Elezioni al Consiglio Superiore Beni Culturali e Paesaggistici al MIC - Flavia sarà la nostra candidata!

Nei giorni 28, 29 e 30 novembre 2022 sono indette le elezioni dei tre rappresentanti del personale nel Consiglio Superiore beni culturali e paesaggistici del Ministero della cultura con modalità di voto telematico dalle ore 8.00 alle ore 20.00.

Sono elettori ed eleggibili tutti i dipendenti di ruolo del ministero con contratto a tempo indeterminato in servizio alla data delle elezioni, anche se in posizione di fuori ruolo o comandati.

Il Consiglio superiore è un organo consultivo del Ministero a carattere tecnico-scientifico in materia di beni culturali e paesaggistici. Il Consiglio superiore esprime pareri, su richiesta del Capo di Gabinetto o, tramite l’Ufficio di Gabinetto, del Segretario generale o del direttore generale centrale competente:

  1. a) obbligatoriamente, sui programmi nazionali per i beni culturali e paesaggistici e sui relativi piani di spesa annuali e pluriennali, predisposti dall’amministrazione;
  2. b) obbligatoriamente, sugli schemi di accordi internazionali in materia di beni culturali;
  3. c) sui piani strategici di sviluppo culturale e sui programmi di valorizzazione dei beni culturali, nonché sul Piano strategico «Grandi Progetti Beni culturali» e sul Piano nazionale per l’Educazione al patrimonio culturale predisposto dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali; d) sui piani paesaggistici elaborati congiuntamente con le Regioni;
  4. e) sugli schemi di atti normativi e amministrativi generali afferenti la materia dei beni culturali e paesaggistici e l’organizzazione del Ministero;
  5. f) su questioni di carattere generale di particolare rilievo concernenti la materia dei beni culturali e paesaggistici;
  6. g) su questioni in materia di beni culturali e paesaggistici formulate da altre amministrazioni statali regionali, locali, nonché da Stati esteri.

Il Consiglio superiore è integrato con tre rappresentanti del personale del Ministero, eletti da tutto il personale, quando esprime pareri sulle materie di cui al comma 2, lettera a), ovvero su questioni aventi ad oggetto il personale del Ministero.

I tre posti di rappresentante sono attribuiti alle tre liste che avranno riportato maggiori voti e sono eletti i candidati che hanno rispettivamente riportato il maggior numero di preferenze.

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Flavia Giberti  è una delle candidate in lista FP CGIL

Nata in provincia di Ferrara nel 1981, archeologa, è da quasi 13 anni dipendente del Ministero. Assunta tramite concorso ha ricoperto il ruolo di Assistente alla fruizione, accoglienza e vigilanza dal 2010 al 2016 quindi, assistente tecnica fino al 2019, quando è stata nuovamente assunta come funzionaria archeologa, sempre a seguito di concorso pubblico. In qualità di RSU (da circa 10 anni), ha avuto l’occasione di conoscere diversi aspetti di questa Amministrazione e di confrontarsi direttamente con le conseguenze della riforma Franceschini, lavorando in una sede periferica che in due anni è passata dalle dipendenze della Soprintendenza Archeologia, al Polo museale regionale, per confluire infine in un istituto autonomo del Ministero.


Come funziona la Pensione di Invalidità

Prestazione economica, erogata a domanda, in favore dei lavoratori per i quali viene accertata l’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa.

A CHI SPETTA

• Lavoratori dipendenti;
• Lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni, mezzadri), agli iscritti alla Gestione Separata;
• Lavoratori iscritti ai fondi sostitutivi e esclusivi dell’assicurazione generale obbligatoria (AGO).

REQUISITI

Sanitario: assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa a causa di infermità o difetto fisico o mentale

Amministrativo: 5 anni di contributi, di cui almeno 3 versati nei cinque anni precedenti la domanda. La pensione è calcolata sull’anzianità assicurativa risultante all’atto della domanda, incrementata dei periodi contributivi esistenti tra la decorrenza di pensione e il compimento del 60° anno di età per un massimo di 40 anni di contribuzione.

