Contro la Privatizzazione dei servizi educativi. La lotta di FP CGIL paga!
Il 2 dicembre 1971 con la legge 1044 venivano istituiti i nidi di infanzia comunali. Oggi è necessario lo stesso coraggio politico e molte più risorse per dare questo servizio almeno ad altri 176000 bambini.
Se non si procede in questa direzione non solo sarà impossibile raggiungere gli obiettivi dichiarati ma si assisterà alla strisciante privatizzazione dei servizi già oggi gestiti dai Comuni.
Nella nostra regione , sul territorio di Ravenna e di Modena si sono messi in atto dei tentativi da parte delle Amministrazioni dei rispettivi Comuni , di privatizzazione dei servizi educativi e scolastici ; Nidi e scuole d’ infanzia , i Funzionari delle FP CGIL Territoriali hanno messo in atto tutte le azioni sindacali di lotta sino allo sciopero , insieme alle lavoratrici e lavoratori coinvolti . La lotta ha pagato ; il 21 giugno 2022 al termine dell’ incontro con UCMAN , Unione dei Comuni di Concordia , Mirandola , San Felice , San Prospero , l’ Amministrazione ha ritirato la decisione di esternalizzare , i 4 Nidi verranno affidati ad ASP pertanto resterà a gestione pubblica , ora si dovrà avviare il percorso di stabilizzazione del personale precario .
Sotto il video con un momento di lotta e mobilitazione delle lavoratrici e lavoratori con la FP CGIL .
Cinquant’anni di servizi dedicati alla tutela e allo sviluppo dei bambini fino a tre anni, di sostegno alla genitorialitá e di emancipazione femminile. Il 2 dicembre 1971 venne approvata la legge per la costituzione di 3.800 nidi di infanzia pubblici sul territorio nazionale. La medesima spinta deve essere utilizzata adesso per incentivare l’avvio di nuove strutture a gestione diretta e assunzioni di personale stabile, per garantire le stesse tutele e qualità volute dalla legge 1044.
Oggi il dibattito che circonda l’obiettivo dichiarato di raggiungere, grazie alle risorse del PNRR la copertura, in termini di posti negli asili nido, del 40% dei bambini da 0 a 3 anni, appare sempre più astratto.
In primo luogo perché si tratta di un obiettivo ancora limitato, visto che paesi come Francia e Spagna già nel 2019 hanno raggiunto una copertura del 50%.
In secondo luogo perché le risorse destinate per il personale necessario, che pure sembrano tante, ancora sono insufficienti
Infatti, da una parte le risorse del PNRR sarebbero destinate a garantire la costruzione o l’ampliamento di strutture tali da garantire un aumento di 176.320 posti addizionali di asili nido. Dall’altra, la legge di Bilancio stanzia 1,1 miliardi a decorrere dal 2026 da destinare alle spese di gestione e del personale di queste strutture.
Si tratta di risorse importanti ma troppo diluite nel tempo e ancora insufficienti.
Per educare altri 176.320 bambini tra zero e tre anni, oltre a quelli che già oggi hanno garantito il servizio, serve molto personale. In Italia le diverse normative regionali impongono un rapporto medio educatore/bambino che, a seconda della fascia di età e della regione varia da 1 a 4 a 1 a 10.
Se si fa una media delle diverse previsioni se ne conclude che servirebbero su tutta Italia almeno 1 educatore ogni 7,4 bambini. Questo significa che nei prossimi anni occorre assumere come minimo 23.827 educatori pedagogici aggiuntivi, garantendo nel mentre l’integrale sostituzione del personale destinato al pensionamento.
Per pagare gli stipendi di questo personale sarebbero necessari almeno 953 milioni di euro. Senza contare il personale ausiliario.
Inoltre, visto che l’Istat nel suo report 2020 su nidi e servizi educativi per l’infanzia attesta che i costi di gestione di un asilo pubblico nel 2017 erano di 8.472 euro per bambino, ciò vuol dire che ai comuni saranno necessari almeno 1 mld e 494 mln di euro per far funzionare i 176.320 posti addizionali previsti.
