Gruppo Kos, così non va - Il 3 maggio presidi davanti alle strutture

Gruppo Kos, così non va. L’Emilia-Romagna non è un bancomat, la Regione intervenga. Il 3 maggio presidi davanti alle strutture interessate.

Nessuna mediazione al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali tra il gruppo KOS e le organizzazioni sindacali, riguardo al passaggio del personale del gruppo dal contratto ARIS-AIOP Sanità al contratto ARIS RSA (con salari più bassi e meno diritti).

È grave che un grande gruppo industriale, con ricavi in crescita, decida autonomamente di calare i salari, in una regione dove è garantita la fornita dei servizi ospedalieri e le tariffe sono aumentate.

Questo infatti è quel che sta accadendo: attraverso una cessione di un ramo d’azienda, al personale trasferito nella nuova società verrà applicato un contratto peggiorativo rispetto ai salari e i diritti attualmente riconosciuti. Ma il lavoro che queste lavoratrici e questi lavoratori saranno chiamati a svolgere è lo stesso di prima. Un’ingiustizia inaccettabile.

Abbiamo chiesto un incontro alla Regione, alla quale chiediamo un impegno per creare i presupposti perché ciò non accada. E perché si possa consolidare un modello che, attraverso le relazioni sindacali, getti le basi per la tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori intesa come elemento di miglioramento della qualità del lavoro e per la crescita economica e sociale del nostro territorio.

C’è bisogno di lavorare insieme per la tutela del lavoro di qualità e delle persone, donne e uomini che lo garantiscono. Per questo, oltre a proseguire la vertenza a tutela dei diritti di chi lavora e della garanzia dei servizi, il prossimo 3 maggio organizzeremo presidi davanti alle tre strutture interessate alla cessione del personale: alla clinica Villa Azzurra a Riolo Terme (Ravenna), al centro Cardinal Ferrari a Fontanellato (Parma) e alla clinica Villa Pineta a Pavullo (Modena).

 

 

Marco Blanzieri,  FP CGIL Emilia-Romagna

Carmela Lavinia, CISL FP Emilia-Romagna

Paolo Palmarini, UIL FPL Emilia-Romagna


Montecatone - Situazione insostenibile e non più rimandabile

Da FP CGIL Imola

Ieri come Fp Cgil – Cisl Fp – Uil FPL abbiamo avuto un incontro urgente con la Direzione di Montecatone in merito alla grave carenza di personale infermieristico che sta mettendo a dura prova la tenuta della qualità dell’assistenza.

All’ultimo bando di concorso per infermieri indetto dall’Istituto di Montecatone, infatti, sono pervenute solamente 6 domande. Il 13 dicembre uscirà la graduatoria ma, considerando i tempi necessari di assunzione, di preavviso e di formazione, non è una soluzione immediata alla gravosa situazione nei reparti per garantire il diritto di lavoro in sicurezza e di cura.

Abbiamo più volte evidenziato la difficoltà di reperire personale infermieristico anche all’Interno dell’Ausl di Imola e delle strutture private nel circondario imolese. Ad oggi l’Ausl garantisce 8 unità infermieristiche a Montecatone e altre unità infermieristiche alle CRA del territorio, ma questa soluzione non è più sufficiente. Ad aggravare la criticità di carenza di organico si aggiunge la direttiva della Regione, inviata alle Aziende sanitarie, di sospendere le assunzioni del personale.

Possiamo continuare a gravare sempre sugli stessi operatori ai quali continuamente chiediamo ulteriori sforzi senza nessuna data di risoluzione?
Crediamo di no e crediamo anche che non sia rinviabile la soluzione al 2022, nonostante manchino pochi giorni alla fine dell’anno. La soluzione va trovata oggi per rispetto delle persone che lavorano dentro all’Istituto.
Riteniamo che le Istituzioni e la Regione debbano farsi carico della risoluzione immediata di questa criticità che va ad incidere negativamente sugli operatori sanitari e sulla qualità dei servizi ai cittadini.