L’età anagrafica fissata è senza distinzione di sesso e di gestione di appartenenza.

Incompatibilità con qualsiasi attività lavorativa, quindi è richiesta:

• La cessazione dell’attività lavorativa;
• La cancellazione dagli elenchi di categoria dei lavoratori autonomi;
• La cancellazione dagli albi professionali;
• La rinuncia ai trattamenti di disoccupazione e ogni altro trattamento sostitutivo della retribuzione.

La decorrenza è fissata dal:

• Mese successivo a quello di presentazione della domanda;
• Mese successivo a quello di cessazione dell’attività;
• Mese successivo alla cancellazione dagli elenchi/albi professionali.
La pensione di inabilità è reversibile.

ASSEGNO PER L’ASSISTENZA PERSONALE E CONTINUATIVA

I pensionati di inabilità, che si trovano nella impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore o, non sono in grado di compiere gli atti quotidiani della vita, possono richiedere l’assegno per l’assistenza personale e continuativa.

L’assegno è concesso a domanda dell’interessato e può essere chiesto contestualmente alla domanda di pensione di inabilità, non è reversibile e decorre dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione, o dal perfezionamento dei requisiti insorti successivamente a tale data.


Come funziona la pensione anticipata

La pensione anticipata si consegue al raggiungimento dei requisiti previsti dalla normativa. Requisiti mobili per effetto dell’aspettativa di vita, dal 2019 con cadenza biennale.

La decorrenza è dal mese successivo a quello di presentazione della domanda, per ottenere la pensione anticipata occorre cessare l’attività da lavoro dipendente.
Dal 2019 la decorrenza è dopo 3 mesi dalla maturazione dei requisiti.

Per i lavoratori assicurati prima del 1/1/1996

Ai fini del raggiungimento del requisito contributivo è valutabile la contribuzione versata o accreditata a qualsiasi titolo, fermo restando il perfezionamento del requisito di 35 anni di contribuzione utile per il diritto alla pensione di anzianità in base alla previgente normativa.

DONNE

• Dal 2019 fino a tutto il 2026: requisito contributivo 41 anni e 10 mesi (requisito da adeguare all’aspettativa di vita dal 2027).

UOMINI

• Dal 2019 fino a tutto il 2026: requisito contributivo 42 anni e 10 mesi (requisito da adeguare all’aspettativa di vita dal 2027).

LAVORATORI PRECOCI

Dal 2019 fino a tutto il 2026 sono richiesti:

• Almeno 12 mesi di contribuzione da attività lavorativa, anche non continuativi, prima del compimento del 19° anno di età;

• 41 anni di contributi (requisito da adeguare all’aspettativa
di vita dal 2027).

E avere uno dei seguenti requisiti:

• Stato di disoccupazione per cessazione del rapporto di lavoro dovuto a licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di cui all’articolo 7 della legge 15 luglio 1966, n. 604, e che abbiano concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione da almeno tre mesi;

• Assistere da almeno sei mesi il coniuge, l’unito civilmente o un parente con handicap in situazione di gravità (L.104/92) convivente o affine entro il secondo grado;

• Avere un riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74 %;

• Svolgere o avere svolto attività particolarmente gravose continuativamente da sette anni negli ultimi dieci ovvero almeno sei anni negli ultimi sette prima del pensionamento;

• Svolgere o avere svolto lavori usuranti.

Per i lavoratori assicurati dal 1/1/1996

Il perfezionamento del requisito contributivo è soddisfatto valutando la contribuzione versata o accreditata a qualsiasi titolo, con esclusione di quella derivante dalla prosecuzione volontaria, mentre quella accreditata per periodi di lavoro precedenti il raggiungimento del 18° anno di età è moltiplicata per 1,5.

