Terzo Incontro di trattativa per il rinnovo del CCNL Sanità

Insufficienza delle Risorse per il Rinnovo Contrattuale

Si è svolto la mattina del 7 maggio il terzo incontro di trattativa sul Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) 2022/24. In apertura, Aran ha illustrato il quadro delle risorse disponibili per il rinnovo contrattuale, sottolineando come le risorse derivanti dalle ultime tre leggi di bilancio, in particolare quella per il 2024, siano pari al 5,78%. Queste risorse non coprono neppure un terzo dell’inflazione effettiva certificata per il 2022 (8,7%), per il 2023 (5,7%) e quella prevista per il 2024 (2,7%).

Dettagli delle Risorse Disponibili

Il totale delle risorse disponibili ammonta a 1,5 miliardi di euro a partire dal 2024, di cui 836 milioni già erogati sotto forma di Indennità di Vacanza Contrattuale (IVC). A questi si aggiungono 140 milioni per l’incremento dell’indennità di pronto soccorso a partire dal 1° giugno 2023. Tuttavia, questi fondi sono inferiori a quelli ottenuti per il rinnovo del comparto sanità 2019/21 e non includono arretrati.

Necessità di Ulteriori Risorse

Non ci sono risorse aggiuntive per incrementare altre indennità professionali e per le condizioni di lavoro, né per la crescita professionale delle lavoratrici e dei lavoratori. I sindacati hanno ribadito la necessità di trovare ulteriori risorse immediatamente per incrementare le retribuzioni del personale sanitario. È possibile farlo con provvedimenti immediati senza attendere la prossima Legge di Bilancio, evitando che il Servizio Sanitario Nazionale venga travolto da bassi salari, carichi di lavoro insostenibili e carenza di organico.

Mobilitazione Sindacale

Per queste ragioni, la Federazione è impegnata a continuare la mobilitazione a sostegno di queste rivendicazioni, a partire dalla grande manifestazione del 25 maggio a Napoli. Questa manifestazione ha volute mettere al centro la difesa della Carta costituzionale, contro l’autonomia differenziata e per una piena attuazione dell’articolo 32 della Costituzione.


ospedale imola

Fp Cgil Imola non ratifica l'accordo sui fondi per il 2024: Ecco le Ragioni

La Fp Cgil Imola, insieme ai rappresentanti RSU, ha deciso di non sottoscrivere l’accordo con l’AUSL di Imola sulla “Finalizzazione delle risorse dei fondi per l’anno 2024 – Primo stralcio”, a differenza delle altre organizzazioni sindacali.

La decisione è motivata dalla mancanza di coerenza nell’allocazione di 120 mila euro per progetti individuali, senza garantire una distribuzione equa della produttività tra tutti i dipendenti, mantenendo le quote del 2023.

Il disaccordo si estende anche alla modalità con cui si richiede di destinare queste risorse prima di stabilire i criteri e le quote annuali, che verranno discussi solo entro giugno 2024, successivamente alla firma dell’accordo prevista per il 6 maggio 2024. La Fp Cgil si interroga su come sia possibile accettare una riduzione del salario accessorio quando non si registrano miglioramenti nelle condizioni lavorative, mentre i carichi di lavoro e le pressioni continuano ad aumentare.

Il malcontento cresce anche per l’aumento del tempo di attesa per il personale entrante tramite graduatorie, aggravando la situazione di chi già opera in condizioni difficili, come nel blocco operatorio, dove si superano le sette reperibilità mensili stabilite dal CCNL. La situazione è resa ancora più critica dalla mancanza di personale dedicato, come evidenziato dalla grave carenza di tecnici di radiologia.

Nonostante queste sfide, la Fp Cgil e la RSU hanno concordato sulla destinazione di 350 mila euro per i DEPP (valorizzazione della professionalità acquisita) a partire dal 1° gennaio 2024, in linea con l’accordo regionale che prevede strumenti per la crescita professionale del personale sanitario della Regione Emilia Romagna.

In conclusione, la Fp Cgil e la RSU si riserveranno di valutare complessivamente la situazione durante la contrattazione integrativa per il “Secondo stralcio dei fondi 2024”, decidendo se procedere alla firma completa dell’accordo o avviare una mobilitazione del personale.


