Nuovo contratto della sanità - Tutto quello che c'è da sapere

Firmato il 2 novembre in via definitiva il contratto delle lavoratrici e dei lavoratori della Sanità Pubblica relativo al triennio 2019-2021, dopo l’intesa raggiunta il 15 giugno scorso.

Tutti i materiali per comprendere al meglio il nuovo contratto. Dal testo integrale a una scheda sui punti principali, dagli arretrati con tabelle economiche agli elementi del nuovo contratto per infermieriossostetrichetecnici sanitari e personale tecnico amministrativo.

In questo video Marco Blanzieri, di FP CGIL Emilia-Romagna, ci spiega le novità sugli arretrati del nuovo contratto della sanità.


Concorso Ministero della Giustizia per 104 Funzionari

Per la partecipazione al presente concorso i candidati  devono essere in possesso diploma di laurea (DL) in:

  • scienze dell’educazione e della formazione, giurisprudenza, psicologia, sociologia;
  • laurea (L):L-19 – Scienze dell’educazione e della  formazione,  L-14  –  Scienze  dei servizi  giuridici,  L-24  Scienze  e  tecniche  psicologiche;   L-40 Sociologia;
  • laurea magistrale (LM): LM-50 – Programmazione e gestione dei servizi educativi e formativi, LM-57  –  Scienze  dell’educazione degli  adulti  e  della  formazione   continua,   LM-85   –   Scienze pedagogiche, LM-93 – Teorie e  metodologie  dell’e-learning  e  della media education, LMG/01 – Giurisprudenza, LM-51 – Psicologia, LM-88 – Sociologia e ricerca  sociale;
  • laurea  specialistica  (LS):  56/S  – Programmazione e gestione dei servizi educativi e formativi,  65/S  – Scienze dell’educazione degli adulti  e  della  formazione  continua, 87/S – Scienze pedagogiche, 22/S – Giurisprudenza, 102/S –  Teoria  e
    tecniche della  normazione  e  dell’informazione  giuridica,  58/S  – Psicologia, 89/S – Sociologia, 49/S – Metodi per la ricerca  empirica nelle scienze  sociali;  ovvero  titoli  equiparati  ed  equipollenti secondo la normativa vigente.

Leggi il bando del Concorso Ministero Giustizia per scopire come inviare la candidatura!

Corso per il Concorso Ministero Giustizia

Abbiamo realizzato, grazie all’aiuto di docenti esperti che hanno prestato la loro professionalità, un corso online per aiutare nella preparazione ai concorsi del Ministero della Giustizia. Video-lezioni teoriche ed esercitazioni con un questionario di 60 domande cui risponde in un’ora, mirate per ogni profilo professionale.

Le materie approfondite:

  • Elementi di Ordinamento giudiziario
  • Elementi di Diritto processuale civile
  • Elementi di Diritto processuale penale
  • Nozioni sui servizi di cancelleria
  • Diritto amministrativo e costituzionale
  • Il lavoro pubblico: caratteristiche e fondamenti
  • La Dirigenza pubblica e le sue responsabilità
  • Diritto civile
  • Elementi di Diritto penale

Per ogni argomento troverete video-lezioni, testi da scaricare e quiz di auto-valutazione.

Come fare per iscriversi

Per partecipare ai corsi o consultare la biblioteca i è necessario iscriversi, compilando il modulo di iscrizione.

Se si è già iscritti, per seguire il corso sarà sufficiente registrarsi sul sito.

Fatta la registrazione puoi liberamente accedere al corso.

Quanto costa iscriversi al corso e al portale di FP CGIL Concorsi?

Per chi non ha un contratto di lavoro dipendente: potete contattare le nostre sedi locali della FP CGIL Emilia-Romagna e chiedere informazioni e indicazioni su come fare.

Per chi ha un contratto di lavoro dipendente: è necessario iscriversi attraverso la Cgil del proprio territorio. La registrazione alla piattaforma è valida un anno e ti permette di accedere a TUTTI i corsi e materiali. Trova la Cgil del tuo territorio.

Per chi è già iscritto al sito FP CGIL CONCORSI o alla CGIL: se si è già iscritti, per seguire il corso sarà sufficiente registrarsi sul sito. Fatta la registrazione puoi liberamente accedere ai corsi e alla Biblioteca.


Cosa fare in caso di Infortunio sul Lavoro

Per infortunio sul lavoro si intende ogni lesione originata, in occasione di lavoro, da causa violenta che determini la morte della persona o ne menomi parzialmente o totalmente la capacità lavorativa.

