Sanità privata. Dal Ministro primo segnale positivo, ora servono responsabilità e tavolo quadrangolare

“L’incontro del 3 ottobre con il Ministro della Salute Orazio Schillaci e con il Capo di Gabinetto Marco Mattei rappresenta un primo passo importante. Abbiamo chiesto e ottenuto l’apertura di un confronto istituzionale su una vertenza che riguarda oltre 250mila lavoratrici e lavoratori della sanità privata, delle Rsa e dei Centri di riabilitazione. La convocazione odierna è la dimostrazione che le nostre mobilitazioni non sono state vane e che la voce delle lavoratrici, dei lavoratori e dei professionisti non può più essere ignorata”.

Lo dichiarano, in una nota stampa congiunta, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, a margine dell’incontro presso il Ministero della Salute.
“Abbiamo spiegato con chiarezza al Ministro che lo stallo delle trattative non è più sostenibile. Da troppi anni gli operatori dei servizi sanitari e sociosanitari subiscono una svalutazione professionale e salariale che pesa sulla qualità delle cure e sulla vita delle famiglie. Gli impegni mancati di Aiop e Aris hanno conseguenze dirette sulle lavoratrici e i lavoratori, sui cittadini e sulla parte più fragile della popolazione. Abbiamo ribadito che il rinnovo del Ccnl non possa essere realizzato solo a fronte della piena copertura dei costi da parte dello Stato”, specificano.
“Il confronto con il Ministero – proseguono – apre uno scenario nuovo. Abbiamo chiesto che i finanziamenti previsti per la revisione dei DRG contengano clausole che li leghino al costo del lavoro. Inoltre, abbiamo chiesto di rivedere i requisiti per l’accreditamento, introducendo regole che impediscano il dumping contrattuale e che rendano inderogabile l’applicazione e il rinnovo triennale dei CCNL sottoscritti dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative. È questa la strada per ridare dignità al settore e tutelare insieme lavoratori e cittadini”.
“Il Ministro – concludono – ha accolto la nostra richiesta di convocare entro ottobre un tavolo quadrangolare con Conferenza Stato-Regioni, Aiop e Aris. Sarà il banco di prova per misurare la responsabilità di tutti gli attori coinvolti e arrivare a soluzioni concrete. Anche per la vertenza delle Rsa, il Ministro si è detto disponibile ad aprire un tavolo con il Ministero del Lavoro. Vigileremo perché gli impegni presi oggi si traducano in fatti. Le lavoratrici, i lavoratori e i professionisti attendono risposte da otto anni per quanto riguarda la sanità privata e da oltre tredici anni nelle Rsa e Case di Riposo. Non c’è più tempo da perdere”.


CCNL Dirigenti Medici, Veterinari e Sanitari: “le soluzioni ci sono, noi disponibili a trovarle in tempi rapidi”

“Abbiamo oggi portato al tavolo Aran le nostre proposte economiche e normative”: lo dichiara Andrea Filippi, Segretario Nazionale Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN al termine del primo incontro tenutosi presso ARAN per il rinnovo del contratto nazionale di categoria 2022-2024.

“È un contratto che soffre di un finanziamento al di sotto dell’inflazione del triennio, ma le soluzioni per mettere da subito più risorse in busta paga ci sono. Abbiamo proposto di contrattare in questa tornata l’aumento dell’indennità di specificità già finanziato con la precedente legge di bilancio a regime dal 2026, stiamo parlando di circa 180 euro lordi al mese in più che rimarrebbero congelati fino al prossimo contratto. È una possibilità che è prevista dalla legge e che deve solo trovare l’approvazione del MEF”, sottolinea Filippi.
“Siamo poi in fase di discussione della legge di bilancio con la quale chiediamo al Governo di risolvere il problema della sperequazione ancora esistente per i Dirigenti Sanitari e per i Dirigenti delle Professioni Sanitarie su indennità di specificità e di esclusività”, continua.
“Abbiamo poi portato al tavolo proposte normative realizzabili in tempi rapidissimi. Per fare un contratto veloce non è necessario rinunciare alla negoziazione ed alle proposte, noi abbiamo dimostrato apertura a trovare soluzioni, ci aspettiamo la medesima disponibilità dalla controparte”, conclude Filippi.