DONNE

• Dal 2019 fino a tutto il 2026: requisito contributivo 41 anni e 10 mesi (requisito da adeguare all’aspettativa di vita dal 2027).

UOMINI

• Dal 2019 fino a tutto il 2026: requisito contributivo 42 anni e 10 mesi (requisito da adeguare all’aspettativa di vita dal 2027).

VECCHIAIA ANTICIPATA

• 64 anni di età (requisito da adeguare all’aspettativa di vita dal 2025);

• Almeno 20 anni di contribuzione effettiva*;

• L’ammontare della pensione risulti non inferiore ad un importo mensile pari a 2,8 volte l’importo mensile dell’assegno sociale.

*Per contribuzione effettiva si intende solo la contribuzione effettivamente versata (obbligatoria, volontaria, da riscatto), con esclusione di quella accreditata figurativamente a qualsiasi titolo.

DECORRENZA

• Dal mese successivo alla presentazione della domanda, previa cessazione attività da lavoro dipendente.


Come funziona la Pensione di Anzianità

La pensione di vecchiaia si consegue quando si raggiungono i requisiti previsti dalla normativa.

QUANDO SI HA DIRITTO

Per soggetti in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 quando verificano le seguenti condizioni:

ANZIANITA’CONTRIBUTIVA

• 20 anni di contributi.

ECCEZIONI

Continuano a valere solo i 15 anni di contributi nei seguenti casi:

• Lavoratori che al 31.12.92 avevano già raggiunto i 15 anni di contributi;

• Lavoratori che possono far valere un’anzianità assicurativa di almeno 25 anni e un’attività lavorativa affettivamente svolta per almeno 10 anni con meno di 52 settimane all’anno (solo lavoratori dipendenti);

• Lavoratori autorizzati ai versamenti volontari prima del 31.12.92.

ETA’

• 67 anni uomini e donne (requisito da adeguare all’aspettativa di vita dal 2025).

Per gli assicurati a decorrere dal 1 gennaio 1996

Per i soggetti destinatari del sistema contributivo, il perfezionamento dei requisiti per conseguire la pensione di vecchiaia:

• 20 anni di contributi e l’età anagrafica prevista per la generalità dei lavoratori sopra indicata a condizione che: l’importo di pensione risulti pari o superiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale;

• Altrimenti, al compimento del 71simo anno di età (requisito da adeguare all’aspettativa di vita dal 2025) e almeno 5 anni di contribuzione effettiva, a prescindere dall’importo di pensione.

DECORRENZA

• Primo giorno successivo a quello di compimento dell’età pensionabile (se esistono tutti i requisiti compresa la cessazione del rapporto di lavoro);

• Primo giorno del mese successivo a quello di perfezionamento dei requisiti;

• Primo giorno successivo alla presentazione della domanda (a scelta dell’interessato).

Per ottenere la pensione di vecchiaia occorre cessare l’attività di lavoro dipendente.
Dal 1/1/2019 i requisiti anagrafici aumentano per l’adeguamento all’aspettativa di vita con cadenza biennale.


La differenza fra Patronato, CAAF o altro

Il Sistema delle tutele e dei servizi della CGIL è l’insieme di tutte le attività offerte alle persone che nel corso delle varie fasi della vita hanno necessità di essere assistite o orientate nel sistema dei diritti e che possono contare su di una rete capillare di servizi sul territorio, strettamente correlati con le organizzazioni di categoria, organizzati direttamente dalle Camere del lavoro, oppure offerti da soggetti associativi con i quali la CGIL ha stretto importanti intese o di cui è essa stessa fondatrice.

Il patronato INCA, il CAAF, gli UFFICI VERTENZE E LEGALI, i SERVIZI ORIENTA LAVORO, sono i soggetti principali dell’offerta del sistema di servizi CGIL.