Continua la trattativa per il rinnovo del CCNL Sanità Pubblica 2022/24

Si è svolto nel pomeriggio del 17 aprile il secondo incontro di trattativa per il rinnovo del CCNL Sanità Pubblica 2022/24.

Dopo l’incontro di impostazione politica che ha avviato la trattativa, anche in apertura di questo secondo incontro abbiamo nuovamente affermato come FP CGIL, come il nodo più rilevante, ad oggi, resti quello dell’assoluta insufficienza delle risorse disponibili alla trattativa. Oggi si è trattato della prima occasione nella quale si è entrati nel merito contrattuale.

Aran ha presentato una prima ipotesi di testo che interviene sue due parti del CCNL vigente: la prima sul sistema delle relazioni sindacali, la seconda sulle declaratorie di alcune aree professionali.

Gli interventi proposti da Aran sul sistema di relazioni sindacali restringono il campo del confronto aziendale, in particolare su organizzazione del lavoro, salute e sicurezza e programmazione delle pronte disponibilità, allargando il campo di iniziativa unilaterale delle Aziende /Enti.

Per noi, per la FP Cgil, l’obiettivo resta sempre quello di ricondurre i temi che attengono l’organizzazione del lavoro e il suo impatto sulle condizioni di lavoro al confronto e alla contrattazione integrativa aziendale e, nel contempo, di rendere l’informativa aziendale davvero preventiva agli atti e alle delibere e di renderla più cogente ed esigibile sotto il profilo del dettaglio delle informazioni che devono essere fornite alle OOSS e alle RSU, a partire dai Fondi Contrattuali e il relativo utilizzo delle risorse per ciascun istituto contrattuale.

Sulle declaratorie delle aree professionali, Aran ha formulato una prima, parziale, proposta che intenderebbe dare seguito alla dichiarazione congiunta n° 7 del CCNL 19/21, sul profilo dell’educatore socio pedagogico, inserendolo, come noi rivendichiamo da sempre, nelle declaratorie del comparto.

Abbiamo riaffermato come per noi sia necessario dare pratica attuazione a tutto quanto è previsto in quella dichiarazione congiunta e costruire le declaratorie anche per autista soccorritore, mediatore culturale, operatore tecnico specializzato, operatore tecnico di centrale e, inoltre, qualificare le declaratorie, all’interno dell’Area dei funzionari, per alcuni profili del ruolo tecnico quali, ad esempio, i collaboratori tecnici informatici.

Abbiamo anche riaffermato come sia per noi importante lavorare per una riunificazione contrattuale per tutto il personale dell’area della ricerca in ambito sanitario e per una sezione contrattuale dedicata alle Agenzie per la Protezione dell’Ambiente.

Per tutte queste ragioni, sinteticamente qui riportate, abbiamo giudicato insufficienti le proposte ricevute sin qui, riservandoci di produrre un nostro testo sul merito e dichiarando che la discussione sul sistema delle relazioni sindacali e sulle declaratorie professionali deve proseguire nei prossimi incontri.

A chiusura di questa prima nota, ribadiamo come questa trattativa si confermi essere molto in salita, stante le risorse disponibili da Legge di Bilancio 2024 per i rinnovi contrattuali dell’Area Sanità come di tutti i comparti pubblici, risorse insufficienti anche solo per recuperare il potere d’acquisto dei salari di questo triennio. Per questo rinnoviamo il nostro impegno a proseguire la nostra mobilitazione in vista della manifestazione di sabato 20 aprile prossimo a Roma.


ausl rimini

Turni più lunghi la FP CGIL di Rimini porta la Ausl Romagna in tribunale. «Vittoria, revocati tutti gli atti»

A dicembre la Cgil aveva portato in tribunale l’Ausl Romagna rea di non aver rispettato il contratto nazionale di lavoro.

Appena quattro mesi dopo, le nostre istanze vengono accolte.

«Il Giudice del lavoro, Lucio Ardigò – spiega FP CGIL Rimini- ha represso la condotta antisindacale di Ausl Romagna, accolto le nostre osservazioni, e chiarito, in maniera inequivocabile, che il comportamento aziendale aveva leso le prerogative sindacali e con esse dei diritti dei lavoratori. Il provvedimento del Tribunale di Rimini prevede anche la revoca da parte di Ausl Romagna degli atti unilaterali che hanno violato il contratto di lavoro».

