23 settembre Sciopero dei Dipendenti AIOP e ARIS!
Il 23 settembre è previsto uno sciopero dei dipendenti delle strutture sanitarie private AIOP e ARIS, indetto dalla FP CGIL insieme alla CISL FP e UIL FPL. Questa mobilitazione è una risposta alle promesse non mantenute riguardo al contratto unico delle RSA e al rinnovo del contratto della sanità privata.
Motivi della Protesta
Nonostante le ripetute mobilitazioni e gli scioperi, le trattative per il contratto unico di settore non sono ancora iniziate. Le trattative sono vincolate alla garanzia di copertura delle risorse da parte del Ministero e delle Regioni.
Situazione Attuale
Dal 2020, i dipendenti con contratto sanità privata ARIS AIOP hanno visto un rinnovo contrattuale dopo 14 anni di blocco. Tuttavia, in sanità pubblica ci sono stati progressi significativi, con il rinnovo del contratto 2019-2021 e l’apertura delle trattative per il contratto 2022-2024. Al contrario, in sanità privata le Associazioni vincolano ancora il rinnovo alla copertura delle risorse.
Importanza del Settore
Il settore della sanità privata conta centinaia di migliaia di lavoratori che garantiscono un diritto costituzionale: la salute. È doveroso sostenere le loro rivendicazioni di vedersi pienamente riconosciuti la propria professionalità e i propri diritti.
Azioni Future
Promettono di continuare a dare battaglia, mobilitandoci su tutto il territorio nazionale e chiedendo alle Istituzioni di rivedere gli accreditamenti. Incroceremo le braccia per tutta la giornata del 23 settembre, con l’astensione dal lavoro prevista per ogni turno di lavoro.
Fp Cgil Imola non ratifica l'accordo sui fondi per il 2024: Ecco le Ragioni
La Fp Cgil Imola, insieme ai rappresentanti RSU, ha deciso di non sottoscrivere l’accordo con l’AUSL di Imola sulla “Finalizzazione delle risorse dei fondi per l’anno 2024 – Primo stralcio”, a differenza delle altre organizzazioni sindacali.
La decisione è motivata dalla mancanza di coerenza nell’allocazione di 120 mila euro per progetti individuali, senza garantire una distribuzione equa della produttività tra tutti i dipendenti, mantenendo le quote del 2023.
Il disaccordo si estende anche alla modalità con cui si richiede di destinare queste risorse prima di stabilire i criteri e le quote annuali, che verranno discussi solo entro giugno 2024, successivamente alla firma dell’accordo prevista per il 6 maggio 2024. La Fp Cgil si interroga su come sia possibile accettare una riduzione del salario accessorio quando non si registrano miglioramenti nelle condizioni lavorative, mentre i carichi di lavoro e le pressioni continuano ad aumentare.
Il malcontento cresce anche per l’aumento del tempo di attesa per il personale entrante tramite graduatorie, aggravando la situazione di chi già opera in condizioni difficili, come nel blocco operatorio, dove si superano le sette reperibilità mensili stabilite dal CCNL. La situazione è resa ancora più critica dalla mancanza di personale dedicato, come evidenziato dalla grave carenza di tecnici di radiologia.
Nonostante queste sfide, la Fp Cgil e la RSU hanno concordato sulla destinazione di 350 mila euro per i DEPP (valorizzazione della professionalità acquisita) a partire dal 1° gennaio 2024, in linea con l’accordo regionale che prevede strumenti per la crescita professionale del personale sanitario della Regione Emilia Romagna.
In conclusione, la Fp Cgil e la RSU si riserveranno di valutare complessivamente la situazione durante la contrattazione integrativa per il “Secondo stralcio dei fondi 2024”, decidendo se procedere alla firma completa dell’accordo o avviare una mobilitazione del personale.
Continua la trattativa per il rinnovo del CCNL Sanità Pubblica 2022/24
Si è svolto nel pomeriggio del 17 aprile il secondo incontro di trattativa per il rinnovo del CCNL Sanità Pubblica 2022/24.