PATRONATO INCA

Ente di diritto privato che esercita un servizio di pubblica utilità, soggetto ad una specifica legge, aperto a tutti i cittadini, gratuito (tranne un numero limitatissimo di pratiche erogate a pagamento ai non iscritti a Cgil, in base ad una convenzione ministeriale).

Vive di un contributo pubblico regolato in base a quote di mercato e di erogazioni liberali.

Vado al Patronato per:

• Pensioni di ogni tipo;

• Invalidità/inabilità civile;

• Malattia;

• Indennità di disoccupazione;

• Previdenza complementare;

• Handicap e disabilità;

• Permessi e congedi;

• Infortuni sul lavoro;

• Malattie professionali;

• Danni da amianto;

• Danno differenziale;

• Maternità e paternità;

• Assegno sociale;

• Assegno unico universale per le famiglie (in sinergia con il Caaf);

• Reddito/pensione di cittadinanza (in sinergia con il caaf);

• Bonus vari;

• Servizi ai cittadini migranti.

CAAF

Società di capitali (s.r.l. o cooperativa), che fornisce servizi per lo più a pagamento con emissione di regolare fattura, fanno eccezione alcuni servizi in convenzione con la Pubblica Amministrazione.

Vado al Caaf per:

• Modello 730 e modello redditi;

• Isee;

• Imu;

• Red e dichiarazione di responsabilità;

• Colf e badanti;

• Successioni;

• Partite Iva;

• Superbonus 110%;

• Altre pratiche fiscali e non (dichiarazioni integrative, istanze di rimborso, avvisi di accertamento, cartelle, contenzioso, amministratore di sostegno, procedure concorsuali, contratti di locazione, bonus acque potabile,…);

• Bonus vari (energia elettrica, nuclei famigliari numerosi,

diritto allo studio, contributo affitto, social card,

agevolazioni legate all’Isee,…).

UFFICIO VERTENZE E LEGALE (UVL)

Servizio erogato da Cgil stessa, è il punto di riferimento per la soluzione del contenzioso che può verificarsi nel corso del rapporto di lavoro o al momento della risoluzione dello stesso.

Vado all’UVL per:

• Controllo della busta paga, conteggi, recupero crediti per lavoratori dipendenti e assimilati;

• Assistenza nelle procedure concorsuali: fallimenti, concordati preventivi, etc.;

• Contestazione di provvedimenti disciplinari e licenziamenti.

• Procedure conciliative;

• Controllo e recupero dell’indennità di fine rapporto (TFR);

• Assistenza e consulenza contrattuale e legale (in sinergia con le Categorie sindacali).

SOL – SERVIZI ORIENTA LAVORO

Servizio erogato da Cgil stessa.

Vado al SOL per:

• Informazione sui percorsi formativi e di riqualificazione per i giovani in cerca di lavoro, per i disoccupati e per coloro

che intendono riqualificarsi;

• Realizzazione di interventi per la ricerca attiva di un’ occupazione o di una attività di formazione;

• Sostegni pratici per la costruzione di un progetto professionale che aiuti la persona a definire le proprie caratteristiche e le proprie capacità;

• Assistenza necessaria a mettere in pratica le procedure e le modalità da seguire nella ricerca di un’occupazione o per l’ottenimento di prestazioni;

• Informazione dei giovani sulle leggi, sulle regole del mercato del lavoro, sui bandi di concorso, nelle scuole e nelle università.

ALTRO?

Accanto a queste storiche attività di tutela individuale, la rete di protezione della CGIL prevede l’intervento di AUSER, l’associazione di volontariato per l’autogestione dei servizi per gli anziani, di SUNIA e APU che tutelano gli inquilini e i proprietari di casa utenti e di FEDERCONSUMATORI associazione che ha come obiettivi prioritari l’informazione e la tutela di consumatori ed utenti.

Vado al SUNIA se:

· Sono un inquilino con contratto di locazione privato;

· Sono un assegnatario di Edilizia residenziale pubblica (ERP);

· Sono senza casa ed alla ricerca di un alloggio.

