Rinnovato il Contratto Nazionale della Cooperazione Sociale 2023/25!
Il rinnovo del contratto della cooperazione sociale per il periodo 2023/25 porta con sé una serie di cambiamenti significativi che influenzano direttamente i lavoratori e le lavoratrici del settore. Tra le principali novità, spiccano miglioramenti salariali, nuovi diritti e una maggiore stabilità contrattuale.
Salario in Crescita
Uno degli elementi centrali del nuovo contratto riguarda l’aumento salariale. La retribuzione complessiva cresce di oltre il 12% per un livello C1. Questo si traduce in aumenti di 120€ sul tabellare e nell’istituzione del 50% della 14° mensilità pari a 64,40 euro mensili, per un incremento complessivo di 184,40 euro al mese per il livello C1. Questo incremento mira a contrastare l’erosione del potere d’acquisto causata dall’inflazione, con un impegno per completare ulteriori miglioramenti nella prossima contrattazione.

Tempi di Vestizione Ottimizzati
Il nuovo contratto introduce una misura che quantifica 15 minuti nell’orario di lavoro per il tempo necessario alla vestizione e svestizione dei dipendenti.
Nuovi Diritti Garantiti
Una delle innovazioni più significative è l’integrazione della retribuzione al 100% per il periodo di maternità obbligatoria, offrendo maggiore sicurezza economica alle lavoratrici in gravidanza.
Miglioramenti nei Contratti a Termine
Il contratto a termine vede un miglioramento dell’articolato, con una clausola di stabilizzazione per i precari e una regolamentazione delle causali, offrendo maggiore stabilità e chiarezza nelle modalità di impiego.
Riconoscimento Professionale
Il contratto prevede anche il passaggio in D2 delle educatrici e degli educatori dei servizi educativi del sistema integrato 06, con il riconoscimento dei 60 cfu della legge 205/17, valorizzando e riqualificando le figure professionali coinvolte.
Assistenza Sanitaria Integrativa Potenziata
L’assistenza sanitaria integrativa vede un aumento del contributo a carico della cooperativa, garantendo maggiori benefici ai lavoratori.
Questo rinnovo contrattuale rappresenta un passo avanti significativo per il settore della cooperazione sociale, confermando l’importanza della contrattazione collettiva e fornendo strumenti essenziali ai delegati e alle delegate per rappresentare al meglio gli interessi dei lavoratori. È un momento cruciale per dare maggiore stabilità e sicurezza a coloro che operano nel settore.
Ora è il momento di dare voce alle lavoratrici e ai lavoratori. Partecipa alle assemblee che verranno organizzate nelle prossime settimane e fai sentire la tua opinione sul rinnovo del contratto!
Conclusione
In conclusione, il rinnovo del contratto della cooperazione sociale per il periodo 2023/25 porta con sé una serie di cambiamenti positivi che mirano a migliorare le condizioni lavorative e la sicurezza economica dei dipendenti del settore. Grazie a queste novità, si apre un capitolo importante per il futuro della cooperazione sociale, dove la tutela dei diritti e il benessere dei lavoratori rimangono al centro dell’attenzione.
Continua il negoziato per il rinnovo delle Cooperative sociali
Martedì 12 dicembre a Roma, presso la sede di ConfCooperative, è proseguito, in modalità ristretta, il confronto tra le OO SS e le Centrali Cooperative finalizzato al rinnovo del CCNL Cooperative Sociali.
Il confronto si è incentrato sul tema educatori dei servizi educativi di cui al dlgs 65/17 e sugli educatori di cui alla L.205/17, tema molto complesso rispetto al quale le parti hanno stabilito di procedere con i dovuti approfondimenti anche in considerazione dell’evoluzione
normativa in materia.
Il negoziato ha inoltre ulteriormente approfondito l’analisi circa l’impatto economico degli aggiornamenti normativi del CCNL.
Nel corso della discussione abbiamo nuovamente ribadito come il tema fondamentale degli aumenti contrattuali debba dare risposte adeguate all’aumento del costo della vita.
Considerando l’importanza e il peso delle tematiche trattate, le parti hanno stabilito di proseguire e intensificare il confronto calendarizzando nel mese di gennaio tre incontri per verificare se è possibile giungere in tempi rapidi al rinnovo contrattuale.
Sarà nostra cura, tenervi tempestivamente e puntualmente aggiornati nel merito del percorso negoziale.