Sulla sanità serve un aumento massiccio di risorse

“Due, tre miliardi in più per la Sanità? Intanto speriamo che le promesse del ministro Giorgetti al ministro Schillaci non facciano la fine di quelle dell’anno scorso: non possiamo dimenticare gli annunci roboanti del ministro della Salute relative a un Piano straordinario di assunzioni che appena pochi giorni dopo, alla luce del testo della bozza della legge di Bilancio presentata in Parlamento, erano tragicamente sparite. Inoltre, sarebbe fondamentale trovare molte più risorse rispetto a quelle annunciate visto che la sanità italiana è tra le più sottofinanziate d’Europa. E nei prossimi anni andrà ancora peggio: il governo del quale lo stesso Schillaci fa parte ha infatti inserito nel Piano pluriennale di bilancio che nel 2030 la spesa sanitaria sul Pil continuerà a calare al 5,6%, ben due punti percentuali sotto la media europea. Tanto per fare un esempio, la Germania nel 2024 ha speso per la sanità il 10,6% del Pil”.
Lo scrive in una nota il segretario nazionale Fp Cgil Michele Vannini, commentando le dichiarazioni del ministro della Salute.
“Ad ogni modo, ogni singola risorsa aggiuntiva deve essere dedicata al potenziamento della sanità pubblica, senza erogazioni a fondo perduto per il privato”, ha osservato.


Democrazia al Lavoro: Cgil, 25 ottobre manifestazione nazionale a Roma

La Funzione Pubblica CGIL chiama alla mobilitazione per la manifestazione nazionale del 25 ottobre 2025 a Roma insieme a tutta la CGIL!
L’appuntamento è alle ore 13:30 in Piazza della Repubblica, con conclusione a Piazza San Giovanni in Laterano.

Saremo in piazza per aumentare salari e pensioni, per dire NO al riarmo, per investire su sanità e scuola, per dire NO alla precarietà e per una vera riforma fiscale.
È il momento di costruire un futuro fondato su giustizia sociale, pace e diritti per tutti.


Le nostre priorità per la Legge di Bilancio 2026

Stop al riarmo.
Servono investimenti su sanità, istruzione, non autosufficienza, politiche abitative e sociali.

Giustizia fiscale.
Le risorse devono venire da grandi ricchezze ed evasione fiscale, non da lavoratori e pensionati. La FP CGIL chiede lo stop a flat tax e condoni, la restituzione del drenaggio fiscale già subito e la neutralizzazione di quello futuro.

Contratti e salari.
È tempo di rinnovare i CCNL pubblici e privati, detassare gli incrementi salariali, contrastare precarietà e lavoro povero e introdurre salario minimo e legge sulla rappresentanza.

Pensioni e diritti sociali.
La FP CGIL chiede la piena rivalutazione delle pensioni, l’estensione della quattordicesima, il superamento della legge Fornero e una pensione di garanzia per giovani e precari.

Sviluppo e ambiente.
Servono politiche industriali per contrastare le delocalizzazioni, creare nuovo lavoro stabile, sostenere la transizione energetica, ambientale e tecnologica, e una vera strategia di sviluppo per il Mezzogiorno.

Sicurezza e appalti.
Tutelare la salute e la sicurezza sul lavoro e riformare il sistema degli appalti è una priorità per difendere lavoratrici e lavoratori da sfruttamento e dumping contrattuale.


Le scelte giuste: contratti e servizi pubblici, non armi

Non abbiamo bisogno di armi, ma di una rete di servizi pubblici efficaci e universali, capaci di garantire diritti, uguaglianza e giustizia sociale.
La FP CGIL chiede più assunzioni nella pubblica amministrazione, la stabilizzazione dei precari e la valorizzazione delle professionalità con percorsi di carriera equi e contratti rinnovati.


