Pratello: La FP Cgil denuncia gravi carenze nel carcere minorile e chiede interventi urgenti

Pratello: La FP Cgil denuncia gravi carenze nel carcere minorile e chiede interventi urgenti

“Mancanza di letti, scarsa pulizia, sovraffollamento: la situazione critica al Pratello preoccupa la Fp Cgil Bologna”

Una recente visita al carcere minorile del Pratello ha rivelato una serie di gravi carenze nelle condizioni di detenzione dei giovani, secondo quanto denunciato dalla Fp Cgil Bologna. La situazione è così preoccupante che la Fp Cgil sta chiedendo interventi immediati per garantire la dignità e la sicurezza dei detenuti.

La carenza di letti e materassi è diventata allarmante, al punto che alcuni giovani detenuti sono costretti a dormire a terra, con materassi improvvisati. Inoltre, la pulizia è carente, molte camere detentive non hanno finestre e alcune non hanno nemmeno il secondo cancello funzionante, mettendo a rischio la sicurezza dei giovani detenuti.

Nel corso della visita, è emerso che due minorenni sono rimasti intrappolati nella loro camera per un lungo periodo a causa della rottura della serratura della porta blindata. Questi sono solo alcuni dei problemi riscontrati dalla rappresentanza della Fp Cgil durante la loro ispezione al Pratello.

Il direttore della struttura ha anche segnalato il persistente sovraffollamento, aggravato dalla presenza di minori con gravi problemi di salute mentale e dalla grave carenza di personale, che ha portato alla sospensione di attività trattamentali. La situazione è ulteriormente complicata dalla mancanza di un comandante titolare a tempo pieno e dalla lamentela del medico in servizio riguardo all’assenza di una poltrona odontoiatrica per gli interventi urgenti.

La Fp Cgil ha riferito che attualmente al Pratello operano circa 30 agenti di polizia penitenziaria, costretti a lunghe ore di straordinario, doppi turni e servizi aggiuntivi dopo il turno di notte, il che ha reso estremamente difficile la loro condizione di lavoro.

Inoltre, le dotazioni strumentali fornite al personale penitenziario sono insufficienti e malfunzionanti. La Fp Cgil sottolinea che, a causa dell’apertura del secondo piano detentivo senza un adeguato rinforzo del personale, il rapporto numerico tra operatori e minori è ormai quasi di uno a uno, mettendo a repentaglio la sicurezza di tutti e compromettendo la funzione di recupero che dovrebbe essere fondamentale in un carcere minorile.

La Fp Cgil ha ribadito che questa emergenza è perdurata troppo a lungo e sta diventando la norma, e quindi ha richiesto un intervento urgente. La sindacato ha chiesto un incremento adeguato dell’organico di polizia penitenziaria e una maggiore attenzione per educatori e assistenti sociali. Inoltre, è stata proposta una drastica diminuzione del numero dei minori detenuti, con particolare attenzione all’allontanamento dei giovani più problematici, per garantire una situazione più sicura e dignitosa al Pratello.


Situazione di emergenza all'Istituto Penale Minorile di Bologna: la denuncia di FP CGIL Emilia-Romagna

Numerose segnalazioni sul sovraffollamento e le condizioni critiche all’Istituto Penale Minorile di Bologna

La nostra organizzazione sindacale è costantemente impegnata nella tutela dei lavoratori e nella promozione del rispetto dei diritti umani all’interno degli istituti penitenziari. Oggi, purtroppo, dobbiamo sollevare l’allarme sulla situazione critica che si sta verificando presso l’Istituto Penale Minorile di Bologna, noto come ‘Pratello’.

Come già da noi segnalato in passato, il sovraffollamento è diventato un problema insostenibile per questa struttura, con la presenza attuale di ben 44 detenuti. Nonostante le nostre ripetute denunce, nulla è stato fatto per alleviare questa situazione disastrosa.