Associazioni datoriali del Terzo Settore si impegnino a rinnovare i CCNL e ad aprire la contrattazione di 2° livello
Negli ultimi giorni si sentono grida di allarme, da parte dei gestori privati, sulla condizione economica del personale inserito nei servizi socio-sanitari in accreditamento regionale.
Allarme propedeutico all’avanzamento della richiesta dell’innalzamento delle tariffe a carico dei cittadini.
Siamo ben consapevoli delle problematiche riguardanti gli operatori del sistema, al punto che da anni chiediamo alle aziende e alle cooperative sociali un innalzamento della qualità contrattuale e lavorativa delle migliaia di lavoratrici e lavoratori inserite nei servizi alla persona.
Si agita anche il CCNL come lo spauracchio per la tenuta delle aziende. Vogliamo ricordare che i CCNL di settore sono scaduti nel 2019 e che, allo stato attuale, esistono anche degli stati di agitazione nazionali aperti per arrivare a rinnovarli.
Nel frattempo si sono inseriti nel sistema CCNL sottoscritti da organizzazioni sindacali non rappresentative che hanno abbassato le tutele e i diritti per i lavoratori, inserendo norme sfavorevoli sulla malattia e sull’orario di lavoro.
I ritardi dei rinnovi contrattuali – o in diversi casi l’indisponibilità delle associazioni di rappresentanza a rinnovarli – insieme alla penetrazione di CCNL “pirata” hanno peggiorato la condizione economica e anche lavorativa delle persone.
“Non di solo pane vive l’uomo” dice il precetto evangelico, ma nella vita di tutti i giorni oss, infermieri, educatori e le varie figure professionali che lavorano nel sistema dei servizi socio-sanitari, si sono visti ridurre notevolmente il potere d’acquisto dei loro già magri salari.
La questione salariale in questo Settore è endemica, dovuta principalmente ai ritardi cronici con cui si chiudono i CCNL e all’indisponibilità delle aziende del Terzo Settore di attivare la contrattazione di 2° livello.
I rinnovi dei CCNL 2017-2019 videro il riconoscimento degli incrementi economici da parte della Regione Emilia Romagna ai gestori privati. Risorse pubbliche che hanno finanziato la tenuta del sistema in questi anni. Lo stesso è accaduto quando si è dovuto riconoscere ai gestori i presidi di sicurezza durante la Pandemia o gli incrementi dei costi energetici.
Nel frattempo abbiamo trovato l’indisponibilità della cooperazione sociale ad attivare i tavoli per la contrattazione integrativa di 2° livello anche a fronte delle piattaforme presentate da parte delle Organizzazioni sindacali.
Ma a volte è vero che non si vive di solo pane. La condizione delle lavoratrici e dei lavoratori nei servizi peggiora progressivamente. I carichi di lavoro aumentano con la crescita dei bisogni assistenziali. Non sempre ai lavoratori vengono rispettate le 11 ore di riposo tra un turno e l’altro. I precetti per la tutela della salute e sicurezza sono in certi casi disattesi. Dall’ultimo rinnovo del CCNL delle Cooperative Sociali quasi tutte le aziende non hanno ancora adeguato l’inquadramento corretto per gli educatori, precludendo agli educatori l’innalzamento delle loro retribuzioni mensili.
In sostanza ciò che si agita all’interno del sitema della gestione privata dei servizi accreditati è una vera e propria emergenza lavorativa, dovuta sia alla condizione salariale che alla condizione organizzativa del lavoro.
È indubbio che questa emergenza si può affrontare soltanto con la disponibilità delle aziende del Terzo Settore a contrattare. È arrivato il momento che le aziende facciano un salto culturale nelle relazioni con le rappresentanze sindacali. Lo devono alla comunità e alle tante lavoratrici e lavoratori che con la fiscalità e con le risorse pubbliche tengono in piedi il sistema dei servizi alla persona.
Fabio De Santis
Segreteria FP CGIL Emilia Romagna
Mobilitazione del Personale dell'Inclusione Scolastica: La FP CGIL Emilia-Romagna in Presidio il 14 settembre
Il 14 settembre scorso, il personale dell’inclusione scolastica, insieme alla FP CGIL Emilia-Romagna, si è mobilitato con una serie di presidi davanti alle Prefetture della nostra regione. Questa iniziativa è stata parte di una più ampia mobilitazione nazionale che ha avuto lo scopo di rivendicare una serie di diritti fondamentali per gli operatori dell’inclusione scolastica.