Mobilitiamoci per la pace e per un modello di sviluppo sostenibile

La strada intrapresa dal Governo peggiora le condizioni di vita e di lavoro della maggioranza delle persone, colpendo lavoratori, pensionati, giovani e donne.
Il 25 ottobre a Roma uniamo le nostre voci per salari, diritti, sanità pubblica e giustizia fiscale.


Sottoscritto il nuovo protocollo appalti in Hera, il più avanzato nelle partecipate

Presentato a Bologna il nuovo protocollo appalti, sottoscritto da Filctem-Cgil, Fp-Cgil, Femca-Cisl, Flaei-Cisl, Fit-Cisl, Uiltec-Uil, Uiltrasporti, Fiadel con le rappresentanze di Hera e realizzato all’interno del Patto del buon lavoro. Un’intesa che si impegna a migliorare le tutele dei lavoratori, i controlli e la partecipazione sindacale

Il nuovo protocollo appalti di Hera, sottoscritto dal Gruppo con i Sindacati, ha l’ambizione d’essere il più avanzato nelle buone pratiche e riferimento nazionale per le Partecipate, segno dell’alta qualità delle relazioni sindacali con il Gruppo e che migliora le condizioni di vita e di lavoro di migliaia di addetti.

“Il valore reale di questa intesa risiede nel recepimento in un unico accordo di tutte le migliori pratiche che nel tempo sono state conquistate dalle organizzazioni sindacali, migliorando quanto previsto dal codice degli appalti, e rendendo nei fatti l’intesa la più avanzata nelle partecipate. Con l’auspicio che possa essere un riferimento per la contrattazione”: hanno dichiarato questa mattina le organizzazioni sindacali a margine della conferenza stampa di presentazione.

Al centro dell’accordo l’innovativo sistema normativo riguardante gli appalti “che prevede l’applicazione obbligatoria dei contratti nazionali di lavoro sottoscritti da Cgil, Cisl, Uil, per settore e territorio, per contrastare il dumping salariale e contrattuale, respingendo inoltre il ricorso all’applicazione delle ‘Tutele Equivalenti’.

Il documento – fanno notare -, anche alla luce delle norme inserite nel Nuovo Codice degli Appalti, rafforza i principi di legalità, trasparenza e responsabilità sociale, impedendo nei fatti i subappalti a cascata, e ponendosi l’obiettivo di garantire una migliore tutela delle lavoratrici e dei lavoratori lungo tutta la filiera dell’appalto, non solo quella strettamente affine alle attività di Hera ma anche quella riferita ai servizi. Prevedendo, inoltre, la tracciabilità delle imprese coinvolte ed esclusione di attività ad alto rischio o suscettibili di infiltrazioni criminali.

Sempre in tema di appalti, al fine di governare l’intero processo, è prevista l’informazione e il confronto preventivo con le organizzazioni sindacali, in anticipo rispetto alla pubblicazione del bando di gara. Un confronto che proseguirà nel corso

dell’appalto per individuare eventuali miglioramenti delle condizioni di applicazione del futuro bando. Condizioni che dovranno essere estese anche ai subappalti. Pratiche che segnano una giusta partecipazione dei lavoratori e dei sindacati alle scelte del Gruppo”.

Riguardo la clausola sociale, si va oltre e si supera quanto previsto dalla legge applicando le condizioni di miglior favore costruite nel tempo dalle Parti. Non solo la salvaguardia occupazionale, dunque, ma anche mantenimento delle condizioni salariali e normative”.

Sulla Salute e Sicurezza Filctem, Fp, Femca, Flaei, Fit, Uiltec, Uiltrasporti, Fiadel hanno previsto nell’intesa “il rafforzamento delle politiche di salute e sicurezza, con formazione obbligatoria per tutto il personale delle ditte terze appaltatrici e la verifica della stessa da parte della stazione appaltante. E l’inserimento di clausole contrattuali che impegnino tutte le imprese coinvolte a qualsiasi titolo negli appalti a consegnare su richiesta, ai propri RLS di riferimento, la documentazione prevista dalle norme e a rispettare gli obblighi di informazione, in percorso di confronto continuo finalizzato al potenziamento dell’attività degli RLS.