La grave carenza di personale, inclusi operatori socio-educativi, si è ulteriormente acuita in questo periodo, aggravando ulteriormente la situazione. Come se non bastasse, alcune celle risultano inagibili a causa di danni strutturali, il che significa che non tutte le persone detenute possono essere sistemate in condizioni dignitose.

Il nostro segretario Salvatore Bianco ha recentemente inviato una missiva al dipartimento e alle direzioni di giustizia minorile per attirare l’attenzione sullo “scontato aumento delle tensioni” che si è verificato negli ultimi giorni, causando addirittura divieti d’incontro tra i detenuti. Questo era prevedibile a causa dell’elevato numero di ristretti presenti nell’Istituto.

Come sindacato, riteniamo che sia urgente prendere misure decisive per affrontare questa crisi. Chiediamo un immediato stop agli ingressi di nuovi detenuti e un urgente sfollamento della struttura. È evidente che gestire un numero così elevato di ristretti in una struttura non adatta alla loro accoglienza è una pura utopia, e le conseguenze sono drammatiche.

Inoltre, desideriamo sottolineare la mancanza di adeguate misure di climatizzazione durante l’estate, il che crea ulteriori disagi per i detenuti e il personale. La mancanza di soluzioni adeguate, soprattutto in un periodo di ferie estive, è inaccettabile.

L’Amministrazione deve rispondere a queste gravi criticità e affrontare la situazione senza ulteriori indugi. La sicurezza e la dignità dei detenuti, così come la salute e la sicurezza dei lavoratori, devono essere la priorità assoluta. La nostra organizzazione sindacale continuerà a monitorare da vicino questa situazione e ad agire per garantire un miglioramento immediato delle condizioni presso l’Istituto Penale Minorile di Bologna.


Firmata ipotesi di accordo per il CCNL 19/21 Dirigenti delle Funzioni Centrali e Professionisti EPNE

FINALMENTE, DOPO TRE MESI DI TRATTATIVE, IL 25 MAGGIO SCORSO SI È FIRMATA L’IPOTESI DI ACCORDO PER IL RINNOVO DEL CCNL 2019/2021 PER L’AREA DELLA DIRIGENZA DELLE FUNZIONI CENTRALI E I PROFESSIONISTI DEGLI ENTI PUBBLICI NON ECONOMICI

Sotto il profilo economico il contratto consentirà di riconoscere aumenti medi delle retribuzioni pari al 3,78%, cui le Amministrazioni dovranno sommare un incremento del Fondo per la contrattazione integrativa fino allo 0,22% del monte salari 2018, in linea con gli altri rinnovi dei contratti pubblici per lo stesso triennio.

Il nuovo testo contrattuale rafforza le relazioni sindacali fino a prevedere che le materie oggetto dell’attività degli Organismi Paritetici per l’Innovazione siano trasferite al “confronto” ove gli OPI non siano costituiti. Inoltre, la “contrattazione integrativa” sull’utilizzo dei fondi dovrà essere avviata entro il mese di aprile per ciascun anno di riferimento degli stessi e non più negli anni successivi come accade attualmente. Sono state introdotte poi, in parte normativa, alcune innovazioni già avviate negli altri comparti, come il lavoro agile e da remoto, e migliorati alcuni istituti come i congedi dei genitori e per le donne vittime di violenza di genere, il riconoscimento dell’identità alias e il superamento di alcune limitazioni alle assenze per gravi patologie.

Fermo restando l’impegno su alcune questioni che non è stato possibile risolvere (estensione di diritti e tutele per i dirigenti sanitari con impegno orario del Ministero della Salute e di AIFA e inquadramenti dei professionisti), la FP CGIL rivendica il buon risultato raggiunto ribadendo ora la necessità di un adeguato stanziamento di risorse nella prossima legge di bilancio (l’ultima disponibile), per poter avviare le trattative per i rinnovi contrattuali 2022/2024.

