Il Rizzoli di Bologna verso lo Sciopero: "Adesso basta!"

Personale del Rizzoli pronto allo sciopero. L’annuncio arriva dalle funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil, Fials, Nursind e Fsi-Usae. I sindacati “dichiarano la propria volontà di indire lo stato di agitazione, compreso blocco dello straordinario ed eventuale iniziative di sciopero, delle lavoratrici e dei lavoratori dell’istituto ortopedico Rizzoli di Bologna”.

A scatenare la reazione la decisione della direzione dello Ior, “in seguito a nuove valutazioni tecniche”, di eliminare “l’indennità di rischio radiologico” e il “corrispondente riposo biologico di 15 giorni annui ad oltre 50 unità infermieristiche di sala operatoria” a partire dal 1 gennaio. Per il sindacato “è evidente l’obiettivo della direzione di recuperare unità infermieristiche e il disinteresse ad utilizzare quest’istituto contrattuale che ha lo scopo di tutelare preventivamente il personale esposto a rischio radiologico”.

Ma ci sono altri motivi di disagio da parte dei lavoratori.

A partire dalla “mancata riapertura del confronto sulle criticità del Pronto soccorso più volte evidenziate e analizzate ma che non hanno visto nessuna presa in carico rispetto alla creazione di percorsi per gestire pazienti pediatrici o di implementazione del personale per ridurre i tempi di attesa dell’utenza o gli sforamenti oltre l’orario di apertura al pubblico del servizio”.
Inoltre c’è “carenza di personale in molti servizi sia di area sanitaria, sia di area tecnico amministrativa, a partire dai servizi sopra menzionati. Il turn over è stato decisamente rallentato nel corso del 2022 con conseguenze negative in termini di carichi di lavoro. Si chiede di garantire il turn over in tempi celeri e di assumere laddove siano presenti carenze”. Infine i sindacati parlano di “poca attenzione a garantire un corretto sistema di relazioni sindacali”.

La direzione “ha sottoscritto accordi sindacali i cui impegni non sono mantenuti”. Ad esempio si segnalano “tempi lunghi di applicazione di accordi sottoscritti mesi prima come sulle progressioni economiche orizzontali” e la “mancata apertura del tavolo di contrattazione in merito alla finalizzazione delle risorse contrattuali previsti per i fondi anno 2022 in applicazione del rinnovo” del contratto nazionale. Infine le “criticità determinate dai servizi unici amministrativi sulla contrattazione sono sempre più pesanti e inaccettabili”.

I rappresentanti dei lavoratori “chiedono pertanto che si attivi la procedura di raffreddamento e conciliazione tra le parti”. Intanto le diverse sigle sindacali “proclameranno le iniziative di mobilitazione (con il relativo preavviso previsto dalla legge in caso di sciopero) trascorsi i periodi previsti dalla norma”.


Nuovo contratto della sanità - Tutto quello che c'è da sapere

Firmato il 2 novembre in via definitiva il contratto delle lavoratrici e dei lavoratori della Sanità Pubblica relativo al triennio 2019-2021, dopo l’intesa raggiunta il 15 giugno scorso.

Tutti i materiali per comprendere al meglio il nuovo contratto. Dal testo integrale a una scheda sui punti principali, dagli arretrati con tabelle economiche agli elementi del nuovo contratto per infermieriossostetrichetecnici sanitari e personale tecnico amministrativo.

In questo video Marco Blanzieri, di FP CGIL Emilia-Romagna, ci spiega le novità sugli arretrati del nuovo contratto della sanità.


Concorso oss emilia romagna

Seminari di aggiornamento online per OSS

Continuano le opportunità di  aggiornamento professionale per le iscritte e gli iscritti alla FP CGIL.

Questa volta si tratta di un percorso dedicato ad OSS: 5 appuntamenti che trattano in un seminario, singolarmente, vari argomenti.

  1. primo soccorso
  2. movimentazione dei carichi
  3. contrastare la violenza in sanità, e non solo
  4. integrazione professionale tra infermiere e OSS
  5. alimentazione dell’anziano

Altri argomenti sono in fase di realizzazione e verranno proposti nei prossimi mesi.