Dopo l’incontro di impostazione politica che ha avviato la trattativa, anche in apertura di questo secondo incontro abbiamo nuovamente affermato come FP CGIL, come il nodo più rilevante, ad oggi, resti quello dell’assoluta insufficienza delle risorse disponibili alla trattativa. Oggi si è trattato della prima occasione nella quale si è entrati nel merito contrattuale.
Aran ha presentato una prima ipotesi di testo che interviene sue due parti del CCNL vigente: la prima sul sistema delle relazioni sindacali, la seconda sulle declaratorie di alcune aree professionali.
Gli interventi proposti da Aran sul sistema di relazioni sindacali restringono il campo del confronto aziendale, in particolare su organizzazione del lavoro, salute e sicurezza e programmazione delle pronte disponibilità, allargando il campo di iniziativa unilaterale delle Aziende /Enti.
Per noi, per la FP Cgil, l’obiettivo resta sempre quello di ricondurre i temi che attengono l’organizzazione del lavoro e il suo impatto sulle condizioni di lavoro al confronto e alla contrattazione integrativa aziendale e, nel contempo, di rendere l’informativa aziendale davvero preventiva agli atti e alle delibere e di renderla più cogente ed esigibile sotto il profilo del dettaglio delle informazioni che devono essere fornite alle OOSS e alle RSU, a partire dai Fondi Contrattuali e il relativo utilizzo delle risorse per ciascun istituto contrattuale.
Sulle declaratorie delle aree professionali, Aran ha formulato una prima, parziale, proposta che intenderebbe dare seguito alla dichiarazione congiunta n° 7 del CCNL 19/21, sul profilo dell’educatore socio pedagogico, inserendolo, come noi rivendichiamo da sempre, nelle declaratorie del comparto.
Abbiamo riaffermato come per noi sia necessario dare pratica attuazione a tutto quanto è previsto in quella dichiarazione congiunta e costruire le declaratorie anche per autista soccorritore, mediatore culturale, operatore tecnico specializzato, operatore tecnico di centrale e, inoltre, qualificare le declaratorie, all’interno dell’Area dei funzionari, per alcuni profili del ruolo tecnico quali, ad esempio, i collaboratori tecnici informatici.
Abbiamo anche riaffermato come sia per noi importante lavorare per una riunificazione contrattuale per tutto il personale dell’area della ricerca in ambito sanitario e per una sezione contrattuale dedicata alle Agenzie per la Protezione dell’Ambiente.
Per tutte queste ragioni, sinteticamente qui riportate, abbiamo giudicato insufficienti le proposte ricevute sin qui, riservandoci di produrre un nostro testo sul merito e dichiarando che la discussione sul sistema delle relazioni sindacali e sulle declaratorie professionali deve proseguire nei prossimi incontri.
A chiusura di questa prima nota, ribadiamo come questa trattativa si confermi essere molto in salita, stante le risorse disponibili da Legge di Bilancio 2024 per i rinnovi contrattuali dell’Area Sanità come di tutti i comparti pubblici, risorse insufficienti anche solo per recuperare il potere d’acquisto dei salari di questo triennio. Per questo rinnoviamo il nostro impegno a proseguire la nostra mobilitazione in vista della manifestazione di sabato 20 aprile prossimo a Roma.
Analisi e Riorganizzazione nei Laboratori Trasfusionali di Ausl Romagna: L'Appello della FP CGIL
Situazione Attuale nei Laboratori Trasfusionali
La FP CGIL della Ausl Romagna solleva preoccupazioni significative riguardo la situazione attuale dei tecnici nei Laboratori di Analisi e Trasfusionale. La mancanza di personale tecnico qualificato è una problematica persistente che affligge l’intera regione di Romagna, con impatti particolarmente severi nei presidi ospedalieri periferici.