Questi operatori svolgono un ruolo cruciale nell’ambito scolastico di ogni ordine e grado. La loro presenza è fondamentale per garantire un’educazione inclusiva e un’assistenza adeguata agli studenti con disabilità. Tuttavia, le loro condizioni di lavoro sono estremamente precarie e vanno contro ogni principio di giustizia e dignità lavorativa.
Gran parte di questi professionisti opera all’interno di appalti pubblici gestiti principalmente dalle cooperative sociali, situazione che genera precarietà persino per coloro che hanno contratti a tempo indeterminato. Con contratti a tempo parziale ciclico (9 mesi l’anno), mancano sia la stabilità oraria che quella retributiva. Durante i periodi di chiusura scolastica, il personale rimane a casa senza alcuna retribuzione.
A questa precarietà si aggiungono retribuzioni inadeguate e la dispersione su vari istituti scolastici, costringendo spesso gli operatori a spostamenti continui per completare il proprio orario di lavoro. Tuttavia, la loro importanza all’interno delle scuole è innegabile, dato che gestiscono aspetti educativi e assistenziali degli studenti disabili inseriti nelle classi.
Con la mobilitazione, la FP CGIL Emilia-Romagna ha inteso sostenere i disegni di legge presentati nelle commissioni delle camere parlamentari. L’obiettivo è ottenere l’internalizzazione di tutto il personale dell’inclusione scolastica nella Pubblica Amministrazione, garantendo contratti adeguati e giusti inquadramenti professionali.
Raggiungere questo obiettivo consentirebbe l’integrazione completa degli operatori nelle scuole, inclusa la partecipazione ai consigli di classe, smettendo di essere considerati soggetti esterni. Inoltre, avrebbe un impatto positivo sull’inclusione degli studenti disabili nell’attività didattica e stabilizzerebbe la posizione contrattuale del personale.
In occasione dei presidi del 14 settembre davanti alle Prefetture, il personale dell’inclusione scolastica e la FP CGIL Emilia-Romagna hanno chiesto con determinazione l’approvazione e il finanziamento adeguato dei provvedimenti legislativi volti all’assunzione di queste figure professionali all’interno della Pubblica Amministrazione. Sostenere l’inclusione scolastica significa garantire un’educazione di qualità e un futuro migliore per tutti gli studenti, senza discriminazioni.
La proposta della Cooperativa Gulliver di Modena di saltare le Ferie per 50 euro al giorno è inaccettabile
La FP CGIL Modena è fermamente dalla parte dei lavoratori e denuncia fermamente le proposte curiose e il comportamento antisindacale della cooperativa sociale Gulliver. La recente offerta di 50 euro in più in busta paga per rinunciare a un giorno di ferie e ricalendarizzarlo successivamente è un fatto grave che non può essere accettato.
Chiediamo il ritiro immediato di questa proposta e la convocazione urgente di un tavolo di confronto tra le parti. È inaccettabile che la Gulliver, dopo aver negato un adeguato trattamento retributivo per le ore supplementari e straordinarie, proponga un’indennità estiva così irrisoria.
Inoltre, la cooperativa ha dimostrato indisponibilità nel rispettare gli impegni presi con i sindacati, rifiutando di incontrarci e dilazionando il confronto. Questa situazione è ancora più critica considerando che i lavoratori hanno già subito negazioni di ferie e permessi in questi mesi difficili.
È necessario adottare misure strutturali ed emergenziali che riconoscano e premiano il contributo dei lavoratori presso la Gulliver. Altrimenti, continueremo a vedere l’emigrazione dei dipendenti verso situazioni lavorative più vantaggiose in termini di organizzazione, remunerazione e diritti.
Siamo al fianco dei lavoratori e continueremo a difendere i loro interessi. Chiediamo alla cooperativa di porre fine a queste proposte inique e di avviare un confronto serio e costruttivo per garantire condizioni di lavoro dignitose e rispettose dei diritti dei dipendenti.
Cooperativa sociale Dolce, dopo lo stato di agitazione riconosciuto il corretto inquadramento alle lavoratrici
Nell’incontro di mercoledì 14 giugno in Prefettura a Modena è stato raggiunto l’accordo tra il sindacato Funzione Pubblica Cgil e la cooperativa Dolce Società Soc.Coop per il riconoscimento delle professionalità delle 15 educatrici impiegate nei nidi d’infanzia L’Aquilone, Le Coccinelle e Virgilia del Comune di Maranello, riconoscendo il titolo di educatore come un valore di qualità nel servizio erogato in appalto.