Gli incontri sono realizzati via web con piattaforma ZOOM. La durata di ogni incontro è di 2 ore. Potrà essere rilasciato un attestato di partecipazione.

Possono partecipare, se interessate, anche figure professionali diverse dagli OSS.

Non si tratta di un corso ECM.

Il calendario:

  • 26 ottobre: primo soccorso
  • 9 novembre – ore 16.00/18.00: movimentazione dei carichi
  • 23 novembre – ore 16.00/18.00: contrastare la violenza in sanità, e non solo
  • 14 dicembre – ore 16.00/18.00: integrazione professionale tra infermiere e OSS
  • 13 gennaio 2023 – ore 16.00/18.00: alimentazione dell’anziano

Come detto, si tratta di un’opportunità riservata ad iscritte ed iscritti.

Per partecipare scrivere a: oss@er.cgil.it


Sanità, se non la curi non ti cura! Il 29 ottobre la Manifestazione a Roma

Promossa da FpCgil-CislFp-UilFpl-Fials-Nursind, appuntamento in piazza del Popolo dalle ore 9.30

‘Sanità, se non la curi non ti cura!’.

È il titolo della manifestazione nazionale in programma a Roma sabato 29 ottobre in piazza del Popolo a partire dalle ore 9.30 delle lavoratrici e dei lavoratori che operano in sanità: nel pubblico, nel privato e nel terzo settore. Una manifestazione, promossa dai sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials e Nursind, per chiedere al nuovo governo un immediato e concreto impegno sulla sanità per garantire la tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività.

Una mobilitazione che ha al centro 8 rivendicazioni, 8 misure urgenti sulle quali intervenire:
1. Maggiori risorse per il fondo sanitario nazionale;
2. Lotta alle esternalizzazioni;
3. Superamento dei limiti di tetti di spesa per il personale;
4. Assunzioni e stabilizzazioni;
5. Adeguate risorse contrattuali;
6. Spazi per la contrattazione decentrata e la valorizzazione del personale;
7. Misure per l’integrazione fra pubblico e privato;
8. Integrazione fra sanitario e sociale.

Il programma della giornata prevede interventi di delegate e delegati, al termine dei quali parleranno i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials e Nursind, Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli, Michelangelo Librandi, Giuseppe Carbone e Andrea Bottega.

Leggi il documento unitario sulla mobilitazione!

Come funziona la Pensione di Anzianità

La pensione di vecchiaia si consegue quando si raggiungono i requisiti previsti dalla normativa.

QUANDO SI HA DIRITTO

Per soggetti in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 quando verificano le seguenti condizioni:

ANZIANITA’CONTRIBUTIVA

• 20 anni di contributi.

ECCEZIONI

Continuano a valere solo i 15 anni di contributi nei seguenti casi:

• Lavoratori che al 31.12.92 avevano già raggiunto i 15 anni di contributi;

• Lavoratori che possono far valere un’anzianità assicurativa di almeno 25 anni e un’attività lavorativa affettivamente svolta per almeno 10 anni con meno di 52 settimane all’anno (solo lavoratori dipendenti);

• Lavoratori autorizzati ai versamenti volontari prima del 31.12.92.

ETA’

• 67 anni uomini e donne (requisito da adeguare all’aspettativa di vita dal 2025).

Per gli assicurati a decorrere dal 1 gennaio 1996

Per i soggetti destinatari del sistema contributivo, il perfezionamento dei requisiti per conseguire la pensione di vecchiaia:

• 20 anni di contributi e l’età anagrafica prevista per la generalità dei lavoratori sopra indicata a condizione che: l’importo di pensione risulti pari o superiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale;

• Altrimenti, al compimento del 71simo anno di età (requisito da adeguare all’aspettativa di vita dal 2025) e almeno 5 anni di contribuzione effettiva, a prescindere dall’importo di pensione.