Per questo, oltre a vigilare perché gli organi di controllo non allontanino, oltre i termini di legge, l’entrata in vigore di questo accordo e la corresponsione degli arretrati, continuiamo la mobilitazione che ha visto da ultimo le manifestazioni unitarie di CGIL CISL UIL del 6, 13 e 20 maggio scorso.


Lavoro agile in Agenzia dell'Entrate durante l'emergenza: possibile grazie al nostro intervento!

Disposizioni per il lavoro agile e assenze giustificate: le nuove misure comunicate dalla Direzione Regionale dell’Emilia Romagna

La Direzione Regionale dell’Emilia Romagna ha comunicato l’emanazione di disposizioni rivolte ai Direttori Provinciali. L’obiettivo è autorizzare il lavoro agile per i dipendenti che hanno difficoltà a raggiungere la sede o che affrontano situazioni familiari particolari, come la presenza di figli minori. Inoltre, si considereranno assenze giustificate quelle dei nuovi assunti che si trovano in viaggio o che si confrontano con problemi familiari.

L’impatto delle azioni della FP CGIL: una risposta all’emergenza meteo in Emilia Romagna

Grazie all’incisiva azione della FP CGIL a livello nazionale, regionale e territoriale, l’amministrazione è stata costretta a riconoscere l’acuirsi dell’emergenza meteo in corso nella regione Emilia Romagna. Di conseguenza, è stata concessa l’opportunità di svolgere il lavoro agile a tutti i dipendenti e di non richiedere il recupero delle giornate eccedenti il limite delle 9 mensili per coloro che hanno sottoscritto un accordo individuale. Inoltre, è prevista l’assenza giustificata per i nuovi assunti impossibilitati a raggiungere l’ufficio a causa dell’emergenza.

Un risultato da continuare a monitorato in attesa del decreto che andrà nella direzione da noi fortemente voluta.


telelavoro

Il caso Agenzia delle Entrate: l'emergenza non apre al lavoro agile per tutti

Nel pomeriggio di ieri l’Agenzia Regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile dell’Emilia Romagna ha diramato una nuova allerta rossa per criticità idrauliche ed idrogeologiche valida dalla mezzanotte del 16 maggio in gran parte della regione, invitando a spostarsi solo se necessario e ad adottare il più possibile lo smart working nelle aziende e negli enti.

Per quanto risulta alla scrivente FP CGIL (peraltro neanche in tutte le Direzioni Provinciali interessate dall’allerta rossa) sarebbe stato invece esclusivamente concesso di usufruire di una giornata di lavoro agile ai soli dipendenti che hanno già sottoscritto gli accordi individuali (giornata per la quale è inoltre previsto il recupero al fine di assicurare il rispetto dei limiti previsti dai suddetti accordi).

Per tutti gli altri dipendenti, fatta salva l’eccezione di una singola Direzione Provinciale, compresi i nuovi assunti già fortemente penalizzati durante il tirocinio in situazioni analoghe, non sarebbe stata prevista alcuna possibilità di evitare gli spostamenti dalla propria abitazione (ribadiamo senza curarsi delle indicazioni dell’Agenzia Regionale) e sarebbero conseguentemente stati di fatto obbligati a raggiungere le sedi di lavoro nonostante le potenziali situazioni di grande rischio ed imprevedibile pericolo alle quali andrebbero incontro e senza tenere in debita considerazione anche la chiusura delle scuole con tutti i conseguenti disagi che ne derivano per le famiglie interessate.

Ancora una volta quindi, dopo i deplorevoli precedenti che si sono già verificati per esempio in occasione del malfunzionamento degli impianti di climatizzazione o della sospensione della fornitura di acqua in diverse Direzioni Provinciali della regione, l’amministrazione dimostrerebbe di essere sorda rispetto alla esigenze di prevenzione e tutela e insensibile riguardo alle difficoltà personali e familiari dei propri dipendenti, perdendo un’ulteriore occasione per evidenziare la dovuta attenzione alle direttive delle istituzioni deputate e alla salvaguardia della salute dei propri lavoratori,  esponendoli in tal modo a potenziali rischi inaccettabili ed incomprensibili.