Invece, vado all’APU se:

· Sono proprietario diretto della mia casa.

Vado all’AUSER se:

· Ho bisogno di servizi assistenziali, in particolare legati alla non autosufficienza.

Vado alla FEDERCONSUMATORI se:

· Cerco informazione e tutela come consumatore e/o utente.


Bloccare l’inaccettabile trasferimento della Motorizzazione civile a Cesena

La Fp Cgil territoriale, regionale e nazionale insieme alla Cgil di Ravenna chiedono di bloccare urgentemente la procedura di trasferimento dell’Ufficio della Motorizzazione civile di Ravenna a Cesena.

Sul tema, la Camera del lavoro e il sindacato di categoria invocano l’apertura di un confronto, sia a livello nazionale che locale, per fermare il trasferimento dalla sede di via Trieste a Ravenna e per individuare una soluzione positiva alla vicenda.

Occorre innanzitutto ripristinare le corrette relazioni tra i sindacati e le controparti per salvaguardare un servizio indispensabile, alla cittadinanza e al territorio, e per tutelare le lavoratrici e i lavoratori coinvolti. In questa fase è necessario che tutte le istituzioni – a partire da Comune, Provincia e Prefettura di Ravenna – si adoperino urgentemente per fermare la procedura ed individuare soluzioni alternative che non penalizzino attiività economiche, cittadini, lavoratori.

Il territorio sconta mesi di approccio burocratico da parte delle amministrazioni centrali, incaricate di garantire una sede idonea alla motorizzazione di Ravenna, mettendo in secondo piano le esigenze della comunità ravennate.

I vari livelli della Funzione Pubblica CGIL si sono già attivati sia con il Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibile, sia  a livello locale per aprire le necessarie interlocuzioni.


Nuovo contratto Funzioni Locali. Le novità introdotte

In Emilia Romagna sono state convocate le assemblee aperte alle lavoratrici e lavoratori dipendenti del comparto delle funzioni locali per approfondire e confrontare i temi dell’ipotesi del rinnovo del CCNL 2019/ 2021, sottoscritta il 4 agosto 2022.

E’ un contratto che prosegue la strada aperta dal precedente (triennio 2016/2018) in cui, dopo dieci anni di mancati rinnovi, (è bene ricordarlo) c’era stata una ripresa degli aumenti salariali, si  erano corrette storture e ingiustizie (come il blocco delle progressioni di carriera e la progressiva riduzione dei fondi contrattuali di ente), si era evitato di recepire le norme peggiorative del Jobs Act (in materia di  licenziamenti e demansionamento) e si era restituito potere negoziale alle RSU.

Il CCNL 2019/ 2021 prevede un nuovo sistema di classificazione, nuovi e più adeguati percorsi di valorizzazione del personale e prosegue il cammino per adeguare il potere d’ acquisto dei salari. In sintesi è un contratto innovativo infatti, dopo ventitré anni, si arriva ad un nuovo modello del sistema di classificazione in cui vengono superate le vecchie categorie A,B,C,D che confluiscono in 4 Aree: Area degli Operatori(ex cat. A), Area degli Operatori Esperti ( ex cat. B1/B3), Area degli Istruttori (ex cat. C), Area dei Funzionari e dell’ Elevata Qualificazione ( ex cat. D) rivedendo, inoltre, il sistema degli incarichi e quello indennitario. Per illustrare il merito dell’ipotesi, il 19 settembre u.s., abbiamo convocato l’attivo delle delegate e dei delegati del Comparto Funzioni Locali dove è intervenuta Tatiana Cazzaniga, componente della Delegazione trattante al Tavolo negoziale con Aran. Un incontro proficuo che ha messo in luce l’interesse dei tanti partecipanti alle novità introdotte.


Mobilitazione nazionale a difesa del Servizio Sanitario Nazionale

Mobilitazione nazionale a partire da settembre su difesa, rilancio e riorganizzazione del Servizio sociosanitario nazionale. A promuoverla la Fp Cgil, come da Ordine del giorno approvato dal Comitato direttivo della categoria.