DECORRENZA

• Primo giorno successivo a quello di compimento dell’età pensionabile (se esistono tutti i requisiti compresa la cessazione del rapporto di lavoro);

• Primo giorno del mese successivo a quello di perfezionamento dei requisiti;

• Primo giorno successivo alla presentazione della domanda (a scelta dell’interessato).

Per ottenere la pensione di vecchiaia occorre cessare l’attività di lavoro dipendente.
Dal 1/1/2019 i requisiti anagrafici aumentano per l’adeguamento all’aspettativa di vita con cadenza biennale.


Mobilitazione nazionale a difesa del Servizio Sanitario Nazionale

Mobilitazione nazionale a partire da settembre su difesa, rilancio e riorganizzazione del Servizio sociosanitario nazionale. A promuoverla la Fp Cgil, come da Ordine del giorno approvato dal Comitato direttivo della categoria.

Una mobilitazione in continuità con l’impegno della Fp Cgil “a partire dalla prima ondata pandemica” e che ha visto la categoria “con coerenza e determinazione rivendicare negli ultimi anni assunzioni, risorse e un vero progetto di riforma”. Non solo, “una mobilitazione conseguenza delle scelte non prodotte fino ad ora dalle istituzioni e dal parlamento, ma che dovranno concretizzarsi in appositi decreti e nella legge di Bilancio”.

Al centro della mobilitazione di settembre, con la quale parlare a operatori, cittadini, istituzioni, parlamento e governo, tra le altre cose, “la stabilizzazione delle risorse Covid e l’implementazione del Fondo sanitario nazionale fino a coprire le spese necessarie all’indispensabile piano straordinario di assunzioni, anche in funzione dei processi di riorganizzazione del Servizio sociosanitario nazionale”, insieme al “superamento dei tetti di spesa per il personale previsti dal Decreto Calabria, così come sul salario accessorio”.

La Fp Cgil punta a un piano straordinario di assunzioni che passi attraverso “la deroga al numero chiuso dei percorsi di formazione universitaria per le professioni sanitarie per i prossimi cinque anni; l’assunzione di tutti i precari del Servizio sociosanitario nazionale, tutti i ruoli e profili, compresi quelli degli Ircss e degli Izs; il graduale superamento del regime di convenzione per i medici di medicina generale e gli specialisti ambulatoriali, dando la possibilità alle regioni di assumerne direttamente alle proprie dipendenze; il blocco di tutte le esternalizzazioni e l’attivazione di processi di reinternalizzazione”.

C’è poi la necessità per il sindacato di rilanciare “la contrattazione nei settori privati, per evitare il fenomeno del dumping contrattuale e l’intermediazione illecita di mano d’opera tramite il ricorso agli appalti di servizio, con lo sblocco dei contratti della sanità privata, delle Rsa, del sociosanitario e socioassistenziale in attesa di rinnovo”, insieme “all’adeguamento nelle basi d’asta della variazione dei costi derivanti dal rinnovo dei Ccnl da parte delle committenze pubbliche, prendendo a riferimento sempre i Ccnl non solo quelli sottoscritti dalle organizzazioni maggiormente rappresentative ma anche quelli che hanno il campo di applicazione più congruo”.

Per la Funzione Pubblica Cgil, inoltre, bisogna “rivedere gli schemi di accreditamento, di affidamento e concessione dei servizi pubblici per evitare che le risorse del Pnrr siano investimenti pubblici che produrrebbero come effetto, in assenza di una necessaria inversione di tendenza nella spesa corrente che deve aumentare per assumere più personale e rinnovare i Ccnl, una vasta opera di esternalizzazione; ridefinire a livello nazionale linee guida per gli standard qualitativi dei servizi accreditati dalle singole regioni (minutaggio di assistenza agli anziani, ai disabili, ai minori e per tutte le forme di fragilità) tale da restituire dignità alle persone e alle lavoratrici e lavoratori e da garantire armonizzazione sugli aspetti legati alla qualità e all’organizzazione del lavoro anche sotto il profilo del Ccnl applicati”.

Serve poi “un piano nazionale di interventi su Rsa pubbliche, Asp e altre strutture analoghe, il potenziamento dell’assistenza domiciliare, la valorizzazione dei professionisti impegnati nelle attività sanitarie e sociosanitarie territoriali e di comunità; una ridefinizione unitaria, omogenea sul territorio nazionale e senza inopportune fughe in avanti delle singole regioni, della figura dell’operatore socio sanitario; il riconoscimento per gli operatori dei settori sanitari e dell’assistenza del lavoro usurante ai fini dell’anticipo previdenziale e norme contrattuali che favoriscano ragionevoli accomodamenti nell’alternanza tra mansioni gravose e altre attività”.

Punti che impegnano quindi a una mobilitazione che la Fp Cgil auspica il più larga possibile, unitaria, che coinvolga lavoratrici e lavoratori della sanità e tutti coloro che hanno a cuore il Servizio Sociosanitario Nazionale: “Non c’è più tempo. La Cura e la Salute non possono non essere la priorità del nostro paese, soprattutto non bisogna perdere questa occasione di utilizzo di risorse ordinarie e straordinarie per ridare finalmente solidità ed efficacia al nostro Servizio sociosanitario nazionale e soprattutto diritti, salario, valorizzazione professionale agli operatori”, conclude.


Cura e salute devono essere la nostra priorità

Le parole del nostro Segretario Generale dell’Emilia-Romagna Mauro Puglia

La crisi di Governo che sta attraversando il nostro Paese, si scontra con una realtà quotidiana in cui è esplosa un’ emergenza sociale sempre più drammatica, con un aumento della povertà, della precarietà e della disuguaglianza sociale sempre maggiori.

Questa crisi mette in discussione l’ agenda sociale che la CGIL stava presentando, anche nei confronti delle forze politiche, e che riassumiamo per punti: crisi energetica, superamento della precarietà, strumenti fiscali per tutelare i salari e le pensioni dall’aumento dell’inflazione, salario minimo e legge sulla rappresentanza, rinnovo dei contratti, politiche industriali, scuola, sanità, una vera riforma fiscale, pensioni, politiche dell’abitare, vecchie e nuove povertà.

Guardando ai contenuti è evidente come la nostra categoria sia coinvolta.

Infatti, chiediamo da tempo un maggior impegno alla lotta alla precarietà (sia per quei lavoratori con contratti privati che svolgono funzioni pubbliche sia per i tanti precari della pubblica amministrazione) ed un piano straordinario di occupazione. Come dichiarato dalla nostra Segretaria Generale Serena Sorrentino “siamo in una situazione di allarme rosso: senza un piano straordinario per l’occupazione nel settore pubblico sono a rischio i servizi ai cittadini” ma, se per investire nella PA le risorse del PNRR sono un’occasione che deve essere sfruttata, è necessario aumentare anche le risorse nella spesa corrente.

Facciamo un esempio, non si può pensare di costruire nuovi ospedali (risorse da PNRR) se non assumi anche il personale per farlo funzionare (risorse da legge di bilancio). Quindi, rilanciare e riorganizzare il SSN per una sanità pubblica ed universale, ecco perché stiamo portando avanti una “vertenza sanità” nella nostra regione, con manifestazioni e proteste in tutti i territori e proclamazione di stato di agitazione in diverse realtà, che ha avuto un punto di sintesi nel presidio tenutosi davanti al palazzo della Regione a Bologna il 13 giugno u.s.

Non solo, nell’ultimo Comitato Direttivo FP CGIL è stato approvato un ordine del giorno che ben spiega l’urgenza di intervenire sulla cura e sulla salute. In conclusione, queste sono le priorità da affrontare  in Italia: occupazione e salute, esigenze primarie per noi imprescindibili e per tali ragioni in autunno, in attesa della prossima legge di bilancio, è prevista una mobilitazione generale.


Ausl Imola, grave criticità di organico

Cgil Imola, Funzione Pubblica e Spi Cgil Imola hanno inviato una lettera alla Direzione dell’Ausl di Imola, al sindaco Marco Panieri e all’assessore regionale Raffaele Donini per chiedere azioni urgenti a fronte di una situazione non più sostenibile.
Manca il personale e questo ricade sui carichi di lavoro del personale dell’Azienda sanitaria e sul servizio ai cittadini e sul continuo allungamento dei tempi di attesa.

Di seguito il testo della Lettera dal sito della CGIL Imola.

 

La scrivente Organizzazione Sindacale è costretta di nuovo a denunciare una grave situazione di criticità di personale, anche in riferimento all’aumento dei contagi covid degli utenti e degli operatori.

Stiamo ricevendo innumerevoli segnalazioni da parte dei lavoratori per l’aumento dei carichi di lavoro, modifiche continue sui turni e, in particolare nei reparti, l’istituzione di turni dove non vengono garantite le 11 ore di riposo giornaliere, operatori che vengono richiamati in servizio nonostante non sia attivo l’istituto della reperibilità, continue richieste di salti di riposo e richieste di doppi turni che incidono con un aumento importante dello straordinario.
Tutto questo ricade sulla qualità dei servizi e sul continuo allungamento dei tempi di attesa, creando disagio ai cittadini che in questi due anni di pandemia si sono visti allungare i tempi per gli interventi e per le visite specialistiche. Come richiesto anche in sede di Conferenza Sociale Sanitaria Metropolitana, le aziende sanitarie e nello specifico l’Ausl di Imola hanno necessità di implementare l’organico per ridurre i tempi di attesa degli utenti e allo stesso tempo garantire il diritto al riposo e alle ferie estive. Non ci basta quanto scaturito dall’incontro in CTSSM che, per prendere tempo, vuole attivare incontri per definire settore per settore dove manca il personale.

Le Ausl sanno molto bene quanto personale manca e se non lo sanno possono ascoltare le Organizzazioni Sindacali che ogni giorno ricevono segnalazioni di aiuto dagli operatori e dai cittadini del territorio.

Non c’è più tempo: è necessario un piano di assunzioni ben definito e in tempi velocissimi.
In Azienda sono disponibili delle graduatorie attive di OSS e infermieri dalle quali si poteva attingere già da tempo proprio in previsione del periodo di ferie estive e delle malattie da covid del personale sanitario. Chiediamo perciò che venga preso con urgenza ogni provvedimento per la salvaguardia psicofisica del personale e degli istituti contrattuali, per non mettere a rischio la sicurezza dei lavoratori e di tutti i cittadini che si rivolgono a questa Azienda per ricevere cure.

Chiediamo uno sforzo e un impegno concreto ed urgente da parte delle istituzioni, dal Sindaco di Imola con delega alla Sanità, all’Assessore alle politiche per la salute Raffaele Donini, perché crediamo nella Sanità pubblica come unico strumento di garanzia della tutela della salute, una Sanità Pubblica che deve essere efficiente ed efficace ma non a discapito di chi ogni giorno ha messo a disposizione la propria professionalità con sacrificio continuo per garantire l’assistenza ai pazienti.

Anche in data 13 giugno durante il presidio indetto dalla Fp Cgil Emilia Romagna abbiamo evidenziato il bisogno di assumere personale in relazione alle carenze presenti nei reparti e nei servizi di questa Azienda.
Le assunzioni fatte fino ad oggi risultano insufficienti per garantire l’assistenza sanitaria.

I lavoratori, le lavoratrici della sanità e i cittadini non si meritano tutto questo!
Se non avremo risposte in tempi brevi a queste nostre richieste, avvieremo percorsi di mobilitazione.


Sanità: sottoscritta l'ipotesi di accordo del rinnovo del contratto nazionale!

Sottoscritta l’ipotesi di Contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto di Sanità Pubblica per la vigenza 2019/2021 che interessa 545 mila lavoratrici e lavoratori.

Accordo firmato in serata da Aran e dalle organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Nursind e Nursing Up che esprimono “grande soddisfazione per un risultato importante e atteso da tempo”.

“Con questo rinnovo, a fronte delle risorse stanziate dal governo, riconosciamo salario, diritti e tutele a lavoratrici e lavoratori che in questi anni difficili hanno affrontato l’emergenza pandemica garantendo la tenuta del Servizio sanitario nazionale e la salute dei cittadini. Il contratto riconosce a queste lavoratrici e lavoratori un importante riconoscimento del valore e dell’impegno profuso, sia sul fronte del salario che su quello dei diritti, e rappresenta un punto di partenza per un effettivo rilancio del Servizio sanitario, che dovrà passare adesso da maggiori risorse e da assunzioni stabili”, concludono i sindacati.

Sanità: Landini, grande soddisfazione per intesa raggiunta sul rinnovo contratto

“Esprimiamo grande soddisfazione per la sottoscrizione del contratto nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità pubblica. Dopo anni difficili, durante i quali il personale del sistema sanitario nazionale ha affrontato l’emergenza pandemica pagando un costo enorme, arriva il primo giusto e necessario riconoscimento sia sul versante economico che sul versante dei diritti”. È quanto afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in merito alla sottoscrizione dell’intesa per il rinnovo del contratto nazionale della Sanità Pubblica.

“Siamo soddisfatti per la definizione di un contratto importante, dopo una trattativa difficile, che le lavoratrici e i lavoratori aspettavano si sbloccasse da tempo. Si apre una stagione nuova per il riconoscimento del lavoro nella sanità pubblica del nostro paese. Il contratto è un diritto riconquistato, ora ci aspettiamo un grande investimento nell’occupazione e nel Servizio sanitario nazionale”, conclude Landini.

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Sanità: Grande riuscita del presidio sotto la sede della Regione

Grande riuscita del presidio sotto la sede della Regione della FP CGIL ER, per chiedere più risorse, stabilizzazioni dei precari, nuovo personale e più fondi per la contrattazione collettiva. “Non ci basteranno le parole”, avverte il sindacato.

È riuscito ben oltre le aspettative il presidio indetto dalla FP CGIL Emilia-Romagna, sotto la sede della Regione a Bologna, sui tanti temi sul tavolo che riguardano la sanità. Più di 300 le persone presenti questa mattina, che hanno deciso di raggiungere Bologna da tutti i territori dell’Emilia-Romagna per manifestare insieme, con tanti interventi di lavoratrici e lavoratori della sanità a testimoniare la grande difficoltà che si vive dentro alle strutture sanitarie delle Aziende.

Sono quattro le richieste fondamentali avanzate dal sindacato e dai lavoratori e dalle lavoratrici: più risorse per garantire il diritto alla salute; stabilizzazione dei precari assunti per la gestione della pandemia; assumere personale in relazione alla grave carenza presente nei reparti e nei servizi; rivendicare l’aumento dei fondi per la contrattazione integrativa ed evitare il calo dei salari delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità.

Intervento dell’assessore Donini

In chiusura c’è stato anche un intervento dell’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini che ha marcato le grandi difficoltà delle Regioni nei confronti di un governo che pare non ascoltare, per ora, le necessità di chi gestisce la sanità sul territorio. Donini ha anche rassicurato i manifestanti sull’apertura di un tavolo di confronto, convocato per venerdì prossimo per iniziare la discussione sulle risorse.

“Non ci basteranno le parole” ha sottolineato Mauro Puglia, segretario generale della FP CGIL Emilia-Romagna. Frase che lascia presagire a una nuova stagione di lotte per la sanità regionale. “Un grande grazie a chi è venuto a manifestare con noi sotto la Regione – ha aggiunto Marco Blanzieri della segreteria della FP CGIL Emilia-Romagna -.

Insieme siamo una forza e dobbiamo continuare in questa battaglia per la difesa della salute di tutti e della sanità pubblica”.

A fare da sfondo alla giornata, uno striscione lasciato davanti alla sede della Regione che recita così: “Speranza e Draghi fuori I soldi della sanità”. Uno degli slogan più azzeccati della protesta.