Nonostante l’allarme lanciato anche pubblicamente nulla è cambiato.
Così non va e se nulla cambierà nei prossimi giorni inizieremo una drastica mobilitazione a tutela delle persone che lavorano e a tutela della qualità dei servizi.

FP CGIL ImolaErika Ferretti
CISL FP – Kevin Ponzuoli
UIL FPL – Giuseppe Rago


Sciopero servizi ambientali 8 novembre - Adesione ben oltre il 90%

Allo sciopero di lunedì è stata registrata una partecipazione straordinaria ben oltre il 90% in quasi tutti i posti di lavoro, con punte del 100% fra gli operativi in tanti centri di raccolta della regione. Un coinvolgimento altissimo, figlio di una battaglia giusta che porteremo avanti fino all’obiettivo. Il rinnovo del contratto nazionale dei servizi ambientali.

Chiediamo un contratto unico di filiera, che contrasti il dumping contrattuale e il riconoscimento economico per il mancato rinnovo, il rafforzamento delle relazioni industriali, più norme e prevenzione per la salute e sicurezza in un settore tra i primi per infortuni (anche mortali), norme contro la precarietà e il consolidamento della formazione continua, adeguamento e miglioramento della classificazione del personale, esigibilità delle clausola sociale in un settore troppo soggetto ai cambi d’appalto.

Di fronte a queste imprescindibili richieste, la parte datoriale chiede di abbassare le tutele contrattuali, abbassando le retribuzioni (se non con aumenti collegati solo ai contratti di appalto e aumentando l’orario di lavoro), proponendo un ulteriore precarizzazione dei rapporti di lavoro. I lavoratori non ci stanno e l’hanno dimostrato con le decine di presidi organizzati su tutto il territorio regionale.

Quello delle parti datoriali è un atteggiamento irresponsabile in un settore strategico, poiché la gestione dei rifiuti è rilevante per tutti i cittadini e per la tutela dell’ambiente. Questo sciopero sarà solo il primo atto di una serie di mobilitazioni, qualora aziende e amministratori pubblici non intendano intervenire con senso di responsabilità per invertire il senso di marcia finora adottato.

La mobilitazione giunge dopo l’interruzione delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo dell’igiene ambientale. 

La sfida alla modernizzazione del settore è solo una: ciclo integrato dei rifiuti e crescita dimensionale delle aziende, qualità ambientale a tariffe contenute per i cittadini, sviluppo industriale e nuove tutele contrattuali per lavoratrici e lavoratori in un rinnovato contratto unico del lavoro. Le associazioni datoriali sia pubbliche che private, nonostante il senso di responsabilità mostrato da lavoratori del comparto durante tutta la fase pandemica, in questi mesi hanno mantenuto degli atteggiamenti spesso ondivaghi e con pregiudiziali varie, che hanno poco a che vedere con il rinnovo del Ccnl, se non nella logica di abbattimento del costo del lavoro.

Se sei un lavoratore o una lavoratrice dei servizi ambientali e vuoi fare sentire la tua voce, iscriviti al sindacato!


Fermiamo le esternalizzazione dei servizi educativi - 29 ottobre, raccolta firme

Stop alle esternalizzazioni dei servizi educativi.

Oggi, venerdì 29 ottobre la Fp Cgil Emilia-Romagna, insieme a tutta la categoria nazionale, promuove una giornata nazionale per la raccolta di firme a sostegno della vertenza contro l’esternalizzazione dei servizi educativo scolastici comunali. Il sindacato denuncia infatti come sia a rischio la gestione comunale del sistema integrato 0-6, sempre più sottoposto ad esternalizzazioni da parte di decine di amministrazioni comunali.