Una mobilitazione in continuità con l’impegno della Fp Cgil “a partire dalla prima ondata pandemica” e che ha visto la categoria “con coerenza e determinazione rivendicare negli ultimi anni assunzioni, risorse e un vero progetto di riforma”. Non solo, “una mobilitazione conseguenza delle scelte non prodotte fino ad ora dalle istituzioni e dal parlamento, ma che dovranno concretizzarsi in appositi decreti e nella legge di Bilancio”.

Al centro della mobilitazione di settembre, con la quale parlare a operatori, cittadini, istituzioni, parlamento e governo, tra le altre cose, “la stabilizzazione delle risorse Covid e l’implementazione del Fondo sanitario nazionale fino a coprire le spese necessarie all’indispensabile piano straordinario di assunzioni, anche in funzione dei processi di riorganizzazione del Servizio sociosanitario nazionale”, insieme al “superamento dei tetti di spesa per il personale previsti dal Decreto Calabria, così come sul salario accessorio”.

La Fp Cgil punta a un piano straordinario di assunzioni che passi attraverso “la deroga al numero chiuso dei percorsi di formazione universitaria per le professioni sanitarie per i prossimi cinque anni; l’assunzione di tutti i precari del Servizio sociosanitario nazionale, tutti i ruoli e profili, compresi quelli degli Ircss e degli Izs; il graduale superamento del regime di convenzione per i medici di medicina generale e gli specialisti ambulatoriali, dando la possibilità alle regioni di assumerne direttamente alle proprie dipendenze; il blocco di tutte le esternalizzazioni e l’attivazione di processi di reinternalizzazione”.

C’è poi la necessità per il sindacato di rilanciare “la contrattazione nei settori privati, per evitare il fenomeno del dumping contrattuale e l’intermediazione illecita di mano d’opera tramite il ricorso agli appalti di servizio, con lo sblocco dei contratti della sanità privata, delle Rsa, del sociosanitario e socioassistenziale in attesa di rinnovo”, insieme “all’adeguamento nelle basi d’asta della variazione dei costi derivanti dal rinnovo dei Ccnl da parte delle committenze pubbliche, prendendo a riferimento sempre i Ccnl non solo quelli sottoscritti dalle organizzazioni maggiormente rappresentative ma anche quelli che hanno il campo di applicazione più congruo”.

Per la Funzione Pubblica Cgil, inoltre, bisogna “rivedere gli schemi di accreditamento, di affidamento e concessione dei servizi pubblici per evitare che le risorse del Pnrr siano investimenti pubblici che produrrebbero come effetto, in assenza di una necessaria inversione di tendenza nella spesa corrente che deve aumentare per assumere più personale e rinnovare i Ccnl, una vasta opera di esternalizzazione; ridefinire a livello nazionale linee guida per gli standard qualitativi dei servizi accreditati dalle singole regioni (minutaggio di assistenza agli anziani, ai disabili, ai minori e per tutte le forme di fragilità) tale da restituire dignità alle persone e alle lavoratrici e lavoratori e da garantire armonizzazione sugli aspetti legati alla qualità e all’organizzazione del lavoro anche sotto il profilo del Ccnl applicati”.

Serve poi “un piano nazionale di interventi su Rsa pubbliche, Asp e altre strutture analoghe, il potenziamento dell’assistenza domiciliare, la valorizzazione dei professionisti impegnati nelle attività sanitarie e sociosanitarie territoriali e di comunità; una ridefinizione unitaria, omogenea sul territorio nazionale e senza inopportune fughe in avanti delle singole regioni, della figura dell’operatore socio sanitario; il riconoscimento per gli operatori dei settori sanitari e dell’assistenza del lavoro usurante ai fini dell’anticipo previdenziale e norme contrattuali che favoriscano ragionevoli accomodamenti nell’alternanza tra mansioni gravose e altre attività”.