Gli elementi integranti l’infortunio sul lavoro sono:

  • La lesione;
  • La causa violenta;
  • L’occasione di lavoro.

Il concetto di “occasione di lavoro” richiede che vi sia un nesso causale tra il lavoro e il verificarsi del rischio cui può conseguire l’infortunio. Il rischio considerato è quello specifico, determinato dalla ragione stessa del lavoro.

L’Inail tutela i lavoratori che subiscono un infortunio sul lavoro o contraggono una malattia professionale mediante l’erogazione di prestazioni economiche, sanitarie e integrative, anche se il datore di lavoro non ha versato regolarmente il premio assicurativo.

SOGGETTI INTERESSATI

Sono tutelati dall’Inail tutti coloro che, addetti ad attività rischiose, svolgono un lavoro comunque retribuito alle dipendenze di un datore di lavoro, compresi i sovrintendenti ai lavori, i soci di società e cooperative, i medici esposti a Rx, gli apprendisti, i dipendenti che lavorano a computer e registratori di cassa e anche i soggetti appartenenti all’area dirigenziale e gli sportivi professionisti dipendenti.

Sono inoltre tutelati gli artigiani e i lavoratori autonomi dell’agricoltura e i lavoratori parasubordinati che svolgono attività di collaborazione coordinata e continuativa.

Per quanto riguarda la navigazione e la pesca, sono compresi nell’assicurazione i componenti dell’equipaggio, comunque retribuiti, delle navi o galleggianti anche se esercitati a scopo di diporto.

L’evoluzione dei processi lavorativi e la costante introduzione di tecnologie sempre più avanzate ha imposto l’estensione dell’obbligo assicurativo Inail a quasi tutte le attività della produzione e dei servizi. Dal 2022 l’obbligo assicurativo Inail viene esteso ai lavoratori autonomi dello spettacolo.

PROCEDURE PER FRUIRE DELLE PRESTAZIONI INAIL IN CASO DI INFORTUNIO

In caso di infortunio, anche in itinere e a prescindere dalla prognosi, il lavoratore deve immediatamente avvisare o far avvisare, nel caso in cui non potesse, il proprio datore di lavoro.

La segnalazione dell’infortunio deve essere fatta anche nel caso di lesioni di lieve entità. In base alla gravità dell’infortunio, il lavoratore può:

  • Rivolgersi al medico dell’azienda, se è presente nel luogo di lavoro;
  • Recarsi o farsi accompagnare al Pronto Soccorso nell’ospedale più vicino;
  • Rivolgersi al suo medico curante.

In ogni caso, occorre spiegare al medico come e dove è avvenuto l’infortunio.

Qualunque medico presti la prima assistenza a un lavoratore infortunato sul lavoro è obbligato a rilasciare il certificato medico nel quale sono indicati la diagnosi e il numero dei giorni di inabilità temporanea assoluta al lavoro e a trasmetterlo esclusivamente per via telematica all’Istituto assicuratore.

Il lavoratore è obbligato a dare immediata notizia al datore di lavoro di qualsiasi infortunio gli accada, anche se di lieve entità.

Per assolvere a tale obbligo il lavoratore deve fornire al datore di lavoro il numero identificativo del certificato medico, la data di rilascio e i giorni di prognosi indicati nel certificato stesso.

COSA FARE SE IL DATORE DI LAVORO NON DENUNCIA L’INFORTUNIO

Il datore di lavoro ha l’obbligo di inoltrare la denuncia/comunicazione di infortunio entro due giorni dalla ricezione dei riferimenti del certificato medico (numero identificativo del certificato, data di rilascio e periodo di prognosi) già trasmesso per via telematica all’Istituto direttamente dal medico o dalla struttura sanitaria competente al rilascio.

Se il datore di lavoro non dovesse denunciare all’Inail l’infortunio, può farlo il lavoratore recandosi presso la sede Inail competente con la copia del certificato rilasciato dal medico o dalla struttura sanitaria competente al rilascio, oppure recarsi al Patronato che prenderà in carico la sua Tutela.

INFORTUNIO IN ITINERE

E’ indennizzabile:

  • L’infortunio avvenuto durante il normale tragitto di andata e ritorno fra l’abitazione e il luogo di lavoro, tra due luoghi di lavoro, anche per il pranzo in assenza di mensa aziendale;
  • L’infortunio occorso usando il mezzo di trasporto privato, ma solo se necessitato” perché non utilizzabili mezzi pubblici.

L’importanza della tutela

Contattare subito il delegato aziendale che può aiutare ad avere dal Patronato INCA della CGIL l’assistenza e le tutele necessarie.