Problemi di Turnazione e Spostamenti del Personale
Gli operatori sanitari soffrono a causa di turnazioni irregolari e una pianificazione delle ferie inadeguata, aggravate da continui cambiamenti dei turni di lavoro. Inoltre, la mancanza di formazione specifica mina la capacità di coprire adeguatamente tutte le postazioni necessarie. I professionisti sono frequentemente costretti a spostarsi tra i presidi ospedalieri per coprire le carenze, spesso durante la notte, aumentando il disagio e la fatica del personale.
Richiesta di Confronto e Riorganizzazione
Nonostante le ripetute segnalazioni e richieste di chiarimenti sulla presunta riorganizzazione dei servizi, la direzione di Ausl Romagna non ha fornito risposte concrete. La FP CGIL chiede l’istituzione urgente di un tavolo di confronto per discutere e chiarire le intenzioni aziendali, con l’obiettivo di garantire una migliore conciliazione tra vita privata e lavoro e salvaguardare la qualità del servizio offerto.
Azioni e Richieste della FP CGIL
In questa fase delicata, la FP CGIL si impegna a proteggere i diritti e il benessere dei lavoratori e sollecita una collaborazione per una riorganizzazione che consideri equamente le esigenze di tutti gli operatori coinvolti. Si auspica un percorso condiviso che porti a soluzioni sostenibili e rispettose del personale tecnico e della loro qualità di vita lavorativa.
Turni più lunghi la FP CGIL di Rimini porta la Ausl Romagna in tribunale. «Vittoria, revocati tutti gli atti»
A dicembre la Cgil aveva portato in tribunale l’Ausl Romagna rea di non aver rispettato il contratto nazionale di lavoro.
Appena quattro mesi dopo, le nostre istanze vengono accolte.
«Il Giudice del lavoro, Lucio Ardigò – spiega FP CGIL Rimini- ha represso la condotta antisindacale di Ausl Romagna, accolto le nostre osservazioni, e chiarito, in maniera inequivocabile, che il comportamento aziendale aveva leso le prerogative sindacali e con esse dei diritti dei lavoratori. Il provvedimento del Tribunale di Rimini prevede anche la revoca da parte di Ausl Romagna degli atti unilaterali che hanno violato il contratto di lavoro».
La vicenda è quella del nuovo orario di lavoro al dipartimento di sanità pubblica. «Che, a gennaio sarebbe dovuto partire in barba al Ccnl di settore – sottolinea Fp-Cgil –. In sostanza sarebbe stata applicata la disponibilità di 13,5 ore giornaliere a fronte delle 12 ore massime previste con un turno di lavoro che avrebbe potuto superare le 7 ore e 12 minuti, su cinque giorni, e che la pronta disponibilità potesse essere svolta anche per unità operative di servizi diversi da quelli di afferenza. Su più punti, in definitiva, veniva messo in discussione l’accordo che Aran e parti sociali avevano trovato dopo mesi di faticosa trattativa».
Così dopo la richiesta di un incontro e la sospensione della riorganizzazione «da Ausl Romagna erano giunte solo risposte evasive con la ferma volontà di procedere senza l’adeguato confronto». Da qui la decisione di aprire una via giudiziaria.
«Il sindacato – continua la FP CGIL Rimini – deve prima di tutto pretendere il rispetto del Ccnl, perciò non agire avrebbe prestato il fianco a qualsiasi altra deroga. Viste anche le difficoltà quotidiane di chi lavora nella sanità, aggredita da tagli alle risorse e soggetta a un tetto di spesa per il personale che mette in ginocchio i professionisti e le aziende stesse».
«Con il Pnrr si è dato il via ad un grande piano di investimenti che non trova però lo stesso finanziamento per il personale; la tendenza quindi è quella di depauperare le Unità operative a favore delle strutture territoriali (cau, cot). Abbiamo quindi fatto emergere tutte le criticità di una riorganizzazione calata dall’alto. La decisione dell’Ausl, infatti, avrebbe impattato sulla qualità del lavoro anche di settori connessi agli accertamenti su salute e sicurezza sul lavoro in provincia di Rimini. E ora si apre una nuova stagione di rivendicazioni nei confronti di Ausl Romagna, a partire dall’accesso alla mensa per tutti i dipendenti e da meccanismi che rendano certo il godimento delle ferie».