Non è solo indispensabile quindi aumentare le risorse del fondo di solidarietà comunale portandole almeno a 1,5 milardi. È necessario nel contempo liberare dai vincoli di spesa sulle assunzioni quelle che i Comuni faranno per sostituire e ampliare gli organici degli asili Nido.
Questo per evitare che mentre si potenzia il servizio dove non c’è, lo stesso venga a regredire là dove già è presente.
Rinnovo contratto Servizi Ambientali: unificati pubblico e privato
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Rinnovati e unificati i due contratti del settore dei servizi ambientali per il triennio 2022/2024. Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel hanno sottoscritto con Utilitalia, Confindustria Cisambiente, Assoambiente, insieme alle tre centrali cooperative, Agci, Confcooperative e Legacoop, l’intesa per il rinnovo di un contratto unificato delle lavoratrici e dei lavoratori dei Servizi Ambientali, contratto che mette quindi insieme la parte pubblica e quella privata, interessando circa 100 mila addetti del settore, e che prevede un incremento economico complessivo sul parametro medio per il livello 3A operaio comune di 121 euro. A darne notizia è la Fp Cgil che così commenta: “In una fase così delicata per il paese con questo rinnovo teniamo i salari agganciati all’inflazione, evitando quindi perdita di potere d’acquisto per le lavoratrici e i lavoratori del settore, e otteniamo il contratto unico di settore: un processo di unificazione, antica rivendicazione sindacale, che assume una dimensione politica e contrattuale significativa e determinante per affrontare le trasformazioni in atto nel settore”.
Il contratto in sintesi, fa sapere la Fp Cgil, prevede sulla parte economica un trattamento economico complessivo costituito da: incremento delle retribuzioni base parametrali, incremento elementi variabili, trattamenti economici in materia di welfare, elemento retributivo aggiuntivo di produttività e una copertura economica per il periodo dal 1° gennaio al 30 giugno 2022. L’incremento economico complessivo, quindi, sul parametro medio per il livello 3A operaio comune è di 121 euro. Sulla parte normativa relativa alle relazioni sindacali, segnala la Fp Cgil, viene rafforzata la titolarità delle segreterie territorialmente competenti stipulanti il Ccnl dei servizi ambientali, congiuntamente alle Rsu, la cui rielezione nelle modalità e nei termini saranno oggetto di apposita imminente futura intesa tra Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel.
Sempre sul fronte normativo si ampliano le materie oggetto di contrattazione aziendale e d’intesa tra le parti e sul fronte provvedimenti disciplinari vengono affermate tre fasi di gradualità sulle sospensioni, ridimensionando gli effetti negativi del Jobs Act. Confermato il pagamento delle festività aggiuntive, che era stato motivo di aspro confronto per completare il percorso di unificazione contrattuale, e viene esteso il fondo di assistenza sanitaria integrativa Fasda anche ai lavoratori con contratto a tempo determinato di almeno 12 mesi, purché continuativi anche su anni diversi. La parte legata allo sviluppo del welfare (previdenza e assistenza) prevede l’ncremento mensile di 17 euro.
Raggiunto poi l’accordo per il versamento volontario delle quota di anzianità maturanda maggiorata del 10% a carico dell’azienda per i giovani che si iscrivono presso il Fondo Previambiente. Infine accordo sulle modalità di prosecuzione delle trattative per il perfezionamento dell’intesa sul rinnovo, tra cui classificazione del personale, tempi di vestizione, normativa in tema di avvicendamento del personale nei cambi di appalto e altro.
Dopo aver concluso decine di assemblee con lavoratori e lavoratrici e aver appurato il consenso quasi totale si conferma la volontà di sottoscrivere il nuovo accordo per il rinnovo del CCNL dei servizi ambientali per il periodo 2022/2024!
Rinnovo contratto Funzioni Locali: il punto della trattativa
In data 27 giugno 2022 è proseguito il negoziato per il rinnovo del CCNL delle Funzioni Locali per il triennio 2019-2021.