Vengono portate avanti le seguenti richieste:

  • Che vengano fermate le esternalizzazioni dei nidi;
  • Che si vari un piano straordinario di assunzioni nei servizi 0-6 comunali di almeno 20 mila unità;
  • Che le risorse dedicate ai servizi 0-6 siano scomputate dai vincoli di spesa dei comuni;
  • Che si riconosca l’evoluzione professionale e la qualità del lavoro del personale che garantisce e garantirà questi servizi, attraverso corretti inquadramenti contrattuali

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Contratto Funzioni centrale - Il punto sulla trattativa del 26 ottobre

Articolo di FP CGIL nazionale

Prosegue il confronto con l’Aran, il nostro resoconto insieme al comunicato unitario

Con l’incontro di oggi l’Aran ha avanzato un metodo di lavoro per definire una proposta economica a completamento di quella presentata negli incontri precedenti per un nuovo meccanismo di progressioni economiche nell’ambito delle aree di inquadramento giuridico del prossimo sistema di classificazione del personale delle Funzioni Centrali.

Con il comunicato unitario abbiamo già evidenziato, condividendole con CISL e UIL, le criticità di una proposta che, pur rappresentando un buon punto di avanzamento nel confronto negoziale tra Aran e organizzazioni sindacali per il rinnovo contrattuale 2019/2021, necessita di alcuni chiarimenti e ulteriori perfezionamenti.

Sicuramente apprezziamo la condivisione da parte di Aran dell’obiettivo di assicurare a tutte le lavoratrici e i lavoratori l’acquisizione dei nuovi differenziali stipendiali, in sostituzione delle vecchie fasce economiche, durante tutta la vita lavorativa. Già nella nostra piattaforma contrattuale abbiamo chiesto di impedire il permanere delle tante differenze applicative che presentano oggi amministrazioni in cui i dipendenti hanno visto riconosciute più progressioni economiche ed altre in cui, al contrario, il personale rimane ancorato alla posizione di inquadramento iniziale a pochi anni ormai dal pensionamento.

Poi abbiamo chiesto di realizzare un nuovo meccanismo in grado di garantire da un lato il mantenimento di quanto maturato come fascia economica trasformandolo nella somma di retribuzione di inquadramento giuridico più differenziale stipendiale personale (ovviamente confermando che è tutto stipendio tabellare) in modo di permettere anche al personale cosiddetto “apicale” di area di poter accedere a nuove progressioni economiche chiamate appunto differenziali stipendiali.

Aran ha proposto quindi di ragionare sul numero di differenziali disponibili in ciascuna area giuridica per ciascun lavoratore lungo tutta la vita lavorativa – attualmente abbiamo situazioni differenti tra i vecchi ex comparti (ad esempio in terza area abbiamo 7 fasce nei ministeri, 6 nelle agenzie fiscali, 5 negli enti pubblici non economici, eccetera) – e sulla previsione di un valore economico unico nelle singole aree per ciascun differenziale.

Se l’impianto della proposta può essere condivisibile, abbiamo manifestato però la necessità di prevedere un numero di differenziali non distante da quello massimo oggi presente nel nuovo comparto (7) e con un valore economico, comunque, prossimo alla differenza retributiva oggi esistente nel passaggio da una fascia economica all’altra. In più abbiamo chiesto di tenere conto degli effetti che finora hanno le progressioni economiche orizzontali anche sui valori delle indennità di amministrazione.

Infine, ci siamo riservati una valutazione più ragionata quando l’intero quadro retributivo sarà definito (comprensivo di valori tabellari di area, valori dei differenziali, indennità di amministrazione) e quando saranno rese note le effettive disponibilità economiche che il governo si è impegnato a destinare al finanziamento del nuovo ordinamento con la prossima legge di bilancio. Quelle risorse, impegno sottoscritto nel Patto per il lavoro pubblico del 10 marzo scorso con CGIL CISL UIL dal presidente del consiglio e dal ministro della PA, dovranno permettere anche il riconoscimento di nuovi inquadramenti, legati alle competenze già oggi presenti nelle amministrazioni e non ancora riconosciute, attraverso passaggi tra le aree (svuotamento prime aree, in primis).
Il negoziato va avanti.