FP CGIL Parma: "Preoccupati per la situazione dei Centri Unici di Prenotazione dell'Ausl". Dichiarato lo stato d'agitazione
Carenza di personale e continui aumenti dei carichi di lavoro incidono anche sulla qualità del servizio ai cittadini
La FP CGIL PARMA dichiara lo stato di agitazione nell’Azienda USL di Parma per le mancate risposte alle richieste sindacali su tutti i CUP – Centri Unici di Prenotazione – del Distretto, per la carenza di personale (6 unità in meno rispetto al 2023) e per il continuo aumento dei carichi di lavoro dovuto ad attività e incombenze che prima erano svolte da altri servizi.
Questa situazione sta causando problematiche operative gravi su tutto il servizio, con file interminabili agli sportelli che esasperano gli animi dei cittadini e sono causa anche di aggressioni verbali, e non solo, agli operatori.
Una situazione critica, che sta diventando rapidamente insopportabile e che non merita il disinteresse della direzione aziendale a cui tali problematiche sono state sottoposte numerose volte, in tutte le sedi.
La FP CGIL PARMA metterà in campo tutte le azioni necessarie per richiamare l’attenzione su un servizio di peculiare importanza come questo; dal blocco degli straordinari, all’informazione costante alle lavoratrici e lavoratori e alla cittadinanza, aumentando la mobilitazione fino allo sciopero se non arriveranno risposte concrete.
“I servizi di prossimità come il CUP -precisa Alfredo Vettone, funzionario della Fp Cgil- a partire da quelli di Parma, hanno certamente la situazione più urgente ma, se non arriveranno risposte adeguate, proseguiremo la mobilitazione anche nel resto della provincia perché anche gli altri CUP sono in difficoltà e non meritano questo atteggiamento e disinteresse da parte della direzione aziendale; noi siamo per servizi sanitari di qualità che siano sempre nelle condizioni di dare risposte vere e concrete ai bisogni di tutti, lo stiamo sostenendo a livello nazionale e lo sosterremo a livello aziendale. Siamo dispiaciuti per questa nuova modalità di gestire le relazioni sindacali che non è mai appartenuta all’Azienda Usl ma prendiamo atto e ci comporteremo di conseguenza”.
Sottoscritto accordo unitario sulla sanità regionale!
Un importante risultato che valorizza il personale delle aziende sanitarie
L’accordo unitario raggiunto tra Fp Cgil, Cisl Fp, e Uil Fpl e l’Assessorato Regionale alla Sanità segna un momento importante per il futuro del personale sanitario nella nostra regione. Ecco i punti chiave di questo importante accordo, delineati per garantire miglioramenti significativi nell’organizzazione del lavoro e nelle condizioni del personale impegnato nel settore.
📌 Organizzazione del Lavoro e Liste d’Attesa
Previsto un confronto preventivo sull’organizzazione del lavoro mira a effettuare un’analisi approfondita dei piani per il recupero delle liste d’attesa. Questo è un passo fondamentale per migliorare l’efficienza del servizio sanitario, garantendo tempi di attesa ridotti per i pazienti.
📌 Tariffa Uniforme per le Prestazioni Aggiuntive
È definita una tariffa omogenea a livello regionale di 50 Euro/ora per le prestazioni aggiuntive. Questo assicura una remunerazione equa per il personale e una gestione più flessibile e decentrata dell’organizzazione del lavoro.
📌 Garanzia sul Turn-over del Personale
Turn-over: mantenimento del personale al 31/12/2024 e per gli anni successivi almeno come al 31/12/2023, al netto delle assunzioni per il recupero liste d’attesa.
📌 Percorso di Stabilizzazione e Fondi di Contrattazione
Continuerà il percorso di stabilizzazione del personale. Inoltre, c’è l’impegno a utilizzare tutti gli strumenti normativi previsti dai decreti emergenziali per riconoscere il salario accessorio oltre il tetto attuale.