La Cooperativa Dolce si è impegnata dal 1° luglio 2023 ad applicare alle lavoratrici impiegate nel ruolo di educatrici con titolo di studio abilitante per il lavoro nei nidi dell’infanzia, il corretto inquadramento in categoria D, posizione economica D2 del Ccnl cooperative settore socio-sanitario, assistenziale-educativo e di inserimento lavorativo, ripristinando il rispetto del Ccnl e del capitolato d’appalto.
“La delegazione sindacale insieme alle lavoratrici esprime soddisfazione per l’accordo raggiunto – afferma Mohcine El Arrag della Fp Cgil – sia per le lavoratrici che per l’avvio di un percorso che ha come scopo finale la soddisfazione delle esigenze dei propri assistiti. Un obiettivo che passa anche attraverso il miglioramento delle condizioni delle lavoratrici stesse”.
La Fp Cgil è costantemente impegnata nella difesa dei diritti e della professione degli educatori del terzo settore che spesso è un lavoro povero nonostante tali mansioni richiedano un’alta qualificazione, mentre la condizione contrattuale degli operatori è spesso incerta e precaria. Basta solo pensare alla mancata retribuzione nel periodo estivo e la revisione dei contratti del part time involontario ad ogni inizio di anno scolastico.
Occorre comunque trovare una risposta per arginare le forme di precarietà in questo settore a tutti i livelli, territoriale e nazionale, a cominciare da risposte strutturali e permanenti di sostegno al reddito per i part time ciclici.
Stato di agitazione alla cooperativa sociale Dolce a Maranello
Le educatrici dei nidi d’infanzia “L’Aquilone”, “Le Coccinelle” e “Virgilia” di Maranello dell’appalto della Cooperativa Dolce, dopo la difficoltà del covid che le ha messe a dura prova, si trovano ora a dover aprire una vertenza sindacale per arrivare ad avere il riconoscimento del titolo di Educatrice (livello D2) previsto dal Ccnl delle Cooperative Sociali.
La non volontà della cooperativa di riconoscere il corretto inquadramento è finalizzata ad aumentare il profitto dell’impresa a scapito delle retribuzioni delle educatrici. Inoltre questa scelta rischia di non garantire la qualità e la continuità dei servizi nei nidi d’infanzia in appalto, poiché le educatrici possono essere maggiormente orientate a spostarsi verso i contratti che garantiscono maggiormente il riconoscimento della loro professione.
La professione degli educatori impiegati nel terzo settore continua ad essere un lavoro sempre più povero nonostante che tali mansioni richiedano un’alta qualificazione, mentre la loro condizione contrattuale è incerta e precaria. Basta solo pensare alla mancata retribuzione nel periodo estivo e la revisione dei contratti del part time involontario ad ogni inizio di anno scolastico.
La Cooperativa Dolce Società Soc.Coop ad oggi continua a non riconoscere al personale educativo il corretto inquadramento D2 nel rispetto del Ccnl, nonostante sia previsto anche dal capitolato di appalto e le lavoratrici siano in possesso dei titoli previsti dalle norme vigenti.
Il sindacato Fp Cgil di Modena ha avviato una vertenza per il riconoscimento del corretto inquadramento delle 15 educatrici impegnate nell’appalto del Comune di Maranello, e non accetta la proposta della Cooperativa di un copertura solo economica del differenziale di livello da “D1” a “D2”, in quanto al primo cambio di gestione/appalto le suddette educatrici rischiano di trovarsi senza il corretto inquadramento e il differenziale economico, e in caso di futuri aumenti contrattuali il differenziale verrebbe assorbito. In altre parole, la proposta è solo fumo negli occhi!
Le lavoratrici della cooperativa Dolce Società Soc.Coop insieme alla Funzione Pubblica Cgil hanno preannunciato presso la Prefettura di Modena uno stato di agitazione per vedersi riconosciuto il rispetto dei loro diritti. “Ci aspettiamo di raggiungere un accordo in Prefettura il 14 giugno per ripristinare il rispetto del contratto nazionale e il capitolato dell’appalto a maggiore ragione in un servizio pubblico – afferma Mohcine El Arrag della Fp Cgil – Viceversa lavoratrici e sindacato saranno uniti nel continuare la battaglia fino in fondo per il rispetto di norme e contratto”.