La vicenda è quella del nuovo orario di lavoro al dipartimento di sanità pubblica. «Che, a gennaio sarebbe dovuto partire in barba al Ccnl di settore – sottolinea Fp-Cgil –. In sostanza sarebbe stata applicata la disponibilità di 13,5 ore giornaliere a fronte delle 12 ore massime previste con un turno di lavoro che avrebbe potuto superare le 7 ore e 12 minuti, su cinque giorni, e che la pronta disponibilità potesse essere svolta anche per unità operative di servizi diversi da quelli di afferenza. Su più punti, in definitiva, veniva messo in discussione l’accordo che Aran e parti sociali avevano trovato dopo mesi di faticosa trattativa».

Così dopo la richiesta di un incontro e la sospensione della riorganizzazione «da Ausl Romagna erano giunte solo risposte evasive con la ferma volontà di procedere senza l’adeguato confronto». Da qui la decisione di aprire una via giudiziaria.

«Il sindacato – continua la FP CGIL Rimini – deve prima di tutto pretendere il rispetto del Ccnl, perciò non agire avrebbe prestato il fianco a qualsiasi altra deroga. Viste anche le difficoltà quotidiane di chi lavora nella sanità, aggredita da tagli alle risorse e soggetta a un tetto di spesa per il personale che mette in ginocchio i professionisti e le aziende stesse».

«Con il Pnrr si è dato il via ad un grande piano di investimenti che non trova però lo stesso finanziamento per il personale; la tendenza quindi è quella di depauperare le Unità operative a favore delle strutture territoriali (cau, cot). Abbiamo quindi fatto emergere tutte le criticità di una riorganizzazione calata dall’alto. La decisione dell’Ausl, infatti, avrebbe impattato sulla qualità del lavoro anche di settori connessi agli accertamenti su salute e sicurezza sul lavoro in provincia di Rimini. E ora si apre una nuova stagione di rivendicazioni nei confronti di Ausl Romagna, a partire dall’accesso alla mensa per tutti i dipendenti e da meccanismi che rendano certo il godimento delle ferie».


FP CGIL Parma: "Preoccupati per la situazione dei Centri Unici di Prenotazione dell'Ausl". Dichiarato lo stato d'agitazione

Carenza di personale e continui aumenti dei carichi di lavoro incidono anche sulla qualità del servizio ai cittadini

 

La FP CGIL PARMA dichiara lo stato di agitazione nell’Azienda USL di Parma per le mancate risposte alle richieste sindacali su tutti i CUP – Centri Unici di Prenotazione – del Distretto, per la carenza di personale (6 unità in meno rispetto al 2023) e per il continuo aumento dei carichi di lavoro dovuto ad attività e incombenze che prima erano svolte da altri servizi.

Questa situazione sta causando problematiche operative gravi su tutto il servizio, con file interminabili agli sportelli che esasperano gli animi dei cittadini e sono causa anche di aggressioni verbali, e non solo, agli operatori.

Una situazione critica, che sta diventando rapidamente insopportabile e che non merita il disinteresse della direzione aziendale a cui tali problematiche sono state sottoposte numerose volte, in tutte le sedi.

La FP CGIL PARMA metterà in campo tutte le azioni necessarie per richiamare l’attenzione su un servizio di peculiare importanza come questo; dal blocco degli straordinari, all’informazione costante alle lavoratrici e lavoratori e alla cittadinanza, aumentando la mobilitazione fino allo sciopero se non arriveranno risposte concrete.

“I servizi di prossimità come il CUP -precisa Alfredo Vettone, funzionario della Fp Cgil- a partire da quelli di Parma, hanno certamente la situazione più urgente ma, se non arriveranno risposte adeguate, proseguiremo la mobilitazione anche nel resto della provincia perché anche gli altri CUP sono in difficoltà e non meritano questo atteggiamento e disinteresse da parte della direzione aziendale; noi siamo per servizi sanitari di qualità che siano sempre nelle condizioni di dare risposte vere e concrete ai bisogni di tutti, lo stiamo sostenendo a livello nazionale e lo sosterremo a livello aziendale. Siamo dispiaciuti per questa nuova modalità di gestire le relazioni sindacali che non è mai appartenuta all’Azienda Usl ma prendiamo atto e ci comporteremo di conseguenza”.