📌 Sviluppo Professionale e Direzioni Assistenziali
Apertura di un tavolo regionale per valorizzare i ruoli di tutor e direttori delle attività didattiche nelle professioni sanitarie nonché la funzione di coordinamento per le direzioni assistenziali a livello regionale, con l’obiettivo di implementare lo sviluppo di tutte le professioni sanitarie.
📌 Diritto alla mensa
Impegno per un tavolo regionale sul diritto alla mensa.
Un importante risultato che valorizza il personale delle aziende sanitarie
Personale Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, le preoccupazioni della Funzione Pubblica CGIL
Monica Marvasi: “Occorrono risposte immediate per la salvaguardia complessiva del sistema sanitario territoriale”
“Nell’arco degli ultimi mesi abbiamo assistito a mobilitazioni significative da parte dei lavoratori del settore sanitario, inclusi medici, infermieri e altri professionisti della salute. A fine dicembre 2023, alcuni sindacati hanno guidato due scioperi cruciali, enfatizzando la necessità di un intervento deciso a sostegno della sanità pubblica, seguiti da una serie di mobilitazioni”.
Ad intervenire sul tema, di stringente e stridente attualità, è Monica Marvasi, della segreteria FP CGIL Parma, che dà voce all’allarme della categoria: “Il Governo, attraverso varie misure legislative, sembra allontanarsi sempre di più dall’obiettivo di garantire un servizio sanitario universale e pubblico. Le politiche attuate negli ultimi anni, tra cui il mantenimento di rigidi tetti di spesa per il personale e per i salari, la mancata attuazione di riforme cruciali per l’assistenza territoriale e la crescente privatizzazione del sistema sanitario nazionale, sono sintomatiche di un disinvestimento nella salute pubblica e nella valorizzazione dei suoi operatori”.
“Stiamo chiedendo al Governo di intraprendere azioni concrete per superare le attuali difficoltà, tra cui l’implementazione di un piano straordinario di assunzioni e l’eliminazione dei vincoli che limitano la crescita salariale e occupazionale nel settore sanitario e soprattutto, il rinnovo di un Contratto Nazionale scaduto da ormai due anni con risorse sufficienti a recuperare l’inflazione. Allo stesso tempo come FP CGIL evidenziamo la carenza di personale che ormai persiste in Azienda Ospedaliero-Universitaria per i vari blocchi ed invitiamo tutte le istituzioni, le lavoratrici e i lavoratori ad unirsi al nostro percorso di mobilitazione”.
Marvasi conclude con l’impegno da parte della categoria a “sollecitare l’Azienda affinché ponga tutta l’attenzione nel dare risposte immediate ai professionisti sanitari, senza dimenticare tecnici e amministrativi, valorizzando il lavoro di questi anni pesantissimi perché oltre alle risposte economiche le lavoratrici e i lavoratori rivendicano una programmazione lavorativa, di carichi di lavoro, di sviluppo professionale che permetta di migliorare e conciliare i tempi di vita”.
Inizia la trattativa per il rinnovo del CCNL della sanità: servono più risorse per il contratto
Oggi si è insediato il tavolo sul rinnovo del contratto nazionale 2022-24 della sanità pubblica: “Comincia in salita vista la scarsezza di risorse”. Così la segretaria generale Fp Cgil Serena Sorrentino e la segretaria confederale della Cgil Francesca Re David, in una nota post incontro.
“Il tema delle risorse è cruciale per noi. È condivisibile ragionare di valorizzazione professionale, condizioni di lavoro e revisione delle indennità, ma per noi rimane cruciale il tema degli incrementi salariali. Leggiamo di cifre sui giornali che non solo non sono soddisfacenti ma che non tengono conto che toccare anche solo una delle questioni poste da noi, e in gran parte contenute anche nell’atto di indirizzo delle Regioni, a partire dal necessario aumento del valore degli incarichi all’estensione degli stessi, alla valorizzazione di nuovi profili professionali, alla maggiorazione di tutte le indennità a partire da quella di specificità infermieristica, che va aumentata e equiparata anche per le ostetriche, e quella di tutela della salute e del malato, significa spendere parte di quel 5,78 su altri capitoli abbassando il valore degli incrementi salariali”.