Part Time Ciclo Verticale: primo incontro per superare le criticità
Martedì 23 maggio, a Roma, presso la sede del Ministero del lavoro, in risposta alla richiesta unitaria delle segreterie di CGIL, CISL e UIL, si è svolto un confronto tra le OO. SS., presenti le categorie di riferimento, il Ministero rappresentato dal capo di gabinetto ed esponenti dell’Ufficio legislativo, e l’Inps, rappresentato dalla Direzione Centrale Ammortizzatori Sociali, relativo all’attuazione del dettato normativo che regola le indennità a favore dei lavoratori con contratto di lavoro a Part time ciclico verticale.
Le OO. SS. hanno chiesto unitariamente interventi risolutivi volti a superare le criticità emerse relative alle domande, per l’anno 2021, di lavoratrici e lavoratori che, pur avendo diritto al sostegno, si sono visti rigettare, nell’ordine del 60% dei casi, le richieste. Il riesame svolto dall’Inps ha consentito di recuperare una quota di domande che erano state scartate per lo più per errori di codifica in sede di comunicazioni dei datori di lavoro, ma ancora non ha raggiunto una parte significativa della platea potenziale. Altresì è stata rappresentata la necessità e l’urgenza di dare continuità a quanto previsto dall’art.1 c. 971 della legge 30 dicembre 2021 n. 234, che istituisce il “Fondo per il sostegno dei lavoratori con contratto a part-time ciclico verticale”, con la definizione in tempi brevissimi dello strumento legislativo utile al riconoscimento del sostegno economico previsto per l’anno 2022. È stata poi ribadita la richiesta sindacale di costruire una norma di carattere strutturale al fine di dare copertura reddituale certa a queste lavoratrici e lavoratori durante i periodi di sospensione.
Dopo ampia e dibattuta discussione il Ministero si è impegnato a riconvocare le confederazioni, unitamente alle categorie interessate, tra 15 giorni per la prosecuzione del confronto impegnandosi fin da ora a lavorare sulla costruzione e condivisione, in accordo con l’INPS, della norma per dare attuazione al Fondo di Sostegno per l’anno 2022, definendo in maniera più chiara le condizioni di part time con periodi di sospensione e di conseguenza i beneficiari, individuando un veicolo normativo che ne consenta una veloce attuazione.
Si è poi concordato di procedere già nei prossimi giorni ad un incontro con la direzione centrale dell’INPS per un’ulteriore verifica sulle domande in essere, in collaborazione con l’ufficio legislativo del Ministero, al fine di dar seguito ad un impegno emerso al tavolo sulla necessità di produrre un ulteriore intervento amministrativo, da parte dell’INPS in favore delle lavoratrici e lavoratori che
risultando assunti a tempo indeterminato con un part time orizzontale con periodi di sospensione dell’attività lavorativa, e quindi destinatari del Fondo di Sostegno, che si sono invece visti rigettare le domande per l’erogazione dell’indennità.
In chiusura i rappresentanti dell’Ufficio di Gabinetto del Ministero, in accordo con l’Ufficio legislativo, si sono impegnati ad individuare le prossime scadenze di legge di attenzione al Parlamento, utili al fine di poter far veicolare una nuova norma di sostegno al reddito per questi lavoratori in modo che essa costituisca una risposta strutturata a tale bisogno.
Le OO. SS. nel registrare un’apertura da parte del MdLPS e dell’INPS a farsi carico delle problematiche poste, valuteranno quanto emergerà dai prossimi confronti concordati per la ricerca di soluzioni ai problemi riscontrati sul bonus per le attività sospese del 2021, e per la manifestata urgenza di dare attuazione al bonus per l’annualità 2022.
In merito all’attivazione del percorso per l’individuazione di misure strutturali di sostegno per questa platea di lavoratrici e lavoratori, così come annunciato da parte del Ministero, le scriventi OO.SS. si riservano una puntuale valutazione.
Cooperativa Gulliver di Modena. Chiuso l'accordo dopo lo sciopero!
La Funzione Pubblica Cgil di Modena è riuscita a ottenere una vittoria importante per le lavoratrici del Servizio di Assistenza Domiciliare Polo 3 di Modena, gestito dalla cooperativa Gulliver.
