Trattativa per il rinnovo del contratto Sanità Pubblica. A che punto siamo?

Nella mattinata del 25/6/2024 è proseguita la trattativa per il rinnovo CCNL 2022/24 comparto sanità pubblica.

A fronte di un testo inviato alle OO.SS. con proposte di modifica da parte dell’ARAN nelle sezioni inerenti alle relazioni sindacali, l’orario di lavoro, la pronta disponibilità, prestazioni aggiuntive ed attività di supporto, ciascuna organizzazione ha espresso valutazioni e proposto modifiche del testo.

Dal canto nostro, abbiamo ribadito l’importanza di individuare nel contratto una serie di meccanismi che rendano attrattivo il settore, al diritto alla gestione delle ferie troppo spesso non pienamente disponibile e troppo spesso soggette ad abbattimento indotto o forzoso da parte delle organizzazioni aziendali ed abbiamo confermato l’indisponibilità ad arretramenti in merito a conquiste ottenute con il precedente contratto, come nel caso della pronta disponibilità.

Abbiamo rilanciato la necessità di individuare dei meccanismi di tutela in un contesto di progressivo invecchiamento dei lavoratori, di rendere l’organizzazione del lavoro meno rigida e più attenta ai bisogni di vita dei singoli, ponendo particolare attenzione e della necessità di investire sulla formazione riservando almeno 2 ore a settimana all’aggiornamento professionale ed all’assolvimento degli obblighi in fatto di ECM.

Quanto alle relazioni sindacali è indispensabile ora più che mai riappropriarci di numerose materie che lasciano la possibilità alla azienda di prendere decisioni unilaterali nei confronti dei lavoratori senza passare per la contrattazione e di regolamentare tutto il settore delle prestazioni aggiuntive anche al fine di evitare lo sfruttamento dei professionisti per far fronte alle gravi carenze di organico.

Questa richiesta, neppure troppo nascosta, di aumento dell’orario di lavoro di fatto per guadagnare qualcosa in più a fronte di uno stanziamento del governo che copre a malapena un terzo dell’aumento dei prezzi che le lavoratrici e i lavoratori hanno dovuto fronteggiare nel triennio è, al momento, la cifra principale delle proposte dei datori di lavoro.

E’ evidente che si tratta di un approccio che non fa che confermare tutte le ragioni della nostra mobilitazione, che prosegue, a tutti i livelli, per rivendicare più risorse per finanziare il contratto, garantendo così salario e condizioni di lavoro più adeguate

Il tavolo è stato riaggiornato al 29 luglio, vi terremo aggiornati.


immagine bandiera italiana

Premierato: una verticalizzazione del potere senza precedenti e senza paragoni nelle democrazie occidentali

Un’organizzazione come la Cgil, un sindacato confederale che ambisce a far partecipare il mondo del lavoro alla vita democratica del Paese e a incidere sulle scelte politiche generali, non può che manifestare tutta la sua contrarietà al Disegno di Legge sul Premierato, approvato lo scorso 18 giugno in prima lettura dal Senato della Repubblica.

Se questo progetto diventasse legge saremmo di fronte a una formidabile verticalizzazione del potere, senza precedenti e senza paragoni in Occidente. La nostra democrazia cambierebbe completamente i suoi connotati, risultandone sfigurata, ridotta a un guscio vuoto. Le persone che rappresentiamo, lavoratori e pensionati verrebbero trasformate in popolo indistinto, chiamato a votare una delega in bianco ogni cinque anni a favore di chi concentrerebbe nelle sue mani ogni decisione, senza dover rendere conto a nessuno per l’intero mandato. In questo scenario, non solo le organizzazioni sindacali, ma gli stessi partiti politici, i corpi intermedi e la società civile in generale conterebbero poco o nulla.

Per queste ragioni intendiamo utilizzare tutti gli strumenti democratici a disposizione per difendere la centralità del Parlamento, il ruolo di garanzia del Presidente della Repubblica e l’equilibrio dei poteri sancito dalla nostra Costituzione.


fp cgil parma sanità in crisi

FP CGIL Parma: "Preoccupa lo stato di salute della Sanità del nostro territorio"

“Sottofinanziamento, mancanza di una strategia complessiva e carenza di personale nelle due Aziende Sanitarie della provincia”

La Fp Cgil di Parma insieme a tutti i livelli dell’organizzazione è impegnata da anni in una mobilitazione in difesa della sanità pubblica, del suo finanziamento, e dello “stato di salute” sia nazionale che territoriale.

“La mobilitazione continua perché riteniamo che il periodo della pandemia non abbia insegnato abbastanza, soprattutto in tanti hanno già dimenticato quanto una sanità pubblica e universale sia fondamentale nell’affrontare emergenze ma soprattutto quanto sia fondamentale nella quotidianità delle persone e della loro cura.”

Il sottofinanziamento del sistema, è di fatto cronico e continuo, questo mette in crisi l’intero sistema che difficilmente potrà reggere nelle situazioni attuali.

A livello territoriale e provinciale non possono non sentirsi gli effetti delle problematiche nazionali per questo riteniamo che la situazione a nostro modo di vedere venga dipinta più rosea di quello che effettivamente è.

La situazione del personale nelle due Aziende Sanitarie della provincia con intensità diverse, è preoccupante perché constatiamo dai nostri punti di ascolto, un personale stanco e demotivato non solo perché non remunerato adeguatamente ma soprattutto perché considerato solo un numero e non una risorsa.

In Azienda Ospedaliero Universitaria la pressione sulle lavoratrici e i lavoratori in servizio è pesante e non più sopportabile, i richiami in turno sono continui, la maggior parte delle unità operative ha turni che superano le 36 ore, la prova sono il monte di ore e di ferie residue non godute.

Sono diverse le motivazioni di queste carenze di figure professionali: sicuramente il
rispetto dei tetti di spesa del personale vincola le aziende ma vi sono altre motivazioni più specifiche degne di attenzione.

Una città poco “accogliente” dal punto di vista del costo della vita, del costo degli affitti, elementi che portano a fare scelte differenti ai professionisti sanitari e addirittura li porta a valutare altre soluzioni lavorative.

Un numero ormai non sufficiente a coprire il fabbisogno provinciale.

Crediamo però che le nostre aziende sanitarie, al netto dei proclami entusiastici fatti anche a mezzo stampa, stiano agendo in modo non sempre adeguato ai problemi importanti e concreti che si trovano davanti e che da anni le organizzazioni sindacali sottolineano.

“A nostro modo di vedere manca una strategia complessiva in grado di sopperire alle problematiche citate perché troppo impegnati a tenere gli equilibri politici del territorio e non a dare risposte concrete ai propri dipendenti.”

I Cau non solo non funzionano come dovrebbero, ma pur essendo un servizio in capo alle cure primarie, ancora ad oggi non hanno personale dedicato e stanno dando risposte solo grazie all’impegno del personale che fa di tutto per riuscire a dare risposte ai cittadini.

Al problema delle liste di attesa sono state date soluzioni precarie e fragili, sdoganando di fatto anche la partecipazione del privato accreditato, senza mai proporre o prospettare percorsi assunzionali strutturati, percorsi imposti anche dall’importante accordo regionale sottoscritto tra Organizzazioni confederali, di categoria e Regione in aprile 2024.

Accordo che sancisce anche l’incremento dei fondi per dare continuità a percorsi di carriera e continuare il percorso di contrattazione integrativa.

Di contro, notiamo tentativi di riorganizzazione che mancano di programmazioni definite e strutturali, anzi, vi è un susseguirsi di istituzioni di incarichi dirigenziali, di dipartimenti fatti ad personam, incarichi 15 septis ad esterni quando da tempo professionisti sono in attesa di veder riconosciuto l’impegno e l’attaccamento alle Aziende, vediamo in queste settimane un numero alto di dimissioni e uscite dalle aziende sanitarie verso il mondo privato.

Abbiamo bisogno di risposte

“Come Fp Cgil nel porre questi temi, tra l’altro posti più volte ai tavoli sindacali, vorremmo che il disagio delle lavoratrici e lavoratori trovasse risposte perché le pacche sulle spalle ormai non sono più sufficienti, come non è più tollerabile la mancanza di decisioni strategiche in nome di percorsi che senza norme nazionali non potranno essere attuate.”

Abbiamo sempre creduto nelle buone relazioni sindacali gestite con trasparenza e soprattutto crediamo nelle istituzioni che gestiscono il bene comune ma allo stato attuale, nella gestione delle due aziende questi temi sembrano non essere presenti.

“La Fp Cgil valuterà le più opportune azioni da mettere in campo per il presente e per il futuro per fare in modo che le risposte vengano date e per la tutela generale delle lavoratrici e lavoratori.”


Istituzione dell'albo dei Pedagogisti e degli Educatori socio-pedagocici dell'Emilia-Romagna

La Legge 55 del 15/04/2024 prevede l’istituzione dell’Albo dei Pedagogisti e dell’Albo degli Educatori Professionali Socio-Pedagogici.

Il Tribunale di Bologna ha nominato il Commissario per la formazione degli albi. È possibile presentare la domanda per l’albo dell’Emilia-Romagna presso il Tribunale di Bologna entro il 6 agosto 2024.

A chi sono rivolti gli albi?

Ai pedagogisti, agli educatori socio-pedagogici e agli educatori dei servizi educativi per l’infanzia.

Come si presenta la domanda?

Per presentare domanda di iscrizione presso l’albo dell’Emilia-Romagna le due modalità indicate dal Tribunale sono le seguenti:

  • presso l’Ufficio Albo CTU del Tribunale di Bologna (Via Farini, 1), dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.00;
  • a mezzo raccomandata a/r indirizzata “al Commissario per la formazione degli albi dei pedagogisti e degli educatori socio-pedagogici” presso il Tribunale di Bologna, Via Farini 1, Bologna.

Su ogni istanza dovrà essere apposta una marca da bollo da 16 euro.

L’iscrizione all’Albo è necessaria per l’esercizio della professione.

Le iscrizioni entro il 6 agosto 2024 sono finalizzate alla formazione degli albi ed alla costituzione dell’Ordine regionale delle professioni pedagogiche ed educative. A far data dalla costituzione dell’Ordine verrà normato anche il suo funzionamento.

Se hai richieste di chiarimenti chiama il tuo funzionario territoriale della FP CGIL!

Trova la sede più vicina a te!

Raggiunta l'ipotesi di accordo integrativo all'AUSL Romagna!

Dopo diversi anni in Ausl Romagna si riparte con la contrattazione di secondo livello applicando i principi del contratto nazionale 19/21 valorizzando il personale con DEP (ex fasce) e Incarichi di Funzione. Come tutti gli accordi andrà migliorato e contiamo di farlo a Ottobre con gli altri punti che abbiamo formalizzato all’azienda in data 8 Maggio.

L’ipotesi di accordo prevede:

  • 1.600.000 € per DEP (ex PEO);
  • 1.000.000 € per DEP 2025 legati alle cessazioni 2024 più tutte le risorse proprie del fondo 102 a seguito dell’incremento del fondo 103 legato ai decreti emergenziali e salario accessorio per effetto dell’ accordo regionale del 19 Aprile;
  • 1.580.000 € per valorizzazione incarichi di funzione nuovi e rivalutazione di quelli in essere;
  • 318.000 € per progetti che interessano l’ area tecnica e amministrativa;
  • 2.258.000 € finanziamento di politiche di conciliazione dei tempi di vita e lavoro;
  • In attesa delle assunzioni che sono state già state deliberate fino a Settembre la remunerazione delle assenze improvvise nelle 24 ore con una tariffa oraria di 50 euro per il personale sanitario e 30 euro per il personale OSS e Autisti di ambulanza.

Per quanto riguarda la Mensa:

  • 441.000 € per valorizzare di 1,05 ad accesso del dipendente alle mense interne o ai punti sostitutivi convenzionati erogati in due tranche Ottobre 2024 e Marzo 2025 a partire da metà Luglio;
  • Aumento di 1 euro del buono pasto fruito nei punti sostitutivi convenzionati con uno studio di fattibilità per renderli cumulabili;
  • Estensione della fascia di fruibilità fino alle ore 16,30;
  • Modifica del regolamento mensa con relativa eliminazione dell’ obbligo di rientro per un’ora e trenta alla riapertura del confronto.


Comune di Parma: Raggiunta l'Intesa sul Contratto Decentrato 2024

Dopo due mesi di trattative, siglato il contratto decentrato del Comune di Parma per il 2024

Manzotti, FP CGIL Parma: “Riteniamo buoni i risultati raggiunti”

Dopo circa due mesi di trattative, il 24 giugno è stato finalmente sottoscritto il Contratto Decentrato Integrativo del Comune di Parma per l’anno 2024. Ruggero Maria Manzotti, segretario generale FP CGIL Parma, ha commentato: “Riteniamo buoni i risultati raggiunti nell’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori del Comune di Parma.”

Contenuti dell’Intesa

Nuovo Regolamento sul Lavoro a Distanza: Entrerà in vigore il primo settembre 2024 e disciplinerà il lavoro agile e da remoto, favorendo la conciliazione tra vita privata e lavoro.

Differenziali Stipendiali: Continuerà il percorso delle progressioni orizzontali, garantendo nuovi aumenti per la Polizia locale.

Fondo Salario Accessorio: Confermate le somme per la produttività, con un aumento dell’indennità per i dipendenti dei front office.

Welfare Aziendale: Confermato il contributo per il trasporto pubblico urbano e l’aumento del buono spesa per tutti i dipendenti.

Regolamento per gli Incentivi Tecnici: Approvato il regolamento basato sul nuovo codice degli appalti pubblici, promuovendo maggiore trasparenza ed equità.

Utilizzo delle Risorse da Recupero dell’Evasione dei Tributi Locali: Il sindacato si impegna a monitorare attentamente l’applicazione di questo strumento.

“Questa contrattazione – aggiunge Manzotti – è durata circa due mesi e ci ha visti impegnati al tavolo delle trattative, come sempre, in maniera chiara e determinata. Ringraziamo tutte le RSU per il lavoro paziente e costante svolto anche in questa occasione e, con loro, da settembre riprenderemo il confronto sugli altri importanti argomenti che volta per volta la parte pubblica porterà ai tavoli di contrattazione.”

Prossimamente saranno calendarizzate le assemblee per i vari settori per esporre i contenuti del contratto decentrato 2024.



«Aumentare il divario tra le regioni mette a rischio anche la nostra sanità» Il commento del segretario generale Marco Bonaccini

Da un’intervista del Corriere di Romagna

Il segretario regionale della Fp Cgil Marco Bonaccini: «Vantaggi soltanto a breve termine, aumenterà la migrazione sanitaria e sarà difficile reggere»

«Anche un sistema attrattivo come il nostro verrà affondato sotto i colpi di una domanda che non potrà reggere»

«Mantenere il nostro livello di eccellenza come sanità regionale sarà sempre più difficile. Nessuno si illuda che dare maggiori risorse alle regioni considerate più ricche possa essere un vantaggio, forse lo sarà nel breve periodo, ma non nel lungo. Perché se una parte della nave va a fondo prima o dopo va a fondo tutta la nave».

A parlare sugli effetti dell’autonomia differenziata sulla sanità emiliano romagnola è Marco Bonaccini, segretario regionale della Fp Cgil Emilia Romagna, alle prese in questi giorni con l’analisi di una riforma di cui si percepisce il senso, ma molto meno i contorni.

«La verità è che stiamo parlando di un colossale punto interrogativo – spiega Bonaccini – La traduzione concreta di quanto approvato in parlamento resta un’incognita. Parliamo di una legge che in realtà non conosciamo, dove si parla di criteri, ma poco di sostanza e di risorse»

Bonaccini, pur con tutte le sue criticità ancora presenti (vedi liste d’attesa), la sanità emiliano romagnola resta un’eccellenza a livello nazionale, crede che l’autonomia differenziata possa intaccare i suoi livelli attuali?

«Mantenere quei livelli sarà sempre più difficile. Il primo effetto sarà però quello di una divaricazione territoriale sempre più marcata; con un sud sempre più in difficoltà a garantire una sanità all’altezza».

Un recente studio della fondazione Gimbe a riguardo parla di “frattura strutturale” tra nord e sud Italia «Quel gap già esistente tra regioni settentrionali e meridionali lo dovremo probabilmente moltiplicare per quattro o per cinque e solo allora capiremo a cosa andiamo incontro».

In che senso?

Dopo un primo apparente vantaggio per le regioni del nord, si incrementerà un fenomeno già esistente che è quello della migrazione sanitaria. Al momento, citando lo stesso studio della Fondazione Gimbe di cui mi parlava, in Emilia Romagna siamo al secondo posto in Italia (dopo la Lombardia) come accoglienza di pazienti che arrivano da altre regioni. Se per la nostra sanità dovessero aumentare i pazienti in maniera così esponenziale come potremo dare una risposta a tutti? Anche un sistema attrattivo come il nostro verrà affondato sotto i colpi di una domanda che non potrà reggere. Ecco perché ritengo che solo in apparenza questa ripartizione aiuti le regioni virtuose».

E per i lavoratori della sanità?

«Anche per loro ci saranno conseguenze di questo gap. Che in parte già vediamo in altri settori. Ci sarà una grande affluenza da altre regioni. Ma se da un lato l’Emilia Romagna sa accogliere lavorativamente, dall’altro ormai ha un costo della vita che rende difficile la loro permanenza. E quindi si creerà un problema di reperimento di personale. Ma mi lasci dire una cosa ulteriore»

Prego

«Parliamo molto di sanità, ma molto meno di socio sanità. Ed è proprio la tenuta del sistema socio sanitario che mi preoccupa di più. Un paziente può uscire da un ospedale con un intervento perfettamente riuscito, ma poi ha bisogno di assistenza. Andiamo incontro ad un invecchiamento della popolazione che nei prossimi 15 anni avrà il suo boom. Ma negli ultimi 25 anni le case dei Comuni, a cui questo sistema è affidato, sono state progressivamente prosciugate dai vari governi che si sono succeduti, anche di centro sinistra va detto, e ora devono fare i conti con tutto questo».

L’alternativa quale sarebbe? Un ritorno al centralismo statale?

«Sono assolutamente contrario a un ritorno al centralismo statale. L’alternativa è un’altra: riequilibrare queste dinamiche. Da un lato parlare di autonomia delle regioni, dall’altro si uccidono i Comuni. Qualcosa è evidente che non va.

Il nodo restano quindi le risorse

«E su questo è ovvio che non possiamo prescindere da una riforma fiscale che non attinga solo dal gettito fiscale sicuro di pensionati e dipendenti come avviene ora.»

Su queste colonne Vasco Errani invocava come argine politico all’Autonomia Differenziata la carta del referendum è d’accordo?

Sì lo sono. Le grandi riforme costituzionali sono state accompagnate nella storia della repubblica da un Referendum. Ed è bene ricordare che spesso ha dato esiti diversi da quelli che i governi si aspettavano.


Allarme a Rimini: Carenza di Personale e Mezzi nei Vigili del Fuoco

Il recente allarme lanciato dalla FP CGIL di Rimini mette in luce una situazione preoccupante: la carenza di personale e mezzi nei Vigili del Fuoco della provincia. I sindacati hanno richiesto l’intervento urgente del sindaco e presidente della Provincia, Jamil Sadegholvaad, per affrontare questa criticità.

Carenza di Mezzi: Una Sola Autoscala per l’Intera Provincia

Attualmente, il Comando Provinciale di Rimini dispone di una sola autoscala. Questa limitazione è particolarmente grave considerando l’elevata concentrazione di hotel, residence e pensioni a più piani presenti nella provincia. La situazione è stata segnalata alla Direzione Regionale del Dipartimento, sottolineando come una singola autoscala sia insufficiente per garantire una risposta efficace ai frequenti eventi climatici estremi che colpiscono sia la costa che l’entroterra.

Supporto Richiesto anche dalla Repubblica di San Marino

In base agli accordi bilaterali tra lo Stato Italiano e la Repubblica di San Marino, l’autoscala e il personale dei Vigili del Fuoco di Rimini potrebbero essere richiesti per interventi di soccorso anche nel territorio sammarinese. Questo aggraverebbe ulteriormente la già critica situazione di carenza di mezzi. Attualmente, è stato dato in uso un mezzo per mettere in sicurezza piante o cornicioni, che però non è omologato per evacuare persone dai piani alti degli edifici, rendendolo inadatto per operazioni di salvataggio.

Grave Carenza di Personale

Il Comando Provinciale di Rimini registra una carenza di almeno 45 unità rispetto all’organico previsto, una riduzione di circa il 20%. Questa carenza è particolarmente preoccupante considerando l’espansione della provincia, che ha inglobato 11 comuni delle Marche, aumentando così il territorio e la popolazione da servire. Durante l’estate, viene aperto il distaccamento di Bellaria – Igea Marina, ma il personale impiegato è lo stesso che opera già in orario straordinario, incrementando il carico di lavoro.

Impatti sul Personale e sulla Capacità di Risposta

La situazione attuale costringe a frequenti cambi turno, riduzione dei periodi di riposo e difficoltà nella programmazione delle ferie, mettendo a rischio la capacità di risposta alle emergenze. Sottolineiamo che questa situazione potrebbe avere gravi conseguenze sulla sicurezza dei cittadini e sulla capacità operativa dei Vigili del Fuoco.

In conclusione, l’allarme lanciato dai sindacati evidenzia la necessità di interventi urgenti per garantire un adeguato livello di sicurezza e operatività nei Vigili del Fuoco di Rimini. È fondamentale che le autorità competenti prendano provvedimenti immediati per affrontare la carenza di personale e mezzi, assicurando così una risposta efficace alle emergenze e la sicurezza della popolazione.


Grave Carenza di Personale in Ausl Romagna: L'Allarme della FP CGIL

Come FP CGIL lanciamo un grido d’allarme riguardo alla situazione critica del personale sanitario in Romagna, in particolare nella provincia di Ravenna. La carenza di operatori socio-sanitari è diventata insostenibile, con doppi turni e richiami dalle ferie che stanno mettendo a dura prova i lavoratori del settore.

Contratti a Breve Termine: Un Ostacolo per le Assunzioni

Uno dei principali problemi che vogliamo far emergere è l’offerta di contratti a soli cinque mesi da parte di Ausl Romagna. Questo tipo di contratto non risulta attrattivo per i professionisti in graduatoria, i quali preferiscono rimanere nelle strutture dove già lavorano con contratti a tempo indeterminato. Il sindacato propone di allungare la durata dei contratti a 24-36 mesi per rendere le posizioni più appetibili e rispondere meglio alle esigenze a lungo termine del settore sanitario.

Il Disegno di Legge del Governo: Tante Promesse, Poche Risorse

Critichiamo anche il recente disegno di legge del Governo, composto da 15 articoli che promettono il superamento del tetto alla spesa sul personale senza però indicare chiaramente le coperture economiche. Senza risorse aggiuntive per il Servizio Sanitario Nazionale, la carenza di personale rimarrà un problema irrisolvibile.

Le Difficoltà delle Procedure di Assunzione

Riconosciamo gli sforzi di Ausl Romagna nel tentativo di assumere personale, soprattutto infermieri, per coprire il turn over fino al 2024. Tuttavia, le procedure di arruolamento e regolarizzazione delle assunzioni richiedono tempi molto lunghi. Inoltre, le assunzioni per la copertura delle ferie estive sono state deliberate con grande ritardo, aggravando ulteriormente la situazione.

Un Periodo Estivo Critico

L’inizio delle ferie estive, l’unico periodo garantito per il riposo del personale, è stato segnato da continui richiami in servizio e richieste di doppi turni. Nei reparti più critici, si stima una mancanza di personale fino al 20%, rendendo la situazione insostenibile. Chiediamo una gestione più puntuale da parte dell’Azienda e un intervento del Governo per garantire i finanziamenti necessari e attuare misure concrete per salvaguardare sia gli utenti che i lavoratori dell’Ausl Romagna.


Le Sfide del rinnovo del CCNL Funzioni Locali 2022-2024

“Le sfide che ha davanti il comparto delle funzioni locali hanno un tasso di complessità molto più alto di quelle che abbiamo in alcuni comparti, perché siamo in una situazione di contrazione occupazionale che porta a volte all’impraticabilità di alcune scelte.”.

Lo ha detto la segretaria generale di Fp Cgil Serena Sorrentino in occasione della riunione per l’apertura della trattativa per il rinnovo contrattuale del CCNL personale funzioni locali 2022-2024.

A fronte all’intenzione del rappresentante della Conferenza delle Regioni di ricercare condivisione, Sorrentino ha replicato: “Se l’appello è quello della condivisione noi rispondiamo positivamente all’idea – ha aggiunto – ma la condivisione non può significare accettare passivamente il definanziamento, la svalorizzazione del salario dei dipendenti delle funzioni locali. La condivisione può essere, invece, costruire insieme una strategia per la quale sul titolo valorizzazione del personale, crescita dei salari maggiore dell’inflazione, finanziamento della contrattazione decentrata e del salario accessorio, sul tema del superamento di tanti tetti, non solo quello sul salario accessorio ma anche sulle facoltà assunzionali, le parti sedute al tavolo possono convergere su un’univoca richiesta al Governo di intervenire su questi temi. Sicuramente sarà un impegno della Cgil proseguire sul terreno della mobilitazione che noi abbiamo intrapreso e quindi sono un po’ meno ottimista del Presidente dell’Aran nel dire che parte la trattativa per il contratto delle funzioni locali. Ci siamo incontrati ma, se queste sono le premesse, pensare che insediamo il tavolo che inizia a discutere di merito sarà molto complicato”.

“Chiedo all’Aran di farsi portatrice presso il ministro della Pubblica Amministrazione: abbiamo bisogno di una proroga esigibile sulle progressioni verticali in deroga. E’ un punto imprescindibile per noi, altrimenti la riforma dell’ordinamento professionale conseguita nel 19-21 viene vanificata. Quanto allo risorse stanziate sino ad ora (0,55%) – ha proseguito Sorrentino – lo abbiamo interpretato come un primo segnale di attenzione verso la valorizzazione professionale di lavoratori e lavoratrici. Oggi noi chiediamo di aumentare il valore di quel fondo, così come chiediamo di avere certezza sull’aumento dei finanziamenti per quello 0,22% che era stato solo un parziale sblocco. Sul terreno della valorizzazione professionale noi chiediamo al Governo di avere delle risorse aggiuntive”.

Per Fp Cgil, “un altro tema è l’orario di lavoro: sicuramente la leva retributiva è importante, ma l’altra leva di soddisfazione per lavoratori e lavoratrici è quella della condizione di lavoro. Affrontare il tema della carenza di personale dicendo a lavoratori e lavoratrici, come prima risposta, che l’unico strumento che hanno per aumentare la valorizzazione economica è aumentare l’orario di lavoro è una sconfitta e una contraddizione in termini con il tema del benessere organizzativo. Aumento dell’orario di lavoro che per alcune categorie usuranti e gravose, anche nel comparto delle funzioni locali, è impraticabile”.

“Infine – ha concluso la segretaria generale Fp Cgil – quanto al personale educativo, non saremo mai d’accordo su una ipotesi di doppio inquadramento differenziale che divide e dequalifica coloro i quali da anni svolgono questa attività con un titolo differente. Occorre affrontare la gestione tecnica di questo contratto, e su questo abbiamo delle proposte”.