L’ARAN ha proposto un testo che presenta alcune differenze ed aggiunte rispetto al precedente. La differenza più rilevante è la scomparsa dei contenuti che precedentemente descrivevano la sezione del personale scolastico educativo. Scompaiono l’area d’inquadramento intermedia, gli articoli che disciplinano l’attività dei diversi servizi e una parte delle relazioni sindacali del settore. L’ARAN ha motivato questa scelta sostenendo che, a fronte di una sostanziale contrarietà delle OO.SS. sul testo precedentemente prodotto, ne presenterà uno diverso nel prossimo incontro.
L’ARAN ha poi illustrato le principali integrazioni al vecchio testo che riguardano: la nuova disciplina dell’indennità di specifiche responsabilità; la sezione della Polizia Locale; la sezione del personale iscritto agli ordini professionali. La nuova disciplina delle specifiche responsabilità proposta supererebbe la distinzione tra particolari e specifiche responsabilità autorizzando, per tutte le responsabilità individuate, l’attribuzione di un’indennità fino a un massimo di 3000 euro.
Inoltre l’elenco delle responsabilità per cui è possibile riconoscere l’indennità si arricchirebbe aggiungendo a quelle individuate dal vecchio articolo anche altre, quali: “specifiche responsabilità derivanti da compiti di tutoraggio o coordinamento di altro personale” oppure “specifiche responsabilità derivanti da incarichi che possono essere assegnati anche temporaneamente a dipendenti direttamente coinvolti in progetti del PNRR: project manager e personale di supporto”.
Restano oggetto di contrattazione i criteri generali per l’attribuzione. La sezione della Polizia Locale verrebbe integrata da una previsione che riconosce al personale che risulti titolare di funzioni di coordinamento, connesse al maggior grado rivestito ai sensi della legge n. 65/1986, dei “differenziali economici” maggiorati rispetto a quelli riconosciuti al personale della stessa area che non ricopra lo stesso grado. La sezione dedicata al personale che per l’esercizio delle rispettive mansioni debba essere iscritto ad un ordine professionale, si sostanzia di un solo articolo che, come per il personale addetto al coordinamento della Polizia Locale, prevede dei “differenziali economici” maggiorati rispetto al restante personale.
Abbiamo replicato ad ARAN facendo alcune puntualizzazioni sul testo ed avanzando critiche alle principali integrazioni. Sulla sezione degli educativi abbiamo ribadito che la proposta deve rispondere alle esigenze del corretto inquadramento del personale oltre che dover individuare le soluzioni degli annosi problemi interpretativi legati a calendario scolastico e orario di lavoro. In merito alla nuova disciplina dell’indennità di specifiche responsabilità abbiamo apprezzato il fatto che si superi il tetto massimo per le particolari responsabilità e il fatto che si integrino le casistiche per cui può essere attribuita. Perché però l’indennità possa evolvere verso un più compiuto sistema di incarichi pensiamo chela proposta debba essere integrata prevedendo, tra l’altro:
a) un livello massimo di indennità più alto;
b) che siano oggetto di contrattazione non solo i criteri di attribuzione ma anche la gradazione in ragione della complessità dell’incarico e l’individuazione di ulteriori responsabilità che integrino l’elenco esemplificativo previsto dall’articolo.
Sulla sezione della Polizia Locale abbiamo fatto presente che
a) la proposta fatta è insufficiente perché tende a subordinare nel breve periodo il riconoscimento del coordinamento al fatto che enti abbiano attivato o meno attivato l’istituto delle progressioni economiche, ingenerando disparità tra personale che in diversi enti svolge lo stesso ruolo;
b) sarebbe necessaria una soluzione con effetti più omogenei che potrebbe essere perseguita attraverso una rivisitazione dell’indennità di funzione o comunque una soluzione di tipo ordinamentale;
c) sarebbe necessario alzare il valore massimo delle indennità di funzione e di servizio esterno sezione e di aggiornare quella di vigilanza ferma al 2002;
d) prevedere la cumulabilità dell’indennità di ordine pubblico con le altre indennità contrattuali;
e) prevedere la possibilità di esonero dai turni e servizi disagiati e gravosi del personale con età o anzianità di servizio elevate come avviene per la Polizia di Stato.