Risulta davvero difficile per la scrivente Organizzazione Sindacale comprendere quali potrebbero mai essere le ragioni e le motivazioni che sottenderebbero a tali decisioni, considerando che la stessa Agenzia delle Entrate non ha minimamente indugiato nelle sedi centrali ad adottare il lavoro agile per tutti i dipendenti al verificarsi di situazioni di emergenza, sebbene certamente meno drammatiche di quella attuale, e che, per citare solo una tra le altre amministrazioni pubbliche tra le più prossime alle Entrate, l’Agenzia delle Dogane ha immediatamente fatto ricorso a Bologna al lavoro agile per tutti suoi dipendenti.

Con la presente, pertanto, pur confidando che la situazione resti sempre sotto controllo e ritenendo comunque prioritaria la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini anche in termini di prevenzione e di protezione dai rischi, la FP CGIL auspica e richiede la possibilità per tutti i dipendenti di svolgere l’attività lavorativa in modalità di lavoro agile e che anche nel corso della giornata odierna venga consentito a chi ne dovesse fare richiesta di rientrare alla propria abitazione per completare l’orario di lavoro in modalità agile.


Sciopero INAIL - Ha scioperato più di un lavoratore su due!

Nonostante il dato non sia ancora consolidato a causa di numerose “difficoltà” riscontrate nell’inserimento della causale “sciopero” all’interno della procedura self service (non a caso la problematica delle procedure era ed è tra i pilastri della mobilitazione), e nonostante quanti hanno remato inutilmente contro fino all’ultimo istante, lo sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici dell’INAIL è stato un successo eclatante. Soprattutto in Emilia-Romagna dove hanno scioperato più di un dipendente su due, media superiore al dato nazionale!

Il dato complessivo, al netto delle assenze per altri motivi, sfiora il 50%: ciò significa che un lavoratore/lavoratrice su due ha scioperato dando energia alla voce delle Organizzazioni Sindacali, con un’adesione che raggiunge il 52% circa tra il personale delle AREE e il 60% tra i MEDICI.

Un successo tale da risultare inimmaginabile persino per noi che pure abbiamo toccato con mano, nelle tante e partecipatissime assemblee, il malcontento e la rabbia di un personale che pur ridotto all’osso e nonostante le procedure non funzionanti, effettua quotidianamente i salti mortali per cercare di restituire un servizio pubblico di qualità ai cittadini.

Un risultato che dà la cifra della dignità e del senso di responsabilità del Personale dell’Istituto che, evidentemente, non intende abbassare la testa né rassegnarsi a un Ente agonizzante, a procedure e condizioni di lavoro insostenibili o ad ammalarsi per lavoro.

Una forza potente da portare con noi ai tavoli con i Vertici dell’Istituto, dove mai come oggi il mandato è chiaro: le cose devono cambiare!

Il percorso è certamente lungo e difficile e lo sciopero ne ha rappresentato una importante tappa, non l’ultima.

Una tappa che ci restituisce una importante certezza… la forza con cui il Personale ha voluto sostenere: Noi ci siamo, Noi non molliamo!


Sciopero nazionale INAIL 21 aprile 2023!

21 APRILE 2023 SCIOPERO NAZIONALE PERSONALE INAIL #IOSCIOPERO!

La FP Cgil ha proclamato assieme alle altre sigle sindacali lo sciopero nazionale del personale Inail in data odierna, nell’ambito di un lungo percorso di lotta unitaria, per tutelare l’Istituto e il suo personale.

È ben noto a chi scrive il ruolo determinante ricoperto dall’Inail all’interno del nostro Paese, per fornire sostegno alle persone che si infortunano o si ammalano a causa del lavoro. La storia italiana è stata scritta anche dagli operai vittime di realtà industriali che non hanno saputo coniugare salute e lavoro, diritti costituzionalmente riconosciuti.