Il Segretario nazionale
Florindo Oliverio


Mai più fascismi - A Roma per essere sempre più Funzione Partigiana!

Mai più fascismi! Questo lo slogan e il grido arrivato da Piazza San Giovanni a Roma sabato 16 ottobre. Dopo una settimana dalla terribile aggressione di stampo fascista e squadrista durante il corteo No Green Pass, la grande famiglia della CGIL, insieme a CISL, UIL e a tutto il mondo dell’associazione e della politica democratica, ha voluto rispondere con una grande piazza.

Il segretario generale Maurizio Landini ha voluto dedicare la piazza ai giovani e alle giovani italiane, categoria di cui la politica spesso si dimentica e che deve essere messa al centro di tutti i progetti di rilancio del paese.

La Funzione Pubblica dell’Emilia-Romagna ha fatto la sua parte con un grade sforzo politico e organizzativo e coinvolgendo tutti i territori della regione in modo che la mobilitazione fosse più partecipata possibile.

Guarda la gallery delle foto degli iscritti e delle iscritte di FP CGIL Emilia-Romagna!

Tra gli interventi dal palco, quello di Silvia, infermiera al Policlinico Umberto I di Roma con la toccante testimonianza dell’aggressione al Pronto Soccorso di sabato 9 ottobre:

Le parole di Serena Sorrentino, segretaria nazionale di FP CGIL


Green Pass, quali problemi per la Pubblica Amministrazione?

Da venerdì 15 ottobre milioni di lavoratori e lavoratrici non vaccinati dovranno ricorrere al tampone per poter lavorare, anche in Emilia-Romagna. Il settore pubblico è tra quelli che rischiano il blocco?

Ci è stato chiesto durante la puntata di Aria Pulita, programma che va in onda su 7 Gold Emilia-Romagna e Marche. Risponde Marco Blanzieri della segreteria regionale di FP CGIL Emilia-Romagna.

Ascolta l'intervista che ha rilasciato la nostra segretaria generale Serena Sorrentino a Radio Anch'io

Imbrattato hub vaccinale a Ferrara "Ennesimo attacco al mondo del lavoro"

Dopo i gravissimi episodi avvenuti sabato 9 ottobre, con i danneggiamenti alla sede della CGIL in corso Italia a Roma e la devastazione del Pronto Soccorso al Policlinico Umberto I, continuano gli attacchi al mondo del lavoro anche in Emilia-Romagna, con l’ennesimo episodio di vandalismo contro l’HUB vaccinale di Ferrara. Questa mattina, infatti, le lavoratrici ed i lavoratori hanno trovato l’ingresso imbrattato da scritte deliranti dove il sistema sanitario viene paragonato al sistema mafioso e nazista.

Dentro agli hub vaccinali lavorano donne e uomini che quotidianamente si adoperano con impegno per garantire il diritto costituzionale alla salute e che lo fanno in un clima difficile ma con impegno e dedizione. vogliamo anche ribadire con forza che la libertà di cui tutti noi oggi godiamo, in un Paese che sta cominciando a rivivere, è frutto della campagna vaccinale, dell’impegno di chi ha deciso di vaccinarsi e dell’impegno di chi lavora nel nostro SSR.

Abbiamo sempre rigettato la retorica utilizzata in passato degli angeli e degli eroi, perché fasulla e ingannevole, ma combatteremo ancor più con forza il delirio di chi oggi paragona il nostro sistema sanitario, e chi ci lavora, alla criminalità o al nazismo.
La democrazia e la libertà vanno difese strenuamente e lo faremo fino in fondo, impedendo a chi vuole imporre con la forza e con questi mezzi vili il proprio punto di vista delirante.
Stiamo dalla parte di chi lavora per garantire la salute a tutti e siamo per la libertà e la democrazia. Sempre.