Sulla sezione del personale iscritto agli ordini abbiamo fatto presente che:
a) non c’è alcuna previsione in merito all’iscrizione all’albo professionale a carico dell’ente;
b) il riconoscimento della maggiorazione a carico dei differenziali economici presentagli stessi limiti dell’analoga proposta fatta per il personale di Polizia Locale;
c) anche in questo caso sarebbe necessario lavorare piuttosto sul sistema degli incarichi;
d) vanno previste norme e profili specifici per il personale socio-sanitario.
Abbiamo infine ribadito che per noi risulta inaccettabile un impianto che non preveda una quarta area per le elevate qualificazioni; che non preveda un’unica area degli operatori con un doppio punto d’ingresso; che non riconosca il giusto inquadramento professionale ai profili che hanno conosciuto in questi anni un’evoluzione professionale, in primis quelli del settore educativo; che non risolva il problema del festivo infrasettimanale. L’ARAN ha replicato registrando le posizioni emerse e proponendo un appuntamento per martedì 5 luglio. In quella data verrà fissato un calendario con l’obiettivo di accelerare il più possibile la conclusione del CCNL.
Sanità: sottoscritta l'ipotesi di accordo del rinnovo del contratto nazionale!
Sottoscritta l’ipotesi di Contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto di Sanità Pubblica per la vigenza 2019/2021 che interessa 545 mila lavoratrici e lavoratori.
Accordo firmato in serata da Aran e dalle organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Nursind e Nursing Up che esprimono “grande soddisfazione per un risultato importante e atteso da tempo”.
“Con questo rinnovo, a fronte delle risorse stanziate dal governo, riconosciamo salario, diritti e tutele a lavoratrici e lavoratori che in questi anni difficili hanno affrontato l’emergenza pandemica garantendo la tenuta del Servizio sanitario nazionale e la salute dei cittadini. Il contratto riconosce a queste lavoratrici e lavoratori un importante riconoscimento del valore e dell’impegno profuso, sia sul fronte del salario che su quello dei diritti, e rappresenta un punto di partenza per un effettivo rilancio del Servizio sanitario, che dovrà passare adesso da maggiori risorse e da assunzioni stabili”, concludono i sindacati.
Sanità: Landini, grande soddisfazione per intesa raggiunta sul rinnovo contratto
“Esprimiamo grande soddisfazione per la sottoscrizione del contratto nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità pubblica. Dopo anni difficili, durante i quali il personale del sistema sanitario nazionale ha affrontato l’emergenza pandemica pagando un costo enorme, arriva il primo giusto e necessario riconoscimento sia sul versante economico che sul versante dei diritti”. È quanto afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in merito alla sottoscrizione dell’intesa per il rinnovo del contratto nazionale della Sanità Pubblica.
“Siamo soddisfatti per la definizione di un contratto importante, dopo una trattativa difficile, che le lavoratrici e i lavoratori aspettavano si sbloccasse da tempo. Si apre una stagione nuova per il riconoscimento del lavoro nella sanità pubblica del nostro paese. Il contratto è un diritto riconquistato, ora ci aspettiamo un grande investimento nell’occupazione e nel Servizio sanitario nazionale”, conclude Landini.
Ausl Imola: lavorare in sicurezza è un diritto!
La sicurezza sui luoghi di lavoro vede da sempre la Cgil in campo per la garanzia della tutela delle lavoratrici e lavoratori. Già da mesi la Funzione pubblica Cgil di Imola denuncia alla Direzione Ausl di Imola il tema delle aggressioni al personale. L’ultima è di alcuni giorni fa ed ha coinvolto gli operatori del Pronto Soccorso.
Questo significa solo una cosa: che la Direzione Ausl non ha affrontato con la giusta sollecitudine il tema della sicurezza sottovalutando la problematica.