Alle lavoratrici e ai lavoratori che hanno subito sulla pelle viva l’infortunio o la malattia professionale dobbiamo pensare oggi, perché la loro storia è anche la nostra storia. La carenza di personale, i carichi di lavoro insostenibili, il pessimo funzionamento delle
procedure informatiche, lo stress lavoro correlato che discende dal non essere messi nella condizione di fornire un servizio all’altezza dell’utenza cui rivolgiamo la nostra azione sono temi che esigono risoluzione immediata. Lo sciopero di oggi è l’unica strada percorribile per riaffermare pervicacemente l’importanza della rappresentanza sindacale, presidio di giustizia e legalità. Ormai ci siamo!!!

Dobbiamo dimostrare all’Amministrazione la nostra ferrea volontà di scioperare e in questo modo dare un fortissimo segnale di attaccamento al nostro storico Istituto.

Scioperando in modo compatto legittimeremo anche il rilancio della funzione sociale del nostro Ente per fornire un servizio “giusto” alla nostra utenza.


INL: i protocolli della vergogna!

Qualche giorno fa, il vertice dell’INL e il presidente dell’ordine dei consulenti del lavoro hanno sottoscritto due protocolli: il primo ripropone l’ASSE.CO., il secondo è pomposamente definito “Protocollo di intesa per la legalità, la vigilanza ed il contrasto all’abusivismo professionale”.

Entrambi ripropongono logiche vecchie e pericolose: si rispolvera l’asseverazione di conformità – già proposta nel passato, quando INL non ancora esisteva, ma gli attori in campo erano quelli di oggi – con cui il datore di lavoro si fa certificare, a pagamento, dal consulente del lavoro di essere in regola col pagamento di contributi, di rispettare le norme contrattuali e di legge in materia di rapporti di lavoro. In cambio, sarà inserito in una lista di “aziende buone”, che saranno esonerate dalle ispezioni sul lavoro per un anno, a meno che non siano presentate denunce, inchieste giudiziarie o indagini a campione sulla veridicità delle autocertificazioni.

Il secondo protocollo praticamente consegna le chiavi dell’attività dell’INL a un soggetto privato quale è l’ordine dei consulenti del lavoro, dal momento che prevede che dei rappresentanti dei consulenti entrino a far parte del Centro Studi dell’Attività Ispettiva (toh ma guarda un po’ chi si rivede!) e siano istituiti dei gruppi di lavoro tra INL e consulenti per analizzare le criticità emerse nell’ambito dell’attività di vigilanza. Tradotto cosa significa? Che un soggetto privato, che supporta l’azienda nelle attività di vigilanza, potrà intervenire nella scrittura di circolari e note operative agli ispettori?

Ancora: si prevede un osservatorio della legalità, tra INL e consulenti del lavoro, che raccolga segnalazioni sui fenomeni di illegalità nel mercato del lavoro. Che fine fanno gli altri organismi già previsti, come la commissione centrale di coordinamento della vigilanza? Chiudiamo pure quelli, insieme all’INL o ci inventiamo qualche parolina magica tipo “coordinamento” per far finta che tutto vada bene? Eppure, si tratta di una commissione che prevede la partecipazione di tutti i soggetti istituzionali, delle OO.SS. e delle parti datoriali. Forse proprio per quello è meglio non considerarla…

Gravissimo che in questo secondo protocollo sia previsto che le attività ispettive siano effettuate in presenza del consulente, laddove possibile: che significa? Che occorre avvisare il consulente e, se questi non può partecipare all’ispezione, gli diamo del tempo, con tutto quel che può comportare? Ancora, si aggiunge che le ispezioni debbano avvenire con la minor turbativa possibile all’attività produttiva. Ora, posto che chi conosce l’attività ispettiva sa benissimo che la sua programmazione e il suo svolgimento non intendono turbare niente e nessuno, sembra che il messaggio sottinteso sia “non bisogna disturbare chi produce”. Cosa si deve fare per non turbare l’attività? Si avvisa l’azienda prima di procedere all’ispezione? Si chiede il permesso di poter entrare in azienda o di parlare coi lavoratori, sempre che non sia di troppo disturbo?