Inoltre, aggiungono le sindacaliste, “vanno incrementati e sbloccati i fondi della contrattazione decentrata, e va soprattutto garantito un orario di lavoro adeguato e che consenta di conciliare vita e lavoro, il diritto alle ferie e l’aumento dei congedi. Per fare tutte queste cose quel 5,78 diventa sempre meno, quindi ci sarà sempre meno incremento del salario. Il datore di lavoro pubblico, a differenza del privato, ha deciso di stanziare risorse che coprono solo un terzo dell’inflazione cumulata nel triennio 22/24: come si può pensare di rinnovare il ccnl della sanità pubblica senza ulteriori interventi?”, proseguono Sorrentino e Re David.
“Lo dobbiamo alle lavoratrici e lavoratori della sanità pubblica, ma anche per garantire che sempre di più ci siano elementi di miglioramento organizzativo dei servizi che possano garantire maggiore qualità di salute per i cittadini. Il governo ha fatto molti proclami ma ora i nodi vengono al pettine: dica se vuole dare risposte ai lavoratori pubblici o no. Non basta partire dalla sanità nell’apertura dei tavoli per dare il giusto riconoscimento ai professionisti e operatori sanitari, bisogna dargli salario e miglioramento delle condizioni di lavoro, per questo continueremo la mobilitazione visto che non ci rassegniamo alla risposta dell’Aran che bisogna accontentarsi di quello che il governo ha deciso unilateralmente”, concludono.
Sanità: audizione di Schillaci? Passare dalle parole ai fatti
“Abbiamo letto le affermazioni del ministro Schillaci nel corso dell’audizione in Commissione Affari Sociali della Camera e ognuna di esse meriterebbe una risposta. Per quanto riguarda il ruolo dei medici di medicina generale siamo d’accordo col ministro quando afferma che nessuna riforma sanitaria, a maggior ragione se si ragiona di territorio, può prescindere da un ripensamento della medicina di base. Proprio per questo però, a differenza di ciò che afferma il ministro, per noi è strategico il tema del rapporto di lavoro. Per questo continuiamo ostinatamente a chiedere che si impari dagli errori e dalla pandemia e che quindi, almeno nelle case di comunità, i medici di medicina generale siano alle dipendenze del Ssn. Solo così, cambiando questa ‘regola di ingaggio’, quei luoghi diventeranno effettivamente quel punto di primo contatto fra cittadino e servizio sanitario in grado di deflazionare i pronto soccorso”.
Lo scrive in una nota Fp Cgil, che prosegue: “inoltre, concordiamo col ministro sulla funzione e l’importanza degli specializzandi, a patto che non li si consideri un esercito sanitario di riserva senza diritti. Per questo, da tempo, chiediamo al governo e al ministro di prevedere un vero e proprio contratto di formazione lavoro che tuteli e garantisca questi professionisti. Ad oggi, al di là delle dichiarazioni, non ci risulta essere stato adottato nessun provvedimento in tal senso. Quanto all’abolizione del tetto di spesa per le assunzioni, il ministro ne parla dal giorno del suo insediamento. Ci aspettiamo si passi finalmente dalle parole ai fatti, prevedendo anche le risorse necessarie per permettere alle regioni di poter concretamente effettuare le assunzioni sempre più indispensabili”.
“C’è, infine, un tema che il ministro non ha citato quale elemento decisivo per combattere la carenza di professionisti: quello dei salari. Nei giorni scorsi – prosegue la nota di Fp Cgil – si è aperta la trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro del comparto. Una trattativa partita molto in salita visto che la maggioranza delle organizzazioni sindacali a partire da Fp Cgil hanno dichiarato la totale insufficienza delle risorse stanziate dal Governo per il rinnovo. Il ministro faccia la sua parte all’interno del governo perché arrivino le risposte indispensabili alla sottoscrizione di un contratto che non penalizzi ulteriormente quei professionisti che lui sostiene di voler valorizzare”.