Inizia la trattativa per il rinnovo del CCNL della sanità: servono più risorse per il contratto

Oggi si è insediato il tavolo sul rinnovo del contratto nazionale 2022-24 della sanità pubblica: “Comincia in salita vista la scarsezza di risorse”. Così la segretaria generale Fp Cgil Serena Sorrentino e la segretaria confederale della Cgil Francesca Re David, in una nota post incontro.

“Il tema delle risorse è cruciale per noi. È condivisibile ragionare di valorizzazione professionale, condizioni di lavoro e revisione delle indennità, ma per noi rimane cruciale il tema degli incrementi salariali. Leggiamo di cifre sui giornali che non solo non sono soddisfacenti ma che non tengono conto che toccare anche solo una delle questioni poste da noi, e in gran parte contenute anche nell’atto di indirizzo delle Regioni, a partire dal necessario aumento del valore degli incarichi all’estensione degli stessi, alla valorizzazione di nuovi profili professionali, alla maggiorazione di tutte le indennità a partire da quella di specificità infermieristica, che va aumentata e equiparata anche per le ostetriche, e quella di tutela della salute e del malato, significa spendere parte di quel 5,78 su altri capitoli abbassando il valore degli incrementi salariali”.

Inoltre, aggiungono le sindacaliste, “vanno incrementati e sbloccati i fondi della contrattazione decentrata, e va soprattutto garantito un orario di lavoro adeguato e che consenta di conciliare vita e lavoro, il diritto alle ferie e l’aumento dei congedi. Per fare tutte queste cose quel 5,78 diventa sempre meno, quindi ci sarà sempre meno incremento del salario. Il datore di lavoro pubblico, a differenza del privato, ha deciso di stanziare risorse che coprono solo un terzo dell’inflazione cumulata nel triennio 22/24: come si può pensare di rinnovare il ccnl della sanità pubblica senza ulteriori interventi?”, proseguono Sorrentino e Re David.

Lo dobbiamo alle lavoratrici e lavoratori della sanità pubblica, ma anche per garantire che sempre di più ci siano elementi di miglioramento organizzativo dei servizi che possano garantire maggiore qualità di salute per i cittadini. Il governo ha fatto molti proclami ma ora i nodi vengono al pettine: dica se vuole dare risposte ai lavoratori pubblici o no. Non basta partire dalla sanità nell’apertura dei tavoli per dare il giusto riconoscimento ai professionisti e operatori sanitari, bisogna dargli salario e miglioramento delle condizioni di lavoro, per questo continueremo la mobilitazione visto che non ci rassegniamo alla risposta dell’Aran che bisogna accontentarsi di quello che il governo ha deciso unilateralmente”, concludono.