Forse qualcuno dimentica – o fa finta di dimenticare – che l’attività del personale ispettivo è di controllo sul rispetto delle norme in materia di lavoro, che sono a tutela dei lavoratori quale parte debole del rapporto di lavoro. Consentire un intervento esclusivo nella gestione delle ispezioni a soggetti privati che – legittimamente, s’intende – svolgono attività di assistenza e supporto alle aziende ispezionate, significa creare una pericolosa e indebita confusione di ruoli, ma anche prefigurare che per certe attività non ci sia bisogno della vigilanza di un soggetto pubblico, basta un’autocertificazione di regolarità rilasciata a pagamento da un privato.

E’ un precedente davvero molto pericoloso, se consideriamo il quadro di totale deregolamentazione degli appalti che la compagine governativa sta portando avanti e contro cui giustamente la categoria degli edili – cui va la nostra totale solidarietà – domani scenderà in piazza. Non a caso, all’interno del protocollo sull’ASSE.CO. si scrive che “in attesa di specifica normativa, è nella facoltà delle stazioni appaltanti e/o degli enti locali, attribuire ad ASSE.CO. validità unica e/o sostitutiva del, e/o pari al DURC”. E’ un vecchio pallino dell’attuale vertice politico del Ministero del Lavoro che, infatti, quando vestiva la giacca della Presidente dell’Ordine dei consulenti del lavoro, nel 2017, presentava una proposta per introdurre l’ASSE.CO. nell’ambito degli appalti tramite legge. Allora non ci riuscirono, noi speriamo neanche stavolta e proveremo ad impedirlo.

Definire questo secondo protocollo un protocollo per la legalità davvero supera il senso del ridicolo, con buona pace di chi blatera che gli ispettori del lavoro apprezzerebbero queste forme di collaborazione, rectius commistione. Sono protocolli vergognosi, che non garantiscono né l’interesse pubblico, né un efficientamento dell’attività di vigilanza, ma rispondono a logiche private e privatistiche di smantellamento e disarticolazione delle ispezioni sul lavoro. In questo contesto, la chiusura dell’INL assume finalmente il suo vero volto e sgombra il campo dagli equivoci sugli obiettivi realmente perseguiti.


INAIL: Nessuna risposta ai problemi. Sarà mobilitazione!

Una manifestazione unitaria nazionale è stata organizzata da varie sigle sindacali, tra cui Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Confsal Unsa, Dirstat Fialp, Usb e Anmi, davanti alla direzione generale dell’Inail a Roma.

Lo scopo era quello di denunciare la grave carenza di personale e i continui malfunzionamenti delle procedure che stanno impattando negativamente sui servizi forniti agli utenti, causando uno stress lavoro-correlato per il personale. Centinaia di lavoratori e lavoratrici da ogni regione italiana si sono riuniti sotto lo slogan “L’Inail è alla frutta e i lavoratori sono spremuti come limoni”. Durante l’evento, è stato anche occupato l’Auditorium dello stabile, dove si è tenuta un’assemblea. Tutti i partecipanti hanno rappresentato il disagio dei territori, confermando il mandato già conferito alle organizzazioni sindacali in attesa della delegazione ricevuta dai vertici dell’Istituto. Il presidente Bettoni e il consigliere Damiano hanno poi deciso di incontrare l’assemblea. Nonostante questo, i sindacati hanno sottolineato che continueranno sulla strada della mobilitazione unitaria fino a quando non verranno fornite risposte concrete ai problemi esistenti.