Infine, sui diritti, l’accordo guarda ad una maggiore attenzione alla responsabilità sociale d’impresa e alla tutela dei diritti della persona, con particolare attenzione alle pari opportunità, al contrasto delle discriminazioni e all’impegno ambientale”: hanno concluso le organizzazioni sindacali.


Prorogata al 31 marzo 2026 l’iscrizione agli albi degli educatori e pedagogisti

È stata approvata in via definitiva dal Senato, all’interno del Decreto Giustizia, la proroga al 31 marzo 2026 per l’iscrizione agli albi professionali degli educatori e dei pedagogisti.
Una notizia importante per tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore educativo e socio-pedagogico, che conferma la necessità di dare continuità e stabilità a un comparto fondamentale dei servizi pubblici.

La proroga riguarda gli educatori professionali socio-pedagogici, i pedagogisti e gli educatori dei servizi educativi per l’infanzia, consentendo di proseguire l’attività professionale in attesa della definitiva formazione degli albi.


Cosa significa per le educatrici e gli educatori

Fino alla prima formazione degli albi sarà possibile continuare a esercitare la professione anche senza aver ancora presentato domanda di iscrizione.
La FP CGIL Emilia-Romagna sottolinea come questo passaggio sia fondamentale per tutelare la continuità lavorativa e la qualità dei servizi educativi, evitando incertezze e interruzioni.

Per chi lavora nei servizi per l’infanzia con titoli previsti dal Decreto Legislativo 13 aprile 2017, n. 65, è consigliata comunque l’iscrizione secondo le disposizioni transitorie indicate nell’articolo 11 della Legge 18 aprile 2024, n. 55.


L’impegno della FP CGIL

La FP CGIL Emilia-Romagna continua a seguire con attenzione ogni passaggio normativo per garantire il pieno riconoscimento professionale delle educatrici e degli educatori, a partire dal diritto alla formazione, alla stabilità contrattuale e alla valorizzazione del lavoro pubblico.
L’obiettivo è chiaro: rafforzare la dignità e i diritti di chi ogni giorno costruisce il futuro educativo del Paese.


Sciopero generale, oltre due milioni in piazza per la pace e i diritti. Landini: “Tre milioni di voci per un futuro di giustizia sociale”

Una partecipazione straordinaria ha segnato lo sciopero generale nazionale in difesa di Flotilla, dei valori costituzionali e della popolazione di Gaza. Più di due milioni di persone hanno preso parte ai cortei in oltre 100 città italiane, con 300 mila manifestanti solo a Roma. L’adesione media nazionale allo sciopero è stimata intorno al 60%.

L’intera giornata si è svolta in un clima pacifico e partecipato, con una presenza massiccia di giovani, studenti, lavoratrici e lavoratori, cittadini e cittadine che hanno chiesto un futuro di pace, giustizia sociale e lavoro stabile. “Una partecipazione straordinaria e senza precedenti dei giovani – ha dichiarato Maurizio Landini, segretario generale della Cgil – che chiedono un futuro di pace e giustizia sociale, con lavoro stabile e contrasto alla precarietà”.

Le piazze e i numeri della mobilitazione

Dati e testimonianze confermano la portata nazionale dell’evento. A Roma hanno sfilato 300 mila persone, a Milano, Bologna, Firenze e Torino oltre 100 mila ciascuna. Napoli ha registrato 50 mila presenze, mentre Genova, Palermo e Venezia hanno superato le 40 mila. Anche Cagliari e Bari hanno visto oltre 30 mila manifestanti.

La Cgil sottolinea come la mobilitazione sia stata “una risposta corale e democratica per la pace, i diritti e il lavoro”, e ribadisce la solidarietà alla popolazione di Gaza e agli attivisti arrestati della Global Sumud Flotilla.