FP Cgil Emilia-Romagna
Cisl Fp Emilia-Romagna
Uil Fpl Emilia-Romagna


Igiene ambientale - Sarà sciopero l'8 novembre!

COMUNICATO UNITARIO FP CGIL FIT CISL UILTRASPORTI FIADEL – (VOLANTINO)

Nella giornata di martedì 28 settembre si sono interrotte le trattative per il rinnovo dei CCNL del comparto dell’igiene ambientale.

Tale decisione è scaturita dalla profonda insoddisfazione per l’andamento del negoziato, sia nel merito che per i tempi che lo stesso sta avendo.

Negli ultimi mesi abbiamo tenacemente provato a sviluppare – anche nel dettaglio – i temi della piattaforma sindacale e i bisogni dei lavoratori affinché si potesse sottoscrivere un rinnovo contrattuale di prospettiva, più coerente con l’indispensabile sviluppo industriale delle aziende, ma soprattutto come necessario strumento rinnovato nelle regole e nelle tutele per lavoratrici e lavoratori.

Le Associazioni datoriali sia pubbliche che private, nonostante il senso di responsabilità mostrato dai lavoratori del comparto durante tutta la fase pandemica, in questi mesi hanno solo mantenuto degli atteggiamenti spesso ondivaghi e con pregiudiziali varie, che hanno poco a che vedere con il rinnovo del CCNL, se non nella logica di abbattimento del costo del lavoro.

Evidentemente, si ha anche la necessità di perdere tempo e di condurre delle battaglie ideologiche senza considerare i reali bisogni delle imprese e dei lavoratori.
Ovviamente, la breve riunione di martedì 28 settembre – nei termini della procedura di legge – si è chiusa con un nulla di fatto e ha sancito la rottura del tavolo delle trattative con il conseguente recapito, alle Associazione datoriali e alla Commissione di Garanzia, della dichiarazione di sciopero per tutte le imprese pubbliche e private, da svolgersi per tutta la giornata di lunedì 8 novembre 2021.

Lo sciopero nazionale sarà per l’intera giornata e riguarderà tutti i turni di lavoro con inizio nella medesima giornata.

La rottura delle trattative, oltre al grave ritardo di 27 mesi di mancato rinnovo, si è consumata – come più volte ricordato – sulle mancate risposte alle istanze presentate dal Sindacato e su delle proposte datoriali che noi riteniamo inaccettabili:

  • Flessibilità estrema sull’organizzazione del lavoro attraverso il sistema degli orari;
  • Ridimensionamento del sistema delle relazioni industriali per privare i lavoratori della rappresentanza e della partecipazione all’interno dell’azienda;
  • Precarizzare i rapporti di lavoro soprattutto per lavoratori part/time;
  • Eliminare totalmente il limite massimo dei lavoratori part/time presenti in azienda;
  • Parte economica esclusivamente legata agli indici inflattivi e alle dinamiche del corrispettivo economico del committente all’azienda;
  • Mancato riconoscimento delle professionalità dei lavoratori addetti agli impianti.

La conclusione del rinnovo contrattuale non può prescindere da obiettivi come:

  • CCNL unico e di filiera attraverso l’allargamento del campo di applicazione verso gli impianti di riciclo;
  • Rafforzamento delle relazioni industriali attraverso un sistema maggiormente partecipativo dei lavoratori;
  • Evoluzione delle condizioni di lavoro per tutelare la salute degli operatori;
  • Sviluppo delle norme sul mercato di lavoro;
  • Sviluppo dei processi di formazione continua;
  • Miglioramento in maniera armonica della classificazione del personale;
  • Perfezionamento degli articoli contrattuali relativi ai lavoratori degli impianti;
  • Esigibilità contrattuale della clausola sociale;
  • Accordo economico che non tenga conto solo delle percentuali inflattive e che sviluppi maggiormente il welfare contrattuale e le varie indennità.