Anche dall’Emilia-Romagna erano presenti i nostri delegati

Dall’Emilia Romagna erano  presenti diverse delegate e delegati e il nostro coordinatore regionale Marco Moscardini ha partecipato, successivamente, ad un incontro con il Direttore Generale, il Presidente ed il consigliere Cesare Damiano esprimendo preoccupazione, rabbia e insoddisfazione per tutta una serie di mancanze da parte dell’Inail.
Procedure che non funzionano, carenza di organici, mancanza di risposte, concorso Ripam inadeguato  e tanti altri sono stati i temi posti  all’Amministrazione in modo molto determinato. Le risposte  ricevute non ci hanno soddisfatto  poiché non sono stati affrontati in modo puntuale i tanti punti di debolezza evidenziati.

Ci è stata data solo conferma che i problemi sono conosciuti dall’amministrazione ma non in via di risoluzione inoltre, è stato illustrato un emendamento che l’Inail ha inviato al Ministero competente e che è in attesa di approvazione; tale emendamento avrebbe l’obiettivo di rilanciare l’Istituto chiedendo nuove funzioni. Su questo tema riportiamo alcuni dati che il Direttore Generale ha presentato in audizione alla Camera dei Deputati: l’Inail soffre di una carenza di 2500 dipendenti e si registra un’uscita per pensionamento di 40 dipendenti al mese. Tutto ciò mentre tanti neoassunti da concorso Ripam si dimettono per andare verso altre amministrazioni.

E’ chiaro, quindi, come aggiungere ulteriori carichi di lavoro con un numero cosi esiguo di organici pare un’ autentica beffa. E’ per questo che resta alto il livello di preoccupazione e  le lavoratrici e i lavoratori sempre più provati da questa situazione. Per tali motivi la mobilitazione prosegue con assemblee a livello regionale fino ad arrivare allo sciopero generale!


Vertenza Giustizia. I problemi degli uffici di Bologna segnalati alla Corte d'Appello

Alla Corte di Appello di Bologna

e, per conoscenza:
al Tribunale di Bologna
alla Procura della Repubblica presso il Tribunale
al Giudice di Pace di Bologna
alle Lavoratrici e Lavoratori tutti

L’esito delle assemblee svolte negli uffici del Circondario di Bologna (Tribunale, Procura, Corte d’Appello, Giudice di Pace) desta una grande preoccupazione nella scrivente.

Le difficoltà oggettive di coloro che lavorano negli uffici giudiziari sono emerse in ogni occasione: carichi di lavoro eccessivi, carenza di mezzi e strumenti, locali inadeguati per spazi e condizioni igieniche, difficoltà di un reale ed efficace confronto con la parte datoriale. Tutte questioni aggravate da una cronica e
gravissima carenza di personale, solo molto parzialmente sanata dalle assunzioni avvenute nel corso del 2022.

Che le condizioni di lavoro siano problematiche lo dimostra un dato su tutti: chi può sceglie di andar via. A tale proposito sarà utile conoscere quanti dei neo assunti sono rimasti e quanti hanno preferito prestare la propria attività lavorativa presso altre amministrazioni. La scarsa attenzione e cura del Ministero nei confronti dei dipendenti incide su vari piani: i gravissimi ritardi nell’applicazione di accordi sindacali, la mancata attuazione di istituti previsti dal CCNL (la banca delle ore è il caso più eclatante), la mancata valorizzazione delle professionalità.

Dai dipendenti si pretendono competenze informatiche, giuridiche e organizzative senza alcun investimento formativo da parte dell’Amministrazione, nonostante la contrattazione nazionale ed integrativa impegni il datore di lavoro in questo ambito. Ora, alla FP CGIL preme rappresentare a codesta Corte l’enorme esigenza formativa segnalata dalle lavoratrici e dai lavoratori a seguito dell’entrata in vigore della riforma “Cartabia” che, ad oggi, è stata accompagnata da un percorso
formativo pressoché inesistente del personale amministrativo, lasciando ai singoli l’onere di studiare, confrontarsi, approfondire.

L’importanza della problematica richiede un impegno serio e concreto ed un confronto onesto con il personale e con chi lo rappresenta, al fine di trovare sostanziali soluzioni ad un problema che impatta fortemente tanto sulla condizione di chi lavora quanto su quella della cittadinanza.