorni feriali, visto che in quelle fasce/giorni l’azienda appaltatrice non è presente.

Dopo le sollecitazioni e le richieste fatte negli scorsi mesi attraverso la rappresentanza sindacale e le mancate risposte da parte dall’azienda Ospedaliera rispetto alla necessità di reclutamento del personale e di risoluzione delle criticità segnalate, 29 lavoratrici e lavoratori, infermieri e operatori Socio Sanitari della CHIRURGIA DI BAGGIOVARA si vedono costretti ad aprire lo stato di agitazione e il blocco degli straordinari e dei supplementari insieme alla Funzione Pubblica Cgil di Modena.

“La carenza di personale – spiega Mohcine El Arrag della Funzione pubblica CGIL di Modena – è purtroppo una problematica diffusa anche in altri reparti di Baggiovara e Policlinico, e colpisce in particolare infermieri e OSS (Operatori Socio Sanitari). Questo fenomeno sta generando una serie di difficoltà, tra cui la diminuzione della qualità dell’assistenza, l’aumento del carico di lavoro per il personale rimanente e la difficoltà a garantire servizi essenziali alimentando ulteriormente la fuga del personale sanitario verso altri settori.

Nell’ultimo anno la mancata sostituzione del personale in uscita per dimissioni e pensionamenti e degli operatori in congedo per maternità o assistenza a familiari disabili, ha prodotto un clima di esasperazione che non si limita a colpire solo il personale ma si riflette anche sulla qualità dei servizi offerti alla popolazione. Sta crescendo infatti anche il disagio e il malumore tra gli utenti a causa di tempi di attesa che si sono fatti sempre più lunghi e con una sempre più crescente difficoltà nell’accesso alle cure. La frustrazione dei cittadini spesso sfocia anche in aggressioni verbali e, in alcuni casi, addirittura fisiche nei confronti del personale sanitario, già provato da condizioni di lavoro estenuanti.

Occorre per questo intervenire immediatamente con il reclutamento di nuovo personale, per garantire condizioni lavorative dignitose e per migliorare l’organizzazione dei reparti, nonché per rimettere davvero al centro la sanità pubblica ed i lavoratori che vi operano e che sono chiamati ogni giorno a garantire il diritto alla salute. Anche per questo la FP CGIL di Modena continua ad essere in prima linea nella vertenza per il rinnovo del contratto nazionale che deve valorizzare le professionalità del sistema sanitario con le risorse necessarie al sistema pubblico per tutelare il diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione.


Rilanciare la Psicologia nel SSR: la Proposta della FPCGIL all’Emilia-Romagna

La FPCGIL Medici e Dirigenti SSN, grazie al lavoro del proprio Coordinamento Regionale degli Psicologi, ha prodotto e presentato in data 5 maggio 2025 alla Direzione Generale Sanità dell’Emilia-Romagna un documento ampiamente condiviso di analisi e proposta per il rilancio e la riorganizzazione delle attività di psicologia nelle aziende sanitarie regionali.
L’obiettivo è duplice: da un lato, promuovere una governance più efficace dei servizi psicologici, valorizzandone il ruolo strategico nella sanità pubblica; dall’altro, garantire piena tutela alla professionalità e alle condizioni di lavoro delle colleghe e dei colleghi psicologi, oggi troppo spesso frammentati e privi di riferimenti strutturali stabili. È stata formalmente richiesta l’apertura di un tavolo di confronto regionale allargato ai professionisti e alle organizzazioni sindacali, per avviare un percorso condiviso, partecipato ed orientato alla maggiore autonomia ed al miglioramento concreto dei servizi di psicologia e della qualità stessa del lavoro. La psicologia è una componente essenziale del sistema sanitario.
La FPCGIL Medici e Dirigenti SSN ha ribadito con forza la necessità di un’integrazione strutturale e definitiva delle attività psicologiche nei servizi del Servizio Sanitario Regionale, affinché sia possibile rispondere in modo adeguato, continuo e qualificato ai bisogni emergenti della cittadinanza, sempre più complessi e interconnessi con la salute mentale, emotiva e sociale delle persone.