Il Sindacato non torna più indietro, perchè la sfida alla modernizzazione del settore, anche attraverso le risorse dal PNRR, è solo una: ciclo integrato dei rifiuti e crescita dimensionale delle aziende, qualità ambientale a tariffe contenute per i cittadini, economia industriale e nuove tutele contrattuali per lavoratrici e lavoratori in un rinnovato contratto unico del lavoro.

Non vogliamo e non possiamo davvero pensare che il contratto nazionale possa essere immaginato come strumento di precarizzazione e flessibilità senza regole, capace di concorrere solo con delle brutte pratiche che accadono sempre più spesso in alcune aree del Paese.

Non possiamo permettere che si mettano in discussione le tutele per lavoratrici e lavoratori, il sistema di relazioni industriali e la rappresentanza sindacale, che non si condividano strumenti contrattuali per migliorare le condizioni e i carichi di lavoro, ma che si voglia la precarizzazione e lo sfruttamento di lavoratrici e lavoratori come unico modello per competere.

La mobilitazione sarà lunga e dura certi che il rinnovo contrattuale, come sempre, sarà frutto delle idee e della determinazione di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori.

Il settore dei servizi ambientali sciopera l’8 novembre 2021.

Sei un lavoratore o una lavoratrice dei servizi ambientali e vuoi maggiori informazioni sullo sciopero?
Clicca qua sotto e sopra la sede territoriale di FP CGIL più vicina a te!

Sedi FP CGIL Emilia-Romagna

Emergenza incendi boschivi - COMUNICATO STAMPA

COMUNICATO STAMPA

In questo Ferragosto di fuoco, nel pieno di un’ emergenza climatica di cui la politica sembra disinteressarsi, le lavoratrici ed i lavoratori dell’istituzione più amata dagli Italiani sono chiamati, come sempre, a togliere le castagne dal fuoco ad un’amministrazione sempre più avvolta dai problemi. I mezzi per la lotta AIB della Regione Emilia Romagna sono vecchi di decenni e con centinaia di migliaia di chilometri, vengono spostati dalla parte opposta del paese restando, spesso, in panne a metà strada.
La mobilitazione del personale avviene sempre con regole diverse e che paiono improvvisate di volta in volta: al personale arrivato sul posto dopo circa 19 ore di viaggio non viene garantita la mensa di servizio ma viene elargito un buono pasto, questo non è accettabile.
Chiediamo, con forza, che al personale impegnato nelle operazioni vengano riconosciute condizioni di lavoro dignitose e rispettose: la mensa, l’orario di lavoro, i riposi al rientro, il reintegro del personale devono essere quelle previste dal contratto e dal buon senso.

Le calamità vanno gestite attraverso l’integrazione nel soccorso collaborando fattivamente, ognuno per le proprie competenze, con la protezione civile e gli altri enti del soccorso. Anche nel nostro territorio, a seguito della proroga dello stato di massima allerta per gli incendi boschivi, abbiamo richiesto l’aumento delle squadre boschive fino al 29 Agosto.

Va rivista la legge che affida alle regioni la lotta agli incendi boschivi, creando, di fatto, regioni più o meno virtuose, va garantito al Corpo Nazionale un ruolo centrale e di coordinamento nella lotta agli incendi boschivi. Sono indispensabili nuove assunzioni scorrendo ed esaurendo la graduatoria dell’attuale concorso pubblico a 250 posti, implementando gli organici e rinnovando completamente il parco automezzi.

Alla fine dell’emergenza, con ogni probabilità, rimarranno le solite pacche sulle spalle, medaglie e dichiarazioni di stima ed affetto nei confronti di una categoria di lavoratrici e lavoratori insostituibili sul campo, ma bistrattati, ancora una volta, dai palazzi del governo.

Il Coordinatore Regionale Fp-Cgil VVF
Alessandro Monari

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