Sanità: audizione di Schillaci? Passare dalle parole ai fatti

“Abbiamo letto le affermazioni del ministro Schillaci nel corso dell’audizione in Commissione Affari Sociali della Camera e ognuna di esse meriterebbe una risposta. Per quanto riguarda il ruolo dei medici di medicina generale siamo d’accordo col ministro quando afferma che nessuna riforma sanitaria, a maggior ragione se si ragiona di territorio, può prescindere da un ripensamento della medicina di base. Proprio per questo però, a differenza di ciò che afferma il ministro, per noi è strategico il tema del rapporto di lavoro. Per questo continuiamo ostinatamente a chiedere che si impari dagli errori e dalla pandemia e che quindi, almeno nelle case di comunità, i medici di medicina generale siano alle dipendenze del Ssn. Solo così, cambiando questa ‘regola di ingaggio’, quei luoghi diventeranno effettivamente quel punto di primo contatto fra cittadino e servizio sanitario in grado di deflazionare i pronto soccorso”.
Lo scrive in una nota Fp Cgil, che prosegue: “inoltre, concordiamo col ministro sulla funzione e l’importanza degli specializzandi, a patto che non li si consideri un esercito sanitario di riserva senza diritti. Per questo, da tempo, chiediamo al governo e al ministro di prevedere un vero e proprio contratto di formazione lavoro che tuteli e garantisca questi professionisti. Ad oggi, al di là delle dichiarazioni, non ci risulta essere stato adottato nessun provvedimento in tal senso. Quanto all’abolizione del tetto di spesa per le assunzioni, il ministro ne parla dal giorno del suo insediamento. Ci aspettiamo si passi finalmente dalle parole ai fatti, prevedendo anche le risorse necessarie per permettere alle regioni di poter concretamente effettuare le assunzioni sempre più indispensabili”.
“C’è, infine, un tema che il ministro non ha citato quale elemento decisivo per combattere la carenza di professionisti: quello dei salari. Nei giorni scorsi – prosegue la nota di Fp Cgil – si è aperta la trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro del comparto. Una trattativa partita molto in salita visto che la maggioranza delle organizzazioni sindacali a partire da Fp Cgil hanno dichiarato la totale insufficienza delle risorse stanziate dal Governo per il rinnovo. Il ministro faccia la sua parte all’interno del governo perché arrivino le risposte indispensabili alla sottoscrizione di un contratto che non penalizzi ulteriormente quei professionisti che lui sostiene di voler valorizzare”.


Sanità: sottoscritto CCNL Ricerca Sanitaria

“Contratto molto atteso da oltre 2.000 professionisti”

“Sottoscritto definitivamente il CCNL relativo al personale del comparto Sanità-Sezione del personale del ruolo della ricerca sanitaria e delle attività di supporto alla ricerca sanitaria per il triennio 2019 – 2021. Le principali novità rafforzano sia la parte economica sia la parte normativa, motivo per il quale gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) e gli Istituti zooprofilattici sperimentali (Izs) dovranno procedere ad innalzare le retribuzioni mensili, introdurre il nuovo sistema degli incarichi professionali adeguando le relative indennità di funzione. In aggiunta, abbiamo ottenuto l’introduzione delle indennità di rischio radiologico e di pronta disponibilità, la salvaguardia delle fasce economiche conseguite con il previgente sistema, l’introduzione di ulteriori fonti di finanziamento per consentire l’effettiva erogazione dei premi correlati alla performance”. Lo scrivono in una nota i segretari nazionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Michele Vannini, Roberto Chierchia e Fulvia Murru.

“Per i ricercatori sanitari – si aggiunge – è previsto un sistema di incarichi legato alla valorizzazione delle attività di ricerca con la conservazione della parte fissa dell’indennità di funzione dell’ultimo incarico ricoperto anche in caso di revoca e per il personale di supporto l’ulteriore valorizzazione economica attraverso il sistema di assegnazione dei differenziali economici di professionalità, con l’attribuzione di incarichi come già per il personale del comparto Sanità”.

“Queste – si legge ancora nella nota di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl – sono soltanto alcune delle novità di un CCNL molto atteso da oltre 2.000 professionisti in tutta Italia che da tempo rivendicavano migliori condizioni economiche, riconoscimento e valorizzazione della professionalità espressa, e maggiore considerazione da parte degli organi centrali dello Stato considerata l’importanza rivestita da questa particolare categoria professionale durante situazioni di carattere emergenziale e più in generale per consentire le migliori cure che il SSN offre ai cittadini del nostro Paese”.

“Il rafforzamento dei diritti e delle tutele del personale del ruolo della ricerca sanitaria e delle attività di supporto alla ricerca sanitaria  – concludono i sindacati – proseguirà con la trattativa per il CCNL 2022 – 2024, che si aprirà a breve e vedrà immediatamente l’impegno delle organizzazioni sindacali ad assicurare maggiore tempestività e un intervento chiarificatore anche in merito alle modifiche introdotte dagli organi di certificazione”.


Dopo lo stato di agitazione la FP CGIL Imola ricevuta in prefettura

Questa mattina si è tenuto un incontro presso la Prefettura di Bologna tra le organizzazioni sindacali Fp Cgil – Cisl FP – Uil Fpl e la Direzione della AUSL di Imola. L’incontro è stato convocato a seguito dello stato di agitazione dichiarato contro la decisione dell’azienda di ridurre unilateralmente il salario accessorio a partire da gennaio.