Scarica il documento programmatico

Il 22 maggio sciopero nazionale per i Ccnl Sanità Privata e RSA Aiop Aris

“Le lavoratrici e i lavoratori della Sanità Privata e delle RSA incroceranno le braccia il prossimo 22 maggio. Dopo il mancato accordo in sede di conciliazione, le associazioni datoriali AIOP e ARIS continuano a condizionare l’avvio delle trattative per il rinnovo contrattuale alla copertura integrale dei costi da parte di Ministero e Regioni. Una posizione inaccettabile, che non tiene conto dei diritti di oltre 200mila professionisti del settore, lasciati senza contratto da 6 e 13 anni”.
Lo dichiarano, in una nota congiunta, i segretari nazionali di FP CGIL, CISL FP e UIL FPL, Barbara Francavilla, Roberto Chierchia e Ciro Chietti, annunciando la mobilitazione nazionale per sbloccare il rinnovo del CCNL Sanità Privata e l’avvio della trattativa per un contratto unico delle RSA.
“Quello delle strutture sanitarie private accreditate è a tutti gli effetti un servizio pubblico, che integra il Servizio Sanitario Nazionale in base all’articolo 32 della Costituzione. Per questo motivo deve essere regolato da criteri chiari e vincolanti: chi riceve accreditamenti e fondi pubblici deve garantire salari e diritti ai lavoratori e dotazioni organiche adeguate e alle stesse condizioni della sanità pubblica, e stiamo chiedendo a tutte le regioni regole chiare sugli accreditamenti che li vincolino. Non permetteremo che il diritto al contratto sia ostaggio di un ricatto economico. AIOP e ARIS stanno scaricando il rischio d’impresa sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori e, indirettamente, sull’intera collettività. Senza diritti e salari dignitosi, si mette a rischio la qualità delle cure e dell’assistenza”.
“Oltre alle mobilitazioni nei luoghi di lavoro e alle assemblee, chiederemo agli Ispettorati Territoriali del Lavoro di verificare che le strutture accreditate rispettino realmente i contratti collettivi, le condizioni di lavoro e i requisiti professionali del personale. È un passaggio essenziale non solo per tutelare chi lavora, ma anche per garantire la qualità del servizio agli utenti. Non ci fermeremo: la dignità di chi lavora nella sanità privata e nelle RSA va difesa con forza ed è ora di dare un segnale chiaro alle controparti”, concludono Barbara Francavilla, Roberto Chierchia e Ciro Chietti.


Sul rinnovo del CCNL Sanità 2022/2024 servono risorse vere e risposte concrete

“Nell’incontro del 29 aprile presso l’ARAN per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro 2022/2024 del comparto sanità pubblica non è emersa alcuna novità sostanziale, né sul piano economico né su quello normativo. Ancora una volta il confronto si è rivelato privo di contenuti in grado di rispondere concretamente alle attese dei lavoratori e delle lavoratrici del settore. Fp Cgil e Uil Fpl ribadiscono con fermezza la loro indisponibilità a sottoscrivere una pre-intesa che non riconosca il valore del personale sanitario attraverso tutele reali, diritti esigibili e un adeguato incremento salariale”.

Lo scrivono in una nota Fp Cgil e Uil Fpl.“Nonostante il tempo trascorso, il Governo continua a sottrarsi a un’assunzione di responsabilità concreta nei confronti di chi, ogni giorno, con competenza e dedizione, garantisce il diritto alla salute per l’intera collettività. La nostra posizione – proseguono – è trasparente e coerente: non si tratta di un confronto ideologico ma di una valutazione basata esclusivamente sui contenuti. Restiamo disponibili al dialogo, ma servono risorse adeguate e risposte normative precise, che chiediamo sin dall’apertura del tavolo e che, ad oggi, restano del tutto disattese”.

“A sostegno di questa posizione anche il recente ‘Documento di analisi e proposte in tema di personale del Servizio Sanitario Nazionale’, approvato dalla Conferenza delle Regioni, evidenzia con chiarezza la necessità di superare anni di sottofinanziamento e compressione della spesa per il personale. Il testo richiama l’urgenza di un’inversione di tendenza fondata su un rafforzamento delle risorse e su politiche di valorizzazione del lavoro nel SSN che ne rilancino l’attrattività e la sostenibilità. Viene inoltre indicata come non più rinviabile l’attivazione di un investimento straordinario sulle retribuzioni, indispensabile per riconoscere in modo adeguato il valore professionale, economico e sociale delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità pubblica. Fp Cgil e Uil Fpl chiedono che queste indicazioni condivisibili non restino sulla carta ma si traducano in proposte reali e risorse aggiuntive già disponibili nei prossimi incontri. In assenza di un cambio di rotta non esistono le condizioni per la chiusura positiva della trattativa”, concludono.


All'ospedale di Bentivoglio il personale è costretto ad uno stress psicofisico insostenibile

“Sembra che i problemi dell’Ospedale di Bentivoglio l’azienda li voglia tenere sempre sotto il tappeto”.
Lo affermano Marco Pasquini Segretario Generale e Silvia Marzocchi Funzionaria Responsabile della Pianura Est, della FP CGIL di Bologna.
“Da quasi due anni – continuano i sindacalisti – denunciamo assenze di personale e criticità organizzative ma siamo sempre dovuti arrivare alle vertenze per ottenere anche solo delle banali risposte.
Questo è inaccettabile, per i lavoratori che rappresentiamo, e per tutta la cittadinanza che dell’Ospedale si serve per avere cure ed attenzione.
Abbiamo segnalato carenze di organico in Geriatria/Stroke/UDB, Medicina, Chirurgia, Radiologia, Laboratorio analisi, Ortopedia e Gessisti.
Abbiamo, in più trattative, segnalato che il Pronto Soccorso di Bentivoglio è schiacciato schiacciato dalla pressione derivata dalla trasformazione del Pronto Soccorso di Budrio in CAU.
E l’azienda cosa fa? Tace e sposta in avanti sempre le risposte, cercando di congedarci con dei dati parziali e spesso decontestualizzati.
A farne le spese sono i lavoratori e le lavoratrici nei reparti che, alcune volte, operano senza le condizioni minime di sicurezza.
Non aiuta nemmeno il silenzio sulla quasi assenza di trasporto pubblico per Bentivoglio e la difficoltà di parcheggio in ospedale.
Siamo arrivati al limite.”
Pasquini e Marzocchi concludono: “La nuova direzione Ausl dia risposte immediate, altrimenti le pretenderemo in altro modo.”


sciopero uneba 16 settembre

RSU 2025: le richieste degli infermieri FP CGIL per il rilancio della professione

“Non per noi, ma per tutti!” è lo slogan che accompagna le richieste del Gruppo Nazionale Infermieri FP CGIL in vista delle RSU 2025. Gli infermieri italiani rivendicano migliori condizioni di lavoro, retribuzioni adeguate e un riconoscimento reale delle competenze specialistiche. Un cambio di rotta è necessario per rilanciare il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e garantire una sanità pubblica più efficiente per tutti.

Le 6 richieste chiave degli infermieri FP CGIL

🔴 1. Retribuzioni e percorsi di carriera allineati agli standard europei
Gli infermieri italiani continuano a essere sottopagati rispetto ai colleghi europei. La valorizzazione della professione è essenziale per rendere il SSN più attrattivo e competitivo.

🔴 2. Condizioni di lavoro sostenibili e indennità adeguate
È necessario ridurre i carichi di lavoro e prevedere maggiorazioni economiche per i professionisti impiegati in strutture e servizi ad alta complessità.

🔴 3. Riconoscimento delle competenze specialistiche
Basta con l’idea dell’infermiere generalista che deve fare tutto. Servono percorsi di carriera specialistici e un riconoscimento delle hard skills acquisite sul campo.

🔴 4. Indennità di esclusività senza vincoli
Gli infermieri chiedono di poter scegliere liberamente se esercitare la libera professione senza essere vincolati da autorizzazioni e restrizioni burocratiche.

🔴 5. No all’“assistente infermiere”
Le figure di supporto esistono già e non serve crearne di nuove, con il rischio di confusione e dequalificazione della professione. Se venisse proposto un “assistente medico”, i dottori lo accetterebbero?

🔴 6. Formazione professionale garantita
Ogni infermiere deve avere almeno 2 ore settimanali dedicate alla formazione, riconosciute all’interno dell’orario di lavoro, per migliorare le proprie competenze e offrire cure di qualità ai pazienti.

FP CGIL: la voce degli infermieri per una sanità migliore

Il Gruppo Nazionale Infermieri FP CGIL continua a battersi per il rispetto della professione e il miglioramento delle condizioni di lavoro. Segui gli aggiornamenti sui canali social FP CGIL Sanità e partecipa alla mobilitazione per costruire un sistema sanitario più giusto per tutti.