Punti che impegnano quindi a una mobilitazione che la Fp Cgil auspica il più larga possibile, unitaria, che coinvolga lavoratrici e lavoratori della sanità e tutti coloro che hanno a cuore il Servizio Sociosanitario Nazionale: “Non c’è più tempo. La Cura e la Salute non possono non essere la priorità del nostro paese, soprattutto non bisogna perdere questa occasione di utilizzo di risorse ordinarie e straordinarie per ridare finalmente solidità ed efficacia al nostro Servizio sociosanitario nazionale e soprattutto diritti, salario, valorizzazione professionale agli operatori”, conclude.


Perché non abbiamo firmato il Contratto CONFCOMMERCIO Salute

  • Perché la CGIL non ha firmato?

Il 13 settembre c’è stata la firma del CCNL per il personale dipendente del settore assistenziale, sociosanitario e delle cure post-intensive di Confcommercio Salute.

Sebbene fin dall’inizio vi siano stati tentativi di coinvolgimento nelle trattative della CGIL, sia come FP CGIL in quanto titolari della rappresentanza nei CCNL dei comparti salute e cura che come FILCAMS CGIL come controparte di CONFCOMMERCIO, abbiamo ritenuto in maniera convinta di non aderire all’invito di riflettere insieme su un nuovo contratto di settore.

  • Vi sono diverse ragioni che ci hanno portato a questa scelta.

Si tratta dell’ennesimo contratto che non riduce ma si aggiunge a quelli già presenti.

Negli ultimi anni vi è stata una proliferazione di contratti applicabili al settore della sanità e del terzo settore socioassistenziale: per rendere l’idea, solo per il settore non medico operante in

strutture riabilitative, residenziali e sociosanitarie di tipo privato, risultano conclusi ed attualmente in vigenza oltre 37 CCNL.

Come categorie CGIL siamo invece convinti che la direzione debba essere radicalmente diversa: l’obiettivo al quale tendere deve essere quello di costruire delle proposte che mirino alla diminuzione dei contratti ed al loro possibile accorpamento. La proposta di CONFCOMMERCIO, agisce proprio in direzione opposta, introducendo un ulteriore CCNL ed aumentando la competizione nel comparto ed i fattori di dumping contrattuale che i contratti esercitano tra di loro.

Siamo per un coordinamento della filiera, non per un contratto che inglobi tutta la filiera.

Il contratto di CONFCOMMERCIO SALUTE si configura come il contratto con il campo di applicazione più ampio tra quelli presenti nel comparto: si applica infatti ad imprese private e cooperative sociali senza distinzione di ragione sociale, attive nel settore socio sanitario (come ad esempio le RSA ed i CSSR per le persone disabili), quello sanitario (centri diagnostici, di laboratori analisi, di centri ed istituti fisioterapici e farmacie dei servizi, poliambulatori) e nell’area socioassistenziale ed educativa (comunità di accoglienza e alloggio per minori, centri giovanili, consultori familiari, servizi per la cronicità e asili nido).

Questo non solo lo rende sovrapponibile a tutti i contratti del settore sociosanitario, ma si sovrappone anche a contratti di altri settori come ANINSEI (per la parte educativa e lo 0-6) e studi professionali (Centri analisi e ambulatori) e il CCNL Farmacie private (es. con le farmacie di servizio). Se questo per le aziende più grandi costituisce un elemento competitivo importante che ha l’obiettivo di massimizzare i profitti ricostruendo contrattualmente le nuove filiere della cura, non è di per sè un elemento che migliora le condizioni salariali e normative per i lavoratori.

Un contratto unico che mette insieme l’educatore, l’infermiere e il farmacista non è in grado di rilevare le varie specificità e valorizzare le varie professionalità coinvolte.