Le richieste principali avanzate dalle organizzazioni sindacali includono la restituzione delle quote di produttività relative al primo trimestre e l’avvio ufficiale delle negoziazioni contrattuali per il 2024. Queste richieste mirano a continuare il processo di valorizzazione del personale avviato nel 2023, con l’obiettivo di non penalizzare gli operatori che si trovano già a fronteggiare quotidianamente carenze di personale per garantire un servizio pubblico essenziale.

Dopo un lungo confronto, mediato dalla Vice Prefetto, è stato redatto un verbale che sospende lo stato di agitazione. La Direzione della AUSL si è impegnata a riconoscere le quote complete di produttività relative al primo trimestre del 2024 entro marzo e a fissare un incontro per la contrattazione del 2024 entro la prima settimana di marzo.

Durante le discussioni, le organizzazioni sindacali hanno ribadito la necessità di riconoscere i turni aggiuntivi prestati dal personale per fronteggiare le carenze di organico attraverso prestazioni aggiuntive finanziabili dal bilancio aziendale. La Direzione ha confermato che questo strumento sarà utilizzato per situazioni di maggiore criticità.

È stato inoltre affrontato il tema delle assunzioni. Le organizzazioni sindacali hanno espresso la necessità di coprire le carenze di personale su tutti i profili. La Direzione ha informato che si stanno effettuando assunzioni dalle graduatorie disponibili per le aree sanitaria e amministrativa, nonostante ci siano ancora vincoli amministrativi che influenzano le assunzioni (attualmente sono in corso 60 cessazioni e cessazioni imminenti da sostituire).

Le organizzazioni sindacali Fp Cgil – Cisl FP – Uil Fpl considerano positivo l’incontro odierno, poiché rappresenta un primo passo verso il ripristino delle relazioni sindacali corrette. Lo stato di agitazione è stato sospeso, ma non revocato, in attesa dell’incontro di contrattazione del 2024 entro la prima settimana di marzo, durante il quale si dovranno concretizzare gli impegni presi a favore dei lavoratori.

In particolare, per quanto riguarda le assunzioni, le organizzazioni sindacali continueranno a lavorare per garantire, a tutti i livelli, il benessere lavorativo dei dipendenti della AUSL di Imola attraverso turnazioni adeguate e coperture adeguate.


FP CGIL Parma: Adi, un "mostro" di burocrazia e personale a rischio burnout

“Così il sistema non funziona”

 

Le procedure fissate per l’avviamento dell’Assegno di inclusione, che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza, evidenziano l’inadeguatezza dell’attuale strutturazione di questa misura: confusione, aggravio di burocrazia, personale a rischio di burnout.

“Anche a Parma – spiega il segretario generale FP CGIL, Ruggero Maria Manzotti – vengono raccolte ogni giorno segnalazioni che trasudano rabbia e frustrazione da parte del personale pubblico coinvolto, quali servizi sociali, sanitari, sociosanitari pubblici, compreso il settore della giustizia, che denuncia da un lato un aumento drammatico del carico di lavoro e dall’altro l’assoluta mancanza di valorizzazione e rafforzamento del personale stesso”.

Ogni servizio ha a che fare con carenza di personale, è ancora molto alta la percentuale di personale precario, e perfino cronica è la carenza del personale amministrativo che opera nei servizi sociali.

“Alla puntigliosità delle linee di indirizzo decise per la presa in carico, che prevede il coinvolgimento anche dei servizi sanitari, socio sanitari, dei centri per l’impiego, degli uffici per l’esecuzione penale esterna, insomma di una rete territoriale costituita ed organizzata, si oppone una realtà fatta di servizi che, ben lontani dall’essere coordinati, sono lasciati soli ad affrontare, senza alcuna informazione e formazione, questo rilevante compito”.

“Più le procedure si complicano e più si ingolfa il personale, meno saranno le persone fragili che riusciranno ad ottenere un sostegno. Molti professionisti si sentono sempre più in prima linea; mancano i decreti attuativi; le procedure assomigliano sempre più ad un percorso ad ostacoli. Quale inclusione sarà possibile in questo modo?”, conclude il segretario FP CGIL.