Apprendiamo dalla stampa che la Direzione Ausl incontrerà nei prossimi giorni presso la Prefettura le forze dell’ordine per definire delle modalità che permettano di intervenire per la sicurezza degli operatori da parte di chi ha la competenza e la formazione per farlo.
Sicuramente l’Ausl avrebbe dovuto chiedere prima l’apertura di questo tavolo. E il fatto di apprendere di questo incontro dalla stampa è la prova concreta di come l’Ausl intenda le relazioni sindacali anche su temi sollevati dalle organizzazioni sindacali stesse.
L’adozione di opportune misure di prevenzione e protezione dei lavoratori devono essere intese quali obiettivi di primaria importanza. Vanno rimossi i fattori che favoriscono le aggressioni, attraverso le modifiche degli spazi e dell’organizzazione del lavoro, oltre a cambiamenti procedurali e addestramento del personale.
Non è possibile che gli operatori che si occupano della salute delle persone, mettano a rischio la propria.
Tra gli obblighi del datore di lavoro rientra la valutazione di tutti i rischi, non solo quelli legati all’attività svolta, ma anche quelli a danno della salute fisica e psichica dei lavoratori e delle lavoratrici.
Il rischio di aggressione è alla base dello stress lavoro correlato, dato che aumenta il senso di insicurezza percepita nel luogo di lavoro.
L’Azienda deve garantire un ambiente di lavoro sicuro, per la tutela della sicurezza dei lavoratori e della qualità del servizio erogato.
Riteniamo fondamentale che l’Azienda provveda a dare concreta applicazione a quanto contenuto nella raccomandazione n.8 del Ministero della Salute: “Raccomandazione per prevenire gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari”, nonché attivare ogni strategia al fine di contrastare il fenomeno delle aggressioni.
Nessun contesto è privo di rischio di aggressione. Tenuto conto della multifattorialità delle cause, per poter decidere che azioni mettere in campo dovranno essere coinvolti, a nostro avviso, tutti gli attori tra cui gli operatori stessi, i rappresentanti della sicurezza, le rappresentanze sindacali, i responsabili della formazione, ecc…
Secondo la Fp Cgil è necessario avere una presenza fissa h 24 all’interno dell’ospedale con sede nel Pronto Soccorso, che possa intervenire in caso di emergenza nei vari servizi.
Valutare l’apertura chiusura porte con “pulsante” o con codice (come presente in altri pronto soccorso), fast track con percorsi mirati per pazienti con problematiche psichiatriche o con sospetti abusi di alcool/stupefacenti/psicofarmaci.
Questo è quanto avviene già in altri Pronto soccorso dove si sono verificate problematiche simili.
Le segnalazioni sindacali non sono fatte per fare perdere tempo e i fatti ce lo dimostrano. La Funzione pubblica Cgil pretende relazioni sindacali più puntuali e soprattutto più veloci perché le lavoratrici e i lavoratori, su temi come la sicurezza, gli organici, la sostituzione del personale assente, le risorse economiche da destinare alla contrattazione, devono avere risposte certe, sollecite e concrete.
La qualità del lavoro e conseguentemente la qualità dei servizi resi ai cittadini dipende da tutti questi fattori.
Elezioni RSU 2022 - Siamo ancora il primo sindacato del pubblico impiego in Emilia-Romagna
Ancora una volta siamo il primo sindacato con il 43% dei voti, in aumento rispetto alla precedente tornata elettorale del 2018.
Importante elemento democratico: 75000 persone si sono recate alle urne ad esercitare questo diritto per scegliere quale sindacato debba rappresentarle in un contesto dove le assenze da covid erano rilevanti e con una spinta importante, di alcuni sindacati, al rinvio di questo appuntamento per il secondo anno consecutivo.
Funzioni locali:
In questo comparto, ancora una volta, siamo il primo sindacato con il 54% dei voti e con un distacco rispetto al secondo sindacato di due volte e mezzo. Sottolineiamo come la strana alleanza tra il sindacato SULPL – DICCAP (che esprime un forte corporativismo) e USB (che dichiara l’unità del lavoro) non ha funzionato infatti, CSE FLPL ha perso quasi l’1%.
Sanità:
Anche nella Sanità siamo il primo sindacato con il 36,5 % dei voti. In questa realtà, sfiancata dalla pandemia, vediamo come i sindacati cosiddetti autonomi che fanno della divisione del mondo del lavoro il fulcro del loro agire, vanno incontro ad un secco arretramento.
Funzioni Centrali:
Ci confermiamo il primo sindacato delle Funzioni centrali con il 31,5% dei voti e registriamo l’aumento più significativo rispetto al 2018, + 3%. Sottolineiamo come Confintesa, il sindacato che durante la campagna elettorale distribuiva premi in denaro a chi organizzava una lista, dimezza quasi il consenso del 2018.
Senza nuove risorse non si può garantire il diritto alla salute
Condividiamo le preoccupazioni di Donini, senza nuove risorse è inimmaginabile garantire il diritto alla salute.
Condividiamo pienamente le preoccupazioni dell’assessore regionale Raffaele Donini nel denunciare il mancato finanziamento della sanità per l’anno in corso. Una situazione drammatica che, senza interventi in tempi brevissimi, rischia di provocare un grave inasprimento delle relazioni all’interno delle aziende, tra chi ha responsabilità di governo, professionisti, rappresentanti politici, organizzazioni sindacali e utenti, che mette a rischio la tenuta e la qualità dei servizi.
Nella sostanza, il finanziamento del fondo sanitario nazionale è stato aumentato di una quota complessiva pari a 2 miliardi di euro, risorse già vincolate su voci di bilancio predefinite (tra i quali ci sono i rinnovi dei contratti di lavoro dei dipendenti della sanità, relativi al triennio 2019-2021, peraltro già scaduti ancora prima di essere firmati).
Vengono a mancare invece i finanziamenti speciali previsti nei decreti emergenziali per la lotta al coronavirus erogati nel 2020 e nel 2021, come se la situazione legata alla pandemia fosse scomparsa. Verrebbe lecito chiedersi come si può, senza risorse, mantenere l’attuale impianto per la gestione della pandemia, potenziato in questi due anni per affrontare l’emergenza sanitaria.
In mezzo a questa crisi del sistema sanitario, rischia di rimetterci chi ci lavora e i cittadini. A breve, in alcune aziende non ci saranno i soldi per pagare le quota di produttività al personale, mentre chi usufruisce dei servizi si ritroverà presto con strutture in grandissima sofferenza proprio per la carenza di personale. Senza risorse aggiuntive è infatti inimmaginabile il mantenimento dell’attuale assetto organizzativo.
Così non va, lo diciamo con forza al ministro della Salute, al ministro dell’Economia e al Parlamento. Metteremo in atto tutte le azioni di mobilitazione possibile, perché se la tutela della salute è ancora un diritto costituzionale, allora urge un provvedimento che finanzi il nostro sistema sanitario.
Contratto funzioni locali - Il punto sulla trattativa
In data 4 maggio 2022 è proseguito il negoziato per il rinnovo del CCNL delle Funzioni Locali per il triennio 2019-2021.
L’Aran ha inviato un ulteriore testo aggiornato rispetto alla precedente riunione ma in cui erano presenti solo integrazioni secondarie. Le integrazioni in questione riguardavano il trattamento del personale in distacco sindacale, la destinazione di una percentuale del salario accessorio al welfare integrativo, il rimborso delle spese del personale in trasferta, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro del lavoro da remoto.
Nell’esaminare il testo siamo partiti dall’approvazione, in sede di comitato di settore, dell’atto di indirizzo che destina al comparto le risorse per affrontare i temi connessi alla riforma del sistema di classificazione, alle sezioni contrattuali, al sistema indennitario, al salario accessorio.
Abbiamo pertanto sottolineato che ormai non ci sono più scuse per affrontare in maniera diretta e ancora più del merito questi temi, partendo dalle nostre proposte che abbiamo puntualmente ricordato all’ARAN con particolare riferimento:
- all’introduzione di un’Area per le elevate professionalità; alla corretta riclassificazione dei profili;
- all’introduzione di un sistema indennitario più efficace nel riconoscere la professionalità dei lavoratori;
- alla revisione e la scrittura delle sezioni professionali.
Nel merito delle proposte odierne abbiamo fatto alcuni rilievi evidenziando che mancano:
- nelle relazioni sindacali alcune materie in primis quelle relative al calendario scolastico dei servizi educativi;
- sulla destinazione di quote del salario accessorio al welfare integrativo abbiamo ribadito il nostro no.
Mentre abbiamo apprezzato il richiamo alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nel lavoro da remoto e ci siamo riservati di far pervenire una nuova formulazione sull’articolato relativo alla transizione di genere.
L’ARAN ha registrato i punti di convergenza delle OO.SS. in particolare sulla nostra proposta in merito alle relazioni sindacali per il calendario scolastico nei settori educativi e sulle sezioni professionali, anticipando possibili controproposte e ulteriori scritture. Il tavolo è stato quindi aggiornato al giorno 16 maggio alle ore 10.30.
Firmato il nuovo contratto delle Funzioni Centrali
Firmato in via definitiva il nuovo contratto delle Funzioni Centrali, triennio 19/21. Dopo il via libera definitivo da parte della Corte dei Conti, Aran (l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) e sindacali hanno posto sul testo la firma definitiva.
Un contratto, lo hanno definito in estrema sintesi il segretario nazionale della Fp Cgil, Florindo Oliverio, e la segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti, “innovativo che riconosce diritti e un adeguato riconoscimento economico alle lavoratrici e ai lavoratori delle Funzioni Centrali ma che, soprattutto, affronta il tema della revisione degli ordinamenti e della valorizzazione delle professionalità, insieme alla contrattualizzazione del lavoro agile”.
Gruppo Kos, così non va - Il 3 maggio presidi davanti alle strutture
Gruppo Kos, così non va. L’Emilia-Romagna non è un bancomat, la Regione intervenga. Il 3 maggio presidi davanti alle strutture interessate.
Nessuna mediazione al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali tra il gruppo KOS e le organizzazioni sindacali, riguardo al passaggio del personale del gruppo dal contratto ARIS-AIOP Sanità al contratto ARIS RSA (con salari più bassi e meno diritti).
È grave che un grande gruppo industriale, con ricavi in crescita, decida autonomamente di calare i salari, in una regione dove è garantita la fornita dei servizi ospedalieri e le tariffe sono aumentate.
Questo infatti è quel che sta accadendo: attraverso una cessione di un ramo d’azienda, al personale trasferito nella nuova società verrà applicato un contratto peggiorativo rispetto ai salari e i diritti attualmente riconosciuti. Ma il lavoro che queste lavoratrici e questi lavoratori saranno chiamati a svolgere è lo stesso di prima. Un’ingiustizia inaccettabile.
Abbiamo chiesto un incontro alla Regione, alla quale chiediamo un impegno per creare i presupposti perché ciò non accada. E perché si possa consolidare un modello che, attraverso le relazioni sindacali, getti le basi per la tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori intesa come elemento di miglioramento della qualità del lavoro e per la crescita economica e sociale del nostro territorio.
C’è bisogno di lavorare insieme per la tutela del lavoro di qualità e delle persone, donne e uomini che lo garantiscono. Per questo, oltre a proseguire la vertenza a tutela dei diritti di chi lavora e della garanzia dei servizi, il prossimo 3 maggio organizzeremo presidi davanti alle tre strutture interessate alla cessione del personale: alla clinica Villa Azzurra a Riolo Terme (Ravenna), al centro Cardinal Ferrari a Fontanellato (Parma) e alla clinica Villa Pineta a Pavullo (Modena).
Marco Blanzieri, FP CGIL Emilia-Romagna
Carmela Lavinia, CISL FP Emilia-Romagna
Paolo Palmarini, UIL FPL Emilia-Romagna