L’obiettivo della CGIL è quello di qualificare la nostra azione contrattuale attraverso la ricomposizione delle condizioni di lavoro: per questo al contratto unico e uniformizzante noi opponiamo il coordinamento tra i contratti che permetta la valorizzazione interprofessionale e la riduzione di disuguaglianze tra i lavoratori/trici che operano in una determinata filiera.

Nel merito: un contratto che non innova gli standard già presenti dai contratti del settore.

Nella nostra azione sindacale un contratto si giudica sempre rispetto alle condizioni di lavoro e dei salari che offrono ai lavoratori/trici: il CCNL Salute di Confcommercio non introduce novità significative rispetto agli standard già presenti nei settori coinvolti, sia dal lato normativo che da quello salariale. A Titolo esemplificativo, il CCNL recepisce innovazioni già ampiamente presenti nel settore (es. i congedi per le donne vittime di violenza o la banca ore); dal lato salariale, le remunerazioni tabellari proposte sono mediamente superiori di 25 Euro mensili rispetto ai contratti più utilizzati nel settore (riferiti però al periodo 2017/2019), gap che verrà certamente riassorbito e superato nella prossima tornata di negoziazione di UNEBA e COOPERATIVE SOCIALI.

Per queste ragioni abbiamo deciso di non proseguire il confronto con CONFCOMMERCIO e di rimanere coerenti agli obiettivi di razionalizzazione e coordinamento dei troppi contratti al momento a disposizione dei lavoratori e lavoratrici nei settori coinvolti, ricomponendo e riducendo le disuguaglianze che continuano ad essere freni allo sviluppo dei settori coinvolti ed a compromettere la qualità dei servizi offerti ai cittadini.


Lettera del nostro segretario generale Mauro Puglia in vista delle Elezioni del 25 settembre

Il 25 settembre si andrà alle urne per le elezioni politiche 2022. Un appuntamento che, a ridosso del centenario della marcia su Roma e a circa un anno dall’assalto fascista alla nostra sede nazionale di Corso d’Italia, ci ricorda quanto l’esercizio di voto sia espressione, preziosa, di libertà costituzionale.

La nostra Organizzazione Sindacale, nei propri principi costitutivi e fondamentali, basa i propri programmi e le proprie azioni sui dettati della Costituzione della nostra Repubblica. Per chi è iscritto ciò comporta la piena eguaglianza di diritti e di doveri nel pieno rispetto dell’appartenenza a gruppi etnici, nazionalità, lingua, orientamento sessuale, identità di genere, culture e formazioni politiche, diversità professionali, sociali e di interessi, dell’essere credente o non credente, in sostanza valori delle libertà personali, civili, economiche, sociali, politiche e della giustizia sociale che diventano presupposti fondanti e fini irrinunciabili di una società democratica.

Va da sé che il voto del 25 settembre diventa nevralgico rispetto all’idea di quale società vogliamo per quanto riguarda ad es. precarietà, salari, sanità, pensioni, conoscenza, sicurezza sul lavoro.

Quello che stiamo vivendo è un periodo difficilissimo. Alle conseguenze della crisi economica/finanziaria, iniziata tra il 2007 e il 2008, si sono aggiunte quelle della pandemia da Covid e lo scatenarsi del conflitto in Ucraina che hanno portato ad un impoverimento sempre maggiore e all’aumento delle disuguaglianze. Per tali motivi la CGIL ha presentato, proprio a Bologna il 14 settembre u.s., la propria piattaforma “ASCOLTATE IL LAVORO”, un programma in dieci punti (clicca qui per leggerlo tutto) in cui indica la strada per invertire la rotta e contrastare povertà e disuguaglianze.

E’ il programma su cui si baseranno le azioni future e che presenteremo a chi sarà chiamato a guidare il Paese, dopo il risultato delle urne. Tramite questa piattaforma la CGIL esprime le proprie idee, il 25 settembre esprimi la tua.

Mauro Puglia

Segretario Generale FP CGIL Emilia Romagna