Landini: “Una mobilitazione straordinaria per la pace e il lavoro”

In un’intervista al Corriere della Sera, Landini ha ribadito che “un sindacato senza la solidarietà tra le persone e senza il perseguimento della pace non esiste”. Ha ricordato come milioni di persone abbiano scelto di “non girarsi dall’altra parte”, sacrificando una giornata di stipendio per difendere il diritto alla pace, al lavoro e alla democrazia.

“La democrazia senza partecipazione si svuota, aprendo la strada a logiche autoritarie”, ha dichiarato Landini, evidenziando come il compito del sindacato sia quello di unire le lotte sociali alla domanda di pace, giustizia e diritti: “Le persone che sono scese in piazza hanno difeso l’onore del Paese”.

Le prossime sfide: “Democrazia al lavoro”

La mobilitazione non si ferma. Il prossimo appuntamento è fissato per il 25 ottobre a Roma, con la manifestazione nazionale “Democrazia al lavoro”, aperta a tutti. Al centro della piattaforma: pace, lavoro, salari, sanità e scuola pubblica, oltre alla richiesta di giustizia fiscale e di stop ai subappalti e alla precarietà.

Landini ha ribadito la contrarietà della Cgil alle politiche di austerità e al riarmo: “Servono investimenti nei servizi pubblici, non nelle armi. La pace e il lavoro sono inseparabili”.


Sciopero generale il 3 ottobre in difesa della Flotilla, dei valori costituzionali e per Gaza

La CGIL proclama per venerdì 3 ottobre 2025 uno sciopero generale nazionale di tutti i settori pubblici e privati. Una mobilitazione che nasce dall’aggressione contro le navi civili della spedizione umanitaria Flotilla, un attacco di estrema gravità che ha colpito cittadini italiani, lavoratori e volontari impegnati nell’aiuto alla popolazione palestinese.

Una violazione dei principi costituzionali

La CGIL denuncia con fermezza che si tratta non solo di un crimine contro persone inermi, ma di un colpo inferto all’ordine costituzionale e ai principi sanciti dal diritto internazionale. Grave, inoltre, la responsabilità del governo italiano che ha abbandonato lavoratrici e lavoratori in acque internazionali, violando i principi fondamentali della nostra Costituzione.

Le regole per chi sciopera nel pubblico impiego

Lo sciopero generale del 3 ottobre coinvolge anche i servizi pubblici.
In base alla normativa vigente, saranno garantite le prestazioni indispensabili come previsto dalle regolamentazioni di settore. Per i servizi essenziali – sanità, sicurezza, scuola, assistenza – saranno quindi assicurati i livelli minimi stabiliti dalla legge e dagli accordi, mentre in tutti gli altri ambiti i lavoratori e le lavoratrici dei servizi pubblici incroceranno le braccia per l’intera giornata.

Perché si sciopera

Lo sciopero generale è proclamato:

  • in difesa della Flotilla, colpita mentre svolgeva una missione umanitaria;

  • in difesa dei valori costituzionali e del diritto internazionale;

  • per la popolazione di Gaza, sottoposta a un’operazione di genocidio che ha già provocato oltre 41.500 vittime civili e milioni di sfollati.

Le piazze della mobilitazione

Bologna: ore 9.00 concentramento in Piazza Malpighi

Imola: ore 9.00 Piazzale della Rocca

Ferrara: ore 9.00 Piazzale della Stazione

Ravenna: ore 9.00 Piazza del Popolo

Modena: ore 9.00 Piazzale 1° Maggio (dietro la stazione delle corriere)

Reggio Emilia: ore 9.00 Polo scolastico di Via Makalle’
Parma: ore 9.00 Piazzale Santa Croce

Cesena: ore 9.00 Ippodromo

Forlì: ore 9.30 Campus Universitario (Igino Lega)

Piacenza: ore 8.00 Piazzale Libertà
Rimini: ore 9.30 Arco di Augusto

 

Difendere il diritto di pace

La missione della Flotilla non è un gesto isolato, ma un atto di coraggio civile fondato sul diritto internazionale e sulla solidarietà tra i popoli. Con lo sciopero generale, la CGIL ribadisce che il diritto di pace, costruito col sacrificio di generazioni di lavoratori, va difeso con determinazione.

Il 3 ottobre lavoratrici e lavoratori di tutti i settori, pubblici e privati, daranno un segnale netto: la solidarietà non si arresta e la dignità non si cancella.


Se toccano la Global Sumud Flotilla sarà sciopero generale!

La FP CGIL Emilia-Romagna sostiene con forza le decisioni assunte dall’Assemblea Generale della CGIL del 29 settembre 2025, che ha approvato all’unanimità (con 6 astenuti) un documento chiaro: se la missione umanitaria Global Sumud Flotilla dovesse subire attacchi, blocchi o sequestri delle sue imbarcazioni e dei materiali trasportati, o se non venissero aperti corridoi umanitari verso Gaza, la CGIL proclamerà uno sciopero generale.

Si tratterebbe di una mobilitazione senza precedenti, promossa a difesa di una missione pacifica che ha come obiettivo l’apertura di corridoi umanitari permanenti, la fine dell’assedio e la tutela dei valori costituzionali di solidarietà, pace e giustizia.

Le iniziative di mobilitazione già in programma

Accanto a questa decisione, il documento approvato prevede la partecipazione a importanti momenti di mobilitazione nazionale e internazionale:

  • 4 ottobre a Roma, alla manifestazione nazionale convocata dalle associazioni palestinesi;

  • 12 ottobre, alla Marcia Perugia-Assisi per la pace e contro il riarmo;

  • 25 ottobre a Roma, alla manifestazione nazionale CGIL e “La Via Maestra” dal titolo Democrazia al Lavoro.

La FP CGIL Emilia-Romagna ribadisce l’urgenza di fermare le guerre, contrastare le politiche di riarmo e aprire spazi concreti di solidarietà internazionale, a partire dalla difesa della popolazione palestinese.


Sciopero nazionale igiene ambientale: il 17 ottobre si fermano le lavoratrici e i lavoratori

Dopo mesi di trattative senza esito, le lavoratrici e i lavoratori dell’igiene ambientale incroceranno le braccia il 17 ottobre 2025 con uno sciopero nazionale.
La mobilitazione, proclamata dalle organizzazioni sindacali, nasce dalla necessità di ottenere più tutele, più diritti e maggiore sicurezza in un settore fondamentale per la salute collettiva e la tutela dell’ambiente.

Perché si sciopera

Il mancato avanzamento delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale spinge le lavoratrici e i lavoratori a manifestare apertamente le proprie rivendicazioni. Al centro ci sono temi cruciali:

  • Salute e sicurezza sul lavoro, troppo spesso messe a rischio da carenze strutturali e organizzative.

  • Classificazione e inquadramento professionale, per un riconoscimento adeguato delle competenze e delle mansioni svolte.

  • Difesa del potere d’acquisto, eroso da inflazione e mancati adeguamenti salariali.

  • Tutela negli appalti, per garantire continuità occupazionale e diritti in ogni passaggio gestionale.

  • Indennità di settore, da aggiornare e rendere realmente coerenti con le condizioni di lavoro.

  • Difesa del diritto di sciopero, messo sotto pressione da normative sempre più restrittive.

Una vertenza per tutti

L’igiene ambientale è un servizio essenziale che riguarda l’intera collettività. Garantire condizioni di lavoro dignitose significa anche assicurare un servizio efficiente, sicuro e sostenibile. Lo sciopero del 17 ottobre vuole quindi essere un segnale forte: senza giustizia e dignità per chi lavora, non può esserci qualità nei servizi.

La FP CGIL Emilia-Romagna invita tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore a partecipare alla mobilitazione per costruire insieme una vertenza che metta al centro diritti, sicurezza e futuro.


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