Dopo un mese dallo sciopero e dal blocco di straordinari e reperibilità, Gulliver ha finalmente accettato di raddoppiare l’indennità per il rientro in servizio nel turno di disponibilità. Non solo, ma la cooperativa ha anche deciso di investire nella stabilizzazione in aumento di contratti part-time e di anticipare il passaggio dei lavoratori a una retribuzione mensilizzata. Questi miglioramenti non riguarderanno solo le 26 lavoratrici del servizio Sad Polo 3, ma tutti i suoi oltre 2.000 dipendenti.
Il Sindacato non si è fermato qui. Abbiamo anche ottenuto la promessa da parte di Gulliver di coinvolgere i dipendenti nella ridefinizione dei protocolli organizzativi del servizio e dei modelli di attivazione della disponibilità per realizzare una turnistica che non comporti carichi di lavoro esagerati. Siamo convinti che questo coinvolgimento sia essenziale per migliorare il servizio e valorizzare le competenze dei lavoratori.
Infine, per dare piena applicazione all’accordo siglato con Fp Cgil di Modena, entro il 1° giugno 2023 Gulliver, in coerenza con gli impegni presi, sarà impegnata a modificare gli aspetti organizzativi del servizio e contrattuali degli operatori socio sanitari.
Nonostante ci sia stata resistenza da parte di Gulliver, che ci ha costretti a uno sciopero durato un mese, siamo soddisfatti di aver ottenuto questi importanti risultati economici e sociali per le lavoratrici e i lavoratori del servizio di Assistenza Domiciliare Polo 3 di Modena. Continueremo a lottare e a rivendicare i diritti dei lavoratori fino a quando non saranno tutti rispettati.
Cooperativa Gulliver di Modena - Martedì 4 aprile è SCIOPERO!
Sciopero martedì 4 aprile delle 26 operatrici socio sanitarie della Cooperativa Gulliver che lavorano nel Servizio di Assistenza Domiciliare Polo 3 di Modena (quartieri Sant’Agnese e Buon Pastore) in regime di accreditamento per conto del Comune e dell’Azienda Usl.
Lo sciopero è stato per l’intero turno di lavoro, nel rispetto dei servizi minimi essenziali previsti dalla legge 146/90.
Numerosi colleghi di altri servizi Gulliver hanno già risposto all’appello per esprimere la solidarietà e sono stati presenti al presidio. Lo sciopero fa parte dello stato d’agitazione che prevede anche l’astensione dagli straordinari e dalla reperibilità fuori dalla normativa contrattuale.
L’azione di lotta è stata proclamata dal sindacato Fp Cgil su mandato delle lavoratrici dopo il mancato accordo del tentativo di conciliazione in Prefettura del 23 marzo, nonostante un anno di trattative e svariati tentativi di addivenire a una soluzione delle criticità più volte espresse. Ad oggi la cooperativa continua ad essere silente e a modificare unilateralmente l’organizzazione e gli orari di lavoro tanto che la Fp Cgil ha notificato avvisi di comportamenti anti sindacali.
L’iniziativa di lotta è stata proclamata perché le lavoratrici contestano il mancato rispetto degli impegni presi tra le parti e degli istituti contrattuali, chiedendo condizioni di lavoro rispettose della dignità umana e professionale. Non viene, infatti, ancora rispettato il monte ore contrattuale individuale degli operatori, che, insieme all’attivazione arbitraria della reperibilità e la mancanza strutturale di figure sostitutive in caso di assenza del personale in organico, rendono assolutamente precari e gravosi l’organizzazione e il carico psicofisico del lavoro.
Gli operatori che si attivano in reperibilità sono costretti a prestare un doppio turno di lavoro. Le lavoratrici e i lavoratori a tempo parziale non riescono ad organizzare i propri tempi di vita-lavoro o di trovarsi un’occupazione aggiuntiva. L’utilizzo dei mezzi personali risulta determinante per l’erogazione del servizio a fronte di un minimo rimborso chilometrico e la retribuzione continua a non essere fissa. Nonostante tutto ciò la Cooperativa non ha accettato alcuna richiesta rappresentata dalla FP Cgil di Modena su mandato degli operatori. Ad esempio, l’aumento di indennità di disagio per la reperibilità non è mai stata presa in considerazione, nonostante cooperative di uguali dimensioni già lo applichino sul territorio.
La situazione è preoccupante perché l’inasprirsi dei comportamenti della cooperativa sta mettendo in difficoltà le lavoratrici (programmazione dei turni, stress psicofisico) rendendo difficile anche il lavoro con l’utenza.