Come funziona la Legge 104/92

DEFINIZIONE DI HANDICAP

“E’ persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione.”

Il verbale della Commissione degli Invalidi Civili riporta la valutazione dell’Handicap, comprensiva della patologia (da conservare da parte dell’interessato), utile per la richiesta di permessi o congedo, da presentare all’Inps per i dipendenti privati, all’ente di appartenenza per il pubblico dipendente.

Riconoscimento del solo handicap

Sussistono le condizioni art. 3 comma 1(l.104/92)

Riconoscimento gravità handicap

Sussistono le condizioni art.3 comma 3 (l.104/92).

Il riconoscimento della gravità dell’handicap consente ai lavoratori dipendenti pubblici e privati di fruire dei permessi l. 104/91 per sé stessi o per un familiare oppure di fruire del congedo straordinario della durata massima di due anni per familiari.

Sono soggetti legittimati a chiedere i permessi:

  • Il coniuge, l’unito civilmente e il convivente di fatto;
  • Il parente o affine entro il secondo grado, oppure entro il terzo grado nel caso in cui i genitori o il coniuge del portatore di handicap, abbiano compiuto sessantacinque anni di età oppure siano anche loro affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;
  • Il lavoratore disabile per sé stesso. In tal caso può scegliere o tre giorni al mese, anche frazionati in mezze giornate, o in alternativa due ore di permesso giornaliero, se l’orario di lavoro è di almeno 6 ore al giorno. Con orario inferiore a sei ore giornaliere, ha diritto a un’ora di permesso al giorno;
  • Il familiare che assiste il disabile può beneficiare dei tre giorni di permesso al mese, anche frazionati in mezze giornate o a ore nel rispetto del massimale orario mensile.

Si precisa che la persona portatrice di handicap grave non deve essere ricoverata a tempo pieno.

I genitori naturali, affidatari, adottivi di figli fino a tre anni di età, portatori di handicap grave possono usufruire alternativamente:

  • Dei permessi orari: due ore di permesso giornaliero se l’orario di lavoro è di almeno 6 ore al giorno, altrimenti con orario inferiore, un’ora di permesso giornaliero;
  • Del prolungamento del congedo parentale, fino ad un massimo di tre anni, comunque entro il compimento del dodicesimo anno di età del bambino;
  • Permessi mensili (tre giorni).

Hanno diritto tutti i lavoratori dipendenti pubblici e privati, anche con contratto a tempo determinato, con esclusione dei lavoratori domestici e a domicilio, sempre che il figlio portator di handicap grave non sia ricoverato a tempo pieno.

CONGEDO STRAORDINARIO DI DURATA BIENNALE

Sono soggetti legittimati a chiedere il congedo straordinario di durata biennale retribuito nell’ordine in cui la legge dispone gli aventi diritto al congedo, purché la persona portatrice di handicap grave non sia ricoverata a tempo pieno:

  • Il coniuge convivente, l’unito civilmente convivente, il convivente di fatto, nel caso manchi, sia deceduto o sia affetto da gravi patologie invalidanti subentrano i genitori anche adottivi;
  • Il padre o la madre, anche adottivi o affidatari, in caso di mancanza, decesso o in presenza di patologie invalidanti del “coniuge convivente”-“l’unito civilmente convivente”- “ il convivente di fatto”;
  • Se entrambi sono mancanti (coniuge o genitori adottivi), deceduti o affetti da gravi patologie invalidanti si fa riferimento ad uno dei figli conviventi;
  • Nel caso anche i figli conviventi risultino mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti subentrano i fratelli o sorelle conviventi;
  • Se i fratelli e le sorelle conviventi risultano anch’essi mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti rimango per ultimi i parenti e affini fino al terzo grado, sempre conviventi.


Cosa sono gli Invalidi Civili

DEFINIZIONE DI INVALIDO CIVILE

…il cittadino affetto da minorazioni congenite o acquisite, anche a carattere progressivo, compresi gli irregolari psichici per oligofrenie o dismetabolismo, insufficienze mentali derivanti da difetti sensoriali che abbiano una riduzione permanente della capacità lavorativa non inferiore ad un terzo o, se minori di 18 anni, che abbiano subito una riduzione permanente della capacità lavorativa…pari al 74%…non dipendente da guerra, da infortunio sul lavoro o dal servizio…

CHI PUO’ FARE DOMANDA

Tutti i cittadini italiani, comunitari o extracomunitari in possesso della “carta di soggiorno” o del “permesso di soggiorno” di durata non inferiore ad un anno, residenti nel territorio italiano.

ASSEGNO MENSILE

Spetta agli invalidi parziali a cui sia stata riconosciuta un’invalidità lavorativa non inferiore al 74% e non superiore al 99%, di età non inferiore a 18 anni e non superiore a 67, subordinato allo stato di bisogno economico.

PENSIONE INABILITA’

Concessa a chi ha un riconoscimento sanitario di inabilità totale e permanente al lavoro, percentuale pari al 100%, di età non inferiore a 18 anni e non superiore a 67, subordinata allo stato di bisogno economico.

INDENNITA’ DI ACCOMPAGNAMENTO

Riconosciuta ai cittadini totalmente inabili che hanno un riconoscimento pari al 100% e non in grado di deambulare senza l’aiuto di terzi o di svolgere gli atti quotidiani della vita indipendentemente dall’età, dal reddito.

INDENNITÀ DI FREQUENZA

L’indennità di frequenza è riconosciuta ai minorenni, per la sola durata del corso scolastico o del trattamento terapeutico di recupero di riabilitazione ai minori con difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni della propria età e d anche ai minori ipoacusici che frequentino centri diurni finalizzati al recupero e riabilitazione, frequenza di scuola dell’obbligo, asili nidi e materne pubbliche o private, centri di formazione professionali finalizzati al reinserimento sociale, subordinata al limite reddituale in capo al minore.

CIECHI CIVILI

…coloro che in sede di visita medica presso la competente Commissione sanitaria siano riconosciuti affetti da cecità totale o abbiano un residuo visivo non superiore ad 1/20 in entrambi gli occhi per causa congenita o contratta, non dipendente da guerra, infortunio sul lavoro o dal servizio…

  • Ciechi assoluti: residuo visivo pari allo zero in entrambi gli occhi;
  • Ciechi parziali: residuo visivo non superiore a 1/20 in entrambi gli occhi.

CHI PUO’ FARE DOMANDA

Tutti i cittadini italiani, comunitari o extracomunitari in possesso della “carta di soggiorno” o del “permesso di soggiorno” di durata non inferiore ad un anno, residenti sul territorio italiano.

Prestazioni previste:

  • Pensione ciechi civili assoluti e abbiano compiuto il diciottesimo anno di età subordinata allo stato di bisogno economico;
  • Indennità di accompagnamento per ciechi assoluti indipendentemente dall’età, dal reddito, può essere cumulata con l’indennità che è erogata agli invalidi civili e ai sordomuti, compatibile con l’attività lavorativa;
  • Pensione ciechi parziali, spetta anche ai minori ed è subordinata allo stato di bisogno economico;
  • L’indennità speciale ai ciechi parziali viene erogata al solo titolo della minorazione, indipendentemente dall’età, dal reddito.

SORDI

…si considera sordo il minorato sensoriale dell’udito affetto da sordità congenita o acquisita durante l’età evolutiva che gli abbia compromesso il normale apprendimento del linguaggio parlato, purché la sordità non sia di natura esclusivamente psichica o dipendente da guerra, infortunio sul lavoro o dal servizio…

CHI PUO’ FARE DOMANDA

Tutti i cittadini italiani, comunitari o extracomunitari in possesso della “carta di soggiorno” o del “permesso di soggiorno” di durata non inferiore ad un anno, residenti sul territorio italiano.

Prestazioni previste

  • Pensione ai sordomuti che hanno un disagio economico, purché abbiano compiuto 18 anni e non oltre 67;
  • Indennità di comunicazione non soggetta limiti reddituali indipendentemente dall’età, dal reddito ed è compatibile con l’attività lavorativa e il ricovero in istituto può essere cumulata con l’indennità che è erogata agli invalidi civili.

PERSONE SORDOCIECHE

Sono definiti tali i soggetti disabili ai quali sono riconosciute entrambe le minorazioni di cecità e sordità, come disabilità specifica unica. E’ riconosciuta una prestazione, in forma unificata, che comprende le specifiche prestazioni economiche spettanti per le condizioni di cecità e sordità. Alle persone sordocieche continuano ad applicarsi i benefici assistenziali e per l’inserimento al lavoro di pertinenza delle due menomazioni riconosciute.


Consiglio Superiore Beni Culturali e Paesaggistici - Il nostro programma elettorale!

LA PRESENZA DEI RAPPRESENTANTI FP CGIL: UNA GARANZIA PER I LAVORATORI

Il Consiglio Superiore, in questa passata gestione, si è distinto per la sua indipendenza di giudizio, la capacità approfondita di analisi, l’emissione di pareri in molti casi disallineati dalle scelte gestionali operate dal Ministero, una valutazione approfondita sulle criticità organizzative, a partire dalla drammatica carenza di personale e dal declino dei settori che si occupano della tutela del nostro patrimonio culturale.

Questo grazie ad una autorevole gestione del Presidente prof. D’Alberti ed alla composizione qualificata del Consiglio, ma anche grazie all’apporto competente e costruttivo che è venuto dai Rappresentanti dei Lavoratori, ai quali è stato consentito, a differenza delle passate gestioni, di partecipare a tutte le sessioni del Consiglio e non solo a quelle che hanno riguardato le politiche del personale.

In tale contesto è stato fondamentale il ruolo del componente eletto per la FP CGIL che ha fornito un apporto specifico sulle politiche di riorganizzazione conseguenti agli ultimi provvedimenti in materia e sulle politiche del personale, coordinando un gruppo di lavoro costituito ad hoc che ha prodotto un puntuale documento sullo stato dell’organizzazione con particolare riferimento alle condizioni occupazionali, al rapporto con la società in house, la ALES s.p.a. e più in generale all’articolazione del mercato del lavoro connesso ai cicli dei beni culturali.

LA CRISI OCCUPAZIONALE: IL VERO DRAMMA DEL MINISTERO

Una diminuzione drammatica del personale interno, dovuta essenzialmente alla mancata programmazione del turnover, i ritardi ingiustificabili che ancora si registrano nell’attuazione del piano assunzionale, i numeri insufficienti verificabili nella
programmazione stessa. Tutto questo si riverbera nella gestione dei servizi culturali, causandone una progressiva compressione, determina una crisi organizzativa profonda in tutti i settori dedicati alla tutela, mina alla base persino gli effetti stessi delle riorganizzazioni operate nel corso di questi anni, determina un ricorso indiscriminato a politiche di esternalizzazione senza tutele per i lavoratori coinvolti che ormai pervade tutta la struttura ministeriale, mette a serio rischio l’attuazione degli obiettivi previsti dal PNRR, tutti sulle spalle dei pochi lavoratori rimasti.

La pandemia ha prodotto una gravissima crisi di tutto il mercato del lavoro legato all’offerta dei servizi culturali, disintegrando livelli occupazionali pervasi da condizioni di sfruttamento e precarietà.

La ripresa post pandemica sembra basarsi unicamente sulla scommessa sul turismo e non si intravvedono linee di discontinuità, almeno nelle dichiarazioni
programmatiche, con il cambio di direzione politica. La scommessa sembra continuare ad essere tutta incentrata sulla valorizzazione estrema del patrimonio museale e non sul rafforzamento delle strutture interne dedicate alla tutela, alla ricerca ed alla conservazione del patrimonio.

IL MINISTERO POST RIFORME: ADDIO ALLA TUTELA?

Il quadro che presenta il Ministero a seguito dello “tsunami” Franceschini è sostanzialmente caratterizzato dalla disarticolazione organizzativa delle strutture che si occupano delle tutela del patrimonio culturale.

La creazione del sistema Museale ha assorbito circa la metà del personale previsto nell’organico ed il maggior numero dei Dirigenti, sottratti ai cicli di tutela. La creazione della Soprintendenza Unica, presentata come una operazione di semplificazione burocratica, in realtà è il prodotto finale di un processo di marginalizzazione del sistema delle Soprintendenze, trasformati in Uffici indeboliti nelle funzioni di tutela sul territorio, senza poteri di spesa, con un organico fortemente ridimensionato e con i Funzionari cosiddetti Capi Area a sostituire i Dirigenti sottratti dai circuiti Museali. Analoga situazione di degrado la vivono Archivi e Biblioteche, che hanno perduto quasi interamente il loro corpus dirigenziale e buona parte del personale, diventando sostanzialmente i settori “cenerentola” del MIC. In tale contesto abbiamo assistito ad operazioni la cui funzionalità è assai dubbia: una proliferazione dei Musei autonomi che ha prodotto la frammentazione dei più importanti circuiti archeologici e museali, il tentativo di coinvolgere le Biblioteche nelle politiche di valorizzazione estrema tramite l’integrazione di alcune di esse nei circuiti museali, una politica dell’offerta culturale legata al principio della mercificazione e dell’utilizzo improprio dei luoghi della cultura, una condizione di insufficienza strutturale rispetto alle disponibilità relativa ai cicli manutentivi e di tutela del patrimonio culturale. La creazione della Soprintendenza Nazionale per il PNRR si è rivelata un utile espediente per operare la cosiddetta “semplificazione” tramite un accentramento delle competenze relative al rilascio dei pareri sui progetti che hanno impatto sul paesaggio.

Una scatola vuota che ha solo comportato un aggravio esponenziale dei carichi di lavoro in capo alla DG ABAP ed alle Soprintendenze Territoriali.

IL MINISTERO CHE VOGLIAMO

La premessa indispensabile è che il nostro Paese torni ad investire sulla Cultura perlomeno ai livelli dei più avanzati Paesi Europei e comunque nel giusto rapporto alla quantità ed alla qualità dello straordinario patrimonio che l’Italia possiede. Se si vuole davvero operare per il cambiamento allora bisogna partire dalla riqualificazione dei servizi pubblici e dal rafforzamento delle strutture che si occupano della tutela del patrimonio culturale. Le riorganizzazioni non sono un esercizio ideologico basato su visioni preordinate senza alcuna attenzione al concreto svolgersi del lavoro ed alle problematiche connesse.

Di conseguenza noi vogliamo confrontarci rispetto ad un progetto di riorganizzazione che comporti prioritariamente i seguenti investimenti organizzativi:

  • UN PIANO SERIO DI REVISIONE DEI FABBISOGNI PROFESSIONALI:

    occorre riconoscere e inserire all’interno dell’organizzazione generale tutti i processi di innovazione tecnologica legati all’evoluzione ed alla modernizzazione dei modelli organizzativi. Tramite:

    1. la revisione della distribuzione degli organici nelle aree. Questo comporta una revisione adeguata dei fabbisogni interni alle Aree funzionali, mirata al riconoscimento di ciò che effettivamente serve, nei termini dell’apporto professionale, al funzionamento dei servizi;

    2. l’inglobamento nell’organico previsionale di figure professionali che emergono dai processi formativi e che non trovano allocazione nell’ordinamento interno. Questo comporta un processo di riordino generale dell’ordinamento professionale, da attuarsi tramite gli strumenti che il nuovo CCNL offre nella identificazione delle nuove famiglie professionali;

    3. una valutazione su un possibile ampliamento dell’organico teorico, recuperando il taglio ultimo prodotto dalla manovra spending review sia per gli organici delle aree che di quelle dirigenziali;

    4. un investimento straordinario sulla formazione riqualificazione del personale interno, tramite il reperimento e l’allocazione di risorse utili a rispettare la previsione contenuta nel CCNL di un investimento pari all’1% del monte salari. La crescita professionale continua dei lavoratori è condizione essenziale al miglioramento dei servizi ed al giusto riconoscimento dell’apporto dei lavoratori.

  • UN PIANO STRAORDINARIO PER L’OCCUPAZIONE

    Le misure predisposte appaiono del tutto insufficienti a garantire un corretto ricambio generazionale. La riduzione del 50% del personale, l’innalzamento dell’età media degli addetti sono i fattori che occorre affrontare tramite una corretta programmazione delle assunzioni.

    A tal fine è necessario:

    1. Reperire risorse straordinarie, procedere immediatamente alle assunzioni già autorizzate, avviare da subito la programmazione assunzionale e l’emanazione dei bandi di concorso con procedure semplificate e velocizzate al fine di evitare l’impasse degli Uffici che quasi certamente si determinerà in rapporto tra le tempistiche delle uscite per pensionamento e quelle necessarie all’espletamento dei nuovi concorsi;

    2.Realizzare la riforma dell’ordinamento professionale prevista dal CCNL 2019/21, determinando le giuste opportunità di crescita professionale dei lavoratori, definire gli accordi per le progressioni economiche, attuare i passaggi d’area finanziati dal CCNL e tramite le riserve concorsuali per i lavoratori interni da inserire nella programmazione ordinaria;

    3. Garantire le riserve concorsuali al personale interno.

  • DIRITTI E DIGNITÀ PER TUTTI I LAVORATORI.
    È assolutamente necessario introdurre regole che definiscano tutele e diritti per tutti i lavoratori che, a vario titolo, contribuiscono al funzionamento dei servizi. Una sorta di Codice Etico che uniformi il comportamento del Ministero nella definizione e regolazione del mercato delle esternalizzazioni. In particolare occorre:1. riconoscere finalmente le professioni dei Beni Culturali tramite l’adozione degli atti applicativi la legge n.110/2014;

    2. definire regole di comportamento che determinino le modalità del ricorso ai professionisti esterni, garantendo trattamenti minimi dal punto di vista delle condizioni normativo-contrattuali ai professionisti in regime di collaborazione;

    3. eliminare i massimi ribassi negli appalti e rafforzare le clausole sociali di garanzia dei livelli occupazionali, normativi e contrattuali al momento del rinnovo delle concessioni;

    4. determinare un trattamento contrattuale uniforme di tutti i lavoratori dipendenti presenti nei cicli esternalizzati, garantendo agli stessi l’applicazione di un CCNL coerente con le finalità delle attività svolte;

    5. prevedere una definizione analitica dei costi relativi al lavoro esternalizzato e pretendere la puntuale applicazione dell’anagrafe delle prestazioni, che deve essere riportata su un piano di trasparenza in modo coerente con le previsioni normative in materia;

    6. procedere alla progressiva reinternalizzazione delle attività cedute all’esterno e/o relative a fabbisogni professionali emergenti;

    7. garantire le riserve concorsuali ai contratti flessibili in applicazione della legge Madia.

  • RIPRENDIAMOCI LA TUTELA 

    La proliferazione di riforme dell’apparato ministeriale, che hanno trovato la loro conclamazione nello “tsunami“ Franceschini, è stata uno dei fattori determinanti della grave crisi organizzativa che affligge il Ministero A noi interessa invece un vero spirito riformista che si occupi concretamente dei problemi e trovi soluzioni condivise e fatte proprie dai lavoratori. Nel MIC il vero spirito riformista non può che partire dall’esigenza di un profondo rafforzamento delle strutture che si occupano della tutela del patrimonio: Soprintendenze, Archivi, Biblioteche e Istituti Centrali e dalla ricomposizione della frattura determinata dalla separazione dei cicli di tutela da quelli della valorizzazione del patrimonio culturale. Il MIC deve riacquisire la dignità e la funzionalità del lavoro di tutela e di ricerca e ritrovare il senso vero delle dinamiche dell’offerta culturale nei modi previsti dal Codice dei Beni Culturali e non certo tramite la sua mercificazione che ha trasformato i luoghi della cultura in palcoscenici per eventi estranei alla loro funzione ed in molti casi mortificanti per quello che gli stessi rappresentano per le comunità ed i territori di appartenenza. La fruizione della Cultura è un diritto costituzionale di tutti i cittadini, una finalità dichiarata dall’art. 9 della Costituzione e non una prerogativa cui possono accedere solo i cittadini più abbienti ed i turisti. Il nostro impegno in seno al Consiglio Superiore, se avremo la fiducia dei lavoratori, continuerà ad essere costante nel sollecitare il mantenimento di uno spirito autonomo e, qualora necessario, critico verso le scelte operate dall’amministrazione, nella consapevolezza che solo il senso dell’autonomia istituzionale di questo importante organo possa garantire un utile e costruttivo apporto alla determinazione degli obiettivi che ci prefiggiamo.


Concorso per 518 posti al Ministero della Cultura

Pubblicato il bando per l’assunzione di 268 archivisti, 130 bibliotecari, 35 storici dell’arte, 32 architetti, 20 archeologi, 15 restauratori, 10 demoetnoantropologi e 8 paleontologi.

La procedura pubblica, avviata nel 2021, arriva dopo l’espletamento del concorso per 1.052 Assistenti alla fruizione, accoglienza e vigilanza, terminato con la pubblicazione delle graduatorie e la nomina dei vincitori lo scorso 12 agosto.

Il termine ultimo della domanda, presentabile esclusivamente per via telematica attraverso il format di candidatura sul portale “inPA” disponibile all’indirizzo internet https://ww.inpa.gov.it/, scade alle 23:59 del 9 dicembre.

Il bando è consultabile sul sito del MiC all’indirizzo https://cultura.gov.it/concorso518cultura, dove verranno pubblicati gli aggiornamenti riguardanti la procedura concorsuale.

Un’opportunità importante per tanti e tante. Consulta il sito che ha creato FP CGIL Nazionale per conoscere tutte le novtà sui bandi di concorsi, le possibilità per frequentare corsi di preparazione e per arrivare pronti alle prove concorsuali!

concorso ministero cultura 518 posti

vigili del fuoco nave

Vigili del Fuoco Ravenna. FP CGIL: “Grave avere turni mancanti nel servizio di Soccorso nautico”

“Dieci giorni di inattività, dieci giorni di esposizione al rischio. Il servizio nautico dei Vigili del Fuoco di Ravenna rimane in stand by per mancanza di personale”

A denunciarlo è la Fp Cgil che segnala l’anomalia emersa in queste ultime settimane. A fronte di un personale ridotto (composto da 19 unità, anziché le 26 richieste), costretto a serrare i ranghi per affrontare ogni potenziale criticità, il servizio non può più essere garantito con la necessaria regolarità.

Già nel marzo del 2021, la Fp Cgil aveva denunciato la grave carenza di uomini e mezzi. Fino ad oggi, si era fatto ricorso al lavoro straordinario delle poche unità rimaste, ma la crisi ha ormai raggiunto un punto di non ritorno quando il budget delle ore di straordinario si è esaurito. Dal 20 ottobre scorso, nonostante le richieste del comandante di incrementare le ore di lavoro supplementare destinate alla caserma di Ravenna, il servizio non può essere più garantito con conseguenze potenzialmente molto serie.

“La mancata copertura dei turni del soccorso nautico rappresenta una situazione grave, che si è già registrata sette volte a ottobre e quattro in questo scorcio di novembre”

commenta Maria Antonietta Cirillo della Fp Cgil Ravenna. “Le ripercussioni, in caso di necessità d’intervento del servizio nautico dei Vigili del Fuoco, potrebbero essere estremamente gravi e riteniamo sia doveroso informare la cittadinanza. Chiediamo, con urgenza, agli organi politici di attivarsi per sollecitare il Ministero di competenza a intervenire. Nell’immediato serve lo stanziamento delle ore di lavoro straordinario necessarie a garantire il servizio di soccorso. In ottica futura è necessario l’arrivo di nuove unità, che consentano di superare definitivamente l’attuale programmazione emergenziale”.

 

Dall’articolo di Ravenna Notizie


sedia a rotelle

Come si percepisce l'assegno di invalidità

Prestazione economica in favore di coloro la cui capacità lavorativa è ridotta a meno di un terzo a causa di infermità fisica o mentale.

A CHI SPETTA

  • Lavoratori dipendenti privati;
  • Lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni, mezzadri), agli iscritti alla Gestione Separata;
  • Lavoratori iscritti ad alcuni fondi sostitutivi dell’assicurazione generale obbligatoria (AGO).

REQUISITI

Sanitario: richiede un’infermità fisica o mentale, tale da determinare una riduzione permanente della capacità lavorativa a meno di un terzo, in occupazioni confacenti alle attitudini del lavoratore

Amministrativo: 5 anni di contributi, di cui almeno 3 versati nei 5 anni precedenti la domanda.

La pensione è calcolata su un’anzianità contributiva alla data della domanda e non è reversibile.

L’assegno ha validità triennale, alla scadenza se permangono le condizioni sanitarie, l’interessato può presentare richiesta di conferma. Dopo tre riconoscimenti consecutivi l’assegno è confermato automaticamente, indipendentemente dalla presentazione di rinnovo.

Al compimento dell’età pensionabile può essere trasformato in pensione di vecchiaia se risultano soddisfatti tutti requisiti previsti.

L’assegno di invalidità è compatibile con redditi da lavoro, tuttavia è soggetto a riduzione nel caso in cui il titolare percepisca redditi da lavoro dipendente, autonomo o di impresa.

Qualora i redditi posseduti superino:

  • 4 volte il trattamento minimo Inps: l’assegno avrà una riduzione pari al 25%;
  • 5 volte il trattamento minimo Inps: l’assegno avrà una riduzione pari al 50%.

L’assegno decorre dal mese successivo al quello di presentazione della domanda.


Concorso oss emilia romagna

Seminari di aggiornamento online per OSS

Continuano le opportunità di  aggiornamento professionale per le iscritte e gli iscritti alla FP CGIL.

Questa volta si tratta di un percorso dedicato ad OSS: 5 appuntamenti che trattano in un seminario, singolarmente, vari argomenti.

  1. primo soccorso
  2. movimentazione dei carichi
  3. contrastare la violenza in sanità, e non solo
  4. integrazione professionale tra infermiere e OSS
  5. alimentazione dell’anziano

Altri argomenti sono in fase di realizzazione e verranno proposti nei prossimi mesi.

Gli incontri sono realizzati via web con piattaforma ZOOM. La durata di ogni incontro è di 2 ore. Potrà essere rilasciato un attestato di partecipazione.

Possono partecipare, se interessate, anche figure professionali diverse dagli OSS.

Non si tratta di un corso ECM.

Il calendario:

  • 26 ottobre: primo soccorso
  • 9 novembre – ore 16.00/18.00: movimentazione dei carichi
  • 23 novembre – ore 16.00/18.00: contrastare la violenza in sanità, e non solo
  • 14 dicembre – ore 16.00/18.00: integrazione professionale tra infermiere e OSS
  • 13 gennaio 2023 – ore 16.00/18.00: alimentazione dell’anziano

Come detto, si tratta di un’opportunità riservata ad iscritte ed iscritti.

Per partecipare scrivere a: oss